Si svecchia l’apparato burocratico e si pongono le basi per un nuovo Ente basato sulle giovani risorse. Nell’ultima seduta di Giunta Municipale sono stati varati tre importanti documenti che saranno destinati ad incidere sull’assetto organizzativo e sull’attività amministrativa dell’Ente per il prossimo triennio, e sono specificatamente il “Piano Anticorruzione”, il “Piano delle Performance 2014-2016” e il “Piano della trasparenza ed integrità”.
Di seguito i provvedimenti presi nello specifico:
Il Piano di prevenzione della corruzione si prefigge i seguenti obiettivi:
• Ridurre le opportunità che favoriscono i casi di corruzione
• Aumentare la capacità di scoprire casi di corruzione
• Stabilire interventi organizzativi volti a prevenire il rischio corruzione
• Creare un collegamento tra corruzione – trasparenza – performance nell’ottica di una più ampia gestione del “rischio istituzionale”.
Il piano è stato redatto dal Responsabile dell’Anticorruzione, nominato dal Sindaco ed individuato nella persona del Segretario Generale Comunale, dott. Domenico Libero Scuglia. Il piano della prevenzione della corruzione:
• evidenzia e descrive il diverso livello di esposizione degli uffici al rischio di corruzione e di illegalità e indica gli interventi organizzativi volti a prevenire il medesimo rischio;
• non disciplina protocolli di legalità o di integrità, ma disciplina le regole di attuazione e di controllo;
• prevede la selezione e formazione dei dipendenti chiamati a operare in settori particolarmente esposti alla corruzione, prevedendo, negli stessi settori, ove possibile, la rotazione di funzionari.
I Settori del Comune maggiormente esposti al rischio di corruzione sono stati individuati nel:
Settore “Lavori pubblici e manutenzioni”;
Settore “Sviluppo del territorio”.
Con una graduazione immediatamente inferiore, il rischio investe anche i settori:
Settore “Amministrativo e servizi alla cittadinanza”;
Settore “Programmazione e gestione finanziaria e tributi”;
Settore “Vigilanza”.
La predisposizione del piano anticorruzione impone di verificare ove il relativo rischio si annidi in concreto, e la concretezza dell’analisi c’è solo se l’analisi del rischio stesso è calata entro l’organizzazione. Il tutto tenendo a mente che un rischio organizzativo è la combinazione di due eventi: in primo luogo, la probabilità che un dato evento accada e che esso sia idoneo a compromettere la realizzazione degli obiettivi dell’organizzazione; in secondo luogo, l’impatto che l’evento provoca sulle finalità dell’organizzazione una volta che esso è accaduto.
Il fenomeno riguarda da vicino ciò che la Pubblica Amministrazione è, ossia, in primo luogo, un’organizzazione che eroga servizi alla collettività, spesso in condizioni di quasi-monopolio legale e quindi al di fuori del principio di piena efficienza di mercato; in secondo luogo, un’organizzazione preordinata all’eliminazione delle situazioni di diseguaglianza, per garantire a tutte le persone eguali condizioni per l’accesso alle prestazioni ed alle utilità erogate. Dunque, un’organizzazione con compiti di facilitazione e di erogazione entro un mercato quasi-protetto.
Il mancato presidio dei rischi organizzativi che la riguardano determina diseconomie di gestione, che si riflettono sul costo dei servizî erogati, producendo extra costi a carico del bilancio, che si riverberano sulla pressione fiscale piuttosto che sulla contrazione della qualità e della quantità dei servizî stessi. E quindi, in ultima istanza, sulle persone estranee alla pubblica amministrazione, ma che ne mantengono le organizzazioni per mezzo del prelievo fiscale (pagamento delle imposte, delle tasse, dei canoni e dei prezzi pubblici).
Sempre in tale direzione tende il Piano delle performance 2014-2016 adottato dall’organo esecutivo. Si tratta di un nuovo strumento programmatico, previsto dal Decreto Legislativo n.150/2009, con orizzonte temporale triennale. Il concetto di performance è centrale nella gestione di un’organizzazione, in quanto “la performance è il contributo (risultato e modalità di raggiungimento del risultato) che un soggetto (sistema, organizzazione, unità organizzativa, team, singolo individuo) apporta attraverso la propria azione al raggiungimento delle finalità e degli obiettivi e, in ultima istanza, alla soddisfazione dei bisogni per i quali l’organizzazione è stata costituita”. Il Piano della performance nasce con l’intento di realizzare un sistema di gestione globale della performance, con l’obiettivo di superare le carenze nei sistemi di programmazione, di misurazione e valutazione dei deficit di trasparenza, elevando la conoscibilità degli strumenti di programmazione e rendicontazione. Il Comune di Locri ha inteso adottare questo nuovo strumento non secondo la logica del puro adempimento, ma puntando invece a fare di esso un’opportunità di arricchimento nell’ambito dello sviluppo di un sistema di controllo strategico da sviluppare ulteriormente.
Infine il Piano della trasparenza ed integrità che è lo strumento per garantire l’attuazione del principio di trasparenza, “intesa come accessibilità totale (…), delle informazioni concernenti ogni aspetto dell’organizzazione, degli indicatori relativi agli andamenti gestionali e all’utilizzo delle risorse per il perseguimento delle funzioni istituzionali, dei risultati dell’attività di misurazione e valutazione svolta dagli organi competenti, allo scopo di favorire forme diffuse di controllo del rispetto dei principi di buon andamento e imparzialità”.
Per il Sindaco della Città di Locri, dott. Giovanni Calabrese, questa intensa attività amministrativa condotta ad inizio dell’anno sulla materia dell’organizzazione e del personale vuol significare la particolare attenzione che l’Amministrazione intende porre sulla struttura organizzativa dell’Ente ed una rifondazione dello stesso mediante una redistribuzione del personale di ruolo in servizio, come idea di “Comune nuovo – Comune impresa – Comune efficienza”, improntato proprio su criteri di efficienza, efficacia ed economicità dell’azione amministrativa. In sintesi si tende alla costruzione di un Comune capace di concorrere a pieno titolo al pluralismo istituzionale e di gestione degli interessi locali. Per costruire un Comune nuovo e consono alle normative europee ed nazionali, si può pervenire solo ed unicamente, applicando la nuova legislazione che sistematicamente ne precede le competenze e le attribuzioni, con scelte autonome e di obiettivi nell’ambito degli interessi preminenti delle popolazioni. Il tutto, nel rispetto del principio fondamentale della divisione dei ruoli tra organo politico ed organi burocratici per la gestione dell’ente