Degrado, emarginazione, abbandono e montagne di rifiuti a pochi passi dal viale Kennedy. Una zona a fortissima vocazione turistica che deve fare i conti con un enorme campo rom che da anni si sviluppa a pochi passi dall’impianto sportivo comunale. Una condizione disumana che coinvolge decine di nuclei familiari e che nessuno, tra turisti e catanesi, non può non notare. Qui la spazzatura viene scaricata in quantità industriali. Una bidonville nata anni fa e da allora è in continua espansione, tra l’indifferenza generale, perché il materiale con cui costruirsi una “casa” non manca.
Ad affermarlo Maurizio Mirenda, Consigliere Comunale Grande Catania e Componente commissione Urbanistica.
Come consigliere comunale di “Grande Catania” e componente della commissione all’Urbanistica – continua a scrivere il politico – il sottoscritto Maurizio Mirenda lancia l’allarme per un problema sociale senza precedenti e che l’amministrazione comunale finora non ha adeguatamente affrontato. Un pessimo biglietto da visita per i turisti che visitano Catania e che si trovano di fronte ad un pericolo igienico sanitario enorme. Addirittura, in alcuni punti di questa baraccopoli, la montagna di rifiuti è talmente alta ed instabile che in caso di “crollo”distruggerebbe almeno un paio di “abitazioni”. E intanto il fiume di spazzatura si ingrossa. Così per loro non resta altro da fare se non quello di riciclare tutto il materiale abbandonato per costruirsi l’abitazione per tutta la famiglia. Vecchi mobili o elettrodomestici: non viene buttato niente.
Adesso, con la stagione estiva, – sottolinea Mirenda – si teme pure lo scoppio di un incendio. Un rogo alimentato dalle migliaia di tonnellate di rifiuti e dal mare di sterpaglie che circondano la baraccopoli. Il tutto a pochi passi da una stazione di servizio. Eventuali colonne di fumo nero e fiamme alte metri con grosso rischio per l’incolumità della comunità rom e di migliaia di persone che fanno il bagno o prendono il sole dall’altra parte del viale Kennedy.