Caro Tito, è piaciuta molto l’idea di un marchio sociale che evidenzi la CALABRIA SUBLIME oppure la CALABRIA BELLEZZA SUBLIME. Ed ognuno che mi ha riscontrato ha aggiunto qualcosa di suo nella celebrazione delle bellezze di una “Calabria positiva” (come ha descritto Saverio Ciccarelli nel 2010 per Giuseppe Meligrana Editore). Dovremmo scoprire sempre di più e segnalare la CALABRIA SUBLIME pure per esorcizzare quella che non è o appare negativa (precisando che le negatività ci sono in ogni altra regione o popolo della Terra).

In particolare, un amico (alle ore 09.08 di venerdì 08 novembre 2024) mi ha suggerito di evidenziare nella prossima lettera 570 (questa) “Quando fu il giorno della Calabria” … il celeberrimo e bellissimo brano di Leonida Repaci, il noto scrittore di Palmi R. C. (05 aprile 1898 – 19 luglio 1985). Ti sottopongo la versione presentata a questo link proprio oggi 10 novembre 2024 dal direttore Giuseppe Rotta di Reggio Calabria (conosciuto per telefono qualche giorno fa) <<https://www.heliosmag.it/?p=642#:~:text=%E2%80%9CQuando%20fu%20il%20giorno%20della,stesso%20di%20fare%20un%20capolavoro>>.

1 – LEONARDO MASTIA

Come ho evidenziato (martedì 05 novembre scorso) in apertura alla <<https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-569-calaria-bellezza-sublime-il-generale-emilio-errigo-commenta-il-libro-calabria-la-prima-italia-di-gertrude-slaughter-che-verra-presentato-a-taurianova-il-16-no/>> … ho chiesto ad alcuni mici che hanno acquistato e letto il libro “Calabria la prima Italia” di Gertrude Slaughter (edizione Meligrana 2023 da edizione USA 1939) di inviarmi loro commenti da pubblicare in previsione della presentazione dell’edizione italiana a Taurianova (R.C.) nel contesto della città capitale nazionale del libro. Mi ha risposto per primo il generale della Guardia di Finanza (in pensione) Emilio Errigo, reggino che ama tantissimo la Calabria. Si può rileggere il suo riscontro in tale “Lettera n. 569”. Poi sono arrivati i contributi dell’avvocato penalista Leonardo Mastia (romanziere calabro-salernitano), Gaetano Drosi (ex Sindaco di Davoli), Domenico Rovito (odontoiatra di Soverato), Rick Mastronardi (professionista dell’Ontario – Canada) e Giovanni Serianni (docente in pensione – Catanzaro). I commenti degli ultimi tre amici ti verranno inviati in settimana con la “Lettera n. 571”.

Conosciamo bene Leonardo Mastia, poiché Gli ho recensito (sia su costajonicaweb.it sia con altri giornali internet) i tre notevoli libri che finora ha pubblicato: IL VIALE DEGLI ANGELI (Guida 2011), NEBBIE (NPE 2017) e IL SOLE D’ARGENTO (Cairo 2022). Tale valentissimo avvocato-scrittore è nato nel 1947 a Campana, un leggiadro paese della pre-Sila cosentina che affaccia sullo Jonio. Per queste sue Opere di scrittura ha ricevuto e continua a ricevere numerosi Premi anche a livello internazionale. Da calabrese fervente, ecco qui di seguito (al paragrafo 2), il commento che mi ha mandato sul libro “Calabria la prima Italia” della Slaughter. Mentre al paragrafo 3 riporto per intero l’intervento (datato 05 novembre 2024) del raffinato intellettuale Gaetano Drosi (ex Sindaco di Davoli, scrittore e già paroliere di note canzoni per il gruppo folk I FIGLI I CALABRIA di Soverato).

2 – IL RISCONTRO DI LEONARDO MASTIA

“Calabria la prima Italia”. L’opera di Gertrude Slaughter è senza dubbio alcuno, affascinante e sbalorditiva. L’autrice nel raccontare con passione ed intelligenza le suggestive esperienze del suo viaggio in Calabria negli anni venti, riesce a cogliere l’essenza storica, culturale, naturalistica di una regione antica ed a trasmetterla al lettore con incredibile abilità. Accende una luce d’incanto su una terra incontaminata ed autentica, su squarci naturalistici di una bellezza strabiliante, su reperti maestosi di una storia che si perde nella notte dei tempi. Così scrive di Sibari:  “Nessuna città si è trasformata in un canto, in un poema o in un racconto più di Sybaris, l’amante dei piaceri, la città perduta che, secondo la tradizione fu sepolta sotto il fiume Crati dall’atleta Milone”. La scrittrice offre sapientemente uno spaccato di vita rurale del popolo calabrese, delle sue usanze, delle sue tradizioni, si sofferma sulle influenze dell’impero romano e bizantino e soprattutto su quelle ben più profonde della Magna Grecia, delle quali conserva tracce di inestimabile valore.

Il libro pone l’accento sulla identità di un popolo generoso legato alle sue radici e sull’atavico contrasto tra le bellezze scintillanti, senza pari, e le difficoltà e di una regione impoverita la cui economia fa leva quasi esclusivamente sull’agricoltura e sulla pastorizia. Tutto ciò non impedisce all’autrice di rimanerne affascinata. Non è mai invadente, ne parla sempre con grande sensibilità e con profondo rispetto ed ammirazione. Ciò che colpisce è la capacità di immergersi in una realtà non sua con grande discrezione, ammaliata, da subito innamorata di cotanta bellezza. Evidenzia come proprio dalle sue antiche radici abbia preso forma “La prima Italia”. E’ la Calabria scrive, che dà origine al nome Italia, diffusosi successivamente lungo tutta la penisola.  Anche attraverso una lettura complessiva e sinottica del libro è agevole evidenziare dunque come la Slaughter, dopo anni ed anni di studi, unitamente al marito, riconosca un ruolo fondativo, nella storia e nella cultura Italiana, alla Calabria.

E’ qui che il nome ha preso forma ed è comprensibile che desideri celebrare questo pezzo d’ Italia con la visita esplorativa di ricerca e di conferma, della quale ci offre uno spaccato nella sua pregevole opera. Il viaggio avventuroso per l’epoca, intrapreso dalla scrittrice statunitense quasi un secolo fa, si traduce in una narrazione ricca di dettagli che rispecchiano un amore sincero per questa terra dura e generosa e per il suo immenso patrimonio artistico-culturale … Ciò che colpisce maggiormente è la capacità di osservare la realtà con un occhio attento e rispettoso, mai invadente o superficiale. Descrive la Calabria non solo nelle sue città, nei suoi paesaggi e monumenti, ma anche nell’anima della sua gente, disvelando usi, costumi e l’identità forte di un popolo laborioso fortemente legato alle proprie radici. Per i lettori italiani, il libro è uno specchio della loro storia, per i calabresi in particolare, un omaggio che, agli occhi del mondo intero, conferma il peso della loro inestimabile cultura.

3 – L’INTERVENTO DI GAETANO DROSI

Ho letto la tua Lettera a Tito n. 569, titolata «Calabria Bellezza Sublime: il generale Emilio Errigo commenta il libro “Calabria la prima Italia” di Gertrude Slaughter che verrà presentato a Taurianova il 16 novembre». È certamente da apprezzare l’idea di una “Calabria Bellezza Sublime” da ricercare in altri scritti, editi e inediti, e da rappresentare con il logo da te ipso facto immaginato. E con riferimento a tale tua espressa intenzione, ti segnalo un viaggiatore poco noto: Theodore Brenson (1893, Riga, Lettonia – 21 settembre 1959, Peterborough, New Hampshire, Stati Uniti). Egli, come puoi leggere (e pure ammirare) al link https://anticabibliotecacoriglianorossano.it/mostre/theodore-brenson-e-le-sue-visioni-di-calabria/, << Nel 1928 arrivò anche in Calabria dove dipinse un centinaio di tele, le migliori delle quali vennero riprodotte nel volume del 1929 “Visioni di Calabria”, edito a Firenze da Vallecchi e arricchito da un breve saggio “La Calabria nella storia e nell’arte” proprio di Luigi Parpagliolo >>.

Brenson rimase in Calabria tre mesi, in piena estate, girando, vincendo ogni disagio, da Rocca Imperiale a Bova e Capo Spartivento, da Amantea a Crotone, da Palmi a Stilo e Gerace, da Pentadattilo a Scilla. Andò in Sila e sull’Aspromonte con un’attività frenetica che lo portò a lavorare dall’alba al tramonto, facendo solo una breve interruzione verso mezzogiorno, quando la violenza della luce diventava non più sopportabile. In questo suo “sogno pittorico” si innamorò della Calabria e sentì perciò il dovere di assolvere alla missione di farla conoscere al mondo lasciando un’ingente traccia iconografica delle località visitate». Sempre a proposito di Theodore Brenson, ti suggerisco anche di leggere (al link << https://anticabibliotecacoriglianorossano.it/wp-content/uploads/2022/01/Gaetano-Raffaele-Il-viaggio-in-Calabria-di-Theodore-Brenson.-in-Rivista-Calabrese-di-Storia-del-%E2%80%98900-%E2%80%93-1-2011-pp.-75-90.pdf >>) lo scritto che Raffaele Gaetano − già da te citato − ha pubblicato sulla “Rivista Calabrese del 900” (I, 2011, pp. 75-90), con il titolo “Il viaggio in Calabria di Theodore Brenson”, il quale è rimasto così affascinato dalla nostra Terra che − come pone in evidenza l’autore dello scritto anzidetto − ha significativamente dedicato i suoi disegni, oltre che alla moglie, anche «alla natura e alla gente di Calabria / che mi hanno rivelato ricchezze a me ignote». Raffaele Gaetano si sofferma ampiamente, nel suo scritto, sul libro “Visioni di Calabria” dello stesso Brenson e sull’articolata Introduzione di Luigi Parpagliolo, sottolineando, per esempio, che «solo personalità svettanti come Parpagliolo potevano assolvere al ruolo di puntuali descrittori delle bellezze artistiche e paesaggistiche della Calabria essendo qui nati e soprattutto padroneggiandone la storia culturale».

Lo stesso autore riporta nello suo scritto (“Il viaggio in Calabria di Theodore Brenson”) i brani di Parpagliolo che meritano di essere qui trascritti: «Che cosa sia questa bellezza, non è facile dire.

Certo dipende in gran parte dallo spiccato contrasto fra monti e marine, dall’alternarsi di vallate ubertose a cime granitiche arse dal sole, dalla lieta improvvisa apparizione di un paesaggio pieno di luce all’oscura ombra di foreste impenetrabili, dagli ampi orizzonti aperti sui mari alle numerose gole alpestri, sonore di acque correnti, cupe nel verde scuro di una vegetazione << rigogliosa».

«Terra di meditazione, [la Calabria] si apre intera con le sue luci abbaglianti e le sue cupe ombre solo ai pellegrini silenziosi e pensosi della bellezza.

Il suo fascino, lontano dai soliti allettamenti preparati in altri luoghi, è lento ma duraturo; è come quei profumi, che sembra debbano subito svanire, eppure resistono al tempo e penetrano di sé ogni cosa».

Degna di lodevole considerazione la tua idea di far precedere la presentazione del “capolavoro della Slaughter” (che avverrà << nel tardo pomeriggio di sabato 16 novembre, […], a Taurianova (R.C.) nel contesto della Capitale italiana del libro 2024 >>) dalla Lettera a Tito n. 569. Coinvolgenti e invoglianti alla lettura sono le pronte considerazioni (rispetto al predetto evento dl 16 novembre) che, sul libro “Calabria la prima Italia”, il generale Emilio Errigo ha messo “nero su bianco”; e che per la pubblicazione ti ha generosamente affidato.

4 –  SALUTISSIMI

Caro Tito, spero di poter partecipare a te e ai nostri gentili lettori (con la prossima “Lettera n. 571”) gli scritti che mi sono pervenuti (a commento del libro “Calabria la prima Italia” della Slaughter) da Domenico Rovito, da Rick Mastronardi e da Giovanni Serianni.

Intanto, ti ringrazio per voler pubblicare anche questa “Lettera n. 570” e ringrazio pure i nostri gentili lettori, specialmente coloro i quali ci onorano della loro attenzione da più tempo e con maggiore fedeltà. Alla prossima! Cordialità,

Domenico Lanciano (www.costajonicaweb.it)

ITER-City, domenica 10 novembre 2024 ore 19.29 – Da 57 anni (dal settembre 1967) il mio motto di Wita è “Fecondare in questo infinito il metro del mio deserto” (con Amore). Le foto mi sono state fornite dagli interessati o sono state prese dal web libero e sicuro.