Caro Tito, il 14 aprile 2014 (tre giorni dopo la sua morte) hai pubblicato una breve biografia con la bibliografia completa di Antonio Grano uno dei più accattivanti, importanti e significativi scrittori calabresi vissuti tra 20° e 21° secolo << https://www.costajonicaweb.it/leredita-di-antonio-grano-brigante-calabro-molisano/ >>. Nato a Cosenza nel 1938, all’età di 20 anni è approdato a Napoli per gli studi universitari. Nella metropoli partenopea è rimasto pure come lavoro di sociologo e come sindacalista di punta. Un altro e definitivo approdo, poi, a Macchia di Isernia, in Molise, dove ha proseguito il suo grande e tenace impegno socio-culturale, producendo numerosi studi che lo hanno portato alla stampa di ben 28 volumi. La sua maggiore e più visibile eredità. Un’intera vita dedicata alla Cultura e alla difesa dei diritti-doveri dei lavoratori!

1 – IL BRIGANTE CALABRESE

Pur dichiarandosi “poeta” (per il momento un solo volume edito, pure postumo) ha voluto dare maggiore e migliore precedenza ai temi che più erano nelle corde del suo essere e sentirsi uomo combattente e, in particolare, irriducibile meridionale (specialmente “brigante calabrese” come amava definirsi). Nove volumi appartengono alla sua collana di critiche ed argomenti religiosi, tre a quella antropologica, quattro alla marxiana, sei alla meridionale e cinque alla napoletana. Per un totale, appunto, di 28 pubblicazioni a stampa.

Adesso riposa nel più solatìo, silenzioso e antico cimitero di Macchia di Isernia (avendolo preferito a quello nuovo e più rumoroso sito accanto alla superstrada Napoli – Pescara). Sulla sua tomba si legge semplicemente ma molto significativamente: << Antonio Grano (1 – 1 – 1938 * 11 – 4 – 2014) Scrittore, poeta e … Brigante calabrese >>.

  • Foto n. 2 – tomba
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Nell’autodefinizione di “brigante calabrese” c’è la chiave della sua intensa vita di combattente ad oltranza per la verità storica e la giustizia sociale e soprattutto il suo emblema di uomo libero, dotato di una ricca ed irrinunciabile intelligenza critica e costruttiva, come ho evidenziato in occasione di una commovente ed utile commemorazione all’Archivio di Stato di Isernia, ad un anno dalla sua prematura scomparsa, e come Egli stesso dimostra con tutta la sua esistenza e i suoi libri che costituiscono la più rimarchevole e duratura eredità. Potremmo dire che Egli è un idealista utopico con forti e concrete radici nella nostra Terra di Calabria e di profondo Sud (che poi, per me, è il massimo che si possa affermare per un calabrese).

Altra eredità, quella umana e intergenerazionale, è adesso affidata a Valentina, sua unica figlia, che, con il marito Emiliano, gli ha dato due bellissime nipotine, Beatrice e Agnese. La professoressa Valentina, pur a distanza di 7 anni dalla perdita del padre, non riesce ancora ad elaborare del tutto il grave lutto. Non riesce ancora a recarsi da sola alla piccola e graziosissima casa paterna, quasi un eremo ed un pensatoio, un laboratorio civile e una forgia di armi intellettuali per combattere i tanti grandi imbrogli storici, politici, economici, religiosi e culturali che gravano molto pesantemente su tutti noi, nessuno escluso (a meno che non sia “ribelle” permanente o spirito veramente libero come Lui). Grazie infinite, brigante calabrese!

2 – LA PREZIOSA DONAZIONE

Antonio Grano ha studiato, osservato, vissuto e riflettuto molto. E molto seriamente. Per tutta la sua indomita esistenza! Ha messo tantissimo impegno anche quando si è voluto concedere alla canzone classica napoletana, la sola divagazione si direbbe (apparentemente leggera). Ma nemmeno questa preziosità è riuscito a godere allegramente, come avrebbe fatto ognuno di noi. No, ha voluto analizzare persino nel più profondo questo fenomeno unico al mondo, dedicando il grosso volume “Trattato di sociologia della canzone classica napoletana” (2004). Addirittura un trattato! Tutti coloro che amano Napoli, la sua anima e la sua musica dovrebbero leggerlo almeno una volta! E diffonderlo, per quanta gioia avranno provato!

Per attendere a tutta la sua copiosa produzione bibliografica, oltre ad affidarsi alla propria esperienza personale, Grano ha consultato una marea di libri e documenti che la figlia Valentina si è trovata poi a dover sistemare con alcune donazioni. Infatti, il padre, morto improvvisamente, non ha avuto forse il tempo di dare indicazioni sulla loro destinazione e lei non ha purtroppo lo spazio sufficiente per poterli tenere in casa, dal momento che quella del “Brigante calabrese” a Macchia di Isernia è in vendita.

Così, in accordo con la propria famiglia, Valentina ha donato parte dell’immensa biblioteca (quella che possiamo definire “religiosa”) alla Diocesi di Isernia, che già l’ha presa in carico la scorsa primavera 2021. Tutto il resto ha pensato bene di donarlo, tramite me, ad altre Istituzioni pubbliche (meglio se calabresi) che possano valorizzare tutte quelle “sudate carte” (quintali di sudate carte!). Le quali, al momento, sono depositate nel medesimo magazzino dove sono custoditi tutti i numerosi baùli e gli scatoloni del mio ITER (eredità sociale). Ho fatto già qualche telefonata per cercare “casa” a tutto questo importante patrimonio.

Per dare l’idea della consistenza della donazione, ti dico che sono stati necessari due viaggi con la Fiat 500X, tutta stipata di scatole e scatoloni ripieni dei libri liberati dagli scaffali della casa paterna. Ho ricevuto questo incarico da Valentina in quanto sono stato uno degli amici più vicini al suo papà, di cui condividevo e continuo a condividere, con gioia ed entusiasmo, i grandi sforzi da Lui fatti per la dignità della persona in generale e del popolo meridionale, in particolare. Insieme abbiamo fatto parte pure dell’Associazione Amici della Calabria in Molise.

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“DONAZIONE VOLUMI – La sottoscritta Valentina Grano dona tutti i volumi di suo padre al dott. D. Lanciano affinché li possa distribuire alle principali biblioteche italiane o estere. Isernia 09 luglio 2021”. Questo è il documento che mi permette, passata la distraente estate, di adoperarmi per trovare una degna collocazione dei tantissimi libri donati. Per prima cosa tenterò di proporre tale donazione alla Biblioteca Civica di Cosenza, città di nascita di Antonio Grano. Altrimenti vedrò una diversa ma sempre garantita collocazione, affinché possano essere utili alle presenti e alle future generazioni. Meglio se calabresi o meridionali, ma andrebbero bene pure quelle del resto d’Italia o anche estere. E’ tutto universo-mondo!

Spero che questa “Lettera n. 343” sia utile pure per ricevere (all’indirizzo “mimmolanciano@gmail.com”) candidature serie per l’acquisizione di questa importante donazione che, mi auguro di vero cuore, possa impreziosire ancora di più la realtà culturale calabrese. A cominciare dalla Biblioteca Civica di Cosenza o dell’Università della Calabria o di altra natura (ad esempio la Biblioteca Calabrese di Soriano VV). Te ne saprò rendere conto a missione ultimata (pure per avvisare eventuali studiosi, interessati o curiosi).

3 – SALUTISSIMI

Caro Tito, con i tempi che corrono, sarà assai arduo collocare i libri di Antonio Grano, nonostante siano assai importanti e, in parte, anche rari. Ormai non legge quasi più nessuno, figurati se ci saranno persone (persino studenti) che abbiano voglia di approfondire e attardarsi su testi così impegnativi. Sui quali sudare. Probabilmente la generazione di Grano e quella mia sono le ultime davvero bibliofile ed impegnate socialmente fino allo spasimo. Adesso c’è l’illusione che si possa fare tutto su internet e persino su siti non garantiti scientificamente. Tempi troppo duri per la Cultura e la Conoscenza!… Però, sono convinto che, dopo questa immane ubriacatura informatica, si dovrà tornare a studiare sui testi veramente seri (specialmente cartacei non ancora inseriti nel web) proprio come quelli che fanno parte della “donazione Grano”! Intanto rischiamo di perdere un patrimonio, altrimenti irrecuperabile! Ma speriamo bene!…

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A riguardo, la mia esperienza è davvero tanto incredibile quanto emblematica. Pensa, per ben due volte (1981-82 e 1986-88) ho tentato di realizzare la Biblioteca comunale a Badolato (che avrebbe ricevuto alcune donazioni importanti, compresa la mia totale e considerevole), ma senza che le due differenti Amministrazioni (la prima civica, dai Socialisti al Movimento Sociale, e la seconda del solo Partito Comunista) mi avessero aiutato istituzionalmente a metterla su quasi da zero e quantunque mi sia dannato a reperire libri, giornali, documenti storici, quadri, archeologia e quanto altro potesse fare cultura e memoria territoriale!!!… Avrei voluto e potuto creare davvero una struttura socio-culturale di eccellenza, come ho dimostrato, persino con il mio attivismo casa per casa e a Roma, Ministero per Ministero!…

Inoltre, prima ancora, nell’agosto 1976 la famiglia Fiorenza –Vitale di Badolato Superiore mi aveva affidato (che ancora ero studente universitario) centinaia e centinaia di volumi di grande pregio, riviste e documenti locali importantissimi (dal 1600 a metà Novecento) proprio come primo nucleo di Biblioteca Comunale (ancora nemmeno istituita!). Pensa, Tito quanto fosse già riconosciuto socialmente il mio immenso amore per la Cultura sociale e per Badolato! … Soltanto gli Amministratori comunali si sono dimostrati gelidi e inconcludenti. D’altra parte per fare una Biblioteca (utile alla propria comunità e all’interzona) ci vuole un minimo di sensibilità umana ed un certo valore sociale che, purtroppo, non tutti hanno o mettono al servizio delle proprie generazioni studentesche e studiose, ma anche della memoria storica locale!

In attesa che venisse realizzata la Biblioteca Comunale di Badolato, ho tenuto questa “donazione”  Sgrò-Fiorenza nella mia stessa camera da letto (per metà stanza) per quasi 16 anni, fino al gennaio 1992, quando poi sono stato costretto a restituirla alla famiglia donatrice, dal momento che mi ero trasferito definitivamente ad Agnone del Molise e della Biblioteca Comunale di Badolato non se ne parlò più fino a quando l’Associazione LA RADICE prese l’impegno di portare avanti il discorso dal dicembre 1999. Discorso che, purtroppo, si è spento definitivamente dopo qualche anno! Possono mai andare avanti i nostri paesi calabresi in queste miserevoli condizioni?!?… O c’è proprio una volontà per tenerli così???…

Una curiosità. Per portare la donazione Sgrò-Vitale dal palazzo di Corso Umberto (accanto alla Chiesa Matrice) di Badolato Superiore alla mia Ina-Casa di Badolato Marina sono occorsi, a mie spese, ben due viaggi dell’Ape Piaggio di Felice Spasari (che allora aveva un negozio di generi alimentari in Via Nazionale accanto al distributore di benzine Shell). Quanta fatica anche fisica a caricare e scaricare tutti quei libri e riviste! E poi senza nemmeno la soddisfazione di una conclusione della vicenda utile socialmente!… Ah, quanti sprechi ha l’Italia e quanti la nostra Calabria, le quali potrebbero essere le più ricche del mondo!

E, paradosso dei paradossi, dal 1992 io stesso non riesco ancora a collocare la mia personale Biblioteca ed il mio ricco Archivio storico (frutto di importanti e lunghe ricerche), nonostante che prima l’Archivio di Stato di Isernia (1995) e poi quello di Catanzaro (2006, riconfermato nel 2020) si siano detti interessati ad acquisire questa mia vasta donazione che contiene pure molti ed importanti inediti documenti sociali.

Una piccola gioia, almeno, è arrivata. Grazie alla sensibilità della direttrice Maria Fortunata Minàsi, l’unico risultato concreto finora ottenuto è la presa in carico da parte dell’Archivio di Stato di Reggio Calabria di tutta la documentazione su “Capo Sud” (Brancaleone – Scilla) da me prodotta o raccolta dal 1999 al 2020. Circa otto chilogrammi di documenti cartacei e magnetici spediti per corriere, a mie spese, da Agnone nel dicembre 2020.

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Sono quindi quasi 30 anni che busso alle principali Biblioteche pubbliche italiane e ad alcune estere (anche universitarie). Ma non trovo chi accolga tutta questa mia eredità, donata gratuitamente.  Anzi, non la vogliono nemmeno pagando per l’accettazione, come ho persino proposto ad alcuni Istituti! Segno dei tempi, purtroppo. E chissà quanto costerà alle future generazioni tutta questa incuria culturale! Infatti, dubito che verranno tempi migliori, a riguardo! Doverosamente ricordando un bibliofilo e studioso d’eccezione come il compianto Antonio Gesualdo (1936-2021), molto probabilmente la generazione mia (1950) e quella sua e di Antonio Grano (1936 e 1938) sono veramente le ultime che hanno creduto e lavorato assai nel potenziamento sociale e civile della Cultura, specialmente per la Calabria. Speriamo bene, comunque, anche se ne dubito fortemente, data la paradossale mia esperienza.

Con questo pensiero pessimistico per lo stato dei fatti, ma con la “speranza in riserva” e felice di essere smentito, ti saluto, caro Tito. E ti ringrazio per questa “Lettera n. 343” e per la “Lettera n. 344” che verrà.  Tanta cordialità e alla prossima.

Domenico Lanciano (www.costajonicaweb.it)

Iter City, venerdì 03 settembre 2021 ore 07.21 (La prima e la terza foto mi sono state date da Valentina Grano, le altre quattro sono mie).

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