L’ondata di maltempo di ieri, 5 ottobre, è stata ampiamente annunciata e la Protezione civile regionale, in base alla previsione dei quantitativi di pioggia fornita dal Centro funzionale centrale di Roma, ha comunicato con 24 ore di anticipo un’allerta arancione per la Sicilia occidentale e un’allerta gialla per il resto dell’Isola.
Il Dipartimento regionale della Protezione civile replica così alle critiche su una presunta mancata comunicazione delle piogge verificatesi in Sicilia, e nel Catanese in particolare, e informa sull’attività svolta nelle ore più critiche. Su tutta la Sicilia, infatti, si sono abbattuti rovesci violenti, circoscritti e improvvisi, tipici del clima tropicale, con picchi di varia intensità e durata su tutta la Sicilia. In particolare, nell’area orientale dell’Isola sono caduti 30-35 mm di pioggia in circa 3 ore contro i quasi 60 mm in circa 2-3 ore nelle zone occidentali e meridionali.
Con 24 ore di anticipo, il Dipartimento regionale della Protezione civile ha comunicato correttamente a tutti i Comuni, alle Prefetture e agli enti interessati, l’attivazione della fase operativa di “preallarme” per rischio temporali in Sicilia Occidentale e della fase operativa di “attenzione” per la Sicilia Orientale, tramite l’avviso regionale n.21277 delle ore 16 del 4 ottobre, coerentemente con le previsioni meteo trasmesse dal Centro funzionale centrale di Roma. Nell’avviso si legge testualmente: «Dal mattino di domani, martedì 5 ottobre 2021, e per le successive 24 ore, si prevedono precipitazioni da sparse a diffuse, a prevalente carattere di rovescio o temporale. I fenomeni saranno accompagnati da rovesci di forte intensità, locali grandinate, frequente attività elettrica e forti raffiche di vento».
«L’evento meteo ha raggiunto caratteristiche estreme – spiega Salvo Cocina, dirigente generale del Dipartimento regionale della Protezione civile – perché aggravato da forti raffiche di vento con velocità e direzioni variabili non prevedibili puntualmente. Si tratta di fenomeni temporaleschi, denominati “downburst”, raffiche discendenti accompagnate da precipitazioni e fulminazioni, diversi dalle trombe d’aria che invece hanno moto vorticoso. Sono eventi da clima tropicale oggi sempre più frequenti alle nostre latitudini, probabilmente causati dai cambiamenti climatici in atto, e a cui bisogna essere preparati, ma impossibili da localizzare in anticipo, perché si formano in maniera improvvisa e colpiscono aree molto ristrette». «Le raffiche discendenti localizzate – chiarisce ancora Cocina – hanno prodotto danni principalmente a strutture precarie, come tettoie, gazebo, tende e cartelloni pubblicitari, sia a causa della cattiva fattura degli stessi che del cattivo fissaggio, ma principalmente per l’estrema velocità delle raffiche di vento.
Gli allagamenti di sottopassi e parti depresse sono stati causati dalla cattiva regimentazione delle acque superficiali anche dovuta alla mancanza di manutenzione delle caditoie e all’inadeguatezza della rete fognaria. Mentre i fenomeni di smottamento sulle sedi stradali sono stati causati dalla mancanza di manutenzione dei terreni limitrofi alla rete stradale anche secondaria».
Centinaia di volontari regionali ieri sono intervenuti in decine di interventi per liberare strade bloccate da rami caduti e piazze allagate. Numerosi e tempestivi sono stati gli interventi dei Comuni e dei vigili del fuoco. «Il sistema regionale, oltre ad aver dato l’allerta meteo in tempo – aggiunge il dirigente generale – al fine di permettere a tutti i centri di competenza di attivare le misure preventive di protezione civile, monitorare i punti a rischio o fare sgomberare gazebo, mercati, attività all’aperto in zone soggette ad allagamento, ha seguito le evoluzioni dei fenomeni tramite la Soris, la Sala operativa regionale, ha presidiato il territorio, ha attivato le squadre di volontariato e ha dato assistenza alle decine di richieste di intervento pervenute».