Caro Tito, la poesia di Giacomo Leopardi “L’INFINITO” rappresenta bene lo stato spirituale ma anche le possibilità meravigliose che, a 360 gradi, offre IL BUON TURISMO comunque declinato. Per fortuna, la nostra Calabria non ha soltanto il turismo balneare lungo quasi 800 km di coste, ma elargisce un turismo 4 stagioni e 4 dimensioni (mare, colline, montagne e laghi). L’importante è farlo sempre bene. Come è essenziale fare bene e con Amore tutte indistintamente le cose.
<< Sempre caro mi fu quest’ermo colle, / e questa siepe, che da tanta parte / dell’ultimo orizzonte il guardo esclude. / Ma sedendo e mirando, interminati / spazi di là da quella, e sovrumani / silenzi, e profondissima quïete / io nel pensier mi fingo, ove per poco / il cor non si spaura. E come il vento / odo stormir tra queste piante, io quello / infinito silenzio a questa voce / vo comparando: e mi sovvien l’eterno, / e le morte stagioni, e la presente / e viva, e il suon di lei. Così tra questa / immensità s’annega il pensier mio: / e il naufragar m’è dolce in questo mare.>>
(Ascolta dalla voce di Vittorio Gassman: https://www.libriantichionline.com/divagazioni/giacomo_leopardi_canto_xii_infinito oppure https://www.youtube.com/watch?v=M8Jdn-fpOMo).
La prima dote dell’Amore e della Cultura è l’umiltà. In particolare, riguardo il turismo, è consigliabile avere l’intelligenza di viaggiare molto e di apprendere con umiltà (appunto) e lungimiranza ciò che gli Altri (specialmente quelli con più esperienza e successo di noi) producono … possiamo poi così adattare alle nostre dimensioni e ai nostri contesti, personalizzando con originalità. Dai vasetti di fiori posti su una scala di legno, ad esempio, fino agli eventi che valorizzino meglio il nostro territorio, qualificandolo al massimo.
E per quanto mi è stato possibile ho viaggiato parecchio, annotando tutto ciò che si sarebbe potuto fare a Badolato e in Calabria. E, paradossalmente, ho scritto molto persino ai sindaci e/o ad associazioni turistiche di tante parti d’Italia per proporre nuove idee, adatte ai loro territori. Ho persino realizzato eventi originali, nati da mie idee e con le mie collaborazioni. Mi sono confrontato, con onore, con altre realtà; e sono assai lieto di avere realizzato una piccola “letteratura turistica” che lascio in eredità a chiunque voglia attingere.
1 – TURISMO COME INDUSTRIA SPIRITUALE
Può sembrare strano, ma il turismo è un’industria prettamente spirituale, anche se ha un indotto aziendale che la sorregge come in tutti gli altri settori merceologici. Legato al concetto di “vacanza” o “viaggio” o “pellegrinaggio” o “scolastico” oppure di qualsiasi altra espressione simile, IL TURISMO attiene alla PACE e a tutte le sue “infinite” sfumature (come ho accennato nella precedente << https://www.costajonicaweb.it/ lettere-a-tito-n-401-viva-il-turismo/ >> del 30 maggio scorso). E, come per la Pace, pure il turismo ha i suoi nemici interni ed esterni, come ho cercato di dimostrare nella << https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-402-come-andra-con-gli-incendi-questa-estate-2022-in-calabria-e-nel-pianeta/ >> dell’appena trascorso 3 giugno.
Parte preponderante in questa industria spirituale ha la cosiddetta “Cultura” che raccoglie tutte le migliori espressioni dell’animo umano e della sua intelligenza, abilità e lungimiranza. Organizzare, difendere e rendere fruibile tutta questa ricchezza è uno dei tanti temi e dei seri problemi pure del nostro stare al mondo come Badolato e come Calabria. Ecco pure perché, nel corso dei decenni, ho sempre insistito, tra tanto altro, con le Autorità responsabili nel sollecitare continuamente di realizzare la base di tale discorso nell’organizzare tutte le componenti di tale “Cultura” plurisettoriale che possa essere trainante e qualificante dell’INDUSTRIA TURISTICA.
Non dico che ancora siamo all’anno zero, ma è assolutamente insufficiente il tipo di organizzazione esistente. Pure per questo si raccolgono solo briciole a fronte di un patrimonio, quale nessun territorio ha in tutto il Mediterraneo così ricco ed originale. Specialmente per quanto attiene al nucleo-motore del turismo, la spiritualità, appunto. Alla fin fine è sempre un discorso di partecipazione e di democrazia. Quindi pure il turismo è una misura della nostra “democrazia” oltre che della nostra qualità della vita e dell’essere “Comunità” unita e lungimirante.
Non posso sintetizzare qui gli studi, le riflessioni, le proposte, le realizzazioni da me prodotte fin dalla prima media, quando nel 1961-62 avevo undici-dodici anni, e già mi preoccupavo di raccogliere le pietre più belle e significative del territorio di Badolato per farne un Museo. Già da allora avevo intuizioni ben precise sulla cultura ed il turismo. Turismo che poi, in seconda media 1962-63, ho incontrato proprio come “INDUSTRIA” studiando il Trentino Alto Adige nella Geografia, materia in cui eccellevo, facendo esaltare la mia insegnante, pure perché (già a quella giovanissima età) apportavo novità di approcccio. Chissà perché, nel testo di studio in quella classe scolastica, la “industria turistica” veniva assegnata soltanto a quella regione alpina.
Poi ho capito il perché. Avendo solo montagne, il Trentino Alto Adige ha sempre vissuto, con arte ed intelligenza, essenzialmente e paradossalmente proprio il “turismo” come seria organizzazione industriale, appunto, utilizzando quell’antica tradizione non episodica o stagionale che si è consolidata, in forte anticipo rispetto a tutte le altre regioni italiane, le quali hanno sì turismo, ma limitatamente e solo ad alcune località e stagioni trainanti come, ad esempio, Venezia, Abano e Cortina per il Veneto … Napoli e il suo golfo per la Campania … tutte impostazioni che non coinvolgono l’intero territorio regionale come invece il Trentino A. A. dimostra da sempre. Quasi tutta la popolazione è mobilitata nel dare il meglio di sé in tale industria, la quale, proprio perché appartiene a tutti e tutti prende, è un’industria popolare, quindi, “democratica”!
2 – SAPER “VENDERE” PURE IL SILENZIO
Un aspetto del turismo che può sembrare inconsueto è l’abilità di riuscire a “vendere” pure o persino il silenzio. Sembra inconsueto perché generalmente non siamo abituati ad ascoltare o ad apprezzare il “silenzio”. Però, c’è chi cerca il silenzio ed è disposto ad acquistarne un po’ con una vacanza particolare che, di anno in anno, diventa quasi una necessità per uscire e ritemprarsi dal caos delle metropoli ma anche dall’inquinamento acustico e mentale cui tutti siamo sottoposti, volenti o nolenti, anche con un uso spropositato di strumenti tecnologici come, ad esempio, la dipendenza da televisione, telefonini, computer e quanto altro ci distrae continuamente ed esageratamente che diventa sempre più difficile “ascoltarci” in silenzio.
Negli ultimi decenni mi sono soffermato spesso sulla necessità di offrire il SILENZIO a chi ne ha bisogno. Può essere un settore, che adesso sembra di nicchia, ma che sta per diventare sempre più di largo consumo ed utilizzo qualificato. Uno dei motivi, ad esempio, per cui quasi tutte le famiglie amano abitare o stare a Badolato borgo è proprio IL SILENZIO che offre. Un bene raro che non tutti possiedono e che sarebbe opportuno organizzare. Quando avevo 17 anni, nel 1967 ho scritto sul quindicinale “Sentiero Calabro” (diretto a Soverato da Gianni Pitingolo) “Dove il silenzio regna e la preghiera” una riflessione-promozionale sul santuario rurale basiliano della Madonna della Sanità di Badolato. E di tanto utile silenzio mi sono avvalso nelle lunghe ore trascorse (assieme a Padre Nicola Criniti e ai miei amici degli “Euro Universal”) nella Certosa di Serra San Bruno vivendo i cadenzati ritmi del giorno di quei monaci di clausura. Sono perciò lieto che si sta ragionando in termini di “slow life” applicato pure al turismo “esperenziale”.
3 – IN VISITA A GIACOMINO LEOPARDI
Sabato scorso 4 giugno, ho portato alcuni cari amici di lunga data a Recanati (nelle Marche di Macerata) per visitare i luoghi dove è nato e vissuto per circa 25 anni Giacomo Leopardi (1798 – 1937) intellettuale, poeta e filosofo amatissimo anche in tante altre parti del mondo, un vero patrimonio dell’Umanità. Infatti, c’erano più stranieri che italiani in quella caldissima giornata. Per me era un gioioso ritorno, poiché avevo visitato casa Leopardi e dintorni il 18 settembre 1963, quando avevo 13 anni. Indimenticabile!
Una cittadina quieta, pulita ed ordinata ha aiutato di molto la nostra visita che aveva il carattere di un devoto “pellegrinaggio” laico, culturale e spirituale. Tale pellegrinaggio è stato pure agevolato dalle frequenti “icone” leopardiane che abbiamo incontrato frequentemente in parecchi punti del centro storico. Infatti, in quelli che davano l’idea di altarini pieni di fiori, abbiamo potuto leggere varie poesie del grande Poeta, quelle più conosciute ed evocative, spesso legate proprio a quel preciso angolo urbano. Le chiese erano tutte aperte e visitabili. Non era come da noi dove sono quasi sempre chiuse al turista. Ed è questa una pecca da risolvere se vogliano offrire un buon turismo, possibilmente con una guida o con strumenti di migliore conoscenza dei luoghi. Compito principale del turismo è fare innamorare le persone al senso dei luoghi, ai suoi personaggi, alle sue più spirituali caratteristiche che possano continuare a parlare all’anima pure quando se ne è lontani, nella vita o nel caos di ogni giorno. Una missione mentale e sentimentale salvifica!
C’erano tanti di quei liberi visitatori che non si trovava un posto a sedere per consumare una pur veloce colazione. Molti pure i gruppi organizzati che si avvicendavano nella beatitudine dei luoghi. Ovviamente, abbiamo acquistato numerosi “souvenir” (dai ricordini per familiari ed amici ai prodotti del territorio). E poiché dista pochi chilometri, ci siamo soffermati pure al Santuario della Madonna di Loreto (da me già visitato nel 1963 e poi nel 2018).
I miei amici sono rimasti molto contenti di questa pur brevissima gita, esuberante di emozioni e di arricchimento interiore. Pur avendo praticato il cosiddetto “turismo mordi e fuggi” … sono state assai utili le ore trascorse in questi luoghi della spiritualità laica-letteraria e religiosa, cui si è aggiunta la componente lussureggiante del territorio rurale. Nella nostra frenetica vita lavorativa e sociale, una boccata d’aria buona ci aiuta e ci sostiene a non perdere l’orientamento spirituale che resta sempre necessario, anzi indispensabile nella nostra esistenza.
Ovviamente Recanati (21 mila abitanti) non è soltanto Leopardi, ma è anche Beniamino Gigli (1890-1957) uno dei più celebri tenori d’Opera; ed è anche sede di tante manifestazioni culturali e musicali di livello nazionale. Inoltre, è inserito in un ampio contesto territoriale polivalente ed integrato come Macerata, Castelfidardo, Loreto, Osimo, Tolentino, Montegranaro, Fermo, ecc. con uno stretto legame pure con la confinante Umbria, resa raggiungibile da comode e veloci strade. Strade che mancano in Calabria così strategiche e veloci. Ad esempio, siano ancora all’anno zero con la statale 106 tra Sicilia-Calabria-Basilicata e Puglia (nelle traiettorie nord-sud e viceversa) oppure per le trasversali Jonio-Tirreno. La distanza sociale complessiva tra Marche e Calabria è quasi siderale, incolmabile con gli attuali tempi. Tuttavia possiamo dire sempre la nostra!…
Ma per dire la nostra con efficacia e significato bisognerebbe essere più uniti, mentre invece troppi sono i comportamenti dissolutori e le voci dissonanti. Riemergono sempre, prima o poi “le Calabrie” (nel senso negativo del termine). Bisogna ancora lavorare molto sull’orgoglio identitario e unitario, senza cui si resta in balìa di chi vuole una Calabria disgregata per essere meglio e di più preda di speculatori interni ed esterni.
4 – NICOLA CAPORALE IL LEOPADI DI BADOLATO
Nicola Caporale (1906-1994) è il Leopardi di Badolato, paese che ha amato come nessun altro artista tanto da descriverlo e cantarlo in tutte le sue espressioni. Ed è una grande risorsa pure per la Calabria, essendo “prototipo” del poeta, dello scrittore, del pittore della più vera anima del profondo Sud. E come risorsa potrebbe e dovrebbe essere valorizzato al massimo possibile. Per dare l’idea di che cosa è Nicola Caporale, non mi stanco di dire e di scrivere dal 1978 (quando Egli era ancora vivo) che avrebbe meritato il Premio Nobel della Letteratura. Fosse nato in una regione diversa, quasi sicuramente l’avrebbe ottenuto.
Caporale ha dedicato a Badolato tutta la sua vita di educatore di molte generazioni e di artista completo, ma anche di giornalista e di difensore di comunità. Alcuni suoi versi poetici, taluni passi di romanzi potrebbero essere evidenziati per le piazzette o le vie del borgo antico, come è stato fatto a Recanati per Leopardi. Ciò vale pure per altri poeti e scrittori che hanno cantato Badolato. Così si darebbe alle nuove generazioni badolatesi e calabresi, nonché i tanti visitatori italiani ed esteri, l’idea di come e quanto questo paese sia stato amato e cantato. Aiuterebbe persino i forestieri ad amare questi luoghi, ricolmi di senso!
5 – BADOLATO E LA SUA STRADA DELLA POESIA
Caro Tito, lo scultore badolatese Gianni Verdiglione è un artista assai geniale ed anche assai affettuoso per la sua Badolato. Nell’autunno 1995 ha cercato di realizzare “La strada della poesia” dalla Marina al borgo, lungo i sei km di percorso della strada provinciale 135. Ma la sua idea promozionale ed artistica non è stata sostenuta adeguatamente. Il difetto è che si ritiene che l’opera di un artista non abbia valore sociale. Quella che poteva essere una originale quanto meravigliosa attrazione turistico-spirituale si è purtroppo persa … dolorosamente per me e per altri più sensibili a tale geniale idea che avrebbe potuto addirittura proseguire dal mare Jonio al mare Tirreno di Tropea, passando per le Serre (come avevo proposto nel 1996) e valorizzando tutti gli scrittori calabresi ma anche quelli della letteratura universale.
Adesso, Gianni è impegnato a raccontare la “vita degli umili” fabbricando sui muri, in numerosi punti del borgo, le cosiddette << pietre della memoria >> o <<pietre parlanti>> per descrivere con una “lapidaria” frase la vita di significativi personaggi locali, facendo così di Badolato un “paese raccontato” come nessun altro. Mentre in Piazza Castello c’è ancora una rappresentazione di quella strada o piazza della poesia, idea fortunatamente mai del tutto abbandonata, in attesa – si spera – di tempi e uomini migliori.
6 – SUPPORTI LOGISTICI-CULTURALI AL TURISMO
Caro Tito, la Calabria ancora si illude che può fare soltanto turismo balneare con qualche concessione di spazio a quello montano, ma senza i necessari supporti di sostegno logistico-culturali. Viviamo ancora una fase primitiva e spontaneista, nonostante qualche isolata espressione più tendente ad un’organizzazione sistematica permanente. Insomma, il turismo calabrese è ancora indifferenziato; non è ancora diventato sistemico, con uno stile, una scuola e con una tradizione di riferimento in una regione consapevole di ciò che ha e di ciò che può offrire all’utenza. Diciamo che la storia del turismo calabrese, in quanto sistema omogeneo regionale, deve ancora cominciare! Specialmente nel dialogo anche internazionale (la mancata valorizzazione del 50° dei Bronzi ne è prova lampante).
E’ doloroso che io dica questo, dopo oltre cinquanta anni di incessante lavoro e di esperienza nella promozione turistico-culturale che mi ritrovo fatto o tentato di fare a Badolato, in Calabria e nel Sud Italia. Per dare una misura, posso dire che attualmente in Calabria il settore turistico (salvo pochissime ed autonome eccezioni) naviga ancora a vista senza un vero capitano o scienza di lungo corso con un parametro del 5% (cinque per cento) di realizzato rispetto alle potenzialità complessive che potrebbe ancora esprimere. Mentre le politiche istituzionali e le Università sono ancora allergiche al territorio.
7 – SALUTISSIMI
Caro Tito, non voglio pensare che i calabresi (abituati a girare il mondo per emigrazione ormai da oltre 150 anni almeno) non siano riusciti a confrontarsi con altre realtà e tradizioni turistiche più avanzate e non sappiano fare tesoro delle situazioni più belle ed applicabili alle nostre ricche potenzialità regionali. C’è quindi qualcosa che impedisce alla Calabria di potersi esprimere al meglio pure nel turismo. Probabilmente, analizzando adeguatamente tutte le cause inibenti, si potrebbero trovare le migliori vie di uscita e l’inizio di una vera rivoluzione socio-culturale pure in àmbito turistico, settore industriale che può contribuire molto all’economia e alla crescita territoriale in forme più omogenee e diffuse.
Ed è con questo accorato augurio che auspico una stagione estiva 2022 davvero utile e fruttuosa per tutti, poiché del turismo (proprio in quanto attività spirituale, tramite la Cultura) si giovano direttamente o indirettamente tutti gli abitanti di un territorio. E’ l’industria più completa e “democratica” che esista, nel bene e nel male, volenti o nolenti, dal momento che la spiritualità appartiene a tutti, indistintamente a tutti, poco o tanta che sia. La spiritualità è come l’aria che respiriamo.
La foto qui inserita in questo ultimo paragrafo 7 è un’utile occasione per augurare a tutti un’ottima estate 2022. La maglietta così raffigurata, ricorda quelle 12 che ho fatto dipingere a mano nel 1987 ad una giovane artista romana con angoli caratteristici del borgo di Badolato. Sono piaciute molto ed alcune di queste magliette dipinte sono andate in Philadephia (USA).
Ringraziandoti della pubblicazione di questa “Lettera n. 403” resta l’impegno che la “Lettera 404” sia quella già annunciata e dedicata a Pietro Borraro, un personaggio che di turismo culturale e spirituale è stato uno dei più grandi pionieri italiani e del meridione italiano in particolare. Tanta cordialità e lungimiranza!
Domenico Lanciano (www.costajonicaweb.it)
ITER-City, lunedì 06 giugno 2022 ore 06.55 – Dal settembre 1967 il mio motto di Wita è “Fecondare in questo infinito il metro del mio deserto”. Tutte le sette foto sono mie.