Caro Tito, con la registrazione al Tribunale di Roma del 22 ottobre 2020, poco più di un anno fa nasceva un nuovo sito web-giornalistico << www.beemagazine.it >> frutto di un progetto culturale ed editoriale, fondato da “The Skill Group” (un affermato studio di comunicazione e di pubbliche relazioni della Capitale con estensione nazionale ed estera) e animato da un gruppo di giovani, con l’inserimento di alcuni professionisti di lungo corso come il direttore responsabile Giovanni Cioffi (giurista e comunicatore di vasta esperienza), il direttore editoriale Mario Nanni (già caporedattore centrale ANSA e scrittore), Pino Nano (già caporedattore centrale RAI e scrittore), ecc.

Sono tutti legati dalla passione civile, dalla ricerca e dalla curiosità su politica, economia, cultura, ambiente, fenomeni sociali, mondo della comunicazione nelle sue varie modalità espressive. Con una particolare attenzione a ciò che fermenta nelle profondità della società civile, del mondo giovanile, del lavoro e della ricerca. Per questo << Beemagazine >> propone analisi, approfondimenti, interpretazioni per capire meglio il nostro tempo, la realtà presente e le prospettive future.

“Skill” in inglese significa “abilità” – “abile”. Ricordi la “skill generation” di qualche anno fa???… “Skill” è un equivalente di “smart” (intelligente) … Ricorderai pure le “smart cities” (città intelligenti) o le “smart road” (strade intelligenti) e persino le “smart bombs” (le bombe intelligenti).

1 – BEEMAGAZINE.IT
“Beemagazine” è un giornale quotidiano dalle grandi o importanti o giovani firme, tenuto a battesimo da Giuseppe De Rita (presidente emerito del CENSIS). Vi collaborano personaggi come Rosario Coluccia (Accademia della Crusca), Giovanna Chirri (nota vaticanista dell’ANSA), Gianfranco Pasquino (arcinoto politologo) e tanti altri appartenenti ad un “ghota” interdisciplinare nazionale ed estero.

Il nome di “Beemagazine” racchiude un doppio significato o gioco di parole: il «bee», anche per un effetto di colore che nel brand è percepibile, comprende il verbo «be»; la seconda «e» indica la forma web della rivista; lette di seguito le due «e» (bee) indicano l’ape, che è il simbolo di The Skill e riporta alla operosità tipica delle api, come suggerisce il filosofo Bernard de Mandeville (1670 – 1733) nella famosa e omonima “La favola delle api” (1714) edita in Italia da Laterza nel 1987.

E, a proposito delle api, nella basilica di San Pietro in Vaticano è frequente vedere le api, simbolo pure dello scultore Bernini. Ti ricordi poi del famosissimo trio canoro australiano dei “Bee Gees” (api)?… Inoltre, è arcinota l’abilità sociale e produttiva delle api che, da vere stakanoviste, sono indispensabili per la vita del pianeta e anche per il nutrimento di noi umani. Infatti, senza l’impollinazione delle api, avremmo pochissimo cibo. Dobbiamo difendere le api in natura, poiché pesticidi e altre invasioni illecite procurano una disastrosa moria di questi preziosissimi insetti sociali che compromette il nostro habitat. Dobbiamo assolutamente far cessare la “guerra chimica” al nostro pianeta!…

Nella difesa delle api sono in prima linea due giovani giornaliste: Monica Pelliccia e Adelina Zarlenga (questa, molisana di Pietrabbondante, la conosco da parecchi anni). Insieme hanno fatto una lunga ed attenta ricerca intercontinentale, condensata nel libro “La rivoluzione delle api” (2018 pagine 192). Dunque, pare che l’esperienza giornalistica di <> nasca sotto buoni auspici e ottime premesse e promesse. Speriamo bene. Augurissimissimi!

2 – IL MOLISE DEI RECORD
Nel tardo pomeriggio di domenica 13 marzo 2022 ricevo la telefonata di Pino Nano, il collega giornalista ed amico calabrese di lunga data (conosciuto nel novembre 1986 a proposito di un suo memorabile servizio televisivo su “Badolato paese in vendita” per i TG Rai nazionali e regionale). Si era ricordato che io abito in Molise e a “Beemagazine.it” sarebbe stato utile un articolo su questa piccola regione. Mi sono messo immediatamente a disposizione.

Dopo qualche minuto ricevo una email di Mario Nanni, il direttore editoriale di tale sito web, con le indicazioni delle caratteristiche che avrebbe dovuto avere l’articolo … “retribuito”. Ovviamente, per l’antica amicizia con Pino Nano, ho rinunciato alla retribuzione e mi sono messo immediatamente a lavoro, consegnando il testo e le foto già giovedì mattina 17 marzo sulla concordata scadenza di fine mese. Come poi previsto l’articolo è stato pubblicato mercoledì mattina 23 marzo con il titolo “IL MOLISE DEI RECORD” come da mia impostazione e mio auspicio. Oltre all’allegato stampabile messo alla fine di questa “Lettera n. 395”, ecco il link per chi intende cliccare per leggerlo sùbito: << https:// beemagazine.it/il-molise-dei-record-lettera-a-un-viaggiatore-beemagazine/>>.

3 – ALCUNI SIGNIFICATIVI RISCONTRI
Appena apparso sul web, ho cominciato immediatamente a diffondere tale articolo a tutti i miei molteplici contatti (whatsapp ed email). Devo dire che è piaciuto a tutti coloro che poi mi hanno riscontrato. In tanti. Come ad esempio l’amica Rita dalla vicina cittadina di Castel di Sangro (AQ): << Bellissima e appassionata lettera che fa venire voglia di visitare questo Molise, ahimè tanto stuprato! >>. E un’altra cara e stimata amica, professoressa molisana, che vive altrove: << Complimenti, Mimmo, sei riuscito a sintetizzare storia, luoghi, tradizioni, valori e la vera bellezza-ricchezza della nostra regione. GRAZIE !!! >>.

In particolare, ci tenevo molto ad inviarlo a parenti ed amici molisani, emigrati all’estero. Dal Canada, così mi ha commentato, via whatsapp, uno dei tanti amici che ha letto l’articolo in lontane “terre di esilio”: << Mai immaginata tanta ricchezza nel Molise!… Purtroppo non ho avuto la fortuna di conoscerla perché per me c’erano solo pecore e zappa. Finché non ho deciso di cercarmi un altro destino fuor’Italia! >>.
Un utile riscontro ho avuto pure da alcuni giornali web molisani cui ho inviato una breve notizia con il link dell’articolo << https:// beemagazine.it/il-molise-dei-record-lettera-a-un-viaggiatore-beemagazine/>>. Sento, quindi, il dovere di ringraziare il collega Maurizio d’Ottavio di www.ecoaltomolise.net – Giampiero Giunti di www.futuromolise.com – Mariarosaria Carosella di www.altomolise.net e i colleghi di www.moliseweb.it di Campobasso.

4 – TERRA TANTO AMATA QUANTO SCONOSCIUTA
Caro Tito, è sempre con profondo dolore che penso all’emigrazione forzata, specialmente alla mia gente. Ne ho sofferto fin da bambino e tutte quelle partenze mi hanno cambiato, anzi stravolto, la vita. In Calabria e in Molise (che sono le dimensioni umane e sociali che conosco di più) ho vissuto parecchie esperienze di emigrazione, sia in regione che in alcuni luoghi di emigrazione come Svizzera, Canada ed Australia.

Ma gli episodi che più mi hanno emozionato e fatto riflettere sono quelli che mi hanno visto accompagnare parenti e amici (tornati in vacanza dai Paesi di emigrazione) in giro, per luoghi mai prima conosciuti nella propria regione natìa. Solitamente coloro che emigravano, nella stragrande maggioranze dei casi, facevano un salto geografico, antropologico, sociale ed ambientale enorme … spesso dal piccolo villaggio o sperduta contrada rurale ai grattacieli delle metropoli. Un salto epocale. In pratica, dal proprio borgo (da cui spesso non erano quasi mai usciti se non in qualche altro nei dintorni, magari soltanto per una fiera o altra rara occasione) l’emigrazione li ha catapultati improvvisamente, spesso da un giorno all’altro, in tutt’altra realtà nella loro destinazione estera. Per cui, amavano ed amano la propria terra delle radici, spesso senza averla mai conosciuta veramente. Mi sono capitati molti di questi casi. Tutti commoventi ed emblematici. Degni del massimo rispetto e persino di solidale devozione.

Si emozionavano tantissimo fino alle lacrime, il più delle volte, sia emigrati Calabresi in Calabria, sia emigrati Molisani in Molise, nel vedere le bellezze a loro sconosciute della propria regione, della “loro terra”!… Alcuni, specie le donne, piangevano abbondantemente, rammaricandosi di essere partite, lasciando tutte queste meraviglie, oltre che il cuore e gli affetti più cari, la propria cultura. Il proprio mondo. Ma, allora, nel dopoguerra, il problema non era soltanto cercare il benessere, ma addirittura nutrirsi, avere da mangiare a sufficienza, potersi vestire, abitare e vivere degnamente. Dopo una guerra – non dimentichiamo mai! – che ha prostrato ed umiliato l’Italia. E tale dignità era possibile soltanto all’estero per i più e, per qualcuno, in nord Italia o nei Paesi dell’Europa centrale. E tale grande fuga ha spopolato e spogliato paesi e campagne, recando un danno incalcolabile e irrisolvibile alla società, specie come affetti, economia e ambiente.

<< Nel 1953 – mi diceva una signora partita per il Canada che aveva appena 16 anni, dopo aver sposato un compaesano – sono andata via accecata dall’amore e questo era allora un motivo sufficiente per lasciare questa mia meravigliosa terra!… Quando si è troppo giovani, si è incoscienti e si è attratti pure dall’avventura, dalla novità … però, in sèguito, quando si capiscono i veri valori, è troppo tardi per poter cambiare e tornare indietro, specialmente quando poi subentrano nella propria vita figli e nipoti. Avessi avuto la consapevolezza che ho adesso, non avrei mai e poi mai lasciato questa mia terra, a costo di mangiare soltanto pane e cipolla! >>.
Pur con altre parole, questi sono stati i sentimenti di una generazione partita senza potersi voltare indietro. Qui in Agnone, da oltre quarant’anni porto parenti ed amici emigrati in giro e, in particolare, a “Colle Mingone” là dove c’è l’ultima curva, svoltata la quale, non si vede più il proprio paese e la propria valle. Qui, abbondano le lacrime e la rabbia che esprimono tutti coloro che appartengono a quella generazione dell’emigrazione che oggi consideriamo “epica” (pure perché era di massa, senza SE e senza MA).

Lo stesso fascino coglie quei figli e quei nipoti di questi emigrati di prima generazione, quando (anche indotti dai racconti dei loro genitori o nonni) vengono dall’estero per visitare i luoghi dove sono nati i propri familiari o parenti … luoghi dove, comunque, sono le loro precedenti radici, che anche i giovani sentono veramente assai. Restano estasiati. Ma prende sempre nettamente e preponderante il sopravvento quel richiamo del benessere e delle opportunità di crescere assai meglio all’estero piuttosto che qui. Gli emigrati hanno un doppio cuore!…

Stesse situazioni in Calabria. Con una malinconia maggiore, per il mare. Mentre in Molise, gran parte della popolazione vede quasi sempre aspre montagne, vallate e consistenti colline (poiché il mare è lontano e non se ne sente nemmeno l’eco e comunque appena 35 km di litorale); in Calabria il mare lo si vede quasi dappertutto, anche dall’alto dei monti per tutto lo scenario degli 800 km che affacciano sul palcoscenico delle coste joniche e tirreniche.
In Calabra azzurro non è soltanto il cielo, ma c’è l’azzurro più azzurro del mare. E soprattutto la luce che da questo mare riverbera e si moltiplica, abbagliando occhi e anima. Nessuna altra regione italiana (a parte Sicilia e Sardegna) assiste a questo teatro quotidiano, continuo e intenso. Ma la Calabria ha qualcosa in più delle altre regioni, poiché, essendo fisicamente stretta, ha la possibilità di bearsi, persino nelle montagne, della luce riverberata dai due mari Jonio e Tirreno. Privilegio che condivide con il Salento, stretta striscia di terra tra Adriatico e Jonio. Quello della luce e del mare sono valori immensi, che non possono essere capiti da chi non li ha mai sperimentati e vissuti anche intimamente. Così chi parte si porta dentro anche il mare e la sua più struggente e luminosa nostalgia, assieme a tutto il resto che costituisce il proprio più intimo e ineliminabile patrimonio spirituale. L’unico che salva, sempre, ovunque e comunque.

5 – SALUTISSIMI
Caro Tito, è stata una bella e struggente esperienza scrivere sul Molise, così come avrei potuto descrivere la mia Calabria. E ringrazio ancora i super-colleghi Pino Nano e Mario Nanni, i quali mi hanno dato questa preziosa occasione di constatare e gustare pure le emozioni di numerosissimi molisani (tra cui tanti amici) che mi hanno mostrato, in vari modi espressivi, il loro attaccamento ed amore alla propria terra anche dopo oltre 50 anni di emigrazione intercontinentale. Le radici sono ancora e sempre vive, pungono con dolore. Ma, tant’è, la sopravvivenza ha sempre la priorità persino sull’amore, anche quello che punge sempre. Ne riporto il link << https://beemagazine.it/il-molise-dei-record-lettera-a-un-viaggiatore-beemagazine/ >>.

Non posso concludere questa “Lettera n. 395” senza almeno un pensiero alla tragedia ucraina. Continuando a sollecitare aiuti “sicuri”… specialmente al n. telefonico 45525 che tu evidenzi in permanente pro-memoria su tutte le tue pagine. Sabato 26 marzo 2022, in Agnone del Molise, cittadina dove abito, per la pace tra Russia e Ucraina (e nel mondo) si è svolto un lungo corteo con fiaccolata, partito da Piazza Plebiscito (quasi sotto il palazzo del Comune) per concludersi nella centralissima Piazza Unità d’Italia, dove si sono avute varie testimonianze e manifestazioni espressive da parte specialmente di bambini e di giovani. Tale corteo ha avuto, più o meno, la consistenza e le medesime caratteristiche di quello da me organizzato nell’ottobre 1990 contro tutte le guerre e, in particolare, contro la prima guerra del Golfo, in Irak. Dopo quasi 32 anni, si ripete la stessa intensa mobilitazione, pure con la partecipazione delle Autorità locali. Puoi seguire il breve resoconto con video e foto su << https://ecoaltomolise.net/da-agnone-centinaia-di-bambini-ribadiscono-il-no-alla-guerra-in-ucraina/ >>.

Tra tutte le foto riportate da tale utilissimo sito territoriale, diretto dall’amico e collega Maurizio d’Ottavio, ho tratto questa di due bambini che si tengono per mano e che rappresentano le due nazioni in guerra, Russia ed Ucraina. Evidenzio tale foto, pure per il fatto che sono incessantemente convinto che i popoli sono sempre e comunque le vittime principali della follia delle guerre, in particolare delle invasioni. Quindi, dobbiamo lavorare sempre e comunque per la riconciliazione. La stessa riconciliazione che attende ancora l’Italia, tra Nord e Sud, dopo l’invasione sabauda del 1860. Non meno tragica della recente invasione russa in Ucraina dello scorso 24 febbraio 2022. Si avranno strascichi per chissà quanto tempo ancora! E, come ho rimarcato nella precedente e accoratissima << https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-394-urge-una-nuova-ventotene-e-un-disarmo-generale-per-la-sopravvivenza-dellumanita/ >> urge lavorare pure e soprattutto affinché la Russia pacificata entri nell’Unione Europea prima possibile. Non c’è alternativa!…
Caro Tito, la colossale impresa che ci aspetta è far sì che il popolo, la gente non paghi più e così tanto amaramente con lacrime e sangue, sia in pace che in guerra, le decisioni di poche persone che sottomettono il mondo come una Grande Mafia. Urge urge urge unire tutte le energie, specialmente le migliori per tale missione storica ed universale. Per la quale può già essere utile la riflessione che ci dona il filosofo Salvatore Mongiardo “tra mito e storia” e che qui unisco come Allegato 2. Alla prossima “Lettera n. 396” mentre saluto te e i nostri gentilissimi lettori con grande affetto e tanta cordialità! PACE PACE PACE !!!

Domenico Lanciano (www.costajonicaweb.it)
ITER-City, lunedì 28 marzo 2022 ore 04.14 – Dal settembre 1967 il mio motto di Wita è “Fecondare in questo infinito il metro del mio deserto”. Le foto sono state prese dal web.

 

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