Caro Tito, l’Università di Messina ha formato parecchi professionisti calabresi, specialmente fino a quando non sono diventate pienamente e istituzionalmente operative l’Università della Calabria di Cosenza (1972), l’Università di Reggio (1982) e l’Università di Catanzaro (1998) che hanno assorbito buona parte degli studenti, specialmente jonici.
A fine anni sessanta e primi anni settanta, io stesso ero solito accompagnare o prendere amici universitari alla stazione di Soverato in partenza o in arrivo da Messina con i treni direttissimi della notte i quali, non fermandosi alla stazione di Badolato, avevano orari impegnativi (alle 5 di mattina la partenza per Reggio e all’una di notte l’arrivo). Appare, quindi, del tutto ovvio che ci sia una accentuata sicilianità o cultura dello Stretto (come potremmo dire) in numerosi laureati calabresi.
L’ho evidenziato, nella lettera n. 36 del 03 giugno 2013, a proposito di Nicola Provenzano, fondatore e direttore della Biblioteca Calabrese, il quale, laureatosi in Messina nel 1950, è stato uno dei primi ad ottenere il Premio “Giganti della Calabria” da parte dell’Università dei Popoli” di Badolato (costa jonica della provincia di Catanzaro).
Questa associazione culturale (da me fondata l’08 dicembre 2000) ha operato per quasi 11 anni fino al settembre 2011.
Tra molteplici iniziative, pure a carattere internazionale, ha premiato altri “Giganti della Calabria” che hanno avuto intensi rapporti con la Sicilia, come Otello Profazio, Mino Reitano e Antonio Gesualdo nell’edizione del 2009, Vittorio De Seta, Angelo Laganà, Enzo Mirigliani e Francesco Tassone nell’edizione del 2010.
Mino Reitano (Fiumara 1944 – Agrate Brianza 2009) ha riportato nel proprio cognome la denominazione di un paese della provincia di Messina oltre che la luce dello Stretto nella sua grande solarità musicale. Otello Prefazio (Rende 1934) ha tessuto nel suo telaio musicale tutte le atmosfere popolari italiane (specialmente nella famosissima trasmissione Radio Rai “Quando la gente canta” degli anni sessanta/settanta) e, da uomo ed artista dello Stretto (abita da sempre a Pellaro di Reggio Calabria), vive ancora in stretta simbiosi con la Sicilia. Antonio Gesualdo (Badolato 1936), laureatosi a Messina, non può prescindere, come storico, dalla Sicilia nelle sue ricerche e nei suoi resoconti.
Vittorio De Seta (Palermo 1923 – Sellia Marina 2011) è il cantore omerico dell’eroico lavoro calabro-siciliano di pescatori, minatori, operai e contadini con i suoi documentari epici che, poi, si sono universalizzati con una particolare attenzione verso il lavoro intellettuale importante ma non apprezzato e verso i migranti extra-comunitari non accolti.
Francesco Tassone (Spadola 1926), ex magistrato, avvocato, editore, politico, vive da sempre a Vibo Valentia dove, tra tanto altro, ha fondato i “Quaderni del Sud” ed il “Movimento Meridionale”.
Enzo Mirigliani (Santa Caterina dello Jonio nel 1917 – Roma 2011) ha incoronato anche le bellezze della Sicilia, oltre che quelle della Calabria, di altre regioni italiane e di ragazze “oriunde italiane”. Angelo Laganà (Melito di Porto Salvo 1939) ha portato in tutto il mondo la sua poliedricità artistica e creativa, generata dalle meraviglie dello Stretto.
Altro splendido “Gigante della Calabria” con fortissimi legami con la Sicilia è stato il prof. Antonio Piromalli (Maropati 1920 – Polistena 2003), poeta, scrittore, critico e storico della Letteratura Italiana, del quale spero di poterti dire prossimamente. In modi e tempi diversi ho conosciuto personalmente tutti questi “Giganti” traendone immensi benefici culturali universali ma anche maggiore fierezza e migliore amore per la nostra Terra.
Ho promosso il Premio “Giganti della Calabria” pensando ai cosiddetti “Giganti della Sila” alberi alti fino a 45 metri messi a dimora in località Fallistro, vicino Camigliatello Silano, nel comune di Spezzano della Sila (in provincia di Cosenza), nella prima metà del secolo 17° e diventati, in oltre 350 anni, una delle foreste più suggestive, note e belle del Mediterraneo, pure perché area protetta e riserva naturale bene inserita nel Parco Nazionale della Sila.
Ma la Calabria e la Sicilia sono uniti, fin da tempi antichissimi, da altri tipi di “giganti” … in particolare quelli della tradizione mitologica e folclorica (“Mata” e “Grifone” e loro varianti) ancora in auge in vari paesi calabresi (Palmi, Briatico, Seminara, ecc.) e siciliani (Messina, Mistretta, ecc.). Recentemente Franco Vallone, uno degli intellettuali calabresi più arguti, ne ha illustrato origini, storia e svolgimenti nel suo libro “Giganti” (edito nel 2009).Cordialità.
Domenico Lanciano