Caro Tito, nell’àmbito dell’Agosto Universitario (che si svolgeva sempre al “Lido Il Delfino” sulla spiaggia di Badolato Marina) nel luglio 1974 ho conosciuto Lucy (è uno pseudonimo), una ventisettenne nativa veneta (da padre scozzese e madre italiana) ma cittadina USA con una sorella a Chicago. Era docente nell’Università di una città vicino alla capitale Washington e in quell’estate era tornata in Italia per una vacanza e per effettuare alcune ricerche. Con una sorella più anziana e una nipote (figlia della sorella di Chicago), Lucy era venuta in Calabria per qualche settimana di relax ed aveva scelto Badolato per un “passaparola” di una signora che si era trovata bene da noi l’estate precedente.
Non essendoci ancora né la Pro Loco né un Ufficio comunale che si preoccupasse di accudire i turisti, gli studenti dell’Agosto Universitario si prestavano a seguire i villeggianti il più possibile. Così, Lucy e le due sue familiari mi chiesero di illustrare loro Badolato e l’interzona e poi anche di accompagnarle a visitare i posti più belli e culturalmente rilevanti. In particolare, Lucy era interessata (pure per motivi suoi di studio) a sapere tante cose ed io rispondevo al meglio delle mie possibilità (sinceramente un po’ impacciato ed intimidito per avere a che fare con una docente universitaria, seppure così giovane, e per di più americana). Comunque sia, il dialogo tra noi due filava molto bene e lei si mostrava sempre più interessata della nostra cultura. Talune informazioni che le fornivo (mi diceva) erano assai utili per le sue ricerche.
Fatto sta che da due settimane che avrebbe dovuto rimanere a Badolato, Lucy rimase quasi due mesi, in compagnia della nipote, mentre la sorella maggiore dovette tornare a Roma dove abitava e lavorava. In questi due mesi badolatesi io e Lucy ci siamo frequentati molto: lei curiosa di sapere del sud Italia ed io curioso di sapere come si volgeva la vita negli USA. In parte ero al corrente sulla organizzazione americana, poiché avevo parenti lì emigrati e, soprattutto, perché a Roma, da universitario, ero solito frequentare ambienti internazionali, con particolare riguardo agli “States” pure per demitizzare ciò che ci veniva propinato dai mass-media, persino dalla musica rock. Apprendere la verità nuda e cruda, capire principalmente, era sempre stato il mio costante atteggiamento verso tutto e tutti. Così, Lucy (che era molto critica di suo verso il sistema americano, come tantissimi altri giovani ed intellettuali dell’epoca) mi informava sul negativo e sul positivo di questa grande e avanzata Potenza mondiale.
Stavano ore e ore a parlare, a commentare, a considerare. E il nostro era un meraviglioso ed utile dialogo, tipico dei giovani degli anni settanta, avidi di conoscenza reciproca (iniziava così la “globalizzazione” giovanile, la prima direttamente tra le persone, tra sempre più frequenti amicizie ed amori intercontinentali). Lo stare così bene insieme (con molte affinità elettive e un sublime “feeling” anche intellettuale) ci portò, poco dopo, a iniziare una splendida relazione intima e piano piano anche sentimentale, destinata a durare in vario modo quasi 4 anni, fino alla primavera del 1978. In questo lungo periodo, più volte Lucy cercava di convincermi ad andare con lei negli USA, prospettandomi la possibilità di insegnare addirittura in qualche università americana, di cui mi andava rivelando caratteristiche e segreti e, quindi, come avessi dovuto prepararmi per conquistare un simile ambizioso traguardo che lei riteneva certamente alla mia portata (con le dovute accortezze). Lei mi avrebbe aiutato al massimo.
Caro Tito, ti racconto questo, non per ragguagliarti sulle mie amanti (cosa che esula assolutamente dal contesto delle “Lettere su Badolato” quando non c’è alcun legame a questo mio paese per un qualche buon motivo) bensì per dirti che ho avuto spesso tentazioni di prospettive di vita ed offerte di lavoro che mi avrebbero portato via dalla mia amatissima comunità di Badolato, lontano da cui (famiglia, gente e territorio) non avrei saputo e potuto vedermi o resistere. Inoltre, c’era l’impegno con i miei genitori ormai sempre più anziani, nonostante fossi ultimo figlio di una numerosa famiglia (o forse proprio per questo).
Con Lucy la tentazione fu fortissima ed ho dovuto combattere davvero parecchio per resistere a questa “sirena” omerica-americana. E benché fossimo molto bene amalgamati insieme, sotto tutti i punti di vista, la mia resistenza ad andare con lei negli USA (dove avrei potuto comunque farmi strada più adeguatamente e più sicuramente che in Italia) fu uno dei motivi principali dei dissidi che ci hanno portato a concludere, dopo ben 4 intensissimi anni, la nostra pur bella relazione. Altro motivo determinante (certamente il più decisivo) della fine di questa storia meravigliosa ed importante per entrambi, è stato il fatto che non avrei comunque voluto figli. Ed è, questo, il motivo per cui nessuna mia storia d’amore ha avuto esito positivo con la convivenza o con il matrimonio (finché nel 1980 non ho incontrato Bambina, divenuta mia moglie nel 1982). Tutte le donne, con cui ho avuto a che fare, hanno poi avuto figli. Pure Lucy, dopo alcuni anni, è diventata sposa e madre felice. In una molto amichevole telefonata intercorsa nel giugno 1993 ci siamo chiariti e compresi vicendevolmente e molto tranquillamente. Serenamente e definitivamente. Amen!
Un’altra grande tentazione mi ha assalito nel 1979-80 quando (con i documenti già pronti) ero proprio sul punto di emigrare in Australia (dove probabilmente – come mi era stato quasi “promesso” – avrei potuto trovare posto come docente di italiano alla Adelaide University). Ma questa è un’altra storia che ti racconterò a momento opportuno. Per il momento è tutto. Grazie e, sempre, tanta cordialità!
Domenico Lanciano Azzurro Infinito, domenica 09 luglio 2017 ore 23,46
LETTURA PARALLELA
A PERENNE RICORDO DEL “LIDO IL DELFINO” DI BADOLATO MARINA
Caro Tito, come “Lettura parallela” sottopongo alla tua attenzione un “documento” speciale e particolare insieme … l’atto di morte del “Lido Il Delfino” di Badolato Marina di cui ti ho tante volte scritto, pure per la sua importanza per le “estatiche” estati badolatesi e joniche dal 1969 fino agli anni 2000.Tale stabilimento balneare è stato ricostruito più volte, perché più volte distrutto dalle gigantesche mareggiate che dal 1971 hanno eroso sempre più la nostra costa jonica, distruggendo strutture turistiche, persino lungomari e costruzioni pubbliche e private (come il faro, il ristorante Miramare e il lungomare di Catanzaro Lido, le costruende terme di Soverato, ecc. ecc.). Quattro volte è stato distrutto e ricostruito (ogni volta arretrandolo) pure il tanto vissuto e rivissuto “Lido Due Ruote” distante pochissimo da “Il Delfino”.
Il mare (lo dico soprattutto per le nuove generazioni che non l’hanno visto) è avanzato di almeno almeno 200 metri verso la terra ferma (dal gennaio 1971 ad oggi). Ma d’altra parte (mi dicevano gli anziani) prima dell’alluvione del 1951 (che ha portato a mare mezza montagna allungando ed allargando così i litorali e le spiagge) le onde joniche battevano ed erano assai vicine alla chiesetta di San Leonardo e all’allora caserma della Guardia di Finanza (locali marini del barone Paparo). Quindi, il mare piano piano, inverno dopo inverno, si sta riprendendo quanto era suo. Ma l’erosione delle nostre coste è dovuto pure – non dimentichiamolo – al progressivo scioglimento dei ghiacciai che stanno innalzando sempre più il livello di tutti i mari del mondo, a causa del surriscaldamento del nostro pianeta. Una emergenza cui conviene porre rimedio con assoluta priorità ed urgenza, rispettando le leggi naturali del clima e dell’unica Terra che abbiamo (almeno fino a quando non riusciremo a trovarne un’altra compatibile con la nostra vita)!
Ti ricordo che dal 1971 al 1975 (per sei anni consecutivi) in questo lido ho organizzato le molteplici manifestazioni dell’Agosto Universitario e la mia band degli “Euro Universal” ha animato in vario modo le estati dal 1969 al 1973. Qui ho conosciuto la “Lucy” di questa Lettera su Badolato n. 20 – Capitolo 17.
Ecco come lo ricorda l’ottimo amico prof. Pasquale Andreacchio (uno del mio gruppo musicale) nel suo sito web www.gilbotulino.it e come lo rimpiange uno dei suoi tanti lettori a commento della triste notizia della “morte” del Lido ma non dei sogni e delle emozioni che ci ha donato in anni di grande spensieratezza ma anche di molti utili contenuti e valori, nonché di semplicità umana e sociale, nonostante tutto. E’ stato davvero il primo vero “vagìto” del turismo non soltanto per Badolato ma per buona parte della nostra Costa Jonica.
Dopo una lenta agonia, se n’è andato il primo Lido badolatese
(da www.gilbotulino.it del 26 luglio 2008 ore 11,52 – Lettori n. 1.060)
Là dove sorgeva il Delfino ora c’è soltanto sabbia.
Ieri è terminata l’opera di demolizione di quello che è stato il primo Lido badolatese.
Dalla fine degli anni sessanta, e per lunghi anni, è stato il Lido e la balera più in della costa jonica. Nel tempo in cui l’estate era ancora estate e Badolato era punto di ritrovo estivo per tutti gli abitanti della costa. Forse bisognerebbe erigere un monumento a perenne ricordo.
Un commento
1. # Lucio il 28 Luglio 2008 alle 18:11
sono tristissimo… lo so che ormai erano anni se non decenni che non era attivo… lo so che era quasi una bruttura… lo so che era una decisione che alla fine andava presa… che non aveva spiaggia (una volta c’erano almeno 50 metri dal lido al mare)… ma per me era un simbolo, esattamente come dici tu… quando c’era Toto’ a gestirlo, con i flipper, i primi videogiochi… quando Badolato aveva turisti da giugno a settembre… i primi tornei di pallavolo… la prima discomusic…
mi vengono in mente mille volti legati essenzialmente a quel lido… tante persone che a ricordarle, nello sfondo ci sono le cabine azzurrine con i numeri a stencil…
accidenti alla nostalgia!…