I Carabinieri di Locri, congiuntamente a personale dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria”, sono stati impiegati in una mirata strategia operativa che dall’inizio dell’anno ha consentito di rinvenire e porre sotto sequestro numerose piantagioni, ubicate nelle zone più impervie della giurisdizione, ricadenti principalmente nei comuni di Platì, Careri, Sant’Ilario dello Jonio e Locri.
In tale contesto, a conclusione dell’attività d’indagine, che ha avuto inizio nel mese di settembre 2016, i Carabinieri della Stazione di Sant’Ilario dello Jonio, agli ordini del Maresciallo ordinario Alberto Tripodo, hanno tratto in arresto:
• P. Luigi, 64enne di Platì, bracciante agricolo, già noto alle FF.OO.;
• C. Francesco, 36enne di Platì, bracciante agricolo, già noto alle FF.OO.;
per produzione, coltivazione e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti.
Il provvedimento, emesso dal G.I.P. del Tribunale di Locri, che ha concordato in pieno con le risultanze rapportate dall’Arma, è scaturito in esito all’espletamento della consulenza tecnica effettuata dal R.I.S. di Messina, mediante la quale si è potuto accertare che il quantitativo di principio attivo presente nelle piante marijuana rivenute all’interno della piantagione e sottoposte a sequestro, sarebbe stato utile per ricavare oltre 330.000 dosi si sostanza stupefacente ed oltre 8.200 dosi di principio attivo, riqualificando il reato d’imputazione con l’aggravante specifica di ingenti quantità di sostante stupefacenti. Espletate le formalità di rito, il P. Luigi è stato associato presso la casa circondariale di Locri, mentre il C. Francesco è stato tradotto presso la sua abitazione in regime degli arresti domiciliari.
Come si ricorderà i Carabinieri diretti dal Comandante della Compagnia di Locri Capitano Rosario Scotto Di Carlo, hanno concluso una mirata attività info-investigativa di osservazione e pedinamento sviluppata in area aspromontana traendo i due in arresto, in flagranza di reato, per coltivazione di sostanza stupefacenti. In particolare, gli stessi sono stati sorpresi mentre coltivavano una piantagione di canapa indiana, sita in un terreno demaniale in località “MOLETI” di Ciminà ben occultato e recintato tra la fitta vegetazione, composta da numerose piazzole ove erano messe a dimora circa 420 piante di canapa indiana, di altezza compresa tra i 100 e i 200 cm, il cui valore stimato, qualora immesse sul mercato, sarebbe stato di circa 700 mila euro. La piantagione veniva annaffiata attraverso un complesso e articolato sistema di irrigazione, costituito da tubi di gomma in grado di estendersi nell’intero terreno coltivato e collegato alla rete idrica comunale. Il contestuale e immediato rastrellamento ha consentito, ai militari della Benemerita di rinvenire un locale, pertinente al terreno coltivato, adibito ad essiccatoio e circa 1.200 grammi di sostanza stupefacente già essiccata, pronta per la successiva immissione sul mercato.