Caro Tito, ieri sera alle ore 20.24 ho ricevuto (via whatsapp) un tristissimo messaggio che mi comunicava la morte del ragioniere Mimmo Brancia, un carissimo amico e vicino di casa, sicuramente tra le persone più sensibili e gentili che mi sia stato dato di conoscere finora. Mia moglie (che spesso tramite i social mi tiene informato su ciò che accade nella mia zona jonica di provenienza) mi ha fatto vedere e leggere le accorate dimostrazioni di sincero affetto e di partecipazione al dolore che già a centinaia e centinaia erano state immediatamente postate da Badolato e dintorni, dal resto d’Italia e anche dall’estero. Mimmo Brancia era assai conosciuto e stimato come la sua famiglia genitoriale, pure perché amico di tutti e perché tutti salutava con solarità, genuinità e gioia. Per la mia generazione, in particolare, è stato un idolo nel gioco del calcio, di cui da giovane è stato un vero campione, come se ne vedono pochi per stile e spettacolarità, come era l’indimenticato e quasi suo coetaneo Guido Giglio; entrambi veri artisti, paragonati di volta in volta ai migliori pennelli della pittura rinascimentale italiana per l’elegante tocco del pallone, per i chiaroscuri delle manovre e per le portentose, fenomenali ed esultanti azioni da gol.

Per me personalmente, Mimmo rappresenta il primo vero amico che ho avuto l’onore ed il piacere di trovare in Badolato Marina, appena la mia famiglia vi si è trasferita nel settembre 1962 dalla meravigliosa ruralità di Cardàra. La frequenza era assidua e quotidiana. Specialmente da ottobre a maggio, le nostre giornate erano scandite dallo studio e dai momenti di “ricreazione”. Questa avveniva solitamente con una semplice passeggiata, appena tornati da scuola e dopo aver consumato un pasto veloce; giusto il tempo di raccontarci i fatti della scuola (lui andava già alla ragioneria a Soverato ed io alla scuola media di Catanzaro Lido). Caratteristico era il nostro fischio, fatto con le dita poggiate sulle labbra, per invitarci l’un l’altro a scendere da casa. Era questa del fischio una bella consuetudine che animava i vari gruppi di amici che avevano un proprio distintivo e identificativo modo di richiamare.

La semplice e genuina amicizia, quale si poteva avere ai primi anni sessanta dello scorso secolo, è stata per noi assai significativa, pure come momento di condivisione e di crescita. Ad esempio, per sembrare già “adulti” ci facevamo la “barba” … lieti di radere quei quattro biondi invisibili peli che non diventavano mai né lunghi né scuri … poi, la condivisione della musica, tipica di quegli anni che già, nei versi delle canzoni, alludevano ad un impegno sociale sempre più pronunciato. Negato per qualsiasi sport, ammiravo in tale mio amico, così come negli altri nostri coetanei, le virtù che esprimevano in questa arte. E Mimmo era veramente molto bravo. Tanto è che se ne parlava ancora di recente, con l’orgoglio di una … “vecchia gloria”!

 

Infatti, il bello delle vere amicizie è che, nonostante si possa essere lontani per motivi di lavoro o di famiglia, si mantengono comunque e sempre i buoni contatti (per quanto possibile) e quando ci si rivede, sembra che è passata soltanto qualche ora dall’ultimo incontro. Questa volta però non sarà così. Ma ci resta quell’ultimo appuntamento che, prima o poi, ognuno di noi rispetterà per l’al di là. Infatti, prima o poi, avverrà che Mimmo passerà sotto casa, mi farà il solito fischio ed io (che sono sempre pronto per il grande viaggio o la “ricreazione” eterna) scenderò per la nostra consueta passeggiata.

Una volta salutato il mondo, questa di poter essere per sempre insieme a tutti gli amici (come ai lieti tempi dell’infanzia e/o della giovinezza) è l’ultima speranza che ci resta, così come per tutte le persone che abbiamo amato e che ci hanno preceduto anzi tempo. Stamattina mi ero alzato prestissimo, come al solito, per bermi dell’aurora e con il proposito (già coltivato da una settimana) di dedicare ad altro tema questo 21 giugno 2022 solstizio d’estate, il giorno più lungo e con più sole e luce dell’anno. Oggi dedico questo solstizio al carissimo amico Mimmo Brancia, come simbolo della luce divina che da adesso lo illumina perennemente nella grazia di Dio. Dedico l’alba di oggi ad una splendida persona, ad un amico davvero fraterno e fantastico! Un amico così lo auguro proprio a tutti.

Caro Tito, nel giorno dell’estremo saluto al carissimo e fedelissimo Mimmo Brancia, ti saluto. Abbraccio fortemente tutti i suoi familiari, dalla moglie ai figli ai nipoti (era nonno affettuosissimo, orgoglioso e felice). Un abbraccio ai fratelli, alle sorelle e alle loro famiglie. Un abbraccio ai comuni amici e a quel mare che tante volte ci ha visti gioiosi nel tuffarci e nel nuotare con quell’allegria che si può avere soltanto tra le sue onde. Lo voglio ricordare così, abile tuffatore e nuotatore, campione nel gioco del calcio con tutta la vitalità della sua giovinezza e delle speranze di ragazzo semplice e genuino. Sempre sorridente e solare. Non poteva che andarsene nel solstizio d’estate, a tutto sole! Una Luce che è la migliore strada verso il Cielo! A presto Mimmaré!

Grazie per questa “Lettera n. 407” e ( se Dio vuole –  ‘iidha ‘arad Allah – si Deus vult ) … alla prossima lettera (n. 408) sperando che sia finalmente quella delle letture estive già più volte annunciata. Sempre con tanta cordialità, riconoscente e grato!

Domenico Lanciano (www.costajonicaweb.it)

ITER-City, martedì 21 giugno 2022 ore 11.13 (esatto minuto del “solstizio d’estate”) – Dal settembre 1967 il mio motto di Wita è “Fecondare in questo infinito il metro del mio deserto”. La foto di Mimmo Brancia è stata presa dal web. La foto dell’alba del solstizio di oggi sul mare Jonio mi è stata inviata da un altro carissimo amico e, insieme, l’abbiamo dedicata a Mimmo Brancia e alla sua Alba in Cielo.

 

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