Una maxi evasione fiscale internazionale da 30 milioni di euro con connesse operazioni di riciclaggio e reinvestimento dei relativi proventi illeciti è stata scoperta dal GICO del Nucleo di Polizia Tributaria di Catanzaro.
L’attività investigativa si inserisce nell’ambito di una più vasta ed articolata indagine diretta dalla D.D.A. del capoluogo finalizzata a riscontrare infiltrazioni e/o cointeressenze di una cosca nella realizzazione di villaggi residenziali turistici sulle coste tirreniche.
In tale contesto, i finanzieri del GICO hanno individuato un’autonoma associazione a delinquere finalizzata all’evasione fiscale internazionale attraverso il c.d. fenomeno dell'”estero vestizione”, che consiste nella fittizia localizzazione della residenza fiscale in territori diversi dall’Italia – dove il soggetto invece risiede effettivamente – allo scopo di sottrarsi agli obblighi fiscali del Paese di appartenenza e beneficiare di regimi impositivi più favorevoli.
In particolare, un gruppo societario facente capo ad un imprenditore campano e ad un cittadino irlandese, già coinvolti nell’operazione “METROPOLIS” condotta recentemente dalla Procura di Reggio Calabria, sebbene formalmente residente in Irlanda (per l’appunto Paese a regime fiscale privilegiato per quanto concerne la tassazione dei redditi prodotti dalle società di capitali), è risultato di fatto pienamente operante in Italia.
In effetti le attività investigative (condotte attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali, rogatorie internazionali, perquisizioni, analisi documentali e fiscali) hanno consentito di accertare che l’organizzazione, di cui facevano parte anche alcuni legali e consulenti tributari, aveva costituito società fittiziamente residenti all’estero ma in realtà operanti a pieno titolo nello Stato italiano, concretizzando così l’ipotesi delittuosa di frode fiscale internazionale tramite “estero vestizione”.
Il meccanismo fraudolento era stato posto in essere allo scopo di sottrarre all’imposizione italiana gli ingenti ricavi derivanti dalle commissioni che le società di diritto estero incassavano a fronte della loro attività di consulenza, marketing e intermediazione sulle vendite degli immobili.
In tale ambito, i contratti di compravendita stipulati con la clientela straniera prevedevano una maggiorazione del prezzo rispetto a quelli di mercato nell’ordine del 35%-40%, consistente per l’appunto nella commissione dovuta alle società del soggetto per l’attività d’intermediazione dalle stesse prestata.
Una parte dei proventi illeciti derivanti dall’evasione fiscale sono stati reintrodotti nel territorio nazionale e, attraverso la costituzione di nuove società e il ricorso a schermi fiduciari e a fittizie intestazioni, utilizzati per finanziarie ulteriori attività imprenditoriali sempre legate al settore immobiliare.
Lo stesso soggetto ha cercato di evitare la tassazione dei redditi percepiti quale persona fisica trasferendo fittiziamente la propria residenza fiscale in Tunisia.
A conclusione delle indagini sulla frode fiscale, i finanzieri hanno:
eseguito nr. 7 ordinanze di custodia cautelare;
proceduto al sequestro, finalizzato alla confisca per equivalente in base alla normativa tributaria di beni, società, quote societarie e diversi conti correnti bancari, per un valore complessivo di circa 14 milioni di euro, alcuni dei quali situati in territorio estero (Tunisia, Inghilterra e Cipro).
Un ulteriore filone dell’attività investigativa condotta dal GICO di Catanzaro ha riguardato specificatamente gli investimenti nel settore turistico che il soggetto ha realizzato nel territorio del vibonese in collaborazione con altro soggetto, ritenuto elemento di congiunzione tra la cosca e il mondo imprenditoriale.
M. è, infatti, il genero di M., considerato il boss dell’omonima cosca, avendo sposato la figlia del boss.
Le attività investigative hanno evidenziato il ruolo di M. all’interno del business immobiliare posto in essere nel comprensorio vibonese, attraverso il procacciamento degli affari sul territorio e l’affidamento del “mandato a vendere” in esclusiva degli immobili alla società di V..
In particolare, è emerso che era l’imprenditore partenopeo ad indicare le linee guida generali per la realizzazione dei nuovi affari, mentre a M. era demandato il compito di assicurare la spartizione degli incarichi agli imprenditori e/o professionisti vicini alla cosca.
In tale contesto, oltre a confermare la misura restrittiva personale a carico del M. in quanto già sottoposto a provvedimento di fermo, il GIP del Tribunale di Catanzaro ha emesso un’ulteriore ordinanza di custodia cautelare a carico di un imprenditore di Tropea nonché disposto il sequestro ai sensi della normativa antimafia (art. 321, comma 2, c.p.p, 12-sexies L. 356/92 e 416, comma 7 c.p.) di attività economiche, immobili, quote societarie per un valore stimato in circa 26.000.000,00 di euro.
DETTAGLIO RISULTATI CONSEGUITI
PARTE FISCALE:
• Segnalati: nr. 8 soggetti per associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale pari a 30.000.000,00 di euro e riciclaggio internazionale:
416 del C.p. nella fattispecie di cui agli artt. 81 e 110 del C.p.;
3, 5 e 11 del D.Lgs 74/2000 nella fattispecie di cui agli artt. 61 n. 2, 81 e 110 del C.p.;
12 quinquies del decreto Legge n. 306 del 08.06.1992 convertito in Legge n. 356 del 07.08.1992,
648 bis del C.p
Sequestri: € 14.000.000,00 per equivalente di cui:
Italia
10 società
10 immobili (in Italia)
10 c/c
5 autovetture di grossa cilindrata (Ferrari, Q7, Mercedes, Porche, Lotus)
Quote ed azioni
Tunisia.
Nr. 1 società;
Nr. 1 immobile
Nr. 6 C/C
Cipro.
Nr. 1 società;
Nr. 1 C/C
Inghilterra.
Nr. 1 società
Stati Uniti d’America.
Nr. 1 società
2. PARTE C.O.
Segnalati: nr. 26 soggetti per fattispecie:
416bis del C.p. anche nella fattispecie di cui all’art. 110 del C.p.;
629 del c.p.
482 del c.p. aggravato dall’art. 7;
348 del c.p. aggravato dall’art. 7;
Sequestri ex art. 321, comma 2, c.p.p e 12 sexies L. 356/92 e 416, comma 7 c.p.: 5 attività economiche e n. 1 immobili e quote societarie per un valore stimato in circa 26.000.000,00 di euro
TOTALE
Associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale transnazionale per un valore di 30.000.000,00 di euro di redditi non dichiarati
Riciclaggio internazionale
Intestazione fittizia di beni art. 12 quinquies legge 356/92
Associazione a delinquere di stampo mafioso art. 416 bis c.p.
sequestri: n. 19 società/attività economiche, 11 immobili, 5 autovetture, quote societarie e C/C; per un valore complessivo stimato in circa 40.000.000,00 di euro
denunce: n. 33 soggetti segnalati.
misure cautelari personali: n.09.