Caravaggio NARCISO (1594-96)Caro Tito, come già ti ho detto altre volte, il mio essere nato a Kardàra sulle rive joniche del comune di Badolato è stato sempre assai fondamentale per me. La bellezza di quei luoghi lussureggianti di orti e di altra vegetazione, nella immediata prossimità del mare con il suo sempre aperto orizzonte, la solarità ampia e permanente del cielo mi hanno infuso, fin dall’infanzia, il senso dell’armonia anche attraverso il vissuto con gli esseri viventi lì presenti in vari modi e tempi. Cosicché, portandomi sempre Kardara dentro l’anima e viaggiando parecchio, ho avuto molteplici occasioni per esercitare il mio senso estetico che, più di tutti, porta ad una grande voglia di vivere. E di vivere bene, in salute, che è l’unico modo di godere di se stessi e dell’universo-mondo! Salute, miglior ricchezza!

 visioni ed estasi nell'arte 1600Pure per questo, approdato, nel novembre 1970, all’Università degli Studi di Roma (oggi La Sapienza) per affrontare il corso di laurea in filosofia, ho voluto inserire nel mio piano didattico alcune materie estetiche, come la Critica d’Arte. Fui assai fortunato, poiché ebbi modo di seguire le lezioni di un ottimo docente il quale, fornendo una visione dell’Arte a 360 gradi (specialmente in relazione al resto del mondo), mi fece riflettere sul potere curativo (almeno per l’animo) di tutte le arti, non soltanto di quelle figurative (pittura, scultura, architettura, ecc.) e, quindi, anche la musica, il teatro, la poesia, la danza, la meditazione … ma persino lo sport e la passione per il lavoro creativo, professionale, produttivo anche se considerato umile come quello operaio, contadino, artigiano, ecc.

estasi di santa teresa d'avilaFurono quelli (novembre 1970-giugno 1971) mesi davvero esaltanti e felici che mi permisero di elaborare anche miei personali concetti estetici ed emozionali non soltanto dell’Arte ma di tutto ciò che possiamo “vedere” e “percepire” con gli occhi, con l’anima, con il cuore non soltanto nel nostro “habitat” (ambiente) consueto e quotidiano ma il più possibile nell’intero firmamento-esistente … avendo, ancora e sempre, come unità di misura la mia Kardàra, il suo “genius loci” (lo spirito del luogo) che era alla base del mio benessere e, in particolare la sua “eliofanìa” anche metafisica. Da quelle lezioni di “Critica d’Arte” del 1970-71 ho lavorato molto sul ruolo ed il senso della “immagine” che fu facile abbinare al “benessere” della persona, come individuo e come massa. Ma era necessario ricercare ed ottenere prove scientifiche sulla effettiva relazione tra immagine e benessere e, quindi, immagine-salute.

 estasi  S. Caterina da SienaLa Storia dell’Arte ci forniva già innumerevoli esempi, come la cosiddetta “sindrome di Stendhal” cioè lo stupore, la meraviglia, l’ebbrezza, l’estasi che ci può cogliere così tanto davanti alla bellezza di un’opera d’arte … tanto da avere ripercussioni sul nostro stato di salute. E a proposito di estasi … sempre la Storia dell’Arte si sofferma con particolare interesse sulle “estasi” dei Santi dinanzi alla idea, alla contemplazione e all’immagine divina o alla percezione del sublime religioso. Sono, a tale riguardo, molteplici i casi studiati sotto diverse angolazioni pure per come trasformati da artisti come Gian Lorenzo Bernini ed altri. Cito le estasi più famose, quelle che hanno lasciato un segno tangibile nelle arti figurative: Santa Teresa d’Avila, Santa Caterina da Siena, beata Ludovica Albertoni. Estasi che alcuni critici d’arte ritengono siano molto simili a quelle più propriamente derivate da un “Eros sublimato”. Ed è categoria appartenente a tutte le religioni del mondo fin dalle origini! Comunque sia, anche e soprattutto l’immagine divina (o ritenuta tale ) genera “benessere” psico-fisico e, quindi, in quanto tale ha attinenza iconografica con la “salute” dell’individuo e della società.

 gatto-leone allo specchioE dico della “società” in quanto l’esperienza estatica-religiosa è ricercata pure dalle masse (intese come moltitudini di persone o di settori sociali) alle prese con “veggenti” (vedi Lourdes, Fatima, Medjugorje, Ischia, ecc.e da qualche anno persino sul monte Sant’Onofrio di Agnone!) o a contatto con personaggi (suggestioni vere!) che si sono avuti, nel corso dei secoli, nei vari settori con una “iconografia” insistente e persistente (vedi ipnotici dittatori, artisti ammaliatori, fascinosi affabulatori, incantatori e venditori di ogni risma). Iconografia ….

 A journalist, holding a monopod, looks aEcco … avevo trovato la parola che cercavo: l’icona … ovvero l’immagine, il simbolo che ha attraversato la storia dei popoli attirandoli a sé, seducendoli. Una parola da unire a “patologia” e, di conseguenza, a “terapia”. Appare chiaro, infatti, che la icona-immagine può causare dipendenza e, quindi, patologia da cui bisogna guarire con altri tipi di immagine, di icone positive, più innocenti e benevoli. Non siamo forse noi sempre di più ingoiati dall’impietoso vortice della cosiddetta “civiltà dell’immagine”?…. Così, dal 1973 al 1980, presi ad esaminare alcuni casi in cui l’immagine-icona avesse potuto generare benessere o malessere nelle persone e nelle masse. Io stesso cominciai a fare fotografie a parecchie persone di ogni età e condizione esistenziale e culturale ponendole dinanzi alla propria immagine-icona. Ho analizzato i video personali e quelli sociali, nonché le persone allo specchio davanti alla propria immagine. I primi risultati furono incoraggianti, per cui passai ad esaminare ogni altro tipo di “immagine-icona” applicata alla vita individuale e sociale (cinema, televisione, video giochi, turismo, vacanze, religione, politica, sport, eros, moda, status-symbol, vanità, esibizionismi, “design” industriale, ecc.).

televisori esposti Sì, c’era davvero molta attinenza nel rapporto “immagine-icona” con il benessere personale e sociale della gente per cui si poteva cominciare a parlare di “icono-patologia” e di “icono-terapia”. Ne ho dedotto un vero e proprio “Progetto” sulla “Iconoterapia” che nel 1981 sono andato a portare personalmente a Milano, prima che ad altri, al dottore Raffaele Morelli (fondatore nel 1979 e direttore della importante rivista medica “Riza psicosomatica”). Costui, però, pur apprezzando l’idea, non diede sèguito alla proposta. Così partecipai il progetto ad altri medici e psicologi, ma senza alcun risultato (come spesso è avvenuto per altre mie iniziative che, poi, il passare del tempo mi conferma come lungimiranti o precorritrici e comunque fattibili). Nel 1983 scrissi il romanzo (ancora inedito) “Ragazza in fuga” basato essenzialmente sulla “icono-terapia” e sulla evoluzione di una adolescente che raggiunge la maggiore età (da ciò ho poi tratto il Manifesto e la “Festa dei diciottenni” o dei Neo-Maggiorenni che ha avuto tanto clamore giornalistico e la conseguente partecipazione in diretta su Rai Uno “Italia Sera” nel salotto di Enrica Bonaccorti e Mino Damato il 18 novembre 1983 alle ore 18 circa, costituendo il mio esordio televisivo nazionale).

 capri FAROGLIONIPurtroppo, travolto poi da esigenze esistenziali, non ho avuto più la possibilità di proseguire in tali iniziative alquanto promettenti. In particolare, ero dispiaciuto di non poter approfondire il tema della “icono-terapia” visto e considerato pure che in quei primi anni ottanta c’era tutto un fervore di proposte e di realizzazioni in questo campo. Infatti, si parlava di “arte-terapia”, di “cromo-terapia”, di “teatro-terapia”, di “musico-terapia”, di “sport-terapia”, di “eliotalassoterapia” e, persino, di “ippo-terapia” (curarsi con i cavalli). Insomma, quando poi la moda esplode, ogni cosa fa terapia! Già ci si curava da millenni con le acque minerali e con i fanghi termali , ma anche con la danza (si pensi, ad esempio, al valore curativo ed esorcistico della tarantella!) … in quegli anni ottanta ci si curava con tutto, addirittura con alcune pietre (ne ho poi viste alcune in azione nel Sud Australia).

 PARADISI ESOTICI 1A fronte di tutte queste terapie settoriali, fin dall’inizio ho sempre considerato la mia “icono-terapia” come onnicomprensiva in quanto la “immagine-icona” sovrintende gran parte della nostra esistenza così come la vista (corporea e interiore) è un senso maggioritario rispetto agli altri sensi e alle altre percezioni fisiche o metafisiche. Ultimamente, ho notato che il termine “iconoterapia” è usato in modo ancillare di altre terapie psicosomatiche e ciò mi addolora poiché chi lo usa vuol dire che non capisce ancora il valore generalista ed onnicomprensivo, il significato e il potere terapeutico della “immagine-icona”. Ribadisco che l’icono-terapia non è secondaria ad altre “terapie” ma le comprende quasi tutte, coinvolgendo settori pratici della nostra esistenza individuale e sociale.

 donne_specchioInfatti, perché ricercando il bello, il buono e l’utile siamo attratti dalla bellezza naturalistica e corporea? Perché siamo sedotti così tanto anche dal fascino di un paesaggio così come della bellezza interiore e dal carisma? Perché cerchiamo di avere stile, decoro e personalità? Perché rincorriamo viaggi ed emozioni, luoghi suggestivi ed esotici? Perché il turismo (che è prettamente voglia iconografica ed iconoterapeutica) cerca di scegliere paesaggi e luoghi che possano infondere serenità, benessere e salute, nutrimento dell’anima?… Perché proprio i luoghi turistici sono i più curati nella estetica, nella bellezza, nella funzionalità e nella gentilezza, quasi fossero un “porto-franco” e un rifugio dalla vita ti tutti i giorni, caotica e carica di stress e di tante altre negatività?… Ecco, l’iconoterapia che immagino e che ho sperimentata è la ricerca del benessere in tutte le sue forme, specialmente con la immagine-icona universale che si riverbera nel nostro quotidiano. L’iconoterapia richiama il “paradiso perduto” e il prioritario senso di sé, l’autostima e lo stesso “stare al mondo”! Perciò, spero proprio che un giorno l’icono-terapia possa avere il ruolo e il valore che merita, anche perché affonda le sue radici nella mito di “Narciso” e nelle sempre educative favole “Specchio, specchio delle mie brame chi è la più bella del reame?”. E curarsi con la propria immagine-icona e con le immagini-icone benefiche universali resta il segreto della prima nostra Armonia! Saluti e baci, Domenico Lanciano

Domenico Lanciano - Giornalista
Domenico Lanciano Giornalista

 

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