Caro Tito, come immaginavo, ho avuto parecchi riscontri a << https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-493-significati-sociali-della-messa-in-vendita-della-villa-tenuta-dei-baroni-paparo-al-mare-di-badolato-cz/ >> che hai pubblicato alle ore 09.54 di ieri, venerdì scorso 27 ottobre 2023 … segno che sta molto a cuore dei cittadini calabro-jonici l’argomento della futura destinazione d’uso della Villa-Tenuta Pàparo di Badolato Marina (CZ). Le proposte avanzate sono tante come tanti sono i commenti ricevuti. Proviamo a farne una breve rassegna. Prima, però, ti vorrei trascrivere qualcosa per darti un’idea.
1 – LA LANCIA FLAVIA CON LE TENDINE
La Villa dei Baroni Pàparo evoca in me tanti ricordi e in particolare un giorno di agosto del 1975. Don Ciccio lo rammento così come lo descrivi tu, come le altre cose. Ricordo la bellissima Lancia Flavia con tendine per i posti posteriori che, già allora amante delle auto, ammiravo con “invidia”. Sarebbe bello se il Comune si facesse avanti per l’acquisto. (D.R.C. – Badolato)
2 – INTERROGATIVI SULLA DESTINAZIONE D’USO
Ho letto integralmente la “Lettera a Tito n. 493” e concordo che la messa in vendita della Villa-Tenuta Pàparo pone l’opinione pubblica e coloro i quali la cosa pubblica amministrano in quel territorio comunale dinanzi a significativi interrogativi di ordine sociale, pure sotto il profilo della necessità di non disperdere e tramandare la memoria collettiva di detta realtà territoriale. Intanto ti partecipo che la sua lettura ha riportato alla mia memoria alcune pratiche comuni al nostro comprensorio. A Davoli, per esempio, dove, come tu sai, le superfici di aranceti (incrementati nel dopoguerra) erano molto estese, la “guardianìa armata” veniva affidata, dai grandi proprietari, ai reggini.
Ma tornando alla vendita della Tenuta Pàparo, nucleo centrale della tua “Lettera n. 493”, è incontestabile che sarebbe auspicabile l’acquisizione al patrimonio comunale, almeno del Palazzo e delle sue pertinenze murarie, anche in considerazione che, diversamente dal Borgo, in Marina, è, mi pare, un “unicum”. Ovviamente siamo consapevoli, sia tu che io, che l’acquisizione è, com’è pure giusto che sia, onerosa e vi è, quindi, una questione economico-finanziaria che l’Ente può affrontare solo con il supporto delle istituzioni sovracomunali. Provarci però non costa nulla ed è, pertanto, non solo possibile ma anche oserei dire, doveroso. Ma io non ho, diversamente da te, alcun titolo, nemmeno di “stato civile” o di “anagrafe” che possa incisivamente legittimare una tale posizione. La mia rimane, quindi, naturalmente, una pura disquisizione accademica. Il sogno di tuo padre, seppure concretamente declinato, in forme e modi diversi, è molto più comune di quanto si possa immaginare in quella fetta di lavoratori e di popolazioni in cui egli è astrattamente collocabile. (Gaetano Drosi – Davoli Marina)
3 – IL COLONO DI SQUILLACE
Caro Mimmo, anche se ero piccolo (10-11 anni), ricordo che sono stato con mio padre in quell’enorme palazzo del barone Pàparo a Badolato Marina. In tale occasione ho conosciuto di persona il barone, il quale proponeva a mio padre l’amministrazione agraria della Tenuta. Però, mio padre con i suoi ideali di vita, che tu bene o male conosci, ha rifiutato. Mio padre, come ben sai, non voleva essere dipendente. Forse è stato un errore, ma sicuramente lui ha vissuto la sua vita, giusto o sbagliato che sia stato. Ha vissuto da uomo libero.
Questa tua lettera è un pezzo di storia della provincia, un pezzo di storia che si chiude, un pezzo della mia infanzia che ancora una volta va via. Capisco che è l’evolversi della vita però … Pàparo mi ricorda i terreni di cui siamo stati coloni, quindi la mia giovinezza e fra giorni alti e bassi ho incontrato amici come te. Unici. E’ bello e ti ringrazio ancora, per condividere tutto questo con me. Non sapevo della vendita della Tenuta. (MBC – Squillace)
4 – ALTRI COMMENTI
Caro Tito, tra i tanti commenti ricevuti (alcuni dei quali non riferibili) mi ha colpito la frase di una ex-colona: << Il barone Pàparo era un latifondista ignaro dei suoi averi >>. Poi mi tocca ringraziare tanto e di vero cuore una amica di lungo corso, la quale mi ha mandato il seguente affettuoso messaggio: << Mimmo caro, sei via da tanto tempo, eppure il tuo amore per Badolato è sempre più grande. Sono orgogliosa di esserti amica. Ti voglio bene >>. Così come ringrazio un vecchio amico il quale mi ha dato questo commovente riconoscimento morale: “I sindaci di Badolato sono passati e alcuni si sono zittiti completamente … ma la tua voce a favore del nostro paese non è mai venuta meno, ma anzi col tempo è diventata grido!”. Sono attestazioni come queste che mi ripagano dei tanti sacrifici e delle innumerevoli privazioni che mi comporta questa mia “assidua ed accorata scrittura sociale”.
5 – IL MIO PIU’ RICONOSCENTE GRAZIE
“Scrittura sociale” che ha un qualche valore di servizio verso la comunità, principalmente grazie a te che mi pubblichi le corrispondenze in modo sempre puntuale e sollecito fin dal 04 ottobre 2012. E devo ringraziare devotamente altri due amici che sono sempre molto attenti, gentili e fedeli a questi nostri appuntamenti: Franco Pòlito di “www.preserreedintorni.it” (Squillace) e Rita Barone, segretaria di redazione di “www.lanuovacalabria.it“ (Catanzaro). Non sempre ma spesso, questi miei scritti vengono rilanciati pure da Raffaele Cardamone di “www.ilreventino.it” (Soveria Mannelli), da Lamberto Colla di “www.gazzettadellemilia.it” (Parma), da “www.soveratoweb.com” e da qualche altro sporadico sito web. A tutti va il mio più riconoscente e affettuoso GRAZIE. Insieme cerchiamo di fare qualcosa di utile per la nostra società e comunità di appartenenza. Per il nostro amato territorio. Anche o solo in forma web.
Un doveroso, devoto e riconoscente pensiero va pure al compianto Vincenzo De Virgilio, giornalista veterano di Catanzaro, il quale mi è stato sempre vicino fin dalla primavera del 1987 per la vicenda di “Badolato paese in vendita” con l’AGI (Agenzia Giornalistica Italia), poi con l’ASCA per tanti altri temi sociali e che ultimamente mi sosteneva con la sua “www.agenziacalabrianotizie.com”. Purtroppo, è mancato proprio nel giorno dello scorso ferragosto 2023. E mi resta nel più affettuoso ricordo pure per l’indimenticabile e preziosa collaborazione al suo settimanale “il piccolissimo” edito da Rubbettino per tanti anni. Un’epopea che sarebbe da riprendere!… Nella forma e nella sostanza.
6 – A VILLA PAPARO LA SEDE DEL MUNICIPIO
Caro Tito, sono stato assai lieto che in parecchi siano intervenuti per contribuire, con grande senso civico e con le loro proposte, per far sì che la Villa-Tenuta Pàparo possa diventare un bene pubblico. Ecco le principali indicazioni, in ordine di preferenza. I più vorrebbero che il palazzo della Villa Pàparo possa divenire sede del Municipio di Badolato. Per alcuni di questi anche per una questione di rivalsa morale del popolo di Badolato vessato dagli sfruttamenti baronali contro i quali ci furono le lotte contadine. Una specie di nemesi storica!… Mi sono meravigliato che ormai si fa avanti la convinzione che non è più tempo di lasciare a Badolato borgo la sede comunale principale, quando ormai più del 90% della popolazione è nella Marina.
Prima quasi tutti i badolatesi concordavano di lasciare al borgo gli uffici e la sala del consiglio comunale. Adesso penso che la situazione si sia invertita … meglio avere il Comune in Marina e magari a Palazzo Pàparo (che è una prestigiosa sede del 1700) e lasciare una Delegazione a Badolato Superiore o borgo come simbolo ma anche come riferimento per i pochi che ci abitano. Fatti salvi i simboli, appunto, e la presenza, quasi tutti coloro che hanno commentato sono convinti che bisogna andare al sodo e alla massima efficienza.
7 – VILLA E TENUTA ALLA FACOLTA’ DI AGRARIA
Visto che la Villa-Tenuta ha 4 ettari di terreno, dove in precedenza sono state introdotte varie specie di piante esotiche, non sarebbe il caso di farla a acquisire dalla Facoltà di Agraria dell’Università di Reggio Calabria affinché possa condurre esperimenti di nuove colture, considerati specialmente i cambiamenti climatici che impongono nuovi impianti e taluni cambiamenti o adattamenti? … In fondo come già si fa nella vicina Sicilia, come ad esempio nella pianura di Catania dove già vengono prodotti frutti esotici. A tale idea-proposta si avvicinano coloro i quali pensano che tale Villa-Tenuta possa divenire succursale dell’Istituto Tecnico Agrario Statale di Catanzaro. E, sempre in linea della valorizzazione agricola, si ritrovano altri. Come gli ambientalisti che ritengono sia necessario utilizzare tale luogo come SIC (Sito di interesse comunitario europeo), pure per lo studio della biodiversità generale e calabrese in particolare. E perciò inalienabile.
8 – SEDE DELL’UNIONE DEI COMUNI
Mi è giunta pure la proposta di spostare da Isca Marina a Villa Pàparo la sede dell’Unione dei Comuni del Versante Jonico (ex Comunità Montana). E i 40mila metri quadrati di terreno?… Per alcuni tale terreno si potrebbe mantenere ad agrumeto oppure trasformarlo in “vivaio” di piante da vendere o regalare ai cittadini dei comuni facenti parte dell’Unione per un utile decoro urbano e per un efficace rimboschimento. Tra l’altro – dico io fin dal 1977 – sarebbe proprio il caso di studiare una pianta che, con i suoi fiori, possa caratterizzare tutto la nostra costa jonica. Nel pomeriggio di sabato 04 novembre 1995 (in occasione della presentazione del mio libro “Prima del Silenzio”) proprio nella sala della Delegazione municipale ho proposto di caratterizzare la cosiddetta nostra “Riviera degli Angeli” (da Riace a Squillace) con la pianta australiana dello “Sturabottiglie” (callistemon) che fa dei fiori spettacolari di vari colori (a forma di scovolino in ben 30 specie), è un sempreverde e non vuole molta acqua (essendo una pianta semidesertica come il mirto mediterraneo).
Altri sostengono che si potrebbe utilizzare come “Giardino Pubblico” visto e considerato che sulla nostra zona jonica (semidesertica) non c’è un vero e proprio luogo dove passeggiare, incontrarsi o rilassarsi all’ombra degli alberi. Questa Tenuta potrebbe diventare una vera e propria “oasi”. Introvabile altrove. Disperdere tale antico patrimonio sarebbe un grave danno all’ambiente e alla comunità.
9 – MUSEO O SEDE DI RAPPRESENTANZA
Secondo alcuni, tale palazzo Pàparo, essendo una residenza baronale di pregio, potrebbe diventare sede di rappresentanza della Regione Calabria o persino dello Stato Italiano per incontri al vertice, ma anche sede per un Museo o centro Studi della Nobiltà Italiana (calabrese in particolare). In questo àmbito, il desiderio di una destinazione d’uso è vario. Infatti c’è chi propone di farne addirittura sede di rappresentanza “operativa” dell’Unione Europea. Oppure Centro-studi e di formazione per diplomatici, ricordando il fatto che il barone Mario Pàparo pare sia stato console italiano in Cile e/o in qualche altro Stato. Ma c’è pure chi preferisce vedere in tale palazzo la sede di un Museo della Civiltà contadina (o agropastorale, precisano meglio altri). Qualcuno accenna che possa essere sede per una serie di “stage” (periodi di studi) per le Università calabresi (Cosenza, Reggio, Catanzaro e, adesso, forse pure Crotone) o euro-mediterranee, tra cui una “Summer School”. La fantasia non manca, poiché c’è chi pensa ad un Centro del CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) per la salute sportiva oppure ad una Biblioteca Regionale Centrale generalista oppure ad una Biblioteca specialistica (su che cosa?).
Ma anche ad un Centro Congressi stabile, aperto tutto l’anno, a disposizione di tutte le categorie professionali o soltanto della Camera di Commercio o sede della Confindustria Calabria. Qualcun altro (forse maggiormente sensibilizzato dalla guerra in corso in Medio Oriente) pensa ad un centro di incontro tra le Religioni per la pace nel mondo, ma anche ad una sede permanente della Conferenza Episcopale Italiana per il Sud (italiano e del mondo) o soltanto calabrese. Come puoi notare, il desiderio di valorizzare socialmente tale struttura è proprio grande. Speriamo che si realizzi qualcuno di questi desideri.
10 – https://www.casa.it/immobili/47039432/
Caro Tito, giusto per avere un’idea di come le immobiliari hanno trattato sul web tale messa in vendita della Villa-Tenuta Pàparo, ti riporto la descrizione che ne fa, ad esempio, uno dei tanti siti << https://www.casa.it/immobili/47039432/ >>. Nessuna agenzia immobiliare però ha espressamente detto se è compreso nel blocco di vendita tutto ciò che di beni mobili sta all’interno delle 45 stanze, degli otto bagni e delle altre pertinenze (ad esempio l’arredamento, i quadri, la biblioteca e quanto altro). E’ una precisazione considerevole, ovviamente. Ecco, intanto, il testo riportato da “www.casa.it”.
*** Villa Pàparo è un immobile di circa 2.600 metri quadri a Badolato Marina, in provincia di Catanzaro, a pochi passi dalle acque cristalline del mar Ionio. Un terreno di oltre 40.000 metri quadri, interamente recintato e coltivato ad agrumeto, e una cappella gentilizia completano la proprietà. La costruzione risale al 1700: era in origine un grande fabbricato rurale al centro di una vasta tenuta agricola, che fu parzialmente ristrutturato nell’800 per accogliere i proprietari gentilizi. Successivamente, nella seconda metà del ‘900, vi furono fatti i lavori che la resero quella che è adesso, una comoda residenza estiva carica di charme. Alla proprietà si accede da due ingressi: un cancello che porta direttamente all’agrumeto, attraversato da un viale di eucalipti, magnolie e agavi importate dal nord Africa ai primi del ‘900, che porta fino al confine della proprietà; e un portone carrabile che, attraverso un arco a tutto sesto, porta a una bellissima corte quadrata pavimentata con basole originali della stessa pietra locale con cui fu costruita la scala che porta al piano nobile, così come le cornici di porte e finestre.
L’edificio si sviluppa attorno alla corte: al piano terreno troviamo i locali usati per il ricovero delle macchine agricole e magazzini. Il piano nobile è occupato per metà dall’appartamento padronale, composto da stanze ampie e luminose che si affacciano sul giardino. Alcune di queste, come la grande stanza da letto padronale d’angolo, hanno un grazioso balconcino in pietra con delle panciute ringhiere di ferro battuto e affaccio sul mare. Le otto stanze da letto, quasi tutte con bagno, e la biblioteca con numerosi libri antichi si trovano lungo l’ala est e sud, mentre una grande sala da pranzo, e i salotti si trovano nell’ala nord da cui si accede attraverso una scala interna alla torretta che ospitava gli alloggi dello staff. L’ala ovest è destinata ai servizi: appartamento del custode, cucina e uffici. I pavimenti dell’appartamento padronale sono in graniglie dell’epoca, e in alcuni ambienti i soffitti sono decorati, con una delicata carta da parati dipinta a mano in stile. *** (aggiornato il 23 ottobre 2023)
11 – LA DISPONIBILITA’ DEL SINDACO PARRETTA
Dalle ore 12.07 per 21 minuti e 45 secondi sono stato al telefono con il sindaco di Badolato, Giuseppe Nicola Parretta, per parlare sulla possibilità di acquisizione pubblica della Villa-Tenuta dei baroni Pàparo. Constatate le difficoltà economiche delle casse comunali e analizzate le varie possibilità di utilizzo e di gestione, il Sindaco si è detto comunque disponibile a tentare tutte le strade possibili affinché tale bene possa diventare di pubblica utilità. Ovviamente, ho dato pure io la disponibilità a collaborare, per quanto mi è possibile. Si spera di avere la solidarietà della popolazione secondo il proverbio “Chi più sa dica, chi più può faccia”.
Certo non è facile. Comunque sia, è assolutamente necessario tentare tale acquisizione pubblica, sperando che nel frattempo qualcuna delle Agenzie immobiliari non abbia già concluso la vendita. Lunedì prossimo, 30 ottobre, sapremo qualcosa dopo averle consultate telefonicamente. L’appello a darsi da fare e a collaborare è indirizzato a tutti coloro cui piace l’idea di non perdere questo pezzo della nostra storia collettiva e territoriale. L’appello è diretto altresì a tutte le istituzioni che possano essere interessate all’utilizzo (pure a titolo gratuito della Villa-Tenuta) ma che prima devono aiutare il Comune di Badolato ad acquisire il bene.
12 – SALUTISSIMI
Caro Tito, come dicevano gli antichi Romani “tot capita tot sententiae” (tante teste altrettanti pareri). Il nodo da sciogliere è pur sempre quello economico, ovvero le spese per l’acquisto e l’adattamento di tale proprietà immobiliare. Quasi tutti concordano che la cosa più saggia ed opportuna sarebbe fare della Villa-Tenuta la sede del Municipio di Badolato e dell’agrumeto un giardino pubblico pure come centro di incontro ed aggregazione di cittadini e di turisti. Non dimentichiamo – fanno notare alcuni – che in tutto il nostro comprensorio non c’è un luogo di refrigerio, di ossigenazione, di incontro e di relax all’ombra di alberi … specialmente con l’allungamento della stagione calda. Un giardino pubblico è utile pure nelle altre stagioni che da noi hanno un clima abbastanza mite per poter fare una passeggiata e per potersi incontrare e socializzare.
A modo di vedere mio e di quasi tutti i proponenti, l’importante è che tale Villa-Tenuta non vada in mano agli speculatori che snaturerebbero il valore e il significato di questa presenza ultrasecolare. Penso che la cosa più sensata sarebbe quella di istituire un gruppo di studio, magari in seno a qualche istituzione (Municipio, Unione dei Comuni, Provincia, Regione, Prefettura o altro) che valuti tutte le opzioni, nel rispetto storico e paesaggistico del luogo, e cerchi di reperire le risorse per l’acquisto e l’adattamento della struttura da rendere pubblica a tutti gli effetti ed affetti. Certo è che – a parere di tutti indistintamente – tale bene dovrà essere utile al territorio e alla sua valorizzazione.
Con la presente “Lettera 494” spero di contribuire, in base a tutte queste proposte e riflessioni, alla migliore soluzione del problema o, almeno, ad un auspicabile dibattito pubblico che si renda necessario data l’importanza sociale della nuova destinazione d’uso. Insomma la Villa-Tenuta Pàparo non può e non deve essere affatto un “affare privato”… Tanto meno di speculazione immobiliare come è stato impostato, se è vero, come è vero, che tale alienazione è in mano ad Agenzie immobiliari anche estere. Penso esista ancora il diritto di prelazione per scopi pubblici, data la consistenza e la valenza storica dei beni messi in vendita. Seppure da lontano, cercherò di seguire il più possibile la vicenda, che spero si possa concludere nel miglior modo possibile per la nostra comunità jonica (compreso il comprensorio delle Serre). Grazie e alla prossima.
Intanto, un pensiero per i nostri defunti, di cui ricorre fra poco l’annuale giornata a loro dedicata. E un pensiero vada pure a tutti coloro che soffrono e muoiono sotto le bombe e le guerre, come purtroppo sta avvenendo in modo raccapricciante in Medio-Oriente, che da terra di pace è stata trasformata in terra di dolore, di morte, di distruzione e di odio difficile da placare chissà per quante generazioni ancora. Certo è che siamo stufi di guerre e di un “Medio-Oriente polveriera” millenaria. Si studi il modo di venire a capo di tutte questi contrasti che sono pericolosi per tutto il mondo!… E, davvero, chissà che la Villa-Tenuta Pàparo di Badolato Marina non possa essere utile proprio per incontri che possano appianare le millenarie divergenze tra i popoli coinvolti in tali conflitti. Amo pensare che questa di Badolato possa diventare ed essere la “Villa della Pace” … per la Pace nel Mondo. A presto!
Domenico Lanciano (www.costajonicaweb.it)
ITER-City, sabato 28 ottobre 2023 ore 16.58 – Da 56 anni (dal settembre 1967) il mio motto di Wita è “Fecondare in questo infinito il metro del mio deserto” (con Amore). Le foto, cui i diritti appartengono ai legittimi proprietari, sono state prese dal web.