Caro Tito, il rovente caldo africano di queste ultime settimane sembra essere fatto apposta per fungere da corollario all’ardente passione musicale dei componenti storici del complesso folk “I Figli di Calabria” i quali hanno ripreso alla grande l’attività, dopo quasi venticinque anni di pausa (giusto il tempo di far diventare bianchi i loro capelli). Quando si dice che la vera passione non ha età, anzi non muore mai!… Un vero, ineffabile evento! Infatti, con la preziosa collaborazione del dinamico produttore discografico Natale Centofanti di Reggio Calabria (che ne cura pure la distribuzione in tutto il mondo come “www.elcasound.com”) sono appena tornati in scena con il CD “Cantu”… una raccolta di 12 stupendi brani in gran parte inediti e tutti di loro composizione, come ai bei tempi degli anni settanta e ottanta quando hanno rappresentato il migliore nuovo folk calabrese d’autore, prima con il singolo a 45 giri “Cara ti pensu” e “Amicu sentimi” (Madau, Milano 1973) e poi con le tre intense, originali e vibranti raccolte “I Figli di Calabria” (King Universal, Napoli 1976), “Saluti Calabria” (Fre.Mus. Agrate Brianza 1985), “Calabria for You” (Fre.Mus. 1986). Con la loro epopea creativa sono entrati ormai a pieno titolo non soltanto nella Storia del Folk d’Autore, ma anche nella “leggenda” … nel mito dell’Olimpo della musica dei nostri più splendidi anni, giovanili per eccellenza!
Per chi vuole sapere qualcosa di più su questo gruppo, che ha collezionato grandi successi e prestigiosi premi anche all’estero, è disponibile (a corredo dell’ottimo CD) un opuscoletto che riporta la descrizione delle principali tappe musicali e anche i testi delle nuove canzoni, le foto precedenti e attuali della storica formazione di Soverato (città perla dello Jonio, in provincia di Catanzaro) e, in particolare, la dedica a due grandi artisti molto prematuramente scomparsi: l’insostituito ed insostibuibile sesto componente Vito Maida (1946-2004), poeta e compositore dei primi “Figli di Calabria” e il musicista Olindo Laganà (1948-2013), amico formidabile della band e fratello di Angelo Laganà, altro effervescente autore e fisarmonicista dell’attuale quintetto di musici-maestri. Gli internauti hanno a disposizione (su Google o altro motore di ricerca) numerose pagine descrittive (pure con foto e rassegna-stampa) dedicate al gruppo, il quale è presente ampiamente su “You Tube” e su “facebook.com/I Figli di Calabria”. Inoltre i loro brani possono essere parzialmente ascoltati e scaricabili da “iTunes”. Ed è prossima l’apertura di un proprio sito web. Da tempo la band è divenuta addirittura oggetto di culto musicale (specialmente per gli ormai introvabili e preziosi LP a 33 giri in vinile) e di collezionismo (ad esempio, una loro cartolina del 1976 viene venduta su “ebay” a 5,90 euro)!
Per chi invece vuole assistere al loro prossimo concerto c’è la segnalazione dell’imminente serata di sabato 17 agosto (organizzata dalla Pro Loco di Soverato in concomitanza con la Festa di San Rocco) quando “I Figli di Calabria” daranno il meglio di sé dalle ore 22,30 alla Villa Comunale sul lungomare. Intanto, dopo la conferenza-stampa del primo agosto scorso, il gruppo ha presentato in anteprima assoluta, il giorno dopo 2 agosto, i dodici brani del nuovo CD “Cantu” al Teatro Comunale della loro città. E sono già previste le prime tappe di una “tournée” che riporterà in giro per l’Italia (e sicuramente pure all’estero) l’entusiasmo di questi sempre giovani artisti con la loro musica “evergreen” così piena di passione per la propria terra, così ricca di emozioni, così toccante e, adesso, ancora più matura, più coinvolgente, più evocativa, assai ricca di significati e valori.
Il gruppo ha una particolarità “apostolica” e curiosità “evangelica”. Tre dei cinque attuali componenti sono i fratelli Pietro, Giacomo e Giovanni Matacera. Pietro continua ad avere, nonostante gli anni, quella voce alla “Al Bano” che gli permette di cantare brani difficilmente eseguibili con una voce normale. Poi, ci sono Pietro Cilurzo e il già ricordato Angelo Laganà (quell’autore della canzone “Capo Sud” dedicata alla estrema punta continentale italiana di Melito Porto Salvo di cui ti ho raccontato nelle prime sette lettere). E’ doveroso ricordare che Gaetano Drosi è stato molto vicino all’attivismo dei primi anni, quando collaborava alla stesura dei testi. Infatti, altra specialità distintiva del gruppo è la massima cura dei testi letterari (autentiche poesie, molto impegnate socialmente e moralmente) che impreziosiscono ed esaltano in particolare le canzoni a tema storico: tra tanto altro, trattano personaggi-simbolo della Calabria, come San Francesco di Paola, il pittore Mattia Preti di Taverna, il filosofo Tommaso Campanella di Stilo come a voler incitare i calabresi a rifarsi alle antiche glorie per sopperire al triste presente fatto ancora e sempre di emigrazione, di precariato, di ingiustizie, di classe politica corrotta e storicamente inefficiente. Ma nelle loro canzoni c’è pure la Calabria della quotidianità, dell’amore, delle bellezze paesaggistiche, dei profumi, dell’allegria, dei sentimenti più forti nella famiglia, nell’amicizia, nella società. Tutto ciò viene espresso in modi assai suggestivi e avvolgenti con parole e musiche tra le migliori espresse in questo tempo tra 20° e 21° secolo. Tanto è che suggerirei ad enti ed associazioni di chiamare “I Figli di Calabria” a tenere concerti e lezioni di calabresità nelle scuole e nelle università, non soltanto sulle piazze e nei teatri. Le presenti e le future generazioni hanno il diritto di sapere e di godere di questo “travaso” e di questa loro “tradizione”!
Infine, voglio qui sottolineare la mia personale ed antica amicizia con tutti indistintamente “I Figli di Calabria” e specialmente con il così tanto compianto Vito Maida. Come sai, caro Tito, attraverso la mia attività musicale con il complesso “Gli Euro Universal” dal 1968 al 1973 ho avuto l’opportunità di conoscere altri gruppi. Con alcuni di questi i rapporti di amicizia furono più stretti e sinceri, proprio come con “I Figli di Calabria” di cui ho scritto ampiamente, entusiasticamente e più volte nei sette volumi del “Libro-Monumento per i miei Genitori” (stampati nel 2007) dove, in particolare, ho inserito (con il titolo di “Versi Orfani”) anche le tante poesie di Vito Maida rimaste inedite poiché non avevano potuto trovare posto nel primo libro “Spine e Spighe” realizzato nel 2005 dalle sorelle Teresa e Carmela con la lodevole concretizzazione editoriale dell’Associazione Culturale “La Radice” di Badolato, allora presieduta da Vincenzo Squillacioti il quale si era avvalso della prestigiosa collaborazione di Antonio Barbuto di Soverato per la Presentazione e di Francesca Viscone di Filadelfia per le impressioni finali.
Difficilmente, ancora adesso, riesco a trovare persone così brave, gentili, sensibili ed ammirevoli come i componenti la band “I Figli di Calabria” ai quali mi lega una bellissima amicizia lunga ormai oltre 40 anni. Ecco, prima di essere ottimi artisti di cui tutti possono andare fieri (soprattutto noi calabresi), questi “ragazzi” sempre-verdi sono un affiatato e consolidato gruppo di grandi amici d’infanzia, uniti non soltanto dalla passione musicale e dalla condivisione degli stessi ideali umani, culturali e sociali, ma soprattutto uniti fraternamente dall’amore per la Calabria-Madre… tanto da denominarsi suoi Figli! Come non possiamo identificarci in loro?!… E, infine, voglio qui evidenziare un fatto che mi rende ancora adesso felice ed orgoglioso (anche perché mi sono sentito un vero privilegiato) … più volte ho avuto la fortuna di sentirmi cantare in esclusiva e in anteprima assolute, proprio mentre le componevano, alcune di quelle canzoni che loro hanno poi portato al successo, arricchendo così enormemente la tradizione folclorica, umanistica e musicale della Calabria e dell’intero “universo-mondo”.
Perciò, caro Tito, brindiamo con gioia ed entusiasmo al grande ritorno de “I Figli di Calabria” augurando loro lunga vita, anche artistica e creativa, e il dono di tante altre canzoni, frutto di una immensa e ineguagliabile passione musicale, sociale ed etica. Ricordo spesso a questi amici che io e loro (assieme a tantissimi altri, per fortuna!) soffriamo da sempre di “calabresìte acuta” … l’unica malattia insanabile che auspico a coloro i quali si sentono irriducibili “calabresi al peperoncino” … anche al “peperoncino musicale” di Soverato! Cordialità.
Domenico Lanciano