Nella tarda serata di ieri l’ennesimo litigio, l’ultima di una langa serie di episodi di insulti e minacce sopportate da una 24enne di origine romena ma da anni residente a Marcellinara. Ieri però R.A., con il quale lei conviveva fino a tre mesi fa, 38enne catanzarese, suo ex-convivente e senza un’occupazione stabile, è andato oltre; improvvisamente il suo passato difficile, caratterizzato dall’assenza di un lavoro stabile e dalla tossicodipendenza mai del tutto superata, è esploso improvvisamente in un incontrollato raptus di follia. Fuori di sé, apparentemente senza motivo, dalle minacce e le imprecazioni degli ultimi mesi, è passato ai fatti: sono circa le 22.30 quando viene colto da un’improvvisa quanto mai sospetta voglia di vedere la loro bambina; quest’ultima ha appena sei mesi e di lei R.A., fino a quel momento, non si era mai interessato tanto da non volerla neanche far battezzare e da minacciare di disconoscerla.
Al netto rifiuto opposto dalla giovane, il raptus di follia: prima una serie di calci e di pugni contro la porta d’ingresso della casa della ragazza, quindi, cosa ancora più sconcertante, la decisione di privare lo stabile della corrente elettrica manomettendo il contatore Enel che si trova all’esterno della palazzina. L’assedio però non termina lì: R.A. si arrampica sul balcone sito al primo piano e inizia a tirare pugni contro il vetro della portafinestra ubicata in corrispondenza della cameretta della neonata.
Solo la prontezza di riflessi della giovane, che abbassa la tapparella, impedisce che il vetro già crepato vada definitivamente in frantumi rovinando sulla culla della piccola. A quel punto la paura per la propria incolumità ma anche e soprattutto per quella della figlia, spinge la giovane donna a chiamare il 112 e a chiedere aiuto. Un’autoradio della Compagnia Carabinieri di Catanzaro giunge sul posto in pochi minuti: i militari sorprendono l’uomo ancora intento ad urlare dalla strada una serie di insulti all’indirizzo della ex-compagna. Appurato quanto accaduto fino a quel momento, i militari obbligano R.A. a riattivare il flusso di corrente elettrica verso la casa e, in un secondo tempo, a seguirli presso la sede del Comando Provinciale dell’Arma per i successivi accertamenti, subito dopo aver rinvenuto, all’esito della perquisizione svolta a casa dei genitori dell’uomo, presso la quale egli dimora, una pistola a piombini regolarmente detenuta e relativo munizionamento, tutto immediatamente posto sotto sequestro al fine di evitare nuovi e più gravi minacce all’incolumità di mamma e figlia.
Contestualmente, la 24enne viene invitata dagli stessi operanti a formalizzare la propria querela nei confronti dell’uomo: giunta accompagnata dalla madre presso il Comando di Piazzale Trieste, è animata dalla salda volontà di mettere fine alle violenze dell’uomo. I militari quindi procedono all’arresto dell’uomo per stalking e lo traducono in camera di sicurezza in attesa dell’udienza di convalida in esito alla quale l’uomo viene sottoposto alla misura cautelare dell’allontanamento dai luoghi frequentati dalla sua ex convivente.
In poche ore, veniva pertanto posta la parola fine ad una situazione che, costellata da una lunga serie di episodi violenti sia minacciati che posti in essere, durava da mesi.