Caro Tito, voglio dedicare questa “Lettera n. 498” a tutti quei figli, nipoti e pronipoti di italiani emigrati all’estero che hanno tanta voglia di radici ed hanno, pure per questo, voluto prendere la cittadinanza italiana o ci aspirano. Tra queste c’è una mia cugina di terzo grado, Vanessa Lanciano di Perth – Australia, figlia del figlio del mio primo cugino Vincenzo Lanciano, emigrato in quel lontano Paese sessanta anni fa. Stamattina alle ore italiane 07.42 (ore 13.42 a Perth) mi è giunto questo bel messaggio whatsapp di Vanessa: << Dopo 11 mesi e tante pratiche burocratiche, sono felice di dirti che mi verrà concessa la cittadinanza italiana!… Pure Milania ha ottenuto la possibilità di cittadinanza da parte del Consolato di Perth! >>. Puoi immaginare l’esultanza di Vanessa, la quale ci teneva tanto riprendere le fila delle proprie radici italiane e farne pienamente parte come cittadina a tutti gli effetti e gli affetti. L’esultanza è anche mia! In un certo senso, l’associazione culturale “Calabria Prima Italia” ha preceduto lo Stato italiano con l’assegnazione alla famiglia di Vanessa del “Premio Prima Italia 2023” consegnato di persona, domenica 18 giugno 2023, durante il suo soggiorno calabrese voluto fortemente per conoscere i luoghi e i parenti della propria famiglia di origine a Badolato (CZ). Nella foto di copertina, la consegna della pergamena a Vanessa e al simpatico marito Nick Scerri.
1 – L’ITALIANITA’ DI VANESSA
Negli oltre venti giorni trascorsi in Canadà (agosto-settembre 1994) e in Australia (settembre 1995) ho avuto modo di capire come e quanto le generazioni derivate dai nostri emigrati in questi Paesi siano più o meno interessate o attratti dall’Italia. I figli degli italiani in quel Paese nord-americano sono poco o niente interessati all’Italia come luogo origine della propria famiglia … tanto è che alcuni di loro magari fanno il classico giro turistico italiano ma non si degnano di recarsi al paese da dove sono partiti i loro genitori o nonni e bisnonni. Sono veramente pochi quelli che ci tengono a dire con orgoglio che hanno una origine italiana. Discorso diametralmente opposto per i figli e i nipoti e i pronipoti degli italiani emigrati in Australia. Qui ho sentito più nostalgia e più interesse per le origini nazionali e per le radici familiari. Tutti lavorano e ambiscono visitare l’Italia e, in particolare, il luogo delle proprie radici (anche anagrafiche, oltre che generazionali).
Mia cugina Vanessa (avvocato, classe 1986) è talmente attratta ed innamorata dell’Italia che ha voluto addirittura sposarsi a Roma (in una basilica del Foro Romano) e persino dare nome di Milania (in onore di Milano) alla sua primogenita (che adesso ha un anno e 5 mesi). E, come ho accennato in premessa, entrambe, mamma e figlia, avranno presto e ufficialmente la cittadinanza italiana. Ritengo che l’italianità di Vanessa sia, in buona parte, frutto della devozione reciproca con il nonno Vincenzo Lanciano (1927-2022) il quale le ha affettuosamente travasato (più che raccontato) tutto ciò che riguardava la sua identità e le sue esperienze italiane. L’amore familiare gioca un ruolo assai importante nell’inculcare nelle nuove generazioni di famiglia l’interesse per le radici e i valori della propria stirpe.
2 – IL TURISMO DELLE RADICI
In questi ultimi tempi si parla e si scrive molto sul cosiddetto “Turismo delle radici” che, in genere, è proprio basato sull’amore e sull’interesse dei nostri emigrati e dei loro eredi per l’Italia e, in particolare, i luoghi di partenza delle generazioni passate. Inoltre, molti sono interessati pure all’origine anagrafiche delle famiglie di derivazione e tutto questo interesse alimenta un utile indotto di cui abbiamo trattato in altre lettere, specialmente evidenziando il “Museo del Cognome” di Padula (in provincia di Salerno). Rivedi << https://museodelcognome.it/ >> e << https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-101-lindustria-della-sana-aggregazione-lanciano-day-e-dintorni/ >> di mercoledì 28 gennaio 2015.
Su un embrionale “turismo delle radici” ho lavorato pure io quando ero bibliotecario comunale di Badolato (CZ) già nella prima tornata (dal 1981 al 1982). In quel periodo ne parlavo spesso con il dottore ed artista Giannino Ermocida (pittore premiato a livelli internazionali) il quale, badolatese verace, era diventato cittadino svizzero dopo che si era rifugiato in quel Paese per sfuggire alle probabili mortali conseguenze a sèguito dell’armistizio dell’8 settembre 1943 durante la seconda guerra mondiale, come d’altra parte avevano fatto tanti altri italiani desiderosi di salvare la pelle da quel caos provocato pure dalla tremenda occupazione tedesca. Come ti ho accennato nella precedente “Lettera n. 497” me ne sono occupato pure nel marzo 1986 ipotizzando una rivista mensile per gli emigrati badolatesi all’estero intitolata “CHI RESTA”. Per non dire delle mie tante iniziative (addirittura degli anni Settanta) riferite al “TURISMO DEGLI AFFEZIONATI” intendendo per “affezionati” pure coloro che avevano origini, lontane o vicine, badolatesi. Così pure con le mie ripetute proposte dell’associazione AMICI DI BADOLATO (1982 e seguenti) e dell’ANAGRAFE DEGLI AMICI DI BADOLATO (1982) come veri e propri cittadini onorari!
Altra occasione per ribadire un ulteriore aspetto del “turismo delle radici” è stata per me l’organizzazione (dal novembre 2002 all’agosto 2003) e la realizzazione sabato 30 e domenica 31 agosto 2003 (giusto venti anni fa) del “Lanciano Day” ovvero il raduno di coloro i quali hanno cognome Lanciano proprio nella Città di Lanciano.
Da allora altri Comuni hanno emulato tale innovativa iniziativa che ha avuto veramente tanto successo, con la partecipazione di oltre trecento persone con cognome Lanciano (provenienti pure dall’estero), le quali hanno portato con sé pure accompagnatori con altro cognome per un totale di circa cinquecento presenze nei due giorni epici del nostro cognome. Nel 2019 ho proposto e aiutato a realizzare il “BADOLATO DAY” ovvero il raduno a Badolato di coloro i quali hanno cognome Badolato o Badolati. Pure questo evento è stato incoraggiante e pare che verrà ripreso (dopo il fermo per Covid) nella primavera o estate 2024 nella stessa sede dell’Agriturismo Zangarsa sulle amene e panoramiche colline badolatesi di mezza costa.
3 – SALUTISSIMI
Caro Tito, come possiamo notare, l’identità e l’appartenenza sono necessarie alle persone per avere un più sereno orientamento di valori e di vita. Seppure in forte ritardo lo ha capìto pure la Politica ovvero il Parlamento, istituendo nel 1991 un apposito Ministero per gli Italiani all’Estero o nel Mondo (la socialista Margherita Boniver, nata nel 1938, ha inaugurato tale dicastero il 13 aprile 1991, tenendolo fino al 28 giugno 1992 poi sono seguìti altri ministri). Tale rapporto con gli italiani all’estero si è poi leggermente rafforzato con l’elezione al Parlamento di Roma di alcuni rappresentanti dei nostri emigrati. Ritengo poi che, più o meno, quasi tutte le Regioni abbiano un apposito Assessorato che si occupa in qualche modo dei concittadini emigrati, per i quali è importante avere un punto istituzionale di riferimento (oltre al Ministero degli Esteri e della sua rete mondiale di ambasciate e consolati, ovviamente).
Il 18° Rapporto Italiani nel Mondo, presentato proprio stamattina a Roma dalla Fondazione Migrantes (www.migrantes.it) attesta che l’Italia è in fuga, cioè l’espatrio di cittadini italiani soprattutto giovani e per motivi di lavoro è in continua crescita e, in particolare, il Sud si spopola sempre di più (vedi << https://www.avvenire.it/attualita/pagine/rim >>). Quindi, bisogna potenziare la rete di sostegno, pure delle radici, per coloro che partono e poi restano all’estero generalmente per sempre. E’ essenziale non recidere il cordone ombelicale nazionale. Tuttavia sono tantissimi gli italiani che, una volta emigrati per sempre, rinunciano alla cittadinanza italiana, spesso persino con rabbia. Ed è questa “rabbia” che dovremmo eliminare possibilmente con maggiore attenzione verso quei cittadini che ne possano essere preda per vari motivi. Uno Stato più umano e vicino ai cittadini dovrebbe farlo.
Anche a tale proposito, per quel che ne sappia, saranno pochissimi i Comuni che abbiano ufficialmente una figura o un assessorato che si occupi di emigrati e di radici. Magari da qui lo sollecito a tutti i Sindaci, in particolare lo propongo al sindaco di Badolato Nicola Parretta (il quale potrebbe delegare, ad esempio, il dottore Guerino Nisticò che già si occupa quasi a tempo pieno di tale materia sociale). E ne parlerò con altri Sindaci di mia conoscenza. Infatti, sarebbe molto utile avere un punto di riferimento comunale per chi è alla ricerca delle radici e per chi è emigrato altrove.
Tra l’altro, gli archivi anagrafici comunali sono preziosi per ricostruire le proprie genealogie di famiglia. A tal proposito ringrazio ancora tanto l’Ufficiale di Anagrafe di Badolato, Vincenzo Serrao (Cecé per gli amici), oggi in pensione, il quale mi ha dato una determinante mano di aiuto nelle mie ricerche genealogiche, adesso presenti nel terzo volume (copertina gialla) del “Libro-Monumento per i miei Genitori” andato in stampa nel maggio 2007.
Concludo salutando te e i nostri cari e gentili lettori, dandoti appuntamento alla “Lettera n. 499”. Un saluto a Vanessa e a tutti gli italiani e ai ”tanti badolatesi sparsi per le vie del mondo” (come recita la dedica del periodico cartaceo “LA RADICE” di Badolato dall’aprile 1994, diretto e animato dal prof. Vincenzo Squillacioti ormai da quasi 30 anni). BUONE RADICI A TUTTI. A presto!
Domenico Lanciano (www.costajonicaweb.it)
ITER-City, mercoledì 08 novembre 2023 ore 13.31 – Da 56 anni (dal settembre 1967) il mio motto di Wita è “Fecondare in questo infinito il metro del mio deserto” (con Amore). Le foto, cui i diritti appartengono ai legittimi proprietari, sono state prese dal web. Una foto è mia e un’altra è di Vanessa.