Lotta al lavoro nero della Direzione Territoriale del Lavoro e dell’Arma: 18 ispezioni, 11 denunce a piede libero, scoperti 13 lavoratori “in nero”, 2 imprese edili e 3 imprese commerciali sospese a Palermo, Caltavuturo, Partinico e Alia. Sanzioni amministrative per € 54.000,00 e 20 prescrizioni per oltre € 110.000,00.
I Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro e del Comando Provinciale di Palermo, nell’ultima decina a cavallo fra novembre e dicembre hanno proseguito nei controlli aziendali a Palermo, Caltavuturo, Partinico, Alia, Gangi, Petralia Soprana, Trappeto, Valledolmo. I servizi finalizzati al contrasto del lavoro “nero”, d’intesa con il direttore della Direzione Territoriale del Lavoro di Palermo, sono stati proseguiti dall’Arma del capoluogo nel commercio e in edilizia percorrendo a largo raggio tutta la provincia palermitana. Le Autorità regionali del settore, Assessore e Dipartimento del Lavoro, sono fortemente impegnate nel rilancio di queste attività ispettive secondo linee strategiche che prevedono il mantenimento di alti livelli di osservanza delle tutele del lavoratore e dei relativi standard di sicurezza e salubrità dei luoghi di lavoro e hanno promosso tali interventi.
I Carabinieri e gli Ispettori civili del Lavoro hanno complessivamente:
– ispezionate 18 aziende e verificate 49 posizioni lavorative;
– scoperto 13 lavoratori “in nero”;
– intimato la sospensione dell’attività imprenditoriale a 2 imprese edilizie a Palermo e Caltavuturo per avere impiegato la prima 1 lavoratore “in nero” su 3 presenti, la seconda 1 lavoratore “in nero” su 4 presenti, quindi una forza lavoro pari o superiore al 20% dei presenti al momento del controllo;
– sospese altre 3 attività imprenditoriali: un panificio a Partinico per avere impiegato 4 lavoratori “in nero” su 5 presenti, un bar pasticceria sempre a Partinico per avere impiegato 2 lavoratori “in nero” su 3 presenti, infine un agriturismo ad Alia per avere impiegato 1 lavoratore “in nero” su 2 presenti;
deferite 7 persone alla Procura della Repubblica di Termini Imerese in tre cantieri edili a Petralia Soprana, Caltavuturo ed Alia:
. n. 1 imprenditore edile a Petralia Soprana responsabile di una incompleta redazione del piano operativo di sicurezza, di non avere adeguatamente ancorato un ponteggio metallico;
. n. 1 committente lavori sempre a Petralia Soprana per lo stesso cantiere, per non avere designato anzitempo il coordinatore dell’esecuzione dei lavori;
. n. 1 direttore dei lavori nello stesso cantiere di Petralia Soprana per omessa attività vigilanza nel cantiere;
n. 1 imprenditore edile a Caltavuturo per avere omesso la sorveglianza sanitaria, nonché la formazione e informazione dei lavoratori circa i rischi all’interno del cantiere;
n. 1 imprenditore edile ad Alia per avere omesso la sorveglianza sanitaria e la formazione dei lavoratori, non avere redatto il piano operativo di sicurezza, non avere predisposta la recinzione dell’area del cantiere, nonché per non avere predisposto solidi parapetti nei solai;
. n.1 committente lavori sempre ad Alia per lo stesso cantiere, per non avere designato anzitempo il coordinatore per la progettazione dei lavori e dell’esecuzione dei lavori;
. n.1 direttore dei lavori nello stesso cantiere di Alia per omessa attività vigilanza nel cantiere;
– deferiti alla Procura della Repubblica di Palermo i 2 imprenditori commerciali di Partinico anche per violazioni alla sicurezza ossia la mancata elaborazione del documento di valutazione dei rischi, la mancata nomina del medico competente, la mancata nomina del rappresentante dei lavoratori per sicurezza, prevenzione e protezione;
– deferiti alla Procura della Repubblica di Termini Imerese:
. n. 1 titolare di officina meccanica ad Alia per l’illecito utilizzo di un impianto di video sorveglianza senza l’autorizzazione della Direzione Territoriale di Palermo, né senza l’accordo sindacale come previsto dallo Statuto dei Lavoratori ( l. n. 300/70);
. n. 1 titolare di centro commerciale a San Giuseppe Jato per l’utilizzo non autorizzato dalla Direzione Territoriale del Lavoro di Palermo senza nemmeno l’accordo sindacale;
I commercianti sospesi hanno già ottemperato alle prescrizioni ed hanno regolarizzato i dipendenti in nero, versando sanzioni aggiuntive per un totale di 17.550,00€: dovranno inoltre versare i contributi previdenziali e assistenziali obbligatori non corrisposti ai 9 operai in cui ci sono state le sospensioni. Mentre per tutti e 13 i lavoratori in nero, gli imprenditori, anche quelli non sospesi dovranno corrispondere una maxi sanzione di 4000€ per ogni singolo lavoratore scoperto “in nero”. Sono state contestate sanzioni amministrative per complessivi 54.000,00€ e impartite 20 prescrizioni per un importo complessivo pari a 110.472,00€: il “lavoro nero” allorché scoperto costa di più del lavoro regolarmente dichiarato.
La speranza dei militari è quella di trovare sempre meno lavoratori “in nero” o irregolari e sempre meno imprenditori edili poco osservanti delle regole di sicurezza: il contrasto di entrambe le anomalìe sono la missione che l’Arma per la Tutela del Lavoro si prefigge. Ci si augura altresì che sia il normale cittadino sia il lavoratore, consci dei propri doveri e diritti, decidano di rivolgersi alle Stazioni Carabinieri in caso di ogni irregolarità riscontrata: questi presidi di prossimità sono da 200 anni a disposizione e a tutela della popolazione. Oppure vogliano rivolgersi direttamente ai Carabinieri per la Tutela del Lavoro, presso i quali troveranno professionisti del settore pronti ad ascoltarli e a prendere i provvedimenti necessari.
I controlli proseguiranno con il massimo impegno da parte degli operanti e con la variazione dei settori e degli orari.