Riceviamo e pubblichiamo la lettera firmata da un nostro lettore: <<Con l’impennata della destra alle amministrative di Francia,si scopre la rinascita del fascismo in Europa con il probabile conseguente rischio di una futura deriva autoritaria. Come se non sapessimo che quando le sinistre balbettano,il risultato non può essere che questo.
Questa Europa a guida tedesca,e la direzione generale della grande madre yankee,tutti coloro che sono stati spremuti e penalizzati dalle istituzioni, dai vincoli di bilancio, dalla politica del rigore e dalla moneta unica,non l’apprezzano,anzi la detestano. Col passare del tempo si è radicata nel profondo dell’opinione pubblica,e non a torto, l’idea che questa sia la comunità europea degli istituti finanziari, dei giganti industriali e delle grandi imprese. Un’Europa dei quartieri alti politicamente subordinata alle scelte di fondo dell’imperialismo americano, a partire dalla politica militare ed estera,che non conosce l’insicurezza e le battaglie per il lavoro e che rischia di diventare il cuscinetto ammortizzatore tra le storiche superpotenze Russia e America. Un’Europa che ha cancellato la sovranità nazionale di molti stati che per certi aspetti era rappresentata anche dalla propria moneta e che l’introduzione dell’euro è stata vissuta come un cambio dannoso soprattutto dai consumatori perché le sue regole inflessibili hanno fatto esplodere le contraddizioni dei paesi più indebitati e, al loro interno, dei cittadini più tartassati e meno garantiti.
Di più,la propaganda “europeista”dei paesi capitalisti finora, è servita unicamente a mascherare lo svilimento dei diritti della classe operaia, la precarizzazione del lavoro, la privatizzazione dei servizi pubblici, a tutto vantaggio dei poteri forti,delle grandi imprese che delocalizzano e licenziano e delle banche che strangolano e uccidono. A questo punto,non si tratta più se uscire o meno dall’Europa, ma capire cosa,realmente, si vuole costruire. La mia formazione politica e una certa predisposizione all’utopia mi porta a sperare in una comunità degli stati europei che sia a vocazione socialista. Occorre però, partire dall’abolizione di tutte quelle leggi realizzate nei diversi paesi che hanno reso precario il lavoro e introdurre il contratto a tempo indeterminato per tutti e in tutti i settori,ridando così dignità all’essere umano. Bisogna operare nella direzione della statalizzazione dei servizi pubblici,delle banche e delle grandi attività produttive,salvaguardando principalmente i diritti dei lavoratori e delle classi più deboli,realizzando la cooperazione tra i popoli,ognuno con la propria identità e col proprio diritto all’ autodeterminazione.
La lotta contro l’evasione fiscale a tutte le latitudini e la tassazione delle grosse rendite,dei grandi patrimoni collocati nei “paradisi-forzieri” facendo “restituire”,finalmente, qualcosa anche ai grandi ricchi (che sicuramente non lo sono per grazia ricevuta) con una legge che abolisca il segreto bancario e porti tutto alla luce del sole,e poi i tagli agli armamenti e al costo della politica,l’abolizione di tutti quei “carrozzoni”,enti inutili che fagocitano fior di quattrini,dovranno essere questi i canali attraverso cui si reperiranno le risorse per le famose “coperture finanziarie”. Sarà pure una grande illusione,ma solo attuando reali politiche contro il liberismo sfrenato,la ricchezza smodata quasi sempre malavitosa e l’imperialismo dilagante voluto dal patto euro-atlantico potremo avviare un progetto internazionalista e anticapitalista che porterà ad una vera rivoluzione,economica,culturale e sociale la quale metterà finalmente,al centro l’uomo e non più il profitto, si potrà,così, sanare la profonda spaccatura tra i vertici di Bruxelles e larga parte delle masse popolari europee,e tracciare le linee per realizzare quel modello di società e quell’idea di mondo migliore,in cui vivere in pace, che stiamo pensando per i nostri figli.>>
Pasquale Aiello