Caro Tito, l’appena trascorso venerdì 24 novembre 2023 alle ore 05.26 ho finito di leggere il libro di Gertrude Slaughter “CALABRIA LA PRIMA ITALIA” (1939) nella traduzione italiana di Sara Cervadoro (calabrese di Roma) e nell’edizione di Giuseppe Meligrana di Tropea (VV), stampata pochi giorni fa a Fano (PU), agli inizi di questo mese … 308 pagine di beatitudine e di sana esaltazione! Un libro ed una lettura che, ovviamente, consiglierei a tutti, in particolare a coloro i quali si sentono profondamente calabresi e italiani. Ma anche a chi, cittadino estero, intenda conoscere meglio la Calabria, l’Italia e il mondo attuale che ha radici molto antiche proprio nella nostra regione. Ecco, tale lettura aumenterebbe o rafforzerebbe il salutare orgoglio di identità e di appartenenza non soltanto alla Calabria e all’Italia, ma anche al genere umano. Un libro che sarebbe opportuno tenere ben presente nelle case, nelle scuole, nelle biblioteche pubbliche e private, nelle università, negli enti, nelle associazioni e ovunque vengano tenute vive le radici e la memoria storica. Si parla tanto di “radici” … ebbene, chi meglio di tale libro può rinvigorirle o farle conoscere meglio?… Pure per questo lo segnalo, in particolare, ai calabresi e agli italiani emigrati oltre-confine (sperando che lo possano addirittura ostentare con orgoglio pure ai loro amici del Paese dove vivono, persino per ricavarne maggior rispetto e migliore stima). Sarebbe, perciò, opportuno che il Ministero degli Esteri, quello della Cultura, della Ricerca e dell’Università, del Turismo e del Made in Italy ne facessero tesoro diffondendolo in tutto il mondo.
E, ad essere sincero, mi tocca evidenziare che ho letto davvero con molto interesse, curiosità ed entusiasmo tale libro e che già non avevo nascosto, comunque, la mia esultanza nelle precedente lettera << https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-503-finalmente-dopo-18-anni-ecco-il-libro-calabria-la-prima-italia-della-slaughter-del-1939/ >>. Dopo averne effettuata una prima e fervente lettura (ricca di emozioni e di ulteriori stimoli) devo dirti che sono ancora più lieto di averlo scoperto e portato a compimento (alla stampa e alla diffusione con la sua traduzione italiana) grazie soprattutto all’Editore e alla Traduttrice, i più veri eroi di questa benemerita impresa socio-culturale che dovrebbe fare onore alla Calabria tutta. Spero che le Istituzioni calabresi (di ogni ordine e grado) se ne accorgano e collaborino alla sua maggiore e migliore diffusione. Pure come libro di rappresentanza da donare agli ospiti, oltre che alle biblioteche di ogni Comune e a quelle più importanti in ogni regione italiana.
Quando c’è un buon film, solitamente, lo vedo due volte: la prima per vivere intensamente le emozioni, la seconda per analizzarlo criticamente in ogni sua parte. Così, appena possibile, mi accingerò ad una seconda e più accurata lettura; e magari ti terrò aggiornato pure su questo ulteriore passaggio. Intanto, ti assicuro che è un libro facilmente leggibile per tutti, quasi come un romanzo, nonostante tratti di storia, di filosofia, di altre arti, di economia, di personaggi e di arditi collegamenti concettuali. Infatti, si nota che lo ha scritto con grande amore un’autentica docente e abile divulgatrice, la quale in tal modo ha dimostrato di possedere e padroneggiare molto bene gli strumenti analitici e conoscitivi interdisciplinari proprio a livelli universitari. Ti assicuro altresì che è un immenso godimento intellettuale tale lettura la quale, d’altra parte, ci aiuta a comprendere meglio chi siamo noi calabresi, noi italiani, noi occidentali ma anche noi esseri umani. Inoltre ci aiuta a capire pure i tanti perché la Calabria versi attualmente in pessime condizioni generali. Adesso siamo considerati ultima regione d’Europa quando invece eravamo i primi di tutti, fari e maestri di civiltà. Infatti, dalle nostre parti si suole dire (senza offesa ad alcuno) “Quando gli altri avevano la coda noi avevamo la toga”.
1 – INTITOLARE VARIA TOPONOMASTICA
Negli anni trenta del trascorso ventesimo secolo, Gertrude Slaughter, docente all’Università di Madison nel Wisconsin (nell’estremo centro-nord degli Stati Uniti d’America, nella regione dei grandi laghi, al confine con il Canada), ha girato la Calabria in lungo e in largo. Sì è così tanto innamorata di questo territorio e del suo popolo, della sua storia e dei suoi valori … così tanto che ha voluto donarci questa sua grande e palpitante testimonianza. Un’autentica perla. E noi Le siamo grati di tutto cuore. Profondamente grati. Ognuno di noi, a modo suo, dovrebbe dimostrare questa gratitudine, personalmente o collettivamente. Innanzi tutto leggendo questo suo grande attestato d’amore verso la Calabria. Tenerlo ben caro. Spero poi che i borghi, i paesi, le città della nostra regione e dell’Italia vogliano intitolare alla Slaughter qualcosa della loro più evidente toponomastica oppure qualche nuova scuola o istituzione o semplice circolo socio-culturale. Magari insieme alla sua grande ispiratrice Josephine Le Maire (la cosiddetta “santa laica”) una illuminata filàntropa che tanto ha fatto anche per la Calabria.
Anzi, sarebbe davvero bello e significativo se qualche città (calabrese e/o italiana) dedicasse le vie di un intero nuovo quartiere omogeneo ai viaggiatori esteri che ci hanno donato proprie testimonianze scritte, con cui si potrebbe riempire un intero scaffale in ogni biblioteca pubblica e privata. Come, ad esempio (in ordine alfabetico): Norman Douglas, George Gissing, Edward Lear, Charles-Francois Lenormant, Gerhard Rohlfs, e così via … In particolare, tutta la Calabria è in debito con la Slaughter, specialmente i seguenti Luoghi, ben trattati nel libro “Calabria la prima Italia” (qui in ordine alfabetico): Aspromonte, Camigliatello Silano, Catanzaro, Caulonia, Cosenza, Crotone, Locri, Mileto, Palmi, Paola, Pollino, Reggio Calabria, Rossano, San Giovanni in Fiore, Santa Severina, Seminara, Serra San Bruno, Sibari, Sila, Squillace, Stilo, Taverna, Tiriolo, Vibo Valentia, ecc.; ma anche la Sicilia tutta, specialmente Messina, Palermo, Siracusa, ecc. ; oppure la Basilicata (soprattutto Metaponto e Nuova Siri) e la Puglia (Taranto e Salento).
2 – CONSISTENZA DEL LIBRO
Gertrude Slaughter, nelle “Conclusioni” alla sua Opera del 1939 “Calabria la prima Italia” alla pagina 303 (edizione Meligrana 2023) afferma una cosa che, forse, avrebbe dovuto mettere nella Prefazione: << E’ al di là dello scopo di questo libro seguire il corso degli eventi della Calabria e la storia dei calabresi attraverso il periodo borbonico, l’epoca napoleonica, il Risorgimento fino al tempo odierno >>. Infatti, la sua narrazione si ferma alla trattazione del pittore Mattia Preti di Taverna (1613-1699) il quale, secondo l’Autrice: << … rappresenta l’ultimo legàme tra la prima Italia e il mondo moderno >>. Ma, per meglio capire, andiamo ad evidenziare i titoli dei singoli capitoli (31 in tutto) per renderci maggiormente conto delle tappe fondamentali che Lei ha usato per darci un sommario panorama della “prima Italia” e comprendere quale consideri in effetti essere stata la “prima Italia”. Intanto, ha suddiviso l’Opera in 7 parti: 1- la Prefazione; 2 – Magna Grecia; 3 – Dominio romano; 4 – Calabria bizantina; 5 – Il regno normanno; 6 – Angioini e Aragonesi; 7 – Il regno spagnolo. Ed ecco l’elenco dei 31 capitoli (molto brevi e godibili) con il numero delle pagine messe tra parentesi …
Dopo l’Introduzione di Sara Cervadoro (V-XII), segue la Prefazione dell’Autrice (5-9), poi il primo capitolo “Un crinale montuoso tra due mari” (11-20), quindi “La Calabria prima dei Greci” (21-28); 3 – “Le colonie greche” (31-38); 4 – “Orfeo e i misteri” (39-49); 5 – “Pitagora, il savio di Crotone, l’antica Kroton” (51-62); 6 – “L’uomo forte e i Sibariti. Sybaris” (63-72); 7 – “Zaleuco, il legislatore di Locri. Gerace” (73-82); 8 – “Ibico, poeta rivale di Saffo. Reggio Calabria” (83-90); 9 – “Archytas, filosofo e uomo di stato. Taranto” (91-102); 10 – “Un vincitore ai giochi olimpici. Metaponto” (103-106); 11 – “Uno stoico e un pittore. Heraclea” (107-112); 12 – “Un tragico commediografo. Thurii” (113-122); 13 – “La Calabria sotto i Romani” (125-133); 14 – “Le visite di Cicerone in Calabria. Vibo Valentia” (135-140); 15 – L’ultimo dei Romani. Squillace” (141-153); 16 – “Una colonia di Bisanzio” (157-166); 17 – “Papa Zaccaria e Bonifacio d’Inghilterra. Santa Severina” (167-173); 18 – “I Santi erranti” (175-182); 19 – “Un asceta canoro. Rossano” (183-194); 20 – “La Calabria sotto i Normanni” (197-208); 21 – “Bruno il cartusiano. Serra San Bruno” (209-214); 22 – “Gioacchino il profeta. San Giovanni in Fiore” (215-225); 23 – “Un architetto di Federico II. Catanzaro-Tiriolo” (227-236); 24 – “I duchi d’Angiò (1266-1443)” (239-243); 25 – “Il maestro di Petrarca. Seminara” (245-251); 26 – “I prìncipi di Aragona (1443-1502)” (253-257); 27 – “Uno splendido eremo. Paola” (259-262); 28 – “Il governo dei Viceré (1502-1707)” (265-268); 29 – “Uno scienziato prima di Galileo. Cosenza” (269-277); 30 – “Campanella. Rivoluzionario e Poeta. Stilo” (279-294); 31 – “Il Cavaliere calabrese. Taverna” (295- 301); Conclusione (303-304).
3 – INDISPENSABILI PRECISAZIONI
L’edizione originale in inglese del 1939 (che io ho visto, sfogliato e letto per come avuta in prestito dalla Biblioteca “Giustino Fortunato” di Roma per il tramite della Biblioteca Comunale di Agnone) è corredata da 53 illustrazioni in bianco e nero; ed ha pure note esplicative, oltre alla bibliografia. L’Editore Giuseppe Meligrana di Tropea (VV), che è stato assai bravo e coraggioso nel far tradurre da Sara Cervadoro e portare alle stampe un tale utilissimo ed indispensabile strumento di conoscenza per la Storia complessiva della Calabria (e quindi dell’Italia tutta e del Mediterraneo), ha omesso sia le illustrazioni che le note e la bibliografia per permettere una più larga diffusione di tale Opera, la quale, altrimenti, avrebbe avuto un costo elevato e difficilmente abbordabile da un pubblico medio.
Personalmente spero tanto che “Calabria the first Italy” venga riproposta nell’edizione originale (la più completa possibile) una volta che pubblico e istituzioni si siano sensibilizzati a questa Opera così come al periodo della “Prima Italia”. Comunque sia, intanto, gli studiosi e i più interessati possono ricorrere eventualmente al prestito inter-bibliotecario per poter avere a casa e consultare con calma per un intero mese il libro originale della Slaughter, tenendo presente che in tale circuito ci sono soltanto quattro copie: 1- nella Biblioteca Provinciale “Bruno Chimirri” di Catanzaro (codice CZ0141RCA60); 2- nella Biblioteca di Studi meridionali “Giustino Fortunato” in Roma (RM0256IEIGF); 3- nella Biblioteca del Dipartimento di statistica, probabilità e statistiche applicate dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” (RM0954RMS64). Una quarta è presente nella Biblioteca Calabrese di Soriano Calabro (VV) numero ingresso 28148.
4 – INNAMORATA DELLA CALABRIA
Indipendentemente dal contenuto, già fin dalle prime battute si nota come e quanto l’Autrice fosse stata innamorata della Calabria e della sua Storia. Cosicché, a parte ogni considerazione, noi italiani (in particolare noi calabresi) dovremmo tenere questa appassionata e appassionante Opera come un prezioso attestato d’Amore verso la nostra Terra e il nostro Popolo. Pure per questo, sopra, già al paragrafo 1 ho raccomandato alle Istituzioni (specialmente a quelle comunali) di intitolare una qualche toponomastica non soltanto a Gertrude Slaughter ma anche a tutti i viaggiatori (piccoli e grandi) che nel corso dei secoli hanno visitato la Calabria e ne hanno scritto in vario modo (con ciò contribuendo, comunque, ad una maggiore attrazione di interesse verso questa regione tanto vituperata quanto ammirata, confermandosi così terra di forti contrasti … ed anche per questo assai affascinate come pochi Luoghi del pianeta).
5 – DALLA PRIMA ITALIA ALLA MAGNA GRECIA E OLTRE
Come spesso accade, però, l’amore non basta a vedere e a distinguere bene le cose. Infatti, la Slaughter (pur essendo sinceramente appassionata di Calabria a tal punto da glorificarla, giustamente direi io e finalmente, visto che è persona disinteressata e non di parte) non si è chiesta cosa ci fosse stato in questo nostro territorio prima della Magna Grecia (cioè precedentemente alla colonizzazione greca iniziata nell’ottavo secolo avanti Cristo), nonostante abbia evidenziato, già nelle prime frasi della sua Prefazione (quindi all’inizio del libro) che … << … per secoli, il nome “Italia” sia stato dato all’estremità meridionale della penisola, alla “punta d’Italia”, PRIMA ANCORA CHE I ROMANI ESTENDESSERO QUELLA DENOMINAZIONE A TUTTE LE TERRE SOGGIOGATE DAL SUD FINO ALLE ALPI >>.
In questo suo libro nella traduzione italiana, pur citando re Italo (vissuto 3500 anni fa, cioè sedici generazioni prima della guerra di Troia e ben sette secoli prima dell’arrivo dei coloni greci sulle coste dell’odierna Calabria, allora Italìa), fa un salto enorme, iniziando la sua trattazione direttamente con la Magna Grecia (pagina 29 – capitolo 3). Infatti, poco o niente dice nel secondo capitolo (pagine 21-28) intitolato “la Calabria prima dei Greci”. Provenendo dagli Stati Uniti, la docente universitaria Gertrude Slaughter si è conformata (oppure si è dovuta adeguare) a ciò che la stessa cultura italiana del tempo (anni trenta del ventesimo secolo) conosceva della Calabria e della Storia d’Italia … vale a dire che la Storia d’Italia iniziasse, in buona parte, con la cosiddetta “Magna Grecia”. E’ la stessa situazione che ho trovato pure io sui banchi di scuola e che mi ha fatto scattare l’interrogativo “Chi e cosa c’era prima?” … Un merito ha, comunque, la Slaughter riguardo proprio la Magna Grecia … precisa che né Cuma (ritenuta come prima colonia greca in Campania) né la Sicilia possono essere considerate “Magna Grecia” ma soltanto l’attuale Calabria, facendo capire che il suo territorio di allora si estendesse fino a Metaponto e a Taranto (confine ultimo della Prima Italia in quei secoli magnogreci anche per l’Enciclopedia Italiana Treccani ancora in uso). Tale precisazione è utile, poiché, comunemente e a torto, taluni inseriscono nella “Magna Grecia” pure la Sicilia e persino la costa tirrenica da Velia a Paestum fino a Napoli e dintorni. Luoghi che sono entrati a fare parte dell’Italia in un secondo momento, nel progressivo diffondersi del nome fino alle Alpi, paradossalmente ad opera dei Romani, riconoscenti di aver ricevuto così tanto dalla “Calabria prima Italia” nonostante l’abbiano rasa al suolo e nonostante tutta la penisola avesse potuto da loro essere denominata “Romania” o “Lazio” o Augustea, ecc. ecc. per meglio affermare l’orgoglio imperiale. Questo, comunque, sarebbe un dato da approfondire molto bene.
Poiché ogni persona ed ogni sua opera deve necessariamente essere vista nel contesto del suo tempo, ritengo che la Slaughter abbia dovuto o voluto tenere conto (opportunamente o rispettosamente) del clima politico-culturale durante cui ha ricercato e scritto sulla Prima Italia. Vale a dire che gli anni trenta, durante i quali ha visitato la Calabria e poi scritto su di essa, erano dominati dalla dittatura fascista. E, si sa, il Fascismo prediligeva l’appariscenza della gloria di Roma, in particolare quella imperiale, specchio necessario della sua esaltazione ideologica. Dire qualcosa di diverso avrebbe potuto costituire addirittura un “caso diplomatico” tra Italia e Stati Uniti, i cui rapporti già da allora non erano affatto facili. Penso pure che l’Autrice abbia dovuto fare un sano ed opportuno esercizio di equilibrismo pure per rispetto ai suoi amici italiani che l’hanno aiutata in tale impresa di conoscere la Calabria e di scriverne una narrazione più divulgativa che scientifica. Mi riferisco principalmente alla “santa laica” signorina Josephine La Maire (1870-1937) che Le ha aperto gli occhi sul fascino della Calabria, nonché a Paolo Orsi (1859-1935) e a Umberto Zanotti Bianco (1889-1963) al quale la Slaughter ha donato, con dedica autografa del 25 novembre 1939 (giusto 84 anni fa), quella copia del suo libro, fresco di stampa, che è ancora presente nella Biblioteca “Gustino Fortunato” dell’Associazione Nazionale per gli Interessi del Mezzogiorno d’Italia (A.N.I.M.I.) che viene citata nel libro fin troppo spesso (forse proprio per riconoscenza e gratitudine). Ogni Opera risente inevitabilmente (più o meno) del periodo in cui viene creata.
Ma, ciò che mi ha colpito di più è il fatto che la Slaughter estende la cosiddetta “Prima Italia” della Calabria per un periodo oggettivamente troppo lungo: dalla Magna Grecia (anno 773 a.C.) addirittura fino a Mattia Preti (1613-1699) il grande pittore di Taverna (CZ) per un arco di tempo di ben 2300 anni! … In pratica e secondo il mio modesto parere, l’Autrice ha inteso così evidenziare che l’influsso della Calabria nel mondo moderno ed occidentale si è esteso ed è rimasto presente per tutto questo tempo. Ha voluto dimostrare che senza la “Calabria prima Italia” non ci sarebbe stato il mondo che abbiamo adesso; né tanto meno l’Europa, l’America e l’Occidente. Il messaggio è stato, quindi, indirizzato anche ai suoi concittadini statunitensi, in particolare ai suoi allievi universitari.
Infatti, è stato così pure un modo per ringraziare la “Calabria prima Italia” anche come cittadina americana, statunitense in particolare. L’Autrice era pur sempre un’americana molto colta, appartenente all’intellighenzia universitaria del Nuovo Mondo … non poteva quindi non riconoscere ed omaggiare la principale culla della civiltà occidentale, prima ancora di quanto prodotto dalla Grecia di Atene e dintorni. Ed è proprio qui, sempre secondo la mia lettura, il maggior pregio di questo libro … che cioè la vera “prima Italia” (quella di re Italo) e persino la Magna Grecia è stata madre persino della tanto decantata Grecia (che ovviamente ha avuto pure la sua bella importanza). Una ipotesi e/o una realtà che apre scenari ancora più complessi e che, ritengo, non siano stati ancora fatti emergere, completamente e con chiarezza, forse per ovvi campanilismi “geopolitici”. Come si può intuire il discorso storico sulla “Calabria la prima Italia” è tutto ancora da affrontare più compiutamente. E’ un giacimento quasi tutto da esplorare. Una miniera che non a tutti conviene utilizzare. Tutto deve rimanere sepolto, perché altri possano primeggiare, probabilmente pure per occulti interessi.
7 – DIFFUSIONE E PRIME PRESENTAZIONI IN CALABRIA
Caro Tito, ritengo che ci sia già un buon passa-parola sull’uscita di “Calabria la prima Italia” nella sua edizione italiana. Ma anche nella sua edizione in lingua inglese … Infatti in India si stampano e si vendono copie della prima edizione originale dell’Università del Wisconsin del 1939. Quanto prima cercherò di averne copia, pure per rivedere le illustrazioni, le note al testo e la bibliografia. Entrambe le edizioni cammineranno con le proprie gambe, per quanto sia bello ed utile, interessante e necessario tale discorso della “prima Italia” specialmente per noi calabresi, oltre che per la Storia d’Italia, dell’Europa e del Mediterraneo. E, a ben vedere, forse pure del mondo intero. Comunque sia, per quanto mi riguarda il discorso della “Calabria la prima Italia” farò il massimo possibile perché venga conosciuto, letto ed apprezzato ed anche per questo diffuso. Finora, nel mio piccolo, a parte i precedenti interventi (fin dall’aprile 1982), nel nostro presente ho prodotto quattro articoli giornalistici così pubblicati e ripresi da altri siti web (anche nazionali) nel giro di appena sei giorni: 1- Giovedì 16 novembre 2023 ore 13.13 << https://www.costajonicaweb.it/universita-delle-generazioni-calabria-la-prima-italia-fenomeno-della-storia-e-il-libro-evento-per-tutti-specialmente-per-il-migliore-orgoglio-calabrese/ >> – 2- Domenica 19 novembre 2023 ore 22.34 << https://www.politicamentecorretto.com/2023/11/19/calabria-la-prima-italia-il-libro-ideale-per-le-famiglie-le-scuole-e-le-biblioteche-pure-degli-italiani-e-dei-calabresi-allestero/ >> – 3 – Lunedì 20 novembre 2023 ore 11.10 << https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-503-finalmente-dopo-18-anni-ecco-il-libro-calabria-la-prima-italia-della-slaughter-del-1939/ >> – 4 – Martedì 21 novembre 2023 ore 12.50 << https://www.costajonicaweb.it/calabria-prima-italia-sulle-orme-dei-grandi-viaggiatori-in-calabria/ >>.
Per quanto riguarda la presentazione dal vivo, con pubblico presente, probabilmente il libro verrà illustrato entro il mese di dicembre a Reggio Calabria dal Club UNESCO di cui è presidente l’arch. Alberto Gioffré. Nel breve periodo altre presentazioni sono previste nella Biblioteca Vincenziana di Davoli Marina (CZ) di cui è direttore il prof. Aldo Marcellino; al Centro Studi e Ricerche sulla Prima Italia di Squillace (CZ) presso il Comune, per interessamento dell’assessore al turismo e alla programmazione dottore sociologo Franco Caccia; alla Nuova Scuola Pitagorica di Crotone a cura dello scolarca dottore filosofo Salvatore Mongiardo. Spero che con il nuovo anno, “Calabria la prima Italia” possa essere presentato pure a Lamezia Terme, nell’àmbito della seconda edizione 2024 del Premio “Re Italo – Terre degli Enotri” per interessamento del promotore dott. Pino Campìsi. Spero altresì, di poterlo presentare in Agnone del Molise o immediati dintorni (ad esempio a Poggio Sannita, con il patrocinio del Comune il cui sindaco è il dott. farmacista Pino Orlano, e con la sempre preziosa collaborazione delle signore Fausta Mancini e Maria Porrone, le preziose autrici dei babàci di cui alle “Lettera n. 466” del 08 maggio 2023). Comunque, andando vedendo.
8 – LA CALABRIA PRIMA ITALIA DI EDITALIA SPA
Caro Tito, nel contesto di questa “Lettera n. 504” sento il dovere di ricordare e ringraziare l’ormai compianto preside prof. Antonio Anoja, ovvero colui il quale (sapendo già da tempo della mia grande passione per la “Calabria Prima Italia”) mi ha chiamato a casa sua nella primavera dell’anno 2000 (mentre ero in vacanza a Badolato) per mostrarmi il magnifico volume “Calabria la prima Italia” prodotto nel 1999 da Editalia (una società e un marchio dell’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani). Adesso posso ben immaginare che tale titolo possa essere stato adottato da Editalia proprio dal libro della Slaughter.
Così recita ancora la presentazione dell’Opera nei siti web per l’acquisto “online” (già comunque esaurito) … Tale notevole volume d’arte è in formato folio di cm 32 x 42 per un totale di 260 pagine di carta di qualità esclusiva e oltre 120 illustrazioni in bianco e nero e a colori. Rilegato in pelle pregiata con copertina a sbalzo, borchie di metallo sul retro, dorso con nervature e impressioni in oro. La tiratura è stata volutamente assai limitata ed anche per tale motivo il costo iniziale superava allora di molto il milione di lire (500 euro attuali). Infatti, i pochi esemplari prodotti sono andati tutti venduti nel giro di poco tempo. Il contenuto riguarda essenzialmente la “Magna Grecia” con riferimento alla metà dell’VIII secolo a.C. quando inizia, secondo la tradizione storica, l’avventura dei coloni greci sulle coste del nostro Meridione. In quella terra che oggi chiamiamo Calabria s’insedia il popolo degli Itali, da cui riceverà il nome prima quella regione, poi l’intera Penisola. Nuclei di coloni operosi formano centri abitati che presto diventano, appunto, le magnifiche città della Magna Grecia. Data la preziosità del volume, al prof. Anoja non ho osato chiederlo in prestito, nemmeno per una sola giornata, giusto almeno per rendermi conto dello svolgimento del discorso. Non so, quindi, dirti proprio nulla al di fuori della sua esistenza e del titolo che, ritengo, ricalchi proprio quello del libro della Slaughter pubblicato nel luglio 1939.
9 – LIETI EVENTI
Caro Tito, innanzitutto, salutiamo insieme l’ardimentosa e rocambolesca (ed anche per questo più attesa e oltremodo felicissima) nascita di Francesco Toscani, avvenuta sabato 25 novembre 2023 all’ospedale Santissima Annunziata di Chieti. Benvenuto tra noi, Francesco, e buona Vita!!! … Complimenti alla bravissima, tenace e stupenda mamma Romìna Cacciavillani e al meraviglioso papà Vincenzo. Un grazie infinito all’intero reparto ostetrico e alla poderosa e benemerita equipe medica, in particolare al prof. Francesco D’Antonio. Felicitazioni ai nonni e ai parenti tutti. Avremo presto modo di dare da vicino un bacione al bel Francesco e ai suoi felicissimi e formidabili genitori!
Se poi possiamo considerare una “nascita” pure l’edizione italiana del libro “Calabria la prima Italia” … allora “Benvenuta!” … Sicuramente è un lieto evento pure la pubblicazione di questo libro che ha avuto una lunga e sofferta gestazione, durata quasi 18 anni. Come ricorderai, ho sempre sostenuto che un libro è come un figlio … quindi ogni uscita di un libro è una creatura che avrà una vita autonoma e potrà fare tanto bene in giro per il mondo. I libri, come i figli, ci sopravvivono … infatti “Calabria la prima Italia” dopo 84 anni dalla sua stampa e dopo 60 anni dalla scomparsa della sua Autrice ci fa ancora parlare e impegnare per una degna e dovuta rigenerazione di noi stessi, delle generazioni e del mondo.
Solitamene ci sopravvivono pure le canzoni. Anche per questo salutiamo la pubblicazione della più recente “creatura” del cantautore Antonio Laganà di Badolato Marina (CZ) … nata l’altro ieri, sabato 25 novembre 2023, in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, in particolare dei “femminicidi”. Infatti, il tema della canzone del bravissimo Antonio è proprio la violenza contro le donne. Si intitola “Fallo oggi, domani è tardi, angelo mio” e puoi ascoltarla al seguente link << https://www.facebook.com/100073631842386/videos/fallo-oggi-domani-%C3%A8-tardiangelo-mio/1388506632067720/ >> in attesa di ascoltarla pure su “youtube”. Buona vita pure a questa canzone e al suo autore!….
10 – SALUTISSIMI
Caro Tito, come abbiamo visto, questa “Lettera n. 504” annuncia delle belle nascite (un libro, un bimbo, una canzone). E le nascite sono sempre un conforto ed una speranza per un mondo migliore … a fronte di tante distruzioni in questa globalizzazione forsennata di arrivismi, competizioni eccessive, prepotenze. Armi e guerre, violenze di ogni genere. Per non cadere in depressione globale abbiamo però un fortissimo bisogno di maggiore e decisiva speranza. Di un maggiore impegno individuale e collettivo. Globale!…
Spero tanto che le nuove generazioni possano e vogliano continuare a coltivare il sogno, il bisogno o l’utopia di un “mondo migliore” già presenti nelle dense e intense pagine di “Calabria prima Italia” della Slaughter del 1939 (vigilia della seconda guerra mondiale) e ribadìti nei movimenti giovanili degli anni sessanta e di quelli attuali. Ho sempre detto che senza un preciso e forte impegno per un “mondo migliore” … ci meritiamo le guerre, le ingiustizie, un pianeta malato.
Diamo, quindi, una vera e profonda svolta alla nostra Wita a favore dei migliori valori che da sempre sono sostenuti da civiltà autentiche come quelle della “Prima Italia”. Grazie, Tito, e alla prossima “Lettera n. 505”. Cordialità,
Domenico Lanciano (www.costajonicaweb.it)
ITER-City, lunedì 27 novembre 2023 or e 04.24 – Da 56 anni (dal settembre 1967) il mio motto di Wita è “Fecondare in questo infinito il metro del mio deserto” (con Amore). Le foto, cui i diritti appartengono ai legittimi proprietari, sono state prese dal web.