Diversamente da ciò che la stampa italiana tende a propinare, menzionando frequenti casi di malasanità al sud d’Italia, è giusto indicare anche i numerosi modelli positivi presenti nel meridione in ambito sanitario. Tra di essi va indubbiamente citato il reparto di chirurgia toracica presso l’ospedale Papardo, situato nella zona nord di Messina.
Esperti nel trattamento del cancro al polmone, vantano notevoli risultati come indicato dal responsabile del reparto, il dottor Giuseppe Casablanca: «abbiamo potuto curare ben 33 persone in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, eseguendo ben 122 interventi rispetto agli 80 del 2019 (più di 1 al giorno in media). NOI CI SAREMO SEMPRE per abbattere il pregiudizio che al nord la sanità è migliore. Noi possiamo vantare MORTALITÀ OPERATORIA ZERO fin dal 2005, cioè da quando sono responsabile di questo meraviglioso reparto». Degli esiti indubbiamente soddisfacenti, che innalzano la fiducia dei pazienti e la reputazione della sanità meridionale talvolta stigmatizzata e svalutata.
I medici hanno proseguito l’attività chirurgica pur nella complessa situazione attuale, garantendo il servizio a supporto della debole fascia dei malati oncologici in una condizione di estrema sicurezza. «Non ci siamo arresi alla paura del corona virus. Abbiamo sempre continuato a curare chiunque, disperato per la malattia e per il momento di estrema difficoltà, si è rivolto alla nostra struttura. Grazie a percorsi di garanzia assoluta messi a disposizione dalla direzione generale e dal direttore del dipartimento oncologico (il check point ad accesso esclusivo presso la tenda all’ingresso del dh oncologico)» ha narrato il dottor Casablanca, vantando il proprio “ospedale di eccellenza”.
Ovviamente ciò è reso possibile dalla collaborazione coi reparti di radiologia, anatomia patologica, medicina nucleare, malattie respiratorie, oncologia, radioterapia, sala operatoria, anestesia e rianimazione. Un lavoro di squadra che rende il reparto di chirurgia toracica un fermo punto di riferimento per i pazienti oncologici polmonari. Una struttura sicura, su cui fare pieno affidamento.
Pertanto, diversamente da quanto erroneamente espresso da taluni personaggi politici, come ad esempio dalla sindaca Susanna Ceccardi (Lega) che sosteneva fosse corretto pagare meno i medici meridionali in quanto meno bravi, questi ultimi hanno invece dimostrato spesso grandi capacità a fronte di strutture ospedaliere meno avanzate. Le carenze nelle attrezzature andrebbero viste come un vincolo esterno, e in tale contesto la buona riuscita degli interventi illustra ancor di più la competenza dei nostri specialisti, che superano i limiti strutturali che aziende ospedaliere del nord non devono fronteggiare. Pur non negando l’esistenza di esempi negativi, si richiede quindi una descrizione più oggettiva da parte di giornali e talk show politici, che tendono a ricreare e diffondere preconcetti retrogradi che è giusto scardinare.
Cristina Trimarchi