“In merito alla vicenda dell’assembramento creato da coloro che, in violazione dei divieti imposti dall’emergenza COVID-19, hanno accompagnato la salma di Rosario Sparacio dall’abitazione in cui si è verificato il decesso fino al Gran Camposanto, è doveroso precisare – sottolinea il Segretario/Direttore Generale Rossana Carrubba – che è stata condotta un’indagine interna rivolta a verificare il corretto operato degli uffici e dei dipendenti comunali che in relazione alle mansioni svolte, hanno avuto un ruolo nella vicenda. In primo luogo occorre precisare che i dipendenti addetti alla custodia e al ricevimento delle salme del Gran Camposanto hanno fatto rispettare, anche in questo caso, il divieto di ingresso dell’utenza come in tutti i cimiteri suburbani, ad eccezione degli operatori delle onoranze funebri. Nella fattispecie dunque – prosegue il Segretario Generale – nessuna disparità di trattamento è stata commessa dai citati dipendenti, in quanto non è stato consentito a nessuno, tra le persone che accompagnavano il feretro, l’ingresso al Cimitero monumentale. Inoltre, un ulteriore approfondimento è stato condotto rispetto all’attività del Corpo di Polizia Municipale cui competono il controllo e la vigilanza del territorio e, dunque, anche l’attività repressiva delle violazioni dei divieti vigenti in materia di contenimento della diffusione del Covid-19.
Il corteo funebre, dalle notizie di stampa, si è formato intorno alle ore 15.30 dinanzi all’abitazione in cui si è verificato il decesso del sig. Sparacio, sita in via del Santo n.180 “complesso Gelsomino” che dista 1,8 km (percorso carrabile) dal Gran Camposanto. Durante il tragitto effettuato dal ‘corteo’ la centrale operativa della Polizia Municipale non ha ricevuto alcuna telefonata o qualsivoglia segnalazione in ordine alle violazioni che si stavano perpetrando in quella zona della città. Nella fascia pomeridiana 13-19, come previsti, sono stati effettuati servizi di controllo del territorio con quattro pattuglie in auto che hanno svolto vari interventi, ma in zone diverse dalla via del Santo e del Cimitero monumentale. Certamente se fosse giunta una segnalazione dell’assembramento formatosi, le pattuglie in servizio si sarebbero dirette sui luoghi per ripristinare le regole, sanzionare e denunciare i trasgressori. La gravità dell’accaduto rendeva necessario allontanare qualsiasi sospetto sulla struttura organizzativa comunale ed informare i cittadini che in questa spiacevole vicenda, gli uffici comunali che ne sono stati interessati, hanno correttamente operato e nessuna responsabilità od omissione è ad essi attribuibile. Diversamente non si sarebbe esitato ad adottare i provvedimenti sanzionatori. E’ giusto sottolineare – conclude la dottoressa Carrubba – che l’impegno per la diffusione di una cultura della legalità e contro ogni forma di criminalità, rappresenta un punto fermo dell’azione amministrativa comunale, sempre improntata a permeare i comportamenti e la coscienza di ciascun dipendente affinché possa attendere con coraggio ed onestà ai propri compiti quotidiani”.