Caro Tito, negli anni 1961-67 quando ero adolescente non era ancora tanto in uso aspettare (anche consumisticamente, con lenticchie e zampone, panettone e spumante) lo scoccare della mezzanotte per salutare l’anno vecchio e quello nuovo. Ho acquisito tale usanza (ma senza i prodotti nordici, solo con le povere ma autentiche cose di casa del nostro sud) verso i 18 anni assieme ai miei più cari amici, coincidenti, in gran parte con i componenti il complesso musicale “Gli Euro Universal” e con altri, amici d’infanzia, compagni di scuola o vicini di casa.
Quindi, dagli undici ai 17 anni (1961-67 appunto) aspettavo immancabilmente l’arrivo del nuovo anno da solo, semplicemente e poeticamente, in un modo del tutto personale e, direi, pure alquanto insolito ed originale, ma – stanne certo – assai efficace!… Ogni volta sceglievo un posto panoramico del mio paese, Badolato, dal quale osservare, mediamente per due ore (dalle ore 23 alle ore 01), le luci dei fuochi d’artificio e dei “botti di Capodanno” che erano in continuazione prodotti ed esaltati dalla corona di paesi rivieraschi e collinari affacciati sul Golfo di Squillace. Ti assicuro che ogni volta era uno spettacolo eccezionalmente bello e sfavillante. Unico! … Alcuni di questi fuochi riverberavano a ripetizione la loro luce colorata sulle acque del mare Jonio e specialmente per i dieci minuti dalla mezzanotte il Golfo esplodeva e l’atmosfera era davvero magica!… Credimi, ancora vivo di rendita con tutti quei momenti incantevoli di Capodanno!
Nei sette anni che ho utilizzato questo metodo “panoramico” e suggestivo di aspettare l’arrivo del nuovo anno immerso nella Natura tra cielo, terra e mare … due volte sono rimasto sulla spiaggia, con il ritmo delle onde che faceva da sottofondo al frenetico ritmo degli scoppi e delle luci lanciate in aria dalla gente. Due volte sono stato, in anni distinti, sulle due cime del Monte Manna, la collina che sovrasta l’abitato di Badolato Marina per cui ho potuto osservare e bearmi degli scoppiettii (“botti” vari, spari di pistole e di fucili) e dei fuochi d’artificio che provenivano dalle singole case nel contesto di tutto il Golfo. Una volta ho scelto Badolato Superiore (così veniva denominato comunemente per distinguere questo grande paese, allora densamente popolato, dalla “frazione” Marina). E qui, suggestione si accavallava a suggestione. Sicuramente è stata una delle più toccanti attese di inizio anno, pure perché il borgo antico mi offriva il panorama sul Golfo ma anche la sua impareggiabile ed irripetibile anima immortale (con il pudore delle sue stradine, la discrezione dei suoi vicoli, la sua illuminazione pubblica rada e fioca, il suo silenzio notturno non ancora destato dal consumismo imminente). Mi sono sentito avvolgere dal suo respiro millenario!
E, poi, nel silenzio generale mi affascinava tanto ascoltare allora i miei passi sui suoi antichi selciati nel cuore della notte nel paese dei miei avi … e ti assicuro che mi giova pure adesso sentire quei passi per come sono ancora ben riposti nella mia mente e nel mio cuore. Tanto che ad ogni attesa del nuovo anno non posso fare a meno di ricorrere a quelle immagini, a quei suoni, a quelle atmosfere, a questi significati tutti jonici, ancestrali e familiari nello stesso tempo. Pacatezze e significati con cui integro e colmo il vuoto umanistico di questi Capodanni moderno e post-moderni e, adesso, pure globali. Penso che dovremmo difenderci meglio, soprattutto culturalmente, dall’invasione di modelli e prodotti che ci assaltano e che accettiamo (solitamente molto acriticamente) facendoci suggestionare e conquistare da novità con un valore assai minimale rispetto al nostro mondo interiore e sociale … come quando nei nostri paesi si scambiavano oggetti pregiati di tutti i tipi con oggetti di plastica e di poco valore (anche monetario), facendoci schiavizzare dall’esterofilia e dalle illusioni.
Le rimanenti due volte che ho atteso, volutamente da solo, l’arrivo del nuovo anno ho scelto altri due luoghi simbolici e pieni di significati … la cima del colle dove esiste da oltre mille anni il santuario basiliano della Madonna della Sanità, distante un paio di chilometri dal borgo in aperta campagna, tra gli ulivi. Sono assai legato a questo santuario e a questa collina, sia perché da bambino ci venivo con la mia famiglia alla festa estiva (allora ricedeva nell’ultima domenica di agosto, adesso tra l’ultima di luglio e la prima di agosto) e sia perché la statua di questa Madonna è l’unica che ha ai suoi piedi un malato che con la timida mano alzata invoca la salute. Ancora adesso questo complesso statuario mi affascina per la sua grande umanità, dove “il divino” del Bambinello che la Madonna ha in braccio si porge verso la sofferenza, come per confortare ma senza promettere prodigi o miracoli (segno che il dolore e la sofferenza sono attraversamenti troppo personali che gli altri, persino Madonna e Bambinello compresi, possono soltanto confortare ma non eliminare). E’ stato un vero genio l’artista che ha ideata e realizzata questa complessa statua. E sono particolarmente legato a quella mezzanotte di Capodanno trascorsa nell’area del Santuario della Madonna della Sanità o della Salute proprio poiché la salute resta il maggior patrimonio individuale e collettivo.
Un patrimonio che oggi è troppo impoverito e addirittura messo in discussione, anche come diritto, e in pericolo, come essenzialità esistenziale strategica, per cui sembra che la salute, il diritto ad esistere dignitosamente attraverso il lavoro o addirittura la vita stessa sia appannaggio soltanto dei ricchi (c’è un sottinteso razzismo generalizzato in questa tendenza ideologica che si fa sempre più strada paradossalmente anche nelle menti del popolo più umile). Augurare, quindi, buona salute come bene primario e indispensabile … penso sia il miglior pensiero anche adesso, ad inizio anno.
L’ultima volta, per attendere il nuovo anno, ho scelto uno dei luoghi più alti e panoramici del territorio di Badolato … la mitica “Guardia” … un posto dove la coltivazione dell’ulivo si ferma (essendo a quota 750-800 metri), mentre la vite resiste, generando un vino di scoglio assai buono e ricercato, proprio mitico!… Probabilmente quel luogo si chiama “Guardia” proprio perché nei secoli passati fungeva da luogo di avvistamento a salvaguardia, appunto, del borgo di Badolato (e magari anche degli altri borghi circostanti e di quelli delle Serre) … forse similmente al luogo, detto Madonna della Guardia, sulle colline di Genova. Dalla Guardia di Badolato il Golfo di Squillace si esprime in tutta la sua magnificenza, specialmente nella mitragliante esplosione di luce nell’attesa collettiva dell’anno nuovo.
A Capodanno sembra proprio quel “Golfo della Gioia” che ha immaginato qualcuno. Certo è che, storicamente, l’arco di questa parte del mare Jonio (che va da Stilo alle Castella di Isola Capo Rizzuto) è carico di magie, oltre che di tanti millenni di Storia … ancora oggi sembra poter percepire vicende di approdi della speranza (come avviene ancora da tempi immemorabili) provenienti dall’Oriente più vicino o più lontano. E questo ampio arco sembra un abbraccio … l’abbraccio di una terra, come la Calabria, che, pur povera e straziata, ha sempre accolto indistintamente tutti come un’antica Mamma mai stanca di confortare e di dare il primo latte ai figli propri o di altre terre, anche se, poi, li vede tutti partire per altre terre e per altri non sempre facili o promettenti o migliori orizzonti.
Caro Tito, ti ho voluto raccontare queste cose perché sono stato ispirato dalla foto di auguri che qui intendo evidenziare e che la bontà e la generosità dell’ottimo amico neo-badolatese Franco Muià (di origini sidernote e genovesi) mi ha appena inviato. Ho immediatamente pensato a quelle mie sette attese del nuovo anno che ti ho appena descritte e che, adolescenziali e solitarie, restano ancora preziosissime nella mia anima.
E questa bella foto di Badolato attorniata da frasi augurali espresse in tante lingue (forse quelle che si parlano oggi nel borgo di Badolato, diventato ormai assai internazionale, anzi globale) sia l’augurio più splendente e scoppiettante, luminoso e suggestivo destinato a tutti i lettori e agli amici di CostaJonicaWeb.it per come proveniente da Badolato mare-borgo e dall’arco maestoso e magico del Golfo d Squillace una delle anime più antiche e lungimiranti dello Jonio e dell’intero mondo mediterraneo.
Auguri a te e a tutti per un migliore anno 2015 … un anno possibilmente più “umano” visto e considerato quanto è stato disumano il 2014. Umanizziamoci sempre di più!