Martedì 12 febbraio, presso la Sala Giunta della Camera di Commercio di Messina, è stata presentata in Conferenza stampa la campagna “Test’iAMOci” a cura dell’Osservatorio per i minori e i diritti dell’infanzia “Lucia Natoli”, in collaborazione con il Cesv, Fidapa e Federfiori. Una campagna per la prevenzione e l’amore consapevole contro le malattie sessualmente trasmissibili, in programma dal 14 febbraio all’8 marzo.
Hanno presentato l’iniziativa Saro Visicaro (Osservatorio “Lucia Natoli”) e il professore Luciano Pellicanò (Policlinico Universitario di Messina), con le presidenti delle Fidapa di Messina, Capo Peloro e Venetico, e rappresentanti della Federfiori e della Camera di Commercio
“Il nostro obiettivo è coinvolgere sempre di più la popolazione giovanile e per favorire questo abbiamo pure previsto la possibilità di uno sconto del 10 per cento, presso i fiorai che aderiscono all’iniziativa, per chi esibirà un ticket rilasciato dal Laboratorio di analisi del Policlinico e del Papardo di Messina, dove è possibile fare il test gratuitamente. In Sicilia è in aumento l’infezione. Questo significa che bisogna intensificare la campagna divulgativa a sostegno della prevenzione”.
Rileva il professore Pellicanò: “Ogni anno nel nostro Paese si registrano circa 4.000 nuovi casi di infezione da HIV: 12 ogni giorno, uno ogni due ore. 5,8 nuovi casi di HIV positività ogni 100.000 residenti. Le nuove infezioni in Sicilia nell’ultimo anno sono in aumento (4.0 x 100.000 abitanti). Senza dimenticare l’avanzare preoccupante dell’infezione nell’Europa dell’Est e nel Medio Oriente. Nel 2011 quasi una persona su tre diagnosticate come HIV positive è di nazionalità straniera. La battaglia contro l’AIDS, non ancora vinta, ha prodotto risultati straordinari in un periodo di tempo relativamente breve, che hanno trasformato la storia naturale della malattia rendendola da rapidamente progressiva e mortale a cronica. Oggi l’aspettativa di vita di una persona HIV positiva, che riceva una diagnosi precoce, non abbia patologie associate e sia in giovane età, è comparabile a quella della popolazione sana. Ma non va sottovalutato il problema del “sommerso”, della sieropositività inconsapevole, rappresentato dai malati che continuano a infettare senza averne coscienza. Intervenire in maniera attiva per individuarli ha decisivi riflessi sociali. Ci sono evidenze scientifiche che dicono che trattando un sieropositivo asintomatico e con infezione non sviluppata, si diminuisce del 96% la sua possibilità di trasmissione del virus, oltre che ridurre notevolmente la mortalità. Oltre la metà (56%) delle persone con una nuova diagnosi di HIV viene diagnosticato in fase avanzata di malattia, e presenta una rilevante compromissione del sistema immunitario. Queste persone che scoprono di essere HIV positive in ritardo hanno mediamente più di 40 anni di età, hanno contratto l’infezione prevalentemente attraverso contatti sessuali. Nel 2011 continua a crescere la quota di nuove infezioni attribuibili a rapporti sessuali non protetti, che costituiscono il 78,8% di tutte le segnalazioni (eterosessuali 45,6%; Omo 33,2%).
Quasi il 40% delle donne HIV positive scopre tardi di essere stato colpito dal virus, spesso quando l’AIDS è già in fase conclamata. Inoltre le donne presentano condizioni biologiche che le rendono più esposte e vulnerabili al virus rispetto agli uomini: sono due volte più a rischio di contagio in un rapporto non protetto rispetto all’uomo. Da qui l’importanza della diagnosi precoce, anche rendendo più facile l’accesso al test”, conclude il professore Pellicanò.