Caro Tito, domenica scorsa 10 giugno 2018 è stata celebrata la seconda “Giornata mondiale per la distruzione di tutte le armi” promossa dal nostro amico e conterraneo Salvatore Mongiardo (1941), filosofo andreolese residente in Soverato. La prima edizione è avvenuta nel 2017 a Viterbo. Invece, questa volta, le adesioni si sono allargate di parecchio in varie parti del mondo, per merito di amici della Nuova Scuola Pitagorica di Crotone, dei Clubs UNESCO, di persone ed altre associazioni sensibili alla necessità di un’Umanità senza armi.
Concordo con Mongiardo nel dire che le “armi” (private e militari) sono il problema dei problemi per il l’umanità ed il pianeta. Anzi, dico di più. Le armi non sono soltanto quelle usualmente concepite (cioè armi da fuoco o da taglio), ma sono molte di più e spesso ancora più devastanti. Sono dentro di noi, nelle nostre azioni. Armi letali che usano le armi da fuoco o da taglio sono l’orgoglio, la calunnia, l’inquinamento e quant’altro ci porta ad offendere, a far soffrire gli altri (singoli e popoli). Pensiamoci bene.
Per prima cosa dovremmo porre mano ad un particolareggiato inventario delle “armi” nel loro catalogo più completo pure per il grado di pericolosità e cercarne i migliori rimedi a breve, medio e lungo termine. Intanto, inizio questa terza “lettera per stupire il mondo” con il descriverti (per quanto di mia competenza) alcuni esiti della “Giornata mondiale per la distruzione di tutte le armi” realizzatasi, appunto, domenica scorsa 10 giugno 2018 a Santa Maria del Bosco di Serra San Bruno, in provincia di Vibo Valentia, sulla montagna dove nasce il fiume Ancinale che s’immerge nel mare Jonio di Satriano-Soverato e dove c’è la Lacina (un nome ed un significato assai evocativo di epopee antichissime della nostra Calabria Prima Italia).
LA CERIMONIA SOLENNE DI SERRA SAN BRUNO (VV)
La cerimonia centrale e più solenne ha avuto luogo in Serra San Bruno, città che si avvìa a divenire “Capitale mondiale per la distruzione di tutte le armi” all’ombra della Certosa di San Bruno da Colonia, grande mistico e pacifista. L’evento avutosi sulle Serre calabre e ovunque nel mondo ha avuto incoraggiante “successo” … nel senso che i partecipanti hanno cercato di immedesimarsi nelle persone e nei popoli che hanno subìto e continuano a subìre morti e distruzioni a causa delle tante guerre. Hanno partecipato pure i “Cavalieri Crociati” di Assisi i quali hanno deposto per sempre la loro spada, un gesto definitivo e assai significativo.
Salvatore Mongiardo ha tenuto il previsto discorso il cui testo hai pubblicato il 10 giugno 2018 (link http://www.costajonicaweb.it/serra-san-bruno-vv-giornata-mondiale-per-la-distruzione-di-tutte-le-armi/) ed ha presentato la “Bandiera Mondiale” e l’Inno Mondiale. Poi è seguito il “sissizio” tipico della Calabria Prima Italia con al centro della mensa quel “bue di pane” che è sinonimo di amicizia e di pace. La cerimonia di Serra San Bruno ha avuto tanta partecipazione e molti consensi. Adesso si spera che la stessa Serra San Bruno e l’intera Calabria diventino “capitale mondiale per la distruzione delle armi”.
LA PICCOLA CERIMONIA DI AGNONE DEL MOLISE
Personalmente (tramite la mia associazione culturale “Università delle Generazioni”) ho organizzato (senza fare alcuna pubblicità) una piccola ed intima cerimonia cui hanno preso parte soltanto 22 persone alla forgia di mastro Guido Mazziotta, l’unico fabbro tradizionale rimasto in Agnone del Molise dei tantissimi che c’erano in questa città d’arte dove pullulavano pure i ramai, gli orefici, gli argentieri e tantissimi altri artigiani i quali hanno reso l’Alto Molise una delle più produttive e avanzate zone del Regno di Napoli, fino a quando l’arrivo del Regno d’Italia, della Repubblica e del “mondo nuovo” globalizzato non hanno inferto un colpo mortale non soltanto ad Agnone ma a tutto il Sud Italia, alla dorsale appenninica e alpina.
Oltre alla mia breve introduzione per spiegare le motivazioni (quotidiane ed epocali) di tale manifestazione per la pace completa e totale nel nostro pianeta, hanno parlato il prof. Remo Nicola de Ciocchis (fondatore e direttore delle “Edizioni dell’Amicizia” e del “Centro di Spiritualità Nonviolenta”) e il prof. Francesco Mazziotta (fratello del fabbro ospitante). Entrambi, da docenti delle locali scuole superiori, non si sono mai risparmiati per educare i giovani alla pace e alla nonviolenza con un’infinità di iniziative anche di livello internazionale. In particolare Francesco Mazziotta, verso i primi anni Novanta, è stato uno degli obiettori di coscienza fiscale detraendo la percentuale della dichiarazione dei redditi che solitamente viene destinata alle spese militari (attorno al 12,50%).
La cerimonia agnonese si è svolta dalle ore 19,10 fino alle 19,50 circa e sono state presenti le seguente persone (in ordine alfabetico) le quali hanno firmato l’apposito foglio ”storico”: A… Gianfranco, Carlomagno Alessandro, Cerimele Giovanna, Cerimele Fausta, Remo de Ciocchis, De Luca Vittoria, De Luca A……,, Gambatese Vittoria, Lanciano Domenico, Mazziotta Francesco, Mazziotta Guido, Mazziotta Rocco, Miscischia Antonella, Scampamorte Alessio, Scampamorte Enio, Scarano Antonio. Sei persone non hanno firmato.
LA CERIMONIA DI GUARDIALFIERA (CB)
In Molise, oltre ad Agnone, la cerimonia della “distruzione delle armi” si è avuta nel borgo medievale di Guardialfiera (in provincia di Campobasso) per interessamento di Vincenzo Di Sabato (ex presidente per 30 anni del Centro Studi Molise 2000 ed oggi promotore del “Movimento per l’umanità e la cultura”). Vincenzo ha avuto un’idea geniale: ha fatto distruggere armi giocattolo dai bambini che in questa domenica di giugno hanno fatto la loro Prima Comunione. E’ stato un evento ancora più memorabile e solenne, pure perché ha ricordato un fatto capitale del Cristianesimo, dal momento che Gesù ha sempre ripudiato ogni tipo di armi e di violenza, fondando la cosiddetta “Civiltà dell’Amore”. E’ stato ribadito che tutti i veri cristiani dovrebbero essere i primi a farsi lievito per l’abolizione di tutte le armi e di tutte le violenze.
L’INCONTRO U.S.A. – COREA DEL NORD
In questi giorni, in cui “Salvatore Mongiardo & friends” si preparavano e realizzavano la seconda “Giornata mondiale per la distruzione di tutte le armi”, a Singapore (città-Stato tra Malesia e Indonesia, nel sud-est asiatico) si preparava ed aveva luogo l’incontro storico tra Donald Trump, presidente degli Stati Uniti d’America, e Jim Jong-un, capo dello Stato della Corea del Nord, al fine di denuclearizzare quest’ultimo baluardo rimasto comunista tra l’immensa Cina e la Corea del Sud. Conviene a tutto il mondo disinnescare il pericolo nord-coreano. Meglio sarebbe che tutte le potenze nucleari rinunciassero, intanto, ai loro micidiali arsenali capaci di distruggere mille e mille volte il nostro pianeta! Infatti, sarebbe ragionevole e possibile che un pur lento ma progressivo disarmo liberi risorse tali da elevare la qualità della vita di tutti i popoli. Intanto, però, le spese militari sono aumentate, raggiungendo un nuovo record lo scorso anno.
1.739 MILIARDI DI DOLLARI IN SPESE MILITARI NEL 2017
Caro Tito, sicuramente avrai letto, qualche settimana fa, sui quotidiani oppure ascoltato dalle TV. C’è una spaventosa e allarmante corsa agli armamenti militari in quasi tutti i Paesi del mondo, specialmente nelle grandi potenze. Lo attesta l’Istituto internazionale di Stoccolma per le ricerche sulla pace (ISPI). Nel solo anno 2017 in tutto il mondo si sono spesi ben 1.739 miliardi di dollari per armare ancora di più gli eserciti. Un nuovo record storico! Dobbiamo preoccuparci davvero!
A tale terrificante spesa militare bisogna aggiungere quella per le spese di armi detenute ed usate dai privati per la caccia, per la difesa personale, per lo sport e per altre attività ludiche ma potenzialmente pericolose.
Come non pensare alle ripetute stragi provocate nelle scuole americane specialmente da adolescenti?…
SOLIDARIETA’ CON LE PROTESTE IN U.S.A.
Ma, adesso, sembra che si stia svegliando l’America di Donald Trump (presidente palesemente favorevole all’indiscriminato acquisto, possesso e uso persino delle armi da guerra nel territorio degli Stati Uniti). Infatti, dopo l’ennesimo massacro (quello nella scuola di Parkland in Florida dello scorso 14 febbraio 2018 dove hanno perso la vita 17 persone e 15 sono state ferite) è in corso una mobilitazione popolare, in particolare giovanile, così imponente e diffusa in tutti gli “States” da far ricordare i poderosi cortei di protesta di 50 anni fa per la cessazione della guerra in Vietnam.
ATTENTI ALLE ARMI IN CASA!!!
Solitamente la corsa agli armamenti sfocia quasi sempre in conflitti seri, per quanto riguarda gli Stati. Ma bisogna stare attenti anche alle armi da fuoco o alle “armi bianche” (spade, pugnali, ecc.) che molti hanno in casa, spesso incustodite. “Se hai un’arma, prima o poi la usi” ci diceva mio padre, pacifista e nonviolento convinto e praticante per tutta la sua vita! Ed in effetti è vero. Soltanto a Badolato, più d’una volta il fucile da caccia del papà è stato usato da un figlio con conseguenze spesso tragiche e disastrose per le famiglie e per l’autore del fatto di sangue. Ne ho dato conto pure presentando e commentando il romanzo autobiografico di Rosa Gallelli “Spiragli da una bocca di lupo” (1992).
E la cronaca ci conferma tante altre tragedie, quasi quotidiane, causate da armi incustodite, malamente usate (di recente persino un morto involontario in un ambulatorio medico) o usate per il femminicidio o a sèguito di rabbia che potrebbe essere passeggera ma produce morti e feriti. E tante morti vengono originate da armi d’ordinanza di persone in divisa, le quali avrebbero l’obbligo di custodirle in modo tale da non generare danni a sé stessi e ad altri … invece … dobbiamo assistere spesso a tragedie familiari raccapriccianti!
OGNUNO DI NOI E’ ARMATO FINO AI DENTI
Caro Tito, a ben riflettere, ognuno di noi risulta essere armato fino ai denti, anche se non abbiamo armi da fuoco o armi bianche. E’ ciò che ho voluto dimostrare alla forgia di mastro Guido Mazziotta in Agnone del Molise, domenica 10 giugno 2018 (nel sopra citato evento per la Giornata mondiale per la distruzione di tutte le armi). Infatti, ho portato da casa un cesto di vimini contenente un flacone di detersivo per i piatti, una bottiglia di plastica vuota, una penna, un giornale, un lumino (oltre a due armi giocattolo da distruggere sull’incudine) … pochi esempi per far riflettere maggiormente le persone che partecipavano nella forgia Mazziotta alla considerazione del pericolo delle armi da fuoco e da guerra, estendendo il “concetto” di arma che può fare male pure alle nostre abitudini e possibilità di offesa.
Sicuramente, almeno qualche volta, avrai aiutato tua madre o tua moglie a lavare i piatti. Ti sarai reso conto che non è facile dosare il detersivo liquido da mettere nella vaschetta con l’acqua calda (una volta si lavavano bene i piatti con elementi molto naturali e biologici!). Ebbene, ho notato che spesso persino le donne più accorte usano una dose maggiore se non proprio eccessiva di detersivo, magari non pensando o dimenticando che quel detersivo va poi a finire a mare, tramite i fiumi o le condotte fognarie comunali, come tanti altri rifiuti domestici, industriali, agricoli (ecc.). Ci lamentiamo poi che i nostri mari risultano sempre più inquinati. Una pur piccolissima parte di colpa è anche nostra personale. Quindi, riflettiamo bene!
Così è per la plastica o per altri rifiuti solidi e nocivi non regolarmente conferiti negli appositi recipienti della spazzatura speciale o differenziata o nei cassonetti onnicomprensivi della nettezza urbana. E’ ricorrente l’allarme che viene lanciato sulla plastica o altre schifezze che, buttate o arrivate in mare, producono pericolo nella catena alimentare poiché i pesci, grandi e piccoli, ingerendo tali materiali inquinanti, inquinano anche i nostri cibi. Le TV ci fanno vedere spesso che sull’Oceano Pacifico galleggia un’isola di plastica grande quanto la Francia!… L’ambiente è una cosa seria! Fare del male all’ambiente è farlo a noi stessi!
Ho mostrato anche una penna ed un giornale cartaceo per introdurre il tema della calunnia, delle offese verbali e delle falsità che ognuno di noi può produrre esacerbando i rapporti sociali e, a volte, rischiando o affrontando un processo penale e civile. Ma, a ben vedere, pure la nostra automobile (se guidata male) può produrre incidenti gravi o addirittura mortali per noi stessi e per altri. Ogni nostra azione o decisione può causare danno, più o meno grave, ad altri o a noi stessi. Un piccolo esempio: il cibo. Usandolo troppo rischiamo di essere sovrappeso, obesi o addirittura bulimici (con le malattie conseguenti, anche irreversibili) mentre usandolo poco giungiamo all’opposto con l’anoressia. Ciò può essere pure per il cibo della nostra mente e del nostro cuore.
Soltanto pochi esempi, caro Tito, giusto per introdurre il discorso, pure a livelli pedagogici, sociali, civili, morali ed etici. Sarebbe utile, prima o poi, fare un elenco completo dei danni che potremmo provocare con i nostri atteggiamenti o le nostre azioni che diventano armi devastanti. Sono davvero tanti i pericoli, per questo ho enunciato che “siamo tutti armati fino ai denti” (e spesso non ne siamo consapevoli)!…
LA LAMPADA PERENNE
Nel mio cesto di vimini, domenica 10 giugno 2018, c’era pure un lumino di cera, quello che si usa per il culto dei nostri morti (in casa o al cimitero) … molto simile al lumino che i parroci usano per segnalare la presenza del “Santissimo Sacramento” cioè dell’Ostia sacra, di Gesù nel tabernacolo dell’altare. Un segno di presenza perenne. Ebbene, ho fatto accendere quel mio lumino ad una delle persone presenti, una donna (che è anche mamma e forse presto sarà pure nonna), simbolo lei stessa di vita e portatrice e moltiplicatrice di vita!
Ebbene, alzando quel lumino acceso (che poi ho messo sull’incudine del maestro fabbro Guido Mazziotta) ho auspicato che idealmente dovremmo mantenere accesa quella fiammella perenne per ricordarci (sempre, comunque e ovunque) l’urgenza e la necessità di un mondo senza armi, senza tutte la armi anche quelle della nostra cattiveria personale e sociale.
RISOLVEREBBE LA POVERTA’ NEL MONDO
Pensa, Tito, soltanto con 1.739 miliardi di dollari (spesi per le armi militari) si potrebbe risolvere tutta la povertà nel mondo!… Non è difficile, quindi, capire che sono proprio le armi ciò che, più di tutto, ostacola il vero benessere e progresso dell’Umanità tutta. Umanità che da sempre sogna e desidera che le armi si tramutino in aratri!….. Un sogno che bisogna sostenere e coltivare, generazione dopo generazione, finché non si avvera! Dobbiamo lavorare (il più possibile e prima possibile) per disarmare l’uomo e il mondo!
Se solo venisse utilizzata almeno metà di tutti questi soldi, i Paesi più armati stupirebbero davvero il mondo!… Sarebbero benemeriti dell’Umanità! Ma, ho motivo di credere che la riduzione delle armi continua ad essere un’utopia. Figuriamoci la loro completa distruzione (ma non bisogna perdere la speranza!). Infatti, lo scorso anno 2017 (nonostante i postumi della grande crisi economica mondiale) le spese militari sono cresciute del 1,1% rispetto all’anno precedente, che aveva comunque segnato un altro record nella corsa agli armamenti. Tutto ciò pure a motivo delle numerose guerre che ardono ancora in varie parti del pianeta, ma soprattutto della paura degli altri così tanto armati.
Pur di far patire letteralmente la fame ai loro popoli, i Governi di taluni Paesi non ésitano ad aumentare gli arsenali di morte. Tra questi non c’è soltanto la Corea del Nord … ma persino l’Italia che si attesta al 12° posto al mondo nelle spese militari … pur avendo milioni e milioni di poveri assoluti, di giovani senza futuro, di centinaia di migliaia di persone che non si curano per mancanza di soldi o di strutture sanitarie … e via dicendo! E’ opinione e percezione assai diffusa che con molte migliaia di miliardi di euro gli ultimi Governi italiani abbiano pensato soltanto a salvare le banche e a mantenere efficienti gli arsenali militari con nuove e più potenti armi. Anzi, l’Italia produce ed esporta un gran numero di armi!
Purtroppo, i popoli appaiono sottomessi e rassegnati, così da dare l’impressione che persino le cosiddette democrazie opulente si stiano piano piano trasformando in felpate dittature tese a spremere lavoratori e altre categorie deboli, riducendo o addirittura abolendo molti dei diritti guadagnati con le lotte dei decenni precedenti. Dove va il mondo?… forse, di questo passo, verso la catastrofe militare o umanitaria!
DROGA E DEMAGOGIA ALTRE ARMI POTENTI
Ricchissimo (in denaro e potere) è la produzione ed il commercio delle armi. E altro ricchissimo mercato è quello delle droghe, da quelle più leggere a quelle più pesanti. Altre potenti armi sono i prodotti della demagogia ovvero l’arte o la prassi di guidare i popoli indirizzandoli spesso ai propri voleri. Tali si sono rivelati gli strumenti di comunicazione della globalizzazione: dall’informazione ai social media (telefonini, facebook, mail e tutto ciò che può essere controllato e manipolato a finalità non etiche). Ormai tutta la globalizzazione è in mano alla demagogia strumentale.
I nostri genitori ci raccomandavano accoratamente di stare alla larga da chi ci concedeva “gratis” qualcosa, poiché era ben noto che “nulla è gratis”. Infatti, è stato ben evidenziato (specialmente con scandali recenti) che possono nascondere pericoli ed inganni gravi i social- media o i multimedia che sono gratuiti. Già sono un inganno i mezzi che paghiamo già, figuriamoci quelli gratuiti, usati come “armi” vere e proprie.
QUANTO COSTANO LE GUERRE
Se il costo annuale degli armamenti è superiore ai 1.700 miliardi di dollari, bisognerebbe aggiungere tutto il danno che queste armi apportano ai popoli, in morti, feriti, distruzioni e conseguenze tali che si riversano sulle generazioni seguenti. E’, quindi, incalcolabile il male che le armi (sempre più sofisticate e distruttive) causano. Infatti, quanto costano le guerre, quanto curare i feriti e mantenere loro una pensione per tutto il resto della vita?… Quanto costa ricostruire quanto distrutto?… E le perdite umane non soltanto in quanto tali ma anche come annientamento di intere generazioni e di perdita di potenzialità sociali?…
Di solito le guerre fanno arretrare i popoli di parecchio. Si pensi alle malattie che solitamente accompagnano le guerre, alla perdita di ingegno e di progresso. L’Umanità arretra sempre quando ci sono le guerre e spesso non c’è modo di recuperare idee e tecnologie benefiche andate distrutte, come ci insegna l’uccisione emblematica dello scienziato magnogreco Archimede di Siracusa (287 – 212 a.C.), il quale da vivo avrebbe dotato l’Umanità di tali e tante invenzioni da trovarsi avanzatissima già 2.200 anni fa.
ARMI E GUERRA MALE ASSOLUTO
Sono le armi e la guerra il male assoluto, caro Tito, e lo sai bene! Spesso ciò che riesce a fare una guerra in quanto a distruzioni di persone, cose e futuro non riescono nemmeno a farlo i terremoti, le alluvioni, i vulcani, ogni altro cataclisma, ogni altra calamità naturale. Purtroppo l’essere umano ha una tale rabbia devastatrice che non si ferma davanti a niente e a nessuno. Riesce persino ad annientarsi da solo, a suicidarsi. Lo dimostrano (al di là delle guerre vere e proprie) quei tali assassini che, dopo aver scaricato il loro malessere su amici o congiunti, poi si danno da sé stessi la morte, si suicidano. Ah, quanto è devastante la follia umana!… Follia e orgoglio sono le armi più micidiali per le singole persone e per i popoli.
RIEQUILIBRARE E PACIFICARE IL MONDO
Bisognerebbe, perciò, rottamare e distruggere pure le parole d’odio che portano allo scontro più micidiale tra persone singole, gruppi e popoli. Non prestiamo mai sufficiente attenzione all’uso delle nostre parole in grado di offendere e di generare rabbia, odio e vendetta negli altri. Sarebbe necessario fare quotidianamente una “igiene mentale” che spenga gli ardori omicidi e gli sterminii in qualsiasi forma si manifestino.
Un esempio ancora caldo. Hai sentito le offensive parole che il Governo francese di Macron ha usato ieri verso l’Italia a motivo della nave Aquarius piena di migranti dirottata verso il porto spagnolo di Valencia? A volte così nascono le guerre, con le sole parole offensive che ledono la dignità di un Popolo, di uno Stato! Bisogna stare assai assai ma assai attenti ad usare parole inadeguate e denigratorie, specialmente nelle sedi ufficiali e pubbliche. Qualsiasi cosa può essere detta diplomaticamente anche se il contenuto è duro.
PLACARE IL GRANDE DOLORE DEL MONDO
“Bonificare” il mondo (distruggendo, tra l’altro, anche le armi) è l’imperativo che dovrebbe prendere tutta la nostra vita e la vita delle generazioni avvenire. E’ proprio questo il grande lavoro da fare, tutti e incessantemente o almeno il più possibile. Dobbiamo lavorare davvero tanto incessantemente per ridurre e distruggere il cattivo orgoglio personale e quello falso delle persone e delle nazioni. Non è certo facile ma non si può rinunciare a questa epocale missione, per amore o per egoismo (come sono solito dire).
IL MALORGOGLIO UCCIDE E DISTRUGGE
Caro Tito, ritengo che tu, come genitore (e futuro nonno e poi bisnonno), vorresti per i tuoi eredi un mondo di pace e di benessere. Lavori, ti impegni e non ti risparmi soprattutto per questo … come quasi tutti i genitori che hanno a cuore la propria famiglia. Pensa, però, ai genitori siriani (soltanto per citare un esempio emblematico quanto attuale) o a quelli somali, yemeniti, afghani (ecc.). Hanno lavorato, edificato case e generato grandi famiglie. Ma tutto è andato distrutto. E’ andato in fumo tutto ciò che tante generazioni (anche storiche e millenarie) hanno costruito, spesso a costo di immani sacrifici. A causa dell’orgoglio tribale o di singoli tiranni, interi popoli vengono distrutti. Senza pietà!
POTREBBE CAPITARE A NOI
Nonostante tutto, grazie ad oltre 70 anni di pace continua, agli Europei d’occidente sembra quasi impossibile che possa toccare pure a noi una sorte simile al popolo siriano o ad altra gente ancora coinvolta spesso pure in guerre fratricide. Specialmente noi, che siamo nati e vissuti in periodo di pace e di relativo benessere economico, non abbiamo idea di cosa sia la guerra, nonostante i nostri genitori e nonni ci abbiano raccontato la loro drammatica esperienza delle due guerre mondiali e nonostante quotidianamente vediamo in TV le sofferenze di interi popoli, vittime di conflitti armati o di fughe dal caos come le bibliche migrazioni.
Eppure, il pericolo è costante ed è alle porte di casa nostra. Ad est con la polveriera balcanica, a sud con il nord Africa e il vicino Oriente (potenziali bombe anche demografiche). E che dire di un’Unione Europa sempre più divisa, tanto da rischiare smembramenti e addirittura la totale implosione?! Per non pensare alla sempre più possibile guerra nucleare, che potrebbe essere scatenata persino per errore, dal momento che fin troppe sono le bombe negli arsenali e fin troppi ne sono i detentori.
FINCHE’ C’E’ GUERRA …
Ricordi il film di Alberto Sordi “Finché c’è guerra c’è speranza” (1974) tanto amaro quanto veritiero?… Ebbene, è uno spaccato di realtà, poiché l’Italia è uno dei maggiori produttori di armi al mondo, specialmente delle devastanti mine anti-uomo che fanno strage soprattutto di bambini come residuati bellici.
In pratica, una parte delle nostre tasse non soltanto va a finire nell’acquisto e nel mantenimento degli armamenti, ma anche nel finanziare le industrie belliche che producono armi letali per altri popoli. Mi chiedo, perciò, quale sia l’etica di una nazione (e di una nazione cattolica come la nostra), al di là delle retoriche liturgiche ed istituzionali. Mi chiedo, altresì, come e quanto ognuno di noi sia o possa essere considerato “complice” di tali situazioni. Quanto complice?…
OBIEZIONE MILITARE
E’ appassionante conoscere la storia italiana della “obiezione di coscienza al servizio militare” così come la storia della “obiezione di coscienza alle spese militari” (Google ha entrambe le schede). Come già sai, personalmente, ho scelto di non essere obiettore nel gennaio 1976 quando mi è arrivata la cartolina per il servizio militare di leva … ma non perché sono un guerrafondaio o perché, più semplicemente, mi piacciono le armi o la divisa. No, no, no! … Ho voluto entrare nell’Esercito per cercare di capirne i meccanismi ideologici e pratici. E ho appreso abbastanza per rispettare le divise ma anche per aspirare al un mondo senza armi nel modo più completo ed assoluto! Ci vorrà tempo (forse secoli o millenni) ma prima o poi l’Umanità, ne cono arciconvinto e arcisicuro, sarà senza armi (militari e caratteriali). E’ nella logica matematica delle cose. Non a caso ho scritto dell’Armonia in “Prima del Silenzio” (1995).
A tale proposito voglio qui ricordare con grande affetto il maresciallo dei carabinieri più amato a Badolato, Luigi Mininni (Ceglie del Campo di Bari 1928 – Badolato 2018 vedi “La Radice” n. 1 del 20 aprile 2018 anno 24 pagina 11). Sapendomi studente universitario di filosofia e conoscendomi fin da ragazzo (quando nel 1967 ha cominciato a dirigere la Caserma badolatese), il tanto stimato Mininni mi suggerì di essere obiettore, seguendo la mia natura pacifista, manifestata pubblicamente in varie occasioni pubbliche.
Molti, comunque, hanno adottato l’obiezione militare pagandola con il carcere, specialmente i giovani Testimoni di Geova e coloro che si ispiravano ai movimenti pacifisti e nonviolenti. Tale esperienza non fu inutile, poiché in sèguito è stata abolito il servizio di leva obbligatorio ed è stato istituito il cosiddetto “Servizio civile” aperto (come il servizio militare volontario e professionale) anche alle donne.
OBIEZIONE FISCALE-MILITARE
In Italia e nel mondo sono stati numerosi ed anche famosi i personaggi aderenti all’obiezione di coscienza per le spese militari in Italia. Tale obiezione ha avuto inizio nel 1971 nella città di La Spezia, quando il signor Manrico Mansueti ha rifiutato di corrispondere nella dichiarazione dei redditi il 12,50% di quanto dovuto complessivamente allo Stato come tasse annuali, devolvendo analoga cifra ad un lebbrosario indiano, cioè a spese di pace e di umanità. In séguito, sono nati il “Fondo per la pace” e la “Difesa popolare nonviolenta” ed altre manifestazioni.
Tuttavia, lo Stato italiano si è dimostrato inflessibile sull’obiezione fiscale, permettendo, però (all’italiana maniera), di poter poi destinare il 5 per 1000 dell’imposta IRPEF alle associazioni “no profit” ed umanitarie, dopo aver permesso l’8 per 1000 a favore delle Religioni, però niente 8/1000 ai disoccupati come ho proposto pubblicamente il 30 aprile 1989 durante la prima “Antifesta del lavoro” da me promossa a favore dei senza occupazione, discriminati ancora oggi nonostante la Costituzione della Repubblica Italiana!
Ed è bene dirlo, senza alcun timore riverenziale, lo Stato italiano e la Unione Europea spendono, al contrario, ingenti somme per mantenere (ormai da molti anni e chissà per quanti decenni ancora) flussi migratori e migranti. E, come ho scritto sui giornali, nero su bianco, i disoccupati italiani pagano ticket sanitari mentre i migranti non ne pagano alcuno! Ti sembra giustizia, questa?
Non sono mai stato razzista, anzi, fin dal periodo universitario a Roma ho accolto, rifocillato e incoraggiato (pur con i miei modesti mezzi) giovani africani scappati da massacri e dittature, nonché famiglie di ebrei russi di passaggio per gli Stati Uniti. Non mi sono mai risparmiato per gli altri, però non riesco a non protestare per ingiustizie e discriminazioni. Riguardo i migranti attuali dall’Africa, resto sempre del parere che bisogna assolutamente aiutarli a casa loro, così come andavamo aiutati a casa nostra noi meridionali, mentre invece sia i migranti esteri di oggi che i migranti italiani del Sud sono strumentalizzati, usati e sfruttati (quasi schiavizzati, in alcuni casi) dai più ricchi e potenti. Di quale umanità stiamo parlando?!
L’ESEMPIO DI FRANCESCO MAZZIOTTA
Caro Tito, fin da bambino sono sempre stato sensibile alle problematiche delle guerre e delle violenze, pure perché ascoltavo gli adulti che raccontavano le vicissitudini patite durante le due guerre mondiali (1915-18 e 1940-45) o durante le guerre coloniali in Africa. La cosiddetta guerra dei 6 giorni tra Israele e gli Stati arabi confinanti del giugno 1967 è stata un trauma per me (era la prima guerra vissuta in diretta seppure a distanza) … tanto che ho scritto dolorose poesie e, con il gruppo musicale degli Euro Universal, la canzone “Lacrime e sangue” che puoi seguire su “you tube” digitando il seguente link: https://www.youtube.com/watch?v=boeeuKyLJFw dove viene evidenziata una nostra foto (fatta in Assisi il 03 ottobre 1968 pomeriggio) con la scritta “Euro Universal”.
Nel 1992, nello scrivere il libro “Storia dell’Intelligenza”, mi sono ricordato dell’allora giovane prof. Francesco Mazziotta che aveva appena manifestato la propria ”obiezione di coscienza” detraendo dalla dichiarazione dei redditi quella parte di denaro che sarebbe servita a finanziare le spese militari. Lo Stato italiano gli ha sequestrato parte della sua biblioteca. Ho voluto dare la mia solidarietà al prof. Mazziotta (allora docente di storia e filosofia nel Liceo Scientifico di Agnone del Molise) ed ho inserito questo suo lodevole, importante e significativo gesto nella “Storia dell’Intelligenza” alle pagine 471-476 pubblicando pure la sua dichiarazione “Rivendico il diritto di percorrere strade diverse per organizzare una difesa civile e non violenta”.
Giusto per curiosità ti dico che (quando ero al primo mese di “addestramento reclute” nel servizio militare di leva nella caserma di Cosenza) ho chiesto, tra tanto altro, al cappellano militare il perché venivamo addestrati ad odiare il cosiddetto nemico, ad usare le armi e che ruolo avesse un sacerdote cristiano-cattolico in tale contesto. Non mi ha saputo o voluto rispondere. E sono stato lieto di non aver sparato nemmeno un colpo al poligono di tiro, pure perché il nostro tenentino amava lui sparare con i nostri fucili e bombe.
FATE L’AMORE NON LA GUERRA
Ricorderai, caro Tito, i cortei e le manifestazioni contro la guerra, cui abbiamo partecipato pure noi quando eravamo giovanissimi studenti. Abbiamo fatto nostro lo slogan “Fate l’amore non la guerra” (giunto persino sul palco del Festival di Sanremo) e il simbolo della pace creato da Gerald Holton nel 1958 (quello con i tre bracci cerchiati che sembra il logo della casa automobilistica Mercedes-Benz). Ed ancora adesso conserviamo (pronti ad esporla) una piccola o grande “bandiera della pace” con i sette colori dell’arcobaleno (da non confondere con la bandiera del movimento gay – LGBT simile ma leggermente differente).
DISARMO E DISTRUZIONE DELLE ARMI
Purtroppo, è ancora un arcipelago quello dei movimenti per la pace, la nonviolenza, il disarmo (soprattutto nucleare), la demilitarizzazione, la satyagraha ovvero la resistenza passiva o disobbedienza civile alla Gandhi, alla Luther King, alla Mandela (ecc.). E’ un arcipelago ideologico e pratico. Tuttavia, la fiammella della pace esiste e resiste. A ben pensarci, i movimenti per la pace sono una realtà ancora molto giovane (hanno poco più di un secolo). E’ necessario insistere e possibilmente trovare un’unità operativa!
E c’è chi si accontenta del solo disarmo nucleare e chi invece vorrebbe la distruzione completa di ogni tipo di arma che possa uccidere. Tutti, comunque, i movimenti per la pace si basano sui diritti umani e civili, che hanno radici filosofiche e politiche antichissime, di molte migliaia di anni. Pure qui è necessario coltivare il culto etico dei diritti umani e civili e rafforzare l’ONU- Organizzazione delle Nazioni Unite.
QUALCOSA BISOGNA FARE
Certo, qualcosa bisogna pur fare per ostacolare, ridurre o addirittura azzerare le proliferazioni delle armi letali e di massa, così come le armi personali. E bisogna fare qualcosa per amore o per egoismo. Per amore della pace compiuta, per egoismo della nostra stessa sopravvivenza ed incolumità. Consideriamo che il nostro pianeta potrebbe esplodere completamente in pochi minuti per quante testate nucleari sono attive nei vari arsenali in tutti i continenti.
Ad opporsi agli arsenali militari ci sono in tutto il mondo innumerevoli associazioni e fondazioni umanitarie e pacifiste. Per il momento non basta tutta questa “mobilitazione” delle coscienze, pure perché tali organizzazioni rappresentano un arcipelago e, salvo eccezioni ed episodi isolati di eroismo (come il martire di Gaza l’italianoVittorio Arrigoni, autore del noto libro “Restiamo umani”), non riescono ad avere una vera e propria forza di dissuasione. Tuttavia la loro “testimonianza” è pur sempre importante.
INTERROGHIAMOCI !!!
Caro Tito, nel concludere questa lettera (che reputo tra le più necessarie ed importanti tra quelle scritte finora) voglio soltanto chiedere di interrogarci spesso sul senso del nostro personale e sociale stare al mondo ma anche su ciò che possiamo fare, come individui e comunità, perché il mondo non sia soltanto migliore ma addirittura senza armi (fisiche e spirituali) di offesa. E non mi dilungo poiché sono certo che le frasi fin qui scritte siano comprensibili non soltanto di uno stato d’animo ma anche dell’urgenza e della assoluta necessità di avere un’Italia, un mondo bonificato, pacificato, fertile nelle azioni di amicizia, pace e lungimiranza!
Dobbiamo stupire noi stessi e il mondo intero, lavorando senza sosta a sensibilizzare e pretendere una Terra senza armi e senza più cattiveria. Più che per la Pace, le generazioni presenti e future devono assolutamente lavorare per l’Armonia! Ed ho detto veramente tutto. Chi può intendere, intenda!
Alla prossima lettera “per stupire il mondo”! Cordialità!
Domenico Lanciano Azzurro Infinito, mercoledì 13 giugno 2018 ore 16,56
LETTURA PARALLELA
Resoconto della distruzione delle armi a Serra San Bruno (10 giugno 2018)
Caro Tito, grazie a www.crotoneok.it , possiamo conoscere un minimo di resoconto della manifestazione che ha avuto luogo a Santa Maria del Bosco in Serra San Bruno per la seconda “Giornata mondiale per la distruzione della armi” promossa dal filosofo Salvatore Mongiardo. Riporto il testo dell’articolo che puoi comunque leggere in originale digitando “https://www.crotoneok.it/i-cavalieri-della-pace-al-santuario-di-santa-maria-del-bosco/” (nota postata il 12 giugno 2018). Di www.crotoneok.it è pure la foto con i Cavalieri della Pace davanti all’incudine per la distruzione simbolica delle armi.
I CAVALIERI DELLA PACE AL SANTUARIO DI SANTA MARIA DEL BOSCO
Nel weekend, presso il Santuario Regionale di Santa Maria del Bosco a Serra San Bruno nel Vibonese, luogo in cui San Bruno fece l’eremita, tra l’altro ove è sepolto, si è tenuto un incontro con i Cavalieri di Pace di Crotone e della Calabria rappresentati dai rispettivi Balì Provinciali Francesco Squillace di Catanzaro, Vincenzo Costa di Crotone e Damiano Chidichimo di Monasterace, responsabile della Regione Calabria. Numerose le presenze del Crotonese. L’incontro è stato organizzato dalla CCCi, da Don Bruno La Rizza parroco del Santuario e dal Prof. Salvatore Mongiardo responsabile della scuola Pitagorica, il quale dopo avere illustrato il significato della giornata con una breve allocuzione sulla finalità dell’evento, ha proclamato Serra San Bruno Capitale Mondiale della distruzione delle armi. Mariano Chidichimo dopo i saluti ha presentato Ii Prof. Giorgio Cegna “Gran Cancelliere della CCCi (Confederazione Internazionale dei Cavalieri Crociati “ASSISI – MALTA –TERRASANTA – SERRA SAN BRUNO“) il quale ha ribadito che è volontà dei Cavalieri Crociati Guardiani di Pace di prodigarsi in futuro per finalità benefiche e che saranno presenti laddove possano portare conforto ed aiuto. Inoltre contro l’utilizzo delle armi a riprova davanti all’incudine i Cavalieri Guardiani di Pace hanno pronunciato la formula di rinuncia alla spada come arma. La spada è stata posta sull’incudine e spezzata col martello dalla Dama Adele. Un giovane in tuta mimetica ha portato un fucile a spalla, lo ha deposto sull’incudine ed il Prof. Mongiardo lo ha rotto pronunciando la frase : Basta guerre, basta armi! Mentre Vanessa dopo aver preso in Chiesa la Bandiera arrotolata, la ha portata giù fino a metà gradinata. Lì la ha srotolata e la ha fatta ondeggiare andando tra i presenti, cantando l’Inno Mondiale della Pace. Tra i presenti alla Cerimonia il vice Sindaco di Monasterace Carnuccio Paolo, l’Assessore ai servizi sociali di Taverna Amelio Rosario, Marco Tricoli ed esponenti dell’Unesco Calabria, insieme ad altre personalità di alto spessore culturale per focalizzare alcuni argomenti di fratellanza e di pace. Dopo è seguito un pranzo (*) frugale presso un ristorante locale.
(*) pranzo frugale = “sissizio” italico-pitagorico con il bue di pane.