fidapaSi è svolto stamane nel Salone degli Specchi il Convegno dal titolo: La Macroregione del sud e il ruolo dello stretto di Messina: luci ed ombre, proposte e prospettive”, un evento organizzato dalla Fidapa sez. di Messina e Duo Onlus, in collaborazione con l’Ordine degli Architetti e l’Ordine degli Ingegneri di Messina e il patrocinio della Città Metropolitana, Comune di Messina e Ars.

 

Per la coordinatrice dei lavori, Genny Lello “l’Autonomia differenziata non deve diventare uno strumento di governance dello squilibrio. Per la nostra realtà è di cruciale rilevanza il ruolo dello stretto ed il suo potenziamento infrastrutturale materiale e immateriale. Affinchè il sud possa riprendere la via dello sviluppo occorre un PATTO, proposte concrete, un ACCORDO tra i vari attori sociali e istituzionali. Per riappropriarci della centralità della Sicilia nel Mediterraneo occorre puntare sulla competenza e sui risultati; e noi siamo per la parità e le gratificazioni in ogni campo: scienza, politica, economia, finanza, sport. Pensiamo alla forza delle donne!”

 

Dopo i saluti della Presidente Fidapa Rosamaria Trischitta e del Segretario dell’Ordine degli Ingegneri Domenico Crinò, ha preso la parola il prof. Michele Limosani: “Bisogna colmare il divario fra nord e sud. Quando tocca a noi spendere, facciamo fatica ad essere virtuosi. Bisogna dare alla Sicilia un ruolo primario; non basta collegare Messina, Palermo e Catania, dobbiamo completare i corridoi delle grandi velocità europee e investire in tecnologia per infrastrutturare tutta l’area del sud. Se vogliamo giocare un ruolo primario dobbiamo investire nelle imprese. Ci vuole una regia e un nuovo sistema di porti. Non è vero che manca la domanda; costruiamo le infrastrutture e la domanda la generiamo”.

 

“Obiettivo prioritario – ha detto il Presidente dell’Ordine degli Architetti Pino Falzea – è portare l’alta capacità ferroviaria in sicilia, affinché l’isola possa proporsi come hub intermodale baricentrico rispetto ai grandi sistemi del trasporto globale. Il ponte diventa per questo una infrastruttura indispensabile”.

 

“La prospettiva di costruzione di una Regione del SUD – ha fatto sapere l’Ass. Bernadette Grasso, impossibilitata a partecipare ai lavori – in grado di connettere i flussi di persone e di merci che transitano nel mediterraneo, e se possibile anche intercettarli cogliendo le nuove sfide contemporanee, rappresenta una necessaria condizione per inserirsi nei mercati globali ed essere competitivi”.

 

Per l’On Pino Galluzzo non esiste una strategia, nè un accordo sulla Macroregione del sud. Se la Macroregione è accompagnata da strategie va bene, altrimenti no.

 

Per il Presidente Confesercenti Alberto Palella, la Macroregione è un’opportunità. “Messina potrebbe diventare l’ombelico della grande area del sud, ma ci vogliono le infrastrutture e ci vuole soprattutto una piattaforma logistica adeguata; è l’ultima strada”.

 

“Focalizzerei l’attenzione prima di tutto sull’area stretto – ha detto l’On. Domenico Battaglia -. Abbiamo già le condizioni, abbiamo la Conferenza interregionale dell’Area dello Stretto con cui possiamo proporre accordi di prossimità. Dobbiamo offrire prospettive ai giovani. Reggio e Messina sono periferiche per le proprie regioni, ma se si mettono insieme diventano una grande importante regione. L’1 marzo 2019 abbiamo firmato l’accordo di programma in cui abbiamo fatto anche un’esatta perimetrazione dell’area dello stretto. Manca, tuttavia, un’ intermodalità dei trasporti, per questo creeremo un’agenzia dello stretto. Il messaggio che voglio lanciare è: ‘Dobbiamo costruire un brand stretto con cui rilanciare il turismo’. Un esempio su tutti sono i nostri forti umbertini”

 

Secondo l’On. Franco De Domenico i deputati eletti a Roma non fanno gli interessi del territorio. “Dobbiamo riprendere il senso della politica. Abbiamo rischiato di consegnare l’autonomia differenziata al nord. Dobbiamo capire quali sono le priorità e perché i giovani lasciano il sud. Non sono tanto convinto che la Macroregione possa funzionare. Dobbiamo snellire le procedure, non complicarle. Le priorità sono: investimenti, lavoro e giovani. Dobbiamo investire, ma sbagliamo se ci vogliamo attendere un ritorno immediato dagli investimenti”.

 

Secondo il Sindaco Cateno De Luca la questione è endemica. “L’Italia è spaccata in due e noi siamo fanalino di coda. Siamo soprattutto incapaci di spendere – portando l’esempio della Spagna che, invece, grazie al potenziamento delle infrastrutture ha superato il gap -. Ultimamente ho dichiarato che bisogna partire da quelli elementi che non ci permettono di essere normali, e che sono la ‘vivibilità’ soprattutto. Dobbiamo lavorare su noi stessi. Io sono sempre stato pontista, ma il ponte deve diventare patrimonio del popolo e ha un senso solo se la città è alla sua altezza, non se è una città ‘sgarrupata’!”

 

“Le Infrastrutture sono investimenti sociali – ha detto la Prof.ssa Francesca Moraci – , devono essere connesse per essere forti. Dobbiamo puntare verso Africa, ma soprattutto verso l’Asia. Questo è il secolo asiatico! Il piano strategico per l’area dello stretto c’è. Abbiamo pensato a tutto: ai servizi; agli obiettivi; all’intermodalità. Questo mare ci deve unire, non dividere, e il sud deve riacquistare un posizionamento strategico!”.

 

Secondo l’Avv. Fernando Rizzo “L”Autonomia differenziata è una fregatura. L’ Art 14 dello Statuto Siciliano non ci consente di investire sulle infrastrutture strategiche. La Lombardia invece può. Per le ferrovie in Sicilia si è speso negli ultimi anni molto meno di quanto si è speso al nord. Siamo noi che contribuiamo allo sviluppo del nord non viceversa. E’ dove si investe che il sistema cresce. Ma, attenzione, non possiamo diventare una Macroregione se non c’è un sistema valido di infrastrutture. Non tollero che il sindaco dica che si occuperà di ponte solo nel 2022, non possiamo aspettare quella data. Non è sistemando i tombini che si migliora la qualità della vita!”

 

A conclusione, la Presidente della Fidapa Rosamaria Trischitta ha sottolineato come l’autonomia differenziata sia una questione estremamente delicata, perché se prima non si definiscono i capisaldi e i livelli essenziali delle prestazioni si rischia di aumentare il divario tra le Macroregioni d’Italia, e le prime ad essere colpite saranno proprio le donne del sud.

 

Prossimo appuntamento, accogliendo l’invito dell’Ass. Grasso, a Palermo, dove gli organizzatori del convegno porteranno quanto emerso dal confronto odierno per dare input ai lavori che condurranno ad una nuova organizzazione territoriale adeguata ad affrontare le nuove sfide contemporanee e garantire l’inserimento nel mercato globale.

 

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