Mascali, ombre sull’erogazione dei buoni spesa per l’emergenza Covid-19. Il consigliere comunale Giuseppe Cardillo: “Poco chiari i criteri con cui sono stati assegnati. Andremo fino in fondo”.
Emergono ombre inquietanti a Mascali sull’erogazione dei buoni spesa destinati ai cittadini in situazione di disagio per l’emergenza Covid-19. A sollevare dubbi ed interrogativi sono i consiglieri comunali del gruppo “Amore per Mascali”, guidati da Giuseppe Cardillo, esponente della Lega Sicilia, che hanno presentato un’interrogazione indirizzata all’assessora alle Politiche Sociali ed Assistenziali, Virginia Silvestro. “Abbiamo ricevuto numerose lamentele da parte dei cittadini sulle modalità di assegnazione dei buoni spesa e sui criteri di determinazione della platea degli aventi diritto – spiega Giuseppe Cardillo – In particolare sembra che alcune persone siano state ammesse al beneficio, pur essendo il relativo nucleo familiare titolare di sufficienti e congrui redditi, mentre, al contrario, soggetti titolati, in quanto non possessori di alcun reddito, o titolari di modestissimi redditi, non sarebbero stati ammessi.
Per questo motivo è fondamentale fare chiarezza sull’intera vicenda”. Dalle audizioni dei funzionari in quarta commissione consiliare sarebbe emerso che dell’attribuzione dei buoni spesa non vi sarebbe alcuna traccia scritta. “Se le cose stanno così – prosegue il leader dell’opposizione – vuol dire che sono stati erogati buoni spesa senza un atto e senza una motivazione. Sarebbe una cosa gravissima. Ci risulta, inoltre, che non siano stati chiesti nemmeno i modelli Isee e che non siano stati coinvolti i patronati. Ed allora ci chiediamo – prosegue Cardillo – con quali criteri sono stati assegnati questi buoni? Su questa cosa andremo fino in fondo perché bisogna dare risposte, innanzitutto ai cittadini che sono stati esclusi”. Ad alimentare ulteriori dubbi sulla regolarità della distribuzione dei buoni spesa c’è anche la scelta di affidarne la gestione ad una società privata, circostanza che pone evidenti problemi di privacy. “Mi chiedo – si domanda ancora il consigliere comunale – se il comune sia dotato di uffici e funzionari capaci di erogare i buoni spesa. Se così fosse vorrei sapere per quale motivo si debbano sprecare delle risorse, affidando questa distribuzione ad una società terza. Se, invece, non vi fossero uffici e funzionari in grado di farlo allora mi chiedo come siano stati erogati i precedenti buoni spesa.
Ma la cosa paradossale è che ai consiglieri comunali sia stato negato l’accesso alla documentazione dei richiedenti, per ragioni legate alla privacy, mentre alla società è stato dato mandato di creare un database con i nomi di tutte le persone bisognose o meno che hanno fatto istanza. Non si capisce per quale motivo una società privata debba creare un archivio raccogliendo, secondo noi illegittimamente perché in violazione del Regolamento sulla privacy, questi dati sensibili”. I consiglieri comunali di opposizione chiedono all’amministrazione comunale di fornire i necessari chiarimenti e la copia delle graduatorie degli assegnatari per consentire gli opportuni controlli. “Qualora dovessero opporre la scusa della riservatezza e della privacy – conclude Giuseppe Cardillo – tenuto conto che tale riservatezza e privacy non sono opponibili al consigliere comunale, saremo costretti a presentare un circostanziato esposto alle autorità competenti”.