I militari della Stazione Carabinieri di Merì, nei giorni scorsi, hanno eseguito un’ordinanza cautelare nei confronti di 4 soggetti, indagati per concorso in reato continuato di ricettazione di un ingente quantitativo di merce oggetto di furto. E’ stata data esecuzione ad una ordinanza emessa dal Tribunale del Riesame di Messina confermata dalla suprema Corte di Cassazione,
Il provvedimento scaturisce dall’appello proposto dal Procuratore della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto, Emanuele Crescenti, con la collaborazione del sostituto dott.ssa Federica Paiola avverso l’ordinanza del 17 novembre 2015 con la quale il G.I.P. del locale Tribunale aveva rigettato la richiesta di applicazione delle misure cautelari in oggetto, non ritenendo sussistenti a carico degli odierni indagati, gli elementi loro contestati.
La solidità del quadro probatorio è stata invece riconosciuta dal Tribunale di Messina che, ribaltando la prima decisione, ha dato validità alla analitica attività investigativa avviata nel mese di settembre 2015 dai militari della Stazione CC di Merì, sui componenti il nucleo familiare di TROVATELLO Antonino, con la di lui moglie CANNAVO’ Tindara, ed i figli TROVATELLO Antonino e TROVATELLO Gino, tutti abitanti in Merì.
I militari dell’Arma, con specifica attività di osservazione, controllo e pedinamento, perdurata per circa un mese, infatti riuscivano a riscontrare che detti soggetti, nonostante fossero disoccupati, conducevano uno stile di vita agiata avendo nella disponibilità un’abitazione dotata di ogni confort, tre automobili e due scooter di grossa cilindrata nonché disponibilità di denaro contante, trovando prova che presso l’abitazione era detenuta merce di illecita provenienza.
Le indagini culminavano in data 16 ottobre del 2015, a seguito di perquisizione domiciliare svolta con l’ausilio del nucleo cinofili, presso la dimora della famiglia TROVATELLO.
Nell’abitazione i militari rinvenivano abilmente celata in dei doppifondi del pavimento del sottotetto, della consistente refurtiva di enorme valore ( macchine fotografiche, autoradio, go-pro, telefoni cellulari, vari utensili da lavoro, ecc. ecc.) gran parte della quale, da successivi accertamenti, è risultata provento di reato.
Tra l’altro venivano rinvenuti dei foglietti manoscritti attestanti la vendita della suddetta merce ed anche una modica quantità di sostanza stupefacente, risultata poi essere nella disponibilità del TROVATELLO Antonio.
Obiettivo delle indagini è stato quello di individuare i soggetti che erano dediti abitualmente a commettere furti in tutto l’hinterland barcellonese procurando un grande allarme sociale presso la popolazione che, vessata da continue ruberie veniva privata dei propri oggetti personali. La famiglia TROVATELLO in tal senso si è spinta oltre creando di fatto una rivendita di materiale vario a prezzi irrisori rispetto al valore effettivo.
Data la mole di merce rinvenuta è risultata particolarmente complessa l’attività di identificazione dei proprietari della merce che nella maggior parte dei casi è stata denunciata quale oggetto di furto all’interno di autovetture parcate sulla pubblica via.
Il Giudice del Riesame, censurando il GIP, ha dunque riconosciuto la pericolosità sociale e soprattutto la condotta criminosa dei soggetti indagati, sintomatica di professionalità nella perpetrazione di reati contro il patrimonio, con l’odierno provvedimento ha disposto la misura cautelare personale degli arresti domiciliari nei confronti dei coniugi TROVATELLO Antonino e CANNAVÒ Tindara e la misura dell’obbligo di dimora nel comune di Merì con obbligo di presentazione alla stazione Carabinieri del luogo nei confronti dei figli di quest’ultimi TROVATELLO Antonio e Gino.