Caro Tito, dieci anni fa, il 7 giugno 2003, a margine di un convegno culturale si spegneva improvvisamente in Polistena (R.C.) il prof. Antonio Piromalli, nato 83 anni prima (il 3 settembre 1920) nel vicino paese di Maropati. Con questa testimonianza intendo dare un personale e sentito omaggio a tale insigne personaggio che rappresenta uno dei migliori “giganti” della Calabria, come ti accennavo nella precedente lettera. In questa sede è più opportuno evidenziare i suoi rapporti con la Sicilia, delineandone nel contempo, seppur brevemente, il ruolo e la personalità, soprattutto per segnalarLo alle giovani generazioni che non hanno avuto ancora la possibilità di conoscerLo adeguatamente o per niente.
Nel decennale della scomparsa, si sono succedute alcune iniziative per ricordarLo. In particolare, la Sicilia Gli ha reso un grande e significativo omaggio, specialmente attraverso un convegno di studi (organizzato dal prof. Aurelio Rigoli) svoltosi il 27 aprile 2013 in Palermo al Centro Internazionale di Etnostoria e suddiviso in due distinti momenti: il primo “Antonio Piromalli, Antropologia dei luoghi e della Letteratura” e il secondo “Lo studioso e la teoria critica”. Vi ha partecipato pure il figlio Lanfranco Piromalli, il quale (nella mail del 12 giugno 2013) mi ha scritto che “E’ stata una giornata molto intensa, con relatori di alta levatura e con folta e viva partecipazione di pubblico. Ne sono particolarmente lieto perché in Sicilia mio padre, che io sappia, non era ancora stato ricordato pur avendo scritto molte e molte pagine sulla cultura e la letteratura di quella regione. Da Roma è venuto il prof. Dante Cerilli, autore del libro “Piromalli e la Sicilia” (136 pagine, Eva Edizioni, Venafro 2007)”.
Poi, il 17 maggio 2013 a Roma c’è stato un gradevole incontro promosso dal suddetto prof. Cerilli con gli studenti di una scuola superiore che avevano condotto una ricerca su Antonio Piromalli quale critico dei maggiori autori letterari da loro studiati. Inoltre, a Reggio Calabria il 24 maggio 2013, a cura del Centro Internazionale Scrittori della Calabria, ha avuto luogo (nella sala conferenze della “Libreria Culture” di Via Zaleuco 8) la presentazione del libro di Antonio Piromalli “Letteratura e cultura popolare” (riedito dal Fondo Antonio Piromalli onlus nel 2012, con un saggio introduttivo di Toni Iermano). Pure qui i relatori sono stati di alto livello intellettuale ed accademico. “Anche da questo evento di Reggio ho avuto la netta percezione di quanto mio padre fosse seguìto ed apprezzato e di quanto tuttora sia ricordato” mi ha scritto il sempre gentile e cordiale Lanfranco nella citata mail.
In verità, personalmente mi attendevo di più per un personaggio così importante che ha onorato grandemente la cultura italiana e, in particolare, quella meridionale, specialmente quella calabrese per la quale ha scritto e pubblicato una ormai mitica “Letteratura Calabrese” in prima edizione nel 1965 (Pellegrini, Cosenza), in seconda edizione nel 1977 (Guida, Napoli), entrambe esaurite e in terza edizione nel 1996 enormemente arricchita in due volumi per un totale di 860 pagine (www.pellegrinieditore.it). Secondo me, le varie istituzioni (politiche, amministrative, scolastiche ed accademiche), come al solito, restano assenti ed inattive pure per un gigante come Antonio Piromalli, mentre invece dovrebbero, a mio parere, avere addirittura un intero settore operativo tutto dedicato a valorizzare (pure ricordando solennemente almeno negli anniversari più significativi ed attinenti) i personaggi da tramandare, con le loro Opere, alle presenti e alle future generazioni!… Se organizzato bene, un tale settore può essere attivo o almeno ripagarsi anche economicamente (come dimostrano alcuni paesi esteri dove è già in piena espansione pure nel promuovere persino autori italiani)!
Comunque, per la maggiore e migliore conoscenza di Antonio Piromalli docente universitario, poeta, scrittore, storico e critico della Letteratura Italiana ma anche politico, bibliofilo e quanto altro rimando al sito www.antoniopiromalli.it molto amorevolmente voluto ed organizzato dal figlio architetto Lanfranco nell’àmbito del “Fondo Antonio Piromalli onlus”. Questa istituzione si propone in primo luogo di custodire quel vasto patrimonio (di libri, carte, lettere, scritti editi e inediti) che forma l’archivio di Antonio Piromalli, riconosciuto “di interesse storico particolarmente importante per la storia letteraria, politica e culturale in Italia” dal Ministero dei Beni Culturali e Ambientali – Soprintendenza Archivistica per il Lazio, e pertanto sottoposto alla disciplina statale di tutela. Il Fondo si propone inoltre di ripubblicare le opere di Piromalli che siano oggi esaurite o difficilmente reperibili, anche rendendole disponibili gratuitamente “on line” come è avvenuto per l’utilissima e stupenda “Storia della Letteratura Italiana”.
Adesso, per attinenza a queste mie lettere ed al sito che le evidenzia, non mi resta altro che aggiungere il fatto che Antonio Piromalli dal 1925 al 1938 (cioè dall’età dei 5 fino ai 18 anni) ha vissuto e studiato proprio in Messina, abitando presso uno zio militare “in una caserma-giardino, gli Orti della Maddalena” come scrive Dante Cerilli nel bel volume “Piromalli e la Sicilia – Biografismo, luoghi e modi della letteratura” (libro edito da EVA nella molisana Venafro del mio vecchio amico Amerigo Iannacone, poeta anch’egli e promotore della lingua universalista “Esperanto”). Cordialità.
Domenico Lanciano