Caro Tito, nel rendere (con questa “Lettera n. 368”) almeno un minimo, grato, doveroso e riconoscente omaggio all’associazione e al periodico LA RADICE di Badolato (CZ), sono convinto di bene interpretare i sentimenti di tutti coloro i quali a migliaia ricevono (con significato e gradimento, ogni quattro mesi) la copia della rivista nata e … “Scritta per tutti i Badolatesi, soprattutto per i tanti sparsi per le vie del mondo” come evidenzia il sottotitolo della testata, nella parte superiore della prima pagina. Perciò, questa “Lettera n. 368” è un sentito e sincero GRAZIE SOCIALE a tutti coloro i quali dal 1991 per l’Associazione LA RADICE e dal 1994 per l’omonimo periodico si Stanno spendendo moltissimo con generosità e gentilezza, amore e lungimiranza per il bene comune, specialmente a favore di tutti noi che (per vari motivi) siamo “costretti” (per scelta, necessità o imposizione) a stare lontano da Badolato, nostro paese natìo o di elezione, e dalla Calabria.
Mi accingo, perciò, a dirti (seppure brevemente e mi scuso) di una delle più belle esperienze e imprese sociali che da 30 anni sta vivendo la comunità di Badolato (dentro e fuori i confini nazionali) … ovvero la preziosissima, duratura e lungimirante presenza dell’Associazione culturale LA RADICE e della rivista omonima. Queste due belle realtà trovano nel prof. Vincenzo Squillacioti e nei bravissimi altri protagonisti il fulcro tanto attivo quanto benemerito da restare come esempio di “eroismo” culturale in Calabria.
In una Calabria, però, priva di vera volontà politica (forse perché sottomessa colonia del Nord o per autoflagellazione?) nel dare ai suoi cittadini valide strutture e tenaci riferimenti di memoria collettiva e di iniziative promozionali e culturali quasi tutti demandati ormai alla buona volontà e all’intraprendenza dei singoli e delle associazioni. Demandati, in particolare, agli eroici “Cirenei” … cioè a coloro i quali devono prendersi la croce di qualsiasi impresa per tenere viva, al massimo possibile, la cultura sociale locale e regionale, tra tantissimi ostacoli e persino denigrazioni. Prendersi la croce pure per significare ed avere una “presenza” (in qualche modo) anche a livelli nazionali ed esteri. Almeno per poter dire “esistiamo” come passato, presente e futuro.
1 – EROISMO SOCIALE E CULTURALE
Il drammaturgo tedesco Bertold Brecht (1898-1956) nel suo molto noto lavoro teatrale del 1938 “Vita di Galileo” (alla scena 13) attribuisce a questo famoso scienziato italiano (1564-1642) la frase (rimasta famosa) << Beati i popoli che non hanno bisogno di eroi >> cui fa eco quella dell’allievo prediletto Andrea Sarti << Sventurata la terra che non produce eroi! >>. Mentre il filosofo scozzese Thomas Carlyl (1795–1881) sembrerebbe completare con l’affermazione << La storia del mondo non è altro che la biografia di grandi uomini >>. Proseguendo nelle citazioni, ne potremmo vedere e leggere davvero di belle! Forse tutte vere, ognuna a modo suo. Fatto sta che gli eroi ci sono. E numerosissimi sono gli ”eroi del quotidiano” (come ho evidenziato nel libro “Prima del Silenzio” nel giugno 1995, alle pagine 113-129) … pure quelli che da qualche anno il Capo dello Stato Sergio Mattarella premia (a simbolo) con l’onorificenza al merito della Repubblica.
Ma che definizione ci fornisce il più prestigioso dei dizionari italiani, il Treccani? << … è un eroe anche chi dà prova di grande abnegazione e spirito di sacrificio, impegnandosi a fondo per un ideale nobile >>. Oggi, in pratica, per essere considerato “eroe” non è necessario vivere o morire come tale (sprezzante della vita) ma anzi “vivere” da persona fuori dall’ordinario, da persona speciale, utilizzando al meglio la propria esistenza. Facendo ciò che altri non fanno affatto o non fanno con il medesimo ardire … facendo comunque molto più del proprio dovere. Con abnegazione e spirito di sacrificio. Ecco la condizione per essere “eroe”! Abnegazione e sacrificio.Ma quale è, per ognuno di noi, il proprio dovere?… Quanto e quale sacrificio?…
2 – PROF. VINCENZO SQUILLACIOTI
Comunque sia, considero veri “eroi sociali e culturali” gli attivisti dell’Associazione e del periodico LA RADICE. E ancor di più il prof. Vincenzo Squillacioti, il quale in tale contesto si spende come nessuno può immaginare se non lo si vede all’opera. Ne posso dare diretta testimonianza. Infatti (da quando lo conosco io, cioè dal 1967, giusto 54 anni) è colui il quale a Badolato ha partecipato ”come nessun altro”(ecco l’eroe!), in modo continuo ed intenso, alla vita sociale sempre con attenzione ed affetto, impegno e lungimiranza, pazienza e “compassione” (nel senso di aiuto gratuito e di condivisione delle sofferenze e dei problemi altrui). Ed ha fatto di tutto e di più per la propria gente, per noi tutti … “con grande abnegazione e spirito di sacrificio” ma anche con grande amore, affetto e passione civile. Una disponibilità assoluta che sembra inesauribile. E non so davvero dove trovi tutta questa forza per “macinare” una così immensa mole di lavoro sociale ed altruistico, quale forse i veri sacerdoti o missionari riescono a fare per fede ed onestà futura. E, ad essere sincero, ho sempre trovato nel prof. Squillacioti un che di “ieratico”. Trascendentale.
In particolare, per quanto riguarda la “compassione” potrei testimoniare splendidi episodi che gli fanno grande onore ma che qui devo tacere poiché riguardano terze persone e intere famiglie da lui beneficiate in assoluto silenzio e rispettosa riservatezza. L’eroe è, quindi, colui il quale fa pure cose difficili o complicate che nessuno fa o è disposto a fare. E’ colui al quale si può ben apostrofare: “Ma chi te lo fa fare?” oppure “Ma perché ti vuoi complicare la vita?” e via dicendo. E’ l’eroe e l’esempio dell’anti-disimpegno. Grande!
A mio modesto parere, da testimone costante e suo amico quasi da una vita, Lo riterrei addirittura “Santo laico” più che “eroe”! … Tutto, ovviamente, al netto dei difetti e delle imperfezioni che ognuno di noi può avere e sicuramente ha, senza ombra di dubbio (come d’altra parte hanno avuto pure i Santi proclamati tali dalla Chiesa cattolica). Così come ho detto per quel santo uomo di mio padre, nell’elogio funebre all’uscita dalla chiesa quel pomeriggio del 9 agosto 1985 durante i funerali, nell’estremo saluto. Anzi, tra tutte le persone che ho conosciuto e che conosco, Vincenzo Squillacioti è l’unico che ammette (a volte fino allo sfinimento) le proprie contraddizioni (quasi a chiedere comprensione, scusa e maggiore affetto). Con una raffinata sensibilità e timidezza. Pochi conoscono la sua timidezza e i metodi per camuffarla.
Ed è ammirevole pure per questo. E per fortuna sua e nostra ha sposato la migliore donna che abbia potuto trovare, quasi l’avesse cercata con il lanternino o … per “colpo di fortuna”… quell’ottima Giovanna Durante, pure lei docente, che ne condivide la vocazione e la missione di “redentore sociale”. Insieme fanno davvero una bella e brava coppia, come ho evidenziato, scrivendo di loro alle pagine 144-153 intitolate “Due coniugi, una vita per la kultura e la solidarietà” nel settimo volume del “Libro-Monumento per i miei Genitori” dedicato a “I MIEI VIP” nel 2007. Da quelle pagine traggo le due loro foto che qui evidenzio.
Perché è proprio di questo che si tratta. Vincenzo Squillacioti è (almeno per me) l’unico o forse uno dei pochi (tra quelli della nostra zona impegnati nel sociale anche culturale) che lavora (più alacremente di tanti altri) proprio per quella dimensione di “redenzione” che necessita al nostro popolo, offeso da secoli e da ogni tipo di vessazione e, purtroppo, ancora adesso più subdolamente. Sì, ancora di più in questa “fantomatica” pseudo-democrazia. Democrazia ancora e sempre “padronale” in ogni suo luogo ed espressione, specialmente verso il Sud e la Calabria in particolare (per non parlare dell’altro universo-mondo che, però, piano piano sta implodendo o esplodendo, come dimostrano il clima e le migrazioni).
L’ho più volte sollecitato a scrivere qualcosa sulla sua “filosofia” (o esperienze) di vita e di società, specialmente per come ha annotato diligentemente e meticolosamente (già in tempi persino remoti, quasi “giurassici”) sui suoi “quaderni neri” (cioè fin da quando i quaderni avevano la copertina nera, come qualcuno dei più anziani come me ricorderà). Personalmente, mi sento un privilegiato perché, di tanto in tanto, mi confida alcune sue convinzioni, appunto, “filosofiche” che hanno sicuramente dello straordinario come straordinario è Lui (almeno nel nostro panorama territoriale). Fuori dall’ordinario o mediocre vivere.
Posso testimoniare che è uno degli uomini più etici che abbia conosciuto finora. Scrupolosamente e delicatamente “etico” pure nel senso che misura ogni suo passo, ogni sua parola, ogni suo gesto, persino ogni mimica del corpo, proprio per non mancare mai di rispetto, di gentilezza e di cordialità. Anche per non essere di alcun e pur minimo fastidio a nessuno, quasi volesse camminare in punta di piedi, per non urtare la suscettibilità di alcuno. Comunemente potremmo definirlo “un uomo misurato”. E’ certamente uomo di pace e di amicizia che tende ad un equilibrio armonico, nonostante le sue molte, forse troppe, inquietudini intellettuali che però, a ben vedere, Gli sono utili per non saziarsi mai di conoscenza e di virtù. Sicuramente è uno dei personaggi più “badolatesi” e di più grande caratura sociale che ci sia mai stato in Badolato e forse anche nei dintorni. Ed è molto ammirato pure per questo. Ovunque. E molto sinceramente.
Non ho ancora detto che, in gioventù, Egli è stato ufficiale dell’Esercito Italiano (adesso sarà almeno colonnello della riserva) e poi insegnante nelle scuole elementari, formando parecchie generazioni di bambini. Uomo di particolare ed attenta sensibilità. Prova ne è ciò che nel 1967 ho letto su un giornale scolastico dell’Istituto per Geometri di Siderno (curato però da due studenti badolatesi, Vincenzo Procopio e Domenico Lopilato) … un suo breve racconto intitolato “Calabria Vergine” che poi ho riproposto in vari miei scritti per quanto mi appare stupendo. Penso sia il suo capolavoro assoluto. La migliore perla nella sua ricca collana narrativa. Che dà tanto onore a Lui quanto alla Calabria … Vergine! La quale non è ancora scomparsa del tutto. Per fortuna. E Lui ne è un esempio vivente. Ancestrale eppure così lungimirante.
Non bisogna mai disperare completamente finché ci sono quelli di “Calabria Vergine”. Ed è questa una Calabria da conoscere, evidenziare e valorizzare molto meglio di quanto già non si faccia dentro e fuori i confini regionali. La Calabria ha bisogno di un’orgogliosa e consapevole rivoluzione culturale! E ritengo sia già iniziata, pure con l’accelerazione data dal filosofo Salvatore Mongiardo, andreolese di Soverato, con la riscoperta della PRIMA ITALIA e di Pitagora, di insospettati e speciali giacimenti culturali. Ecco, anche questa è “Calabria Vergine “ (“anengasta” avrebbe detto la mia nonna paterna in un greco dialettizzato, “vergine, non ancora scoperta, non ancora toccata”).
3 – APOSTOLATO SOCIO-CULTURALE
Dire che Vincenzo Squillacioti (da presidente, come lo è stato, o da semplice componente) sia “l’anima” dell’associazione culturale “La Radice” di Badolato è cosa ovvia, constatata, riconosciuta ed ammessa da tutti. Non perché sia il più bravo (“si badi bene!” o “attenzione!” come suole intercalare Lui stesso) ma per il semplice fatto che lavora di più, in modo instancabile (eroico, direi) e a 360 gradi. E non solo a beneficio della comunità badolatese ma anche per altri paesi del comprensorio di Soverato e, spesso, persino oltre.
Questo lavorare troppo (spesso sfidando i propri limiti psico-fisici e anagrafici) porterebbe chiunque a dover poi sopportare acciacchi che non si dovrebbero affrontare se ci si dedicasse di più al proprio relax. Ma gli impegni sono impegni e bisogna portarli a compimento. Da “professionisti” e da perfezionisti. Basti pensare che è lo stesso Squillacioti che sbriga la maggior parte del lavoro di redazione del periodico tenendo i molteplici contatti (anche telefonici o kilometrici) e quanto altro richiede tale impegnativo coordinamento. E sta persino ore e ore al computer per inserire e impaginare gli articoli o nella corrispondenza. Ha sempre meravigliato pure me tutto questo “stakanovismo” ad oltranza. Alla lunga, anno dopo anno (sono ormai quasi ventotto quelli della rivista) ne risentirebbe chiunque (specialmente con la schiena e gli occhi). Come non essergli grati anche per così tanto lavoro sociale … fatto in modo del tutto “gratis et amore Dei”?…
Inoltre, la sua casa è sempre stata aperta a tutti e tutti vengono accolti con cordialità, attenzione e generosità per qualsiasi tipo di aiuto possibile, specialmente per coloro che provengono persino dall’estero, essendo Egli l’unico vero punto di riferimento “dinamico” e qualificato … a parte quanto fatto dal compianto prof. Antonio Gesualdo (1936-2021), altro lodevolissimo personaggio “certosino” da vero e proprio “eroismo culturale”.
Un altruismo senza posa. Si rivolgono a Vincenzo Squillacioti persino autori di libri per la revisione dei loro testi e per consulenze editoriali! … Tutto questo ci può essere e c’é, ovviamente, pure grazie alla moglie Giovanna, cui bisogna riconoscere gli stessi meriti del marito, come concetto di base.
Entrambi fanno in Badolato ciò che dovrebbe fare un intero Centro culturale pubblico (comunale, in questo caso, o interzonale) di cultura, di memoria e promozione storico-sociale, di aiuto e quanto altro. Adeguato merito va pure alle due figlie Maria Vittoria e Antonella (attualmente residenti altrove per lavoro) le quali hanno dovuto “sopportare” e spesso “supportare” questa “strana” famiglia di “apostoli culturali” della nostra estesa comunità jonica. Che fortuna che abbiamo avuto!
4 – LA RADICE PARTE NEL 1991
Adesso non ricordo chi abbia avuto la prima idea di costituire l’Associazione LA RADICE nel 1990-91. Ma è sicuramente un desiderio che aleggiava da sempre in Badolato per un’associazione o un centro culturale di ampio respiro. L’esperienza e la storia dimostrano che Badolato non sa stare senza un’attiva associazione culturale. Lo stesso Vincenzo Squillacioti (da spirito sempre indipendente e libero, bisogna precisare) ha fatto parte, in precedenza, della promozionesocio-culturale che c’è sempre stata in paese (a volte anche oltre) nell’organizzare eventi di spessore pure a beneficio dell’interzona. Mi riferisco, ad esempio, alla enorme mole di lavoro culturale laico (oltre che parrocchiale) fatto (specialmente negli anni sessanta e settanta) dall’insegnante Luisetta Caporale la quale resta ancora uno dei baluardi dell’apertura mentale per tanti di noi e per tutte le generazioni che si sono susseguite dal 1955 in poi in Badolato Marina e dintorni.
Mi riferisco altresì e in particolare ad un’altra bellissima esperienza, quella del “Centro Culturale” (avente sede a palazzo Staiano sulla Via Nazionale) molto attivo ed importante negli anni settanta, assai cruciali per l’Italia intera! Insomma, là dove c’è Cultura c’è Vincenzo Squillacioti!… Ne so qualcosa pure io che l’ho avuto come unico adulto badolatese alla prima e assai pubblicizzata riunione (nell’attuale Bar Solesi) preparativa per la realizzazione del Consorzio turistico “Riviera degli Angeli” nel 1972. Non posso mai dimenticarlo. Unico adulto! E l’ho avuto a fianco o attento in tantissime altre mie iniziative sociali!…
Comunque sia, l’associazione culturale “La Radice” (www.laradice.it – info@laradice.it) è nata formalmente nei primi mesi del 1991 con tanti buoni propositi, quasi tutti mantenuti. Anzi penso che la realtà li abbia ampiamente superati, pure perché la voglia di fare è sempre stata tanta, nonostante i sempre esigui mezzi economici, di collaboratori e di “apostoli”. Adesso, in questo 2021, ha compiuto e superato i 30 anni ininterrotti di vita e di molteplici attività. Ne cito solo alcune (e magari non sono nemmeno le più importanti) … giusto per dare un’idea, poiché per ricordarle tutte occorrerebbe un libro … assai ”voluminoso”. E speriamo che qualcuno lo faccia, sto libro, pure perché è la Storia stessa dell’interzona.
La più conosciuta, continua ed appariscente attività socio-culturale è il periodico LA RADICE (nato nel 1994 come trimestrale e divenuto quadrimestrale solo da qualche anno). Tale “rivista” cartacea (con parecchie espressioni web nel sito dell’associazione) è un importante strumento di unione e di identità tra badolatesi (e non) come – ripeto – è chiaramente evidenziato sotto la testata << Scritto per tutti i Badolatesi, soprattutto per i tanti sparsi per le vie del mondo >>. Come lo è stato per parecchi anni il sito fondato dal prof. Pasquale Andreacchio<< gilbotulino.it >> dall’anno 2000. Assai seguìto in Italia e all’estero.
Intanto, è giusto dire che in Badolato si è sempre sentita l’esigenza di avere un giornalino per tenere più unita la comunità, specialmente dopo l’esplosione dell’emigrazione di massa. Fin negli anni sessanta, quando ero ancora adolescente, io stesso ho prodotto (con l’aiuto del parroco padre Silvano Lanaro) alcuni numeri di “K-elevato-K” un fascicolo ciclostilato che in paese distribuivo a piccola offerta (almeno per comprare carta, inchiostro e matrici). Nel 1975 si era ipotizzato un altro organo di stampa comunitaria, nel contesto dell’Università Popolare Badolatese (esperienza boicottata dal devastante totalitarismo nostrano).
Poi nel marzo 1986, da Bibliotecario Comunale incaricato (ma ancora senza delibera e senza remunerazione) ho presentato (all’allora Amministrazione diretta dal sindaco Ernesto Menniti, con assessore alla cultura il prof. Franco Laganà, giornalista) la bozza debitamente bene impaginata di una rivista di collegamento tra i badolatesi residenti, emigrati e fuori-sede, intitolata “CHI RESTA” nel contesto di un utile e necessario “Centro di Coordinamento dei Badolatesi nel mondo” dentro la ipotizzata Biblioteca Comunale. Non si è arrivati a nulla. Purtroppo. Meno male che, poi, dopo qualche anno, nel 1991 è nata LA RADICE come associazione ed editrice della bella e interessante rivista che dal 1994 raggiunge a migliaia sia badolatesi che amici di Badolato, ovunque si trovino nel mondo!… Una sfida vinta alla grande! Bravissimi!
5 – LA RADICE COME CASA EDITRICE
Un aspetto assai apprezzato e prezioso della produzione culturale de LA RADICE nel suo complesso (associazione e periodico) è, appunto, quello editoriale, della comunicazione e della partecipazione del patrimonio comune. Oltre alla rivista, ha dato e continua a dare alle stampe davvero tanti i libri di particolare importanza per il territorio, nonché approfondimenti monografici anche come utilissimi e storici “speciali” (ad esempio, i due per “Badolato paese in vendita” 1986-1996 e 2016, l’altro sull’accoglienza ai profughi Curdi del 1997-2002). Ma anche opuscoli distribuiti assieme al fascicolo del periodico. Come nel caso dei “Ricordi Badolatesi” del capostazione Antonio Loprete, da me curato ed estratto nel 2004 dal quinto volume (pagine 159-194) del “Libro Monumento per i miei Genitori” (poi edito nel maggio 2007).
Infatti, l’Associazione culturale LA RADICE è diventata, sempre più con il passare degli anni, una vera e propria “Casa Editrice” non soltanto nella produzione del periodico ma anche nella stampa e diffusione di opuscoli, libri, nonché veri e propri corposi, impegnativi volumi come, ad esempio, “La platea dello stato di Badolato” (un antico catasto, ricco di notizie, come, ad esempio, quella dell’esistenza della chiesa di San Lorenzo, di cui si era persa persino la memoria). Particolare commozione ha destato l’edizione postuma (del 2005) di “Spine e Spighe” le poesie del compianto amico Vito Maida (1946-2004) di Soverato e i volumetti scritti dal preside badolatese prof. Antonio Fiorenza, pure lui scomparso prematuramente. Insomma LA RADICE cerca di avere un po’ di attenzione pure per tutti coloro che, anche fuori dai nostri confini comunali, produce bellezza, emozioni e significato. Cultura sociale.
Di notevole importanza è che poi, come “Casa Editrice” e come periodico, l’associazione LA RADICE è diventata spontaneo punto di convergenza di un nutrito gruppo di studiosi (come il prof. Ulderico Nisticò e il preside Gerardo Pagano, gli storici Marziale Mirarchi, Valentino Ussia, Pietro Cossari, ecc.), docenti universitari (come il prof. Antonio Barbuto), autori e giornalisti non soltanto badolatesi (come Pietro Melìa, già Rai Calabria), alcuni dei quali inviano corrispondenze pure dall’estero (come il latinista prof. Lorenzo Viscido da New York), oltre che da ogni parte d’Italia. E ciò, si capisce bene, costituisce di fatto un notevole e qualificato “centro culturale” che va al di là dell’iniziale intenzione di trattare solo temi e personaggi badolatesi.Ciò non sarebbe stato però possibile senza la soave capacità di attrazione, di affettuosa amicizia e di coordinamento del prof. VincenzoSquillacioti, il quale aveva dimostrato tali capacità manageriali e di gestione quando era Ufficiale dell’Esercito. Egli è, in pratica, a capo di un’industria culturale-editoriale.
D’altra parte la domanda e l’offerta di Cultura non ha confini e LA RADICE fa quel che può con i suoi pur piccoli mezzi. Anzi, a volte sembra fare veri e propri “salti mortali” o “miracoli editoriali”. “Miracoli d’amore per la Cultura e la propria Terra”, aggiungo. Ciò dimostra di quale e quanto lavoro ci sarebbe ancora da fare, pure di ottima qualità, in una Calabria dove la Cultura sembra essere un “optional” mentre invece (come, appunto, sostiene il filosofo Salvatore Mongiardo, altro illustre e ottimo collaboratore) la nostra regione ha giacimenti culturali così antichi e così importanti quale nessun’altra terra potrebbe vantare. Basta dire che la Calabria ha dato il nome all’ITALIA. E certamente non lo ha dato così, a caso. Ci deve essere e c’è molto dietro tutto ciò. E questo molto va conosciuto e valorizzato. Al massimo possibile. E’ la nostra principale risorsa regionale, la base da cui tutto è iniziato in Italia e in buona parte dell’Occidente.
6 – RAPPORTI ANCHE INTERNAZIONALI
L’attività editoriale de LA RADICE significa non soltanto fare libri, ma presentarli e diffonderli. Quindi, invitare relatori e persone interessate, cui garantire l’ospitalità e fare gli onori di casa. Inoltre, l’Associazione ha presentato e continua a presentare libri scritti da altri e per altre case editrici. LA RADICE, così, ha creato una molto dinamica rete di amicizie culturali tra le più importanti della Calabria. E la gestione di tutta questa rete ricade quasi sempre o quasi tutta proprio su “Casa Squillacioti”. I coniugi Vincenzo Squillacioti e Giovanna Durante hanno saputo creare (sicuramente nel contesto dell’Associazione ma pure per ascendente personale o vocazione di coppia) una vera e propria “epopea socio-culturale” in Badolato e dintorni. E tutto ciò ha sicuramente dello straordinario e, a più lungo tempo, anche dell’eroico! Vedo in tutto ciò pure un aspetto di moderno “mecenatismo” (proporzionato ai tempi, ai luoghi e alle situazioni). Chi di noi è disposto a fare tutto ciò?… Lo straordinario sta proprio qui, nella generosa unicità.
Ovviamente, per Squillacioti, la gestione di tale rete può significare e significa, intanto fare e ricevere telefonate, fare e ricevere visite anche nelle ore più impensate. E, soprattutto, essere presente nelle attività di altre associazioni culturali, sia per questione di cortesia e di reciprocità sia perché Egli è un personaggio assai considerato in zona a tal punto che, a volte, accade: “No Squillacioti? No party”… (ne so qualcosa). Tra gli enti e le associazioni con cui collabora più strettamente LA RADICE ci sono quelle di più forte e motivato valore sociale come il Comune, le Scuole, la Pro Loco, l’AVIS (donatori sangue), la Protezione Civile, altre associazioni del territorio (come l’Università della Terza Età o la Società Dante Alighieri, entrambe di Soverato). LA RADICE collabora anche con artisti di ogni genere per la realizzazione di documenti duraturi come registrazioni sonore (ad esempio, con Andrea Naimo per le canzoni popolari), video-documentari (con la regista veneta Imelda Bonato). Un rapporto speciale si è instaurato con i neo-badolatesi, cioè con quelle famiglie italiane ed estere che hanno comprato casa a Badolato (in particolare al borgo). Ne dirò meglio più avanti.
Importante ruolo ha avuto LA RADICE nella preparazione e nella concretizzazione del GEMELLAGGIO tra i Comuni di Badolato e di Wetzikon, cittadina svizzera dove dagli anni Cinquanta del secolo scorso sono, via via, residenti così tanti lavoratori badolatesi (molti con le proprie famiglie) da essere da noi considerata la seconda Badolato! Sicuramente quella più produttiva. In fondo, buona parte delle attività de LA RADICE sono per gli emigrati, per tenerli legati al paese di origine (specialmente con le comunità badolatesi della Lombardia e dell’Argentina, rispettivamente terza e quarta Badolato). La quinta è (dei più)… il cimitero.
Altra particolare cura LA RADICE rivolge alla comunicazione sociale nazionale ed estera. Dal 1986 è in corso una costante attenzione al borgo di Badolato, come pioniere, prototipo ed esempio di rivitalizzazione dallo spopolamento e come paese di accoglienza. Tale interesse è suscitato in continuazione da quotidiani, riviste, radio, TV, cinema, studiosi, studenti e via dicendo, ma anche da curiosi provenienti da ogni parte del mondo. LA RADICE fornisce gratuitamente a gran parte di loro assistenza locale, consulenza, partecipazione ai loro lavori e quanto altro venga richiesto o si renda necessario. Questo è uno dei tanti fronti ed impegni notevoli che deve sostenere l’Associazione e, ovviamente, in prima persona il prof. Vincenzo Squillacioti che appare in interviste di numerosi servizi di comunicazione sociale, specialmente televisivi (italiani ed esteri).
Egli è sicuramente uno dei calabresi più intervistati al mondo … se non altro perché il nostro borgo è ancora sotto i riflettori dopo ormai ben 35 anni dalla prima volta a proposito del “paese in vendita” (dal 7 ottobre 1986) e poi per “il paese d’accoglienza” (dal 27 dicembre 1997). Grazie a Lui, Badolato sta reggendo il ritmo di tutto questo continuo interesse per quella che possiamo ben definire “L’epopea badolatese tra ventesimo e ventunesimo secolo”. Qualcuno ne dovrà pur scrivere e sintetizzare per tramandare bene ai posteri, anche se ci sarebbe già materiale sufficiente per evidenziare una bella pagina di storia calabrese, italiana, europea e umanitaria globale. Ma non c’è ancora una sintesi storica onnicomprensiva. Ci sarà mai?
7 – PENSANDO AL FUTURO
E per tramandare ai posteri valori e significati, storie e personaggi, LA RADICE sta cercando di fare di tutto e di più, specialmente attraverso la realizzazione di documenti duraturi che possano essere utilizzati dalle future generazioni. Oltre alla stessa rivista, l’Associazione ha prodotto o ha sostenuto numerosi video come, ad esempio, “Badolato il paese luminoso” (durata 22 minuti circa – anno 2002) e <<‘A carvunèra>> (la carbonaia, durata minuti 23,40 – anno 2016) entrambi affidati alla regista veneta (badolatese ormai dal 1999) Imelda Bonato la quale si è soffermata con altri film su Badolato e dintorni. Ti trascrivo il link del bellissimo e interessante video sulla carbonaia <<https://www.youtube.com/watch?v=d7VvSpGIk4M>>.
Caro Tito, tu che sei pure un bravissimo “filmmaker” puoi ben capire meglio di altri quale e quanto valore possa avere socialmente un documento filmato, anche per le generazioni future oltre che per la divulgazione sociale nel nostro presente, anche a grandi distanze. Ed è pensando al futuro che LA RADICE ha voluto realizzare (oltre ai video-documentari) anche documenti sonori, come, ad esempio, la musicassetta con una raccolta di canzoni popolari tradizionali badolatesi, intitolata “PER AMORE, PER DOLORE” (in particolare con la collaborazione di Andrea Nàimo, bravissimo musicista che ha fatto parte della mia band “Euro Universal” verso i primi anni 70 e che adesso è pure editore, oltre che cantautore).
In sostanza, potremmo dire che LA RADICE è un’associazione culturale “multimediale” nel senso che adotta tutti i mezzi e gli strumenti possibili ed immaginabili, umani e tecnici, per realizzare la sua poliforme attività per le presenti e le future generazioni. Ma è anche una piccola “holding” a carattere “multinazionale”!
8 – LA BIBLIOTECA E L’ARCHIVIO
E, sempre pensando al futuro e alle generazioni che verranno, l’Associazione culturale LA RADICE riceve parecchi libri in dono ma anche ogni genere di documenti e di foto a supporto della propria attività socio-culturale. Pure per questo ha formato, con il passare degli anni, una propria Biblioteca di riferimento ed un Archivio fatto di documenti, dati, fotografie e quanto altro sia utile alla ricostruzione storica di eventi e personaggi di Badolato e dintorni. Sulla base di tutto ciò (che mette a disposizione di curiosi, di studenti e di studiosi) sempre più spesso prepara proprie pubblicazioni. Ogni libro donato viene elencato o evidenziato con la riproduzione della copertina nell’apposito spazio dei “Libri ricevuti” sulla rivista a pubblicazione quadrimestrale. Adesso dovrebbe uscire un bel libro sulla antica topografia rurale di Badolato Marina.
Dal 1999 e per numerosi anni, l’Associazione LA RADICE si è presa cura di alcune migliaia di libri appartenuti alla ex Biblioteca Comunale rimasta chiusa dal 1987 per 12 anni, dopo la mia andata in esilio. Tre volontarie li hanno ripuliti, inventariati e messi in bella mostra negli scaffali per poter essere usufruiti, tenendo aperta per molte ore alla settimana la sede adibita a ciò in un alloggio popolare per alluvionati vicino al passaggio a livello, al n. 4 della Via Nazionale. Queste benemerite “eroine” sono state: Giovanna Durante (responsabile), Francesca Carnuccio e Mara Stella Verdiglione, tutte appartenenti al mondo della scuola come docenti. Questo loro lodevole impegno meriterebbe una lode ed un riconoscimento molto speciale.
Tale Biblioteca è stata assai utile, specialmente per studenti universitari che, persino da fuori regione, erano interessati a trattare i temi dell’accoglienza ai profughi curdi sbarcati dalla nave Ararat il 27 dicembre 1997 ed ospitati in gran parte in Badolato borgo, per merito dell’allora Amministrazione comunale. Tale fatto ha avuto un clamore internazionale e in quegli anni Badolato (pure con la sua Biblioteca Comunale) era diventato un crocevia e un via vai di giornalisti, studiosi e curiosi. Nella foto che evidenzio in questo paragrafo c’è la professoressa Giovanna Durante proprio davanti ad uno scaffale di detta Biblioteca Comunale (che, pur intitolata poi al poeta Nicola Caporale, ha avuto altra vita travagliata e adesso è quasi definitivamente chiusa). La prof.ssa Durante ha in mano uno dei due volumi della mia tesi di laurea.
A tal proposito, nel 2020 all’Associazione LA RADICE ho donato i diritti d’autore e la proprietà di due volumi su tre della mia tesi di laurea “Evoluzioni delle caratteristiche socio-economiche di Badolato nel dopoguerra” discussa all’Università di Roma il 27 luglio 1977.
Ho trattenuto per me il terzo volume, quello delle foto, perché (se avrò vita e salute) ne vorrei fare una pubblicazione a stampa. In tre anni di intenso lavoro, tale tesi di laurea mi è costata un’infinità di soldi per viaggi, migliaia di foto, interviste registrate, ricerche sul campo e negli archivi, nonché affetti ed effetti collaterali.
Per riconoscenza l’ho dedicata ai miei “finanziatori” … cioè ai miei Genitori (Bruno Lanciano e Maria Giuseppa Menniti) ai quali, poi nel 2007, ho dedicato pure i sette volumi del “Libro-Monumento per i miei Genitori” (quasi tremila pagine con oltre duemila foto).
Mi ero preparato bene per essere maggiormente utile al mio paese e all’interzona … ma sono stato mandato in esilio e Badolato così quasi che ha perso tutto ciò che ho raccolto della sua Storia.
9 – CONTENUTI DELLA RIVISTA
Caro Tito, per darti un’idea del tipo di contenuti che offre ogni fascicolo-tipo del prezioso periodico quadrimestrale LA RADICE, ti elenco le categorie o le rubriche fisse e poi i temi variabili. Adesso mi baso sul numero più recente, quello del 31 agosto 2021 (anno 27 n. 2). In copertina abbiamo sempre la telegrafica notadi << PRIMA SALUTARE >> a firma del Direttore (Vincenzo Squillacioti), dopo di che viene commentata << L’IMMAGINE >> una fotografia di un angolo del territorio o di un episodio storico di Badolato. A pagina 2 viene elencato il << SOMMARIO >>dei temi e degli Autori. Alla pagina 3 c’è quasi sempre << LA POESIA DI CASA NOSTRA >> e gli annunci delle << LAUREE >> (che a volte trovano spazio in altra numerazione). Le pagine 4 e 5 ospitano << IL RACCONTO >> sempre d’argomento badolatese e quasi sempre a firma di Vincenzo Squillacioti. Sotto c’è lo spazio per << IL PENSIERO >> una frase famosa di autore celebre o anche sconosciuto. Da pagina 6 a pagina 11 si susseguono argomenti storici della zona (in questo numero ce ne sono ben cinque). A pagina 12 c’è lo << SPAZIO SCUOLA >> curato dalla splendida professoressa Marina Gervasi, socia della prima ora de “La Radice”. Da pagina 13 a pagina 16 altri temi storico-culturali del territorio. Poi alla pagina 17 c’è <<IL CONSIGLIO DEL NOTAIO >>. Segue << IL CONSIGLO DELL’AVVOCATO >> a pagina 18. Quindi a pagina 19 << IL CONSIGLIO DEL MEDICO >> sotto cui c’è << DIALETTO IN PILLOLE >>.
Dalla pagina 20 alla 26 argomenti vari, sempre di carattere storico-culturale della zona. Alle pagine 27-29 un’altra rubrica fissa <<LIBRI RICEVUTI >>. Pagina 30-31 vari altri argomenti. Pagina 32 << QUASI UN’ANAGRAFE >> con nascite, matrimoni, morti, immigrati, emigrati, popolazione totale alla fine del quadrimestre considerato. Segue alla pagina 33 la rubrica fissa << RIFLESSIONE LINGUISTICA >> che, curata da Giovanna Durante, analizza proverbi o modi di dire di Badolato. Questa volta la prof.ssa Durante riflette sul termine dialettale << ‘A Cattiva >> cioè la vedova. Un argomento che le avevo suggerito molti anni fa e che interviene adesso, dopo la nostra pubblicazione della “Lettera n. 332 – Il cuore affollato delle vedove” del 04 luglio 2021. A tale proposito, subito dopo, al paragrafo 12, trascrivo la curiosa e triste nota che mi ha affidato don Adamo Castagnaro, parroco di Conflenti (nella pre-Sila catanzarese versante tirrenico).
Seguono altre rubriche fisse. A pagina 34, curata sempre dal prof. Mario Ruggero Gallelli (attuale presidente de La Radice) c’è la << CRONACA >> con le notizie flash del diario sociale di Badolato nel periodo considerato. Poi << LO SAPEVI CHE … >> una piccola curiosità locale. Alle pagine seguenti 35-36 una rubrica molto seguìta<< AVVENNE A BADOLATO >> quasi sempre a firma di Vincenzo Squillacioti. A pagina 37 un’altra rubrica curata da Mario Ruggero Gallelli<< LA LINGUA >> un piccolo vocabolario dialettale badolatese a puntate con il significato italiano e l’etimologia. << LA NOTA >> è alla pagina 38 ed è quasi sempre di critica e analisi su tasse, problematiche e sofferenze quotidiane dei cittadini. Le pagine 39-43 sono dedicate a episodi significativi vissuti dalla nostra comunità. L’ultima pagina (qui è la 44) è suddivisa da due consuete rubriche << A FIRMA DI … “ foto di un quadro o di una scultura di artista locale o della zona ma riguardante personaggi o vedute del nostro territorio; << CONTRIBUTI >> ovvero l’elenco delle persone che nel quadrimestre precedente hanno inviato il contributo in denaro alla Associazione e/o al periodico.
10 – LE FIRME
Caro Tito, sarebbe bello ed utile elencare le firme (nome e cognome) di coloro che in questi 27 anni hanno collaborato con la rivista “La Radice” per più tempo o per un solo articolo. Qui di sèguito trascrivo soltanto i nomi degli Autori del numero attuale del 31 agosto 2021. Intanto ci sono le firme delle rubriche fisse del direttore Vincenzo Squillacioti e del presidente Mario Ruggero Gallelli, di Marina Gervasi e di Giovanna Durante, nonché del notaio Francesca Gallelli, dell’avvocato Caterina Campagna, del medico Giacomo Leuzzi. Poi ci sono le firme ricorrenti o variabili, per ordine di pagina (quelli in corsivo non sono di Badolato): Walter Colaiacomo, Ulderico Nisticò, Mario Saccà, Giuseppe Condò, Gerardo Pagano, Gregorio Voci, CecéSerrao, Vittorio Sorrenti, Mimmo Lanciano (io), Caterina Guarna, Luisetta Caporale, Edoardo Mùccari. Gli autori che ricorrentemente forniscono le foto sono: Gori Campese, Pino Codispoti, Vincenzo Piperissa, Michele Varipapa; e, ovviamente, anche altri, in modo più episodico, come Vittorio Conidi.
Come si può notare sette firme variabili su undici sono di persone non badolatesi (quasi il 64%). Questa è una delle prove (a parte gli argomenti “fuori confine”) che il periodico “La Radice” è diventato ormai una rivista a carattere regionale, sicuramente e più pienamente provinciale per personaggi che scrivono e per tematiche che esulano da Badolato. Cosa che sicuramente impreziosisce la rivista, specialmente quando collaborano nomi noti e di prestigio (scrittori, artisti di fama, docenti universitari, ecc.) … ma, secondo alcuni, sarebbe stato meglio dedicare tutte le pagine a persone, personaggi, personalità e temi storici ed attuali soltanto di Badolato, dal momento che a riguardo c’è una infinità di argomenti ed occasioni.
Personalmente ritengo che, intanto, dobbiamo ringraziare Iddio che c’è un “Cireneo” di nome Vincenzo Squillacioti che in tutti questi anni ha garantito l’uscita puntuale di questo periodico che altri paesi e persino città più grandi ed importanti di Badolato non hanno. Penso poi che un po’ di apertura verso il resto della regione non sia tanto male, pure dal momento che abbiamo (più o meno) le stesse “radici” socio-culturali. Infine, la più ampia visibilità e la più alta considerazione che portano alla nostra comunità questi collaboratori esterni valgono lo spazio che viene loro riservato. Peccato che non ci sono le possibilità di far diventare “mensile” tale rivista, così ci sarebbero più occasioni di scrivere e leggere di Badolato e dintorni. Certo, la forma mensile sarebbe l’ideale in tutti i sensi, ma costerebbe più tempo e denaro; molta più organizzazione (si pensi ad esempio alla sola ingente gestione delle numerosissime “copie arretrate”).
11 – CARATTERISTICHE DELLA RIVISTA
Caro Tito, penso che sei curioso di sapere le principali caratteristiche (anche tecniche) o qualche aneddoto riguardante il periodico LA RADICE. Partiamo dal “formato-quaderno” (cm 17.0 x 24.4). Quando nel 1994 si trattava di definire il formato, ho suggerito al Direttore Vincenzo Squillacioti di scegliere la misura di un quaderno per più motivi: maggiore maneggevolezza (quasi un tascabile) anche per la spedizione italiana ed estera; migliore consultabilità per la lettura, la rilegatura e il posizionamento negli scaffali di una libreria domestica o di biblioteca pubblica. Ho indicato il “formato-quaderno” pure pensando ai suoi (famosi, per me) “quaderni neri” che ricorrono spesso nei nostri dialoghi (anche telefonici) fin dal 1967.
I primi anni LA RADICE aveva meno pagine ed era stampata unicamente in bianco e nero. Da qualche tempo è stampata tutta a colori ed il numero delle pagine supera spesso le 50. La composizione e la stampa tipografica sono state sempre quelle della “Sudgrafica” di Salvatore Mantello a Davoli Marina, cui l’Associazione, tramite il Direttore, invia una bozza dell’impaginato già pronto. La Sudgrafica stampa pure i libri editi da LA RADICE, ma anche volantini e quanto altro necessiti per la vita associativa ed esterna.
Il più delle volte, ogni fascicolo presenta un “inserto”. In quello attuale (n. 2 del 2021) come inserto c’è una bella cartolina a colori (cm 14,9 x 10.4) omaggio ai lettori da parte del fedele collaboratore Vincenzo Piperissa (direttore dell’Ufficio di Poste Italiane in Badolato Marina) che da alcuni decenni produce sempre idee molto originali e promozionali per Badolato. Questa suggestiva inquadratura è quella del borgo antico di Badolato visto dal tetto del prospicente Convento francescano, oltre la vallate del fiume Granèli.
Nel sito internet <<www.laradice.it>> (curato dal tecnico informatico badolatese Giuseppe Caporale per www.sistemic.it) è possibile trovare numerose voci di consultazione, tra cui articoli pubblicati in precedenza, foto, video e persino la “web-cam” che fa vedere in diretta (da contrada Mingiano) i panorami di Badolato borgo e Badolato Marina con il tempo atmosferico in atto sulla zona. Sperando che il collegamento vada a buon fine, ti trascrivo il seguente link che ti dovrebbe far vedere e leggere l’intero numero di 52 pagine del 30 aprile 2010, così puoi constatare come era fatta LA RADICE 11 anni fa <<https://it.scribd.com/document/79469046/La-radice-Badolato-CZ-ITALY-30-04-2010>>.
Una curiosità. Si Internet ho visto che in Italia esistono altre associazioni culturali denominate LA RADICE. Sono a Rovereto (TN), Carpi (MO) e Castel Goffredo (MN), mentre una appartiene alla Chiesa Cristiano-Evangelica di Cologno Monzese (MI). Poiché la ricerca delle radici (familiari, storiche, ecc.) si è assai diffusa in questi ultimi decenni un po’ ovunque, ci sono pure varie associazioni denominate << RADICI >>.
12 –LA “CATTIVA” DI DON ADAMO
Domenica 04 luglio 2021 ho inviato al già citato Mons. Adamo Castagnaro (parroco di Conflenti – CZ – dal 1976 ed ex Vicario della Diocesi di Lamezia Terme) l’evidenziata “Lettera a Tito n. 332 – Il cuore affollato delle vedove” che avevi appena appena pubblicata. In tale mia corrispondenza accennavo allo stato di vedovanza di entrambi i sessi, ma specialmente delle donne che lo soffrono di più, specialmente dalle nostre parti, in particolare nei piccoli paesi. Mi sono soffermato sul termine “Cattivo/a” che fino a qualche decennio fa stava ad indicare i vedovi. Niente di spregiativo; quel termine era di derivazione latina e significava “prigioniero” e (in senso lato) “stato di emarginazione o di segregazione sociale a motivo della vedovanza”. Ed ecco cosa mi scrive don Adamo (via whatsapp) lo stesso giorno 4 luglio alle ore 16,17.
<< Ho un mio ricordo pastorale e sacramentale riguardo il termine “cattiva”. Negi anni ’70 ci si confessava ancora nel confessionale e tramite la grata … io giovane prete, formato negli studi teologici di Genova, mi trovo a confessare una signora che con un pellegrinaggio proveniva da Gizzeria. Iniziamo il dialogo con la parola di Dio. A un certo punto la signora afferma “Padre io sono cattiva” … Da sacerdote misericordioso cerco di rincuorarla ma lei insiste: “Padre io sono cattiva”. Cerco di trovare le parole adatte alla circostanza ma c’è poco da fare; lei ripete lo stesso ritornello. Lo Spirito Santo mi illumina. Ricordo anch’io il latino e finalmente finisce il mio tormento. Era vedova e voleva sottolineare le grandi difficoltà che doveva affrontare ogni giorno, non solo legate alle fatiche ma soprattutto allo stato sociale e ai tanti pregiudizi tra i suoi parenti e quelli del defunto marito… ovvero, 24 ore sotto osservazione, qualunque passo era saputo e mormorato da tutto il paese. Il tuo articolo è condiviso in toto. Conosco tante realtà di vedove eroine del quotidiano. Vedove giovani che, per amore dei figli, hanno rinunciato a sé stesse e, tra mille difficoltà, sono andate avanti. So che c’è un’associazione di vedove che si dedicano ad aiutare nella diocesi di Cosenza, opera di mons. Agostino >>.
13 – COME CONTRIBUIRE
L’Associazione culturale LA RADICE si regge quasi esclusivamente su contributi volontari di tutti coloro che, anche non soci, vogliono sostenere una o tutte le attività che, puntualmente, vengono rese note tramite i rendiconti pubblicati dal periodico. Diciamo che il maggiore introito avviene come contributo dato alla rivista quadrimestrale che viene spedita per posta, mediamente, ad oltre 1500 persone, enti o famiglie, in Italia e all’estero a badolatesi o ad amici di Badolato. Ogni contribuente viene elencato di volta in volta ad ogni offerta inviata (se non vuole rimanere anonimo) verso le ultime pagine di ogni fascicolo del periodico cartaceo. C’è da dire che la tiratura ha spesso superato le duemila copie. Una cifra ragguardevole per una rivista prodotta in un piccolo paese, quale è diventato Badolato, ormai di molto al di sotto permanente dei quattro mila residenti, quando al censimento del 1951 erano 4842. Un paese destinato così all’estinzione se non ci saranno controtendenze serie e durature!
Caro Tito, poiché LA RADICE è un’associazione che dimostra di essere assai benemerita e davvero produce tanta Cultura ed onore non solo a Badolato ma a tutta la Calabria, mi permetto di evidenziare i modi per poter contribuire al sostegno e al miglioramento delle sue attività sociali. Un primo modo è quello di effettuare un versamento volontario sul conto corrente di Poste Italiane n. 16388886 con la causale “Contributo per le finalità istituzionali dell’associazione”. Altro modo è quello di firmare la propria dichiarazione dei redditi nello spazio del 5 per mille evidenziando il codice fiscale n. 94002320797 del sodalizio. Ma si può dare il proprio contributo direttamente ai responsabili dell’Associazione (se conosciuti) oppure ad uno dei più assidui collaboratori, il maestro Aldo Gallace, titolare dell’edicola-libreria IDEA PIU’ di Badolato Marina, Via Magna Grecia 1, angolo Via Nazionale n. 179 – 181 – 183 (tel. 0967-814902).
Dopo essere stata ospitata per parecchi anni in un alloggio popolare vicino al passaggio a livello di Badolato Marina, al n. 4 di Via Nazionale (lo stesso della Biblioteca Comunale inaugurata nel 1999), adesso la sede fisica dell’Associazione è stata spostata a qualche centinaio di metri a monte, in Via Garibaldi n. 24 in uno dei locali dell’ex Scuola elementare, dove c’è pure la sede del “Circolo Letterario Nicola Caporale”.
14 – NIENTE PREMI
Caro Tito, chi più dell’Associazione LA RADICE di Badolato meriterebbe un Premio, un Attestato, un Riconoscimento per quale e quanto bene sta facendo da più di 30 anni non solo alla comunità badolatese (dento e fuori i confini) ma anche a molta parte del nostro comprensorio jonico di Soverato e, per esteso, alla Calabria e, in particolare alla Cultura più in generale?….
Ma, pare che per decisione unanime degli aderenti, probabilmente per etica associativa, LA RADICE non possa accettare. Altrimenti la parete della sua sede sarebbe piena piena di pergamene e di trofei. Pure io ho tentato più volte di fare assegnare un sentito riconoscimento dalla “Università delle Generazioni” o dagli “Amici della Calabria”. Ma è stato inutile. Rispetto tale volontà in modo pieno e sincero. Ognuno è libero.
15 – RAPPORTI MIEI CON LA RADICE
Caro Tito, i miei rapporti con LA RADICE (associazione e periodico) sono ottimi. Data la mia lontananza kilometrica (mai affettiva mai) dal primo novembre 1988, cerco di collaborare come posso e quando posso. Personalmente sento di dover molto alla gentilezza di tale sodalizio, formato tutto da amici di lunga data. Sono loro riconoscente e grato non soltanto perché ospitano spesso i miei scritti; ma anche perché sono disponibili (con tante accortezze) a rendere meno duro il mio esilio da Badolato. Sanno bene che, per questo mio paese natìo, continuo comunque a lavorare senza sosta ed in modo irriducibile, come pure per la Calabria (come ben sai pure tu anche per l’alto numero delle mie corrispondenze che pubblichi in questo sito “www.costajonicaweb.it” dal 4 ottobre 2012 quasi settimanalmente).
In particolare, devo ringraziare ancora e sempre LA RADICE, per aver tanto bene organizzato la presentazione in Badolato Marina (sabato pomeriggio 04 novembre 1995) la presentazione e la diffusione del mio libro “Prima del Silenzio” appena dato alle stampe. A detta del prof. Vincenzo Squillacioti, pare che questa sia stata in assoluto la prima presentazione di un libro a Badolato! Il che mi rende assai lieto e mi onora, anche perché in sèguito le presentazioni di libri si sono susseguite a buon ritmo. Pare, quindi, che la mia è stata una buona inaugurazione per la promozione editoriale e tematica di libri ed autori!…
Tra l’altro alla conclusione di tale evento che mi ha fatto incontrare parenti ed amici, i coniugi Squillacioti mi ha pure invitato a mangiare una pizza in quel di Davoli, anche per avere l’utile occasione di stare in compagnia del mio primo editore Giuseppe D’Agostino del 1967 (e consorte) e del mio amico poeta Vito Maida. Sono stato altre volte ospite di “Casa Squillacioti” la cui benevolenza mi commuove e mi onora ancora. Un rispetto, un’amicizia ed una cordialità che ricambio di vero cuore, pure con venerazione per la grande stima e l’alta considerazione.
Ai coniugi Vincenzo e Giovanna Squillacioti ho dedicato in particolare le pagine 144 – 153 del settimo volume (I MIEI VIP) del “Libro-Monumento per i miei Genitori” (edito nel maggio 2007). Mentre al solo Vincenzo ho dedicato l’intera pagina 447 del mio libro “Storia dell’Intelligenza” (edito nel luglio 1992). Non vorrei dimenticare di evidenziare che il prof. Squillacioti, nel dicembre 2003, ha firmato (come cofondatore e redattore) la pubblicazione del “numero zero” della rivista “Punto & @ Capo” (mensile che ha preso il posto, ma in continuità tematica ed anche formale di “Jonio Star”). La direzione della nuova testata era curata dal giornalista RAI e amico di lunga data Pietro Melìa di Soverato. Con fedeltà e soddisfazione, sono stato collaboratore sia di Jonio Star che di Punto &@ Capo per tutto il tempo della loro esistenza.
16 – ALTRI RIFERIMENTI
Caro Tito, per saperne di più, ti pregherei di seguire questi video o articoli: * 1 – Presentazione del libro di Vincenzo Squillacioti << e uno, e due, e tre … Racconti dal sud >> (2014 – durata un’ora e 23 minuti ) <<https://www.youtube.com/watch?v=8hSdEZsITDo>>. – * 2 – https://www.costajonicaweb.it/la-radice-di-badolato-cz-festeggia-i-primi-20-anni-di-intensa-attivita-e-presenta-altri-due-suoi-memorabili-libri/(del 22 aprile 2015). – * 3 – https://www.youtube.com/watch?v=RgpKWuBawz8 (Presentazione libro “Figure a Badolato “ – 18 agosto 2013 – durata 7 minuti). – * 4 –https://www.youtube.com/watch?v=-hZ8r8Tsh0A (inaugurazione anno accademico 2018/19 Università Terza Età di Soverato – durata 1 ora e 18 minuti). – * 5 –http://www.youtube.com/watch?v=iRRHVfs-aks (restauro chiesetta rurale di Munjoi – 22 agosto 2009 – durata 9 minuti). Ovviamente, si possono riscontrare altre notizie, situazioni ed occasioni di conoscenza in “facebook”.
17 – IMPORTANZA DE “LA RADICE”
Caro Tito, spero di averti dato almeno una idea della grande importanza che assume LA RADICE (associazione e rivista) per il nostro territorio fin dal 1991. Tra tanti altri aspetti significativi, mi preme evidenziare che LA RADICE rappresenta la libertà ed il trionfo di quella parte di Badolato che non ha mai voluto sottostare alla miopia politica e culturale del “totalitarismo” nostrano. Ed è, anzi, significativo che, paradossalmente, i primi ad usufruire dei servizi de LA RADICE siano proprio coloro che hanno sempre cercato di sabotare ogni iniziativa culturale associata in Badolato per tutti gli anni settanta (specialmente dal Centro Culturale all’Università Popolare Badolatese, ecc.).
In particolare me ne rallegro io che, fin dalla prima adolescenza, tanto ho lavorato e lottato in Badolato e interzona per la cultura, la memoria storica, una maggiore e migliore valorizzazione delle generazioni e per tutto ciò che avrebbe potuto far brillare la nostra gente come e più del sole (per usare un’espressione beneaugurante locale). Ciò che sta facendo LA RADICE (sicuramente molto meglio, pure per l’ottima conduzione del prof. Vincenzo Squillacioti) era esattamente proprio quello che avevo cercato di fare io prima, durante e dopo le brevi e precarie parentesi dell’esperienza della Biblioteca Comunale, mai portata a buon fine per carenza strutturale e di lungimiranza degli Amministratori che si sono avvicendati negli anni ottanta.
A riguardo, forse non è rivelare un segreto il riportare la frase che mi ha detto e ripetuto più volte (tra il serio ed il faceto, come suole fare) lo stesso professore Vincenzo Squillacioti: “Mi hai costretto a fare ciò che avresti dovuto fare tu con la Biblioteca Comunale!” … Ben venga allora che sono stato mandato in esilio, perché non avrei mai e poi mai potuto fare così tanto e così bene come sta facendo dal 1991 LA RADICE in Badolato e dintorni!
18 – SALUTISSIMI
Caro Tito, avendo trattato di RADICE E RADICI, permettimi di evidenziare ancora una volta quella mia iniziativa che ha assai attinenza con il discorso fatto, ma anche con la valorizzazione di Badolato. Mi riferisco al LANCIANO DAY del 30 e 31 agosto 2003 … ovvero il raduno nella città di Lanciano proprio di coloro che hanno cognome Lanciano, un evento di successo e significato che potrebbe essere prototipo per tanti altri cognomi, paesi, città e realtà … pure per il cosiddetto “turismo delle origini” che sta andando alla grande. Come sai ho cercato di proporre prima (già dal 2003) e poi realizzare con discreto e incoraggiante successo nella sua prima edizione del 2019 (con la collaborazione indispensabile dell’Agriturismo Zangarsa e di altri) il BADOLATO DAY che, interrotto dalla pandemia del Covid-19, spero venga ripreso prima possibile. Anche questo è contribuire ad una migliore cultura sociale in zona.
Ed eccoti il link per seguire la cronaca del LANCIANO DAY del 2003 con il film della durata di 54 minuti, girato con intelligenza ed affetto da Imelda Bonato (https://www.youtube.com/watch?v=yeFyrVHhBuk). E con questo ti ringrazio per tutto lo spazio che mi hai dedicato anche questa volta, evidenziando la “Lettera n. 368” mentre ti do appuntamento alla prossima n. 369, a Dio piacendo (come si suole dire). Un fraterno e caro saluto,
Domenico Lanciano (www.costajonicaweb.it)
ITER-City, lunedì 22 novembre 2021 ore 06.26 – Dal settembre 1967 il mio motto di Wita è “Fecondare in questo infinito il metro del nostro deserto” – Due foto sono di Vittorio Conidi, altre sono mie, il resto è stato preso dal web.