claudio_sanbiase_e_gerri_gallucci_2006 Caro Tito, il cantautore Andrea Naimo, in un articolo pubblicato qualche anno fa dal trimestrale “La Radice” di Badolato, ricordava gli ingenui e teneri esordi del mio gruppo degli “Euro 4” nel 1966 prima che divenissimo “Euro Universal” nel 1968 e prima ancora di avere nel 1967 gli strumenti musicali basilari (tre chitarre elettriche ed una batteria). In pratica, i suoni delle chitarre e della batteria venivano provocati con gli artifici vocali o manuali di ogni componente e così abbiamo dato i primi spettacoli all’interno della parrocchia di Badolato Marina. Sono cose che si possono fare soltanto quando si è ragazzini e privi di mezzi; ma sono anche l’indicazione della nascita di una grande passione che va al di là della musica, poiché intende utilizzare questa per segnalare ideali e valori supremi (come scrivevamo nella lettera pensata nell’estate 1966 ed inviata il 23 giugno 1967 ad Ezio Radaelli l’organizzatore dei ben noti “Cantagiro” e “Cantaeuropa” degli anni sessanta).

Cous_cous_preview_2013 lungaPoi questo entusiasmo adolescenziale (nato nella primavera del 1966 in un paesino dell’estremo sud italiano quale resta Badolato) si è incontrato nel 1971 con i nuovi flussi della globalizzazione di quel tempo, quando io, studente universitario al primo anno, ho avuto la bellissima ed utilissima occasione di conoscere in Roma giovani provenienti da ogni parte del mondo. In particolare, sento di dover ricordare le sorelle Susan e Janie Taylor di Tampa (Florida, USA) le quali mi hanno fatto ascoltare lungamente musica araba registrata, specialmente gli strepitosi concerti della mitica Umm Kulthum (1898-1975) che loro sono andate ad ascoltare dal vivo in Egitto come tantissimi altri giovani di allora (appartenenti soprattutto alla “Beat Generation” o agli “Hippy” cioè “Figli dei fiori”) realizzando il primo vero affettuoso abbraccio musicale di massa (qualificata) tra Occidente e Oriente islamico. Ritengo che la primissima e più profonda inconscia radice del mio “pop-islam” sia dovuta proprio a Susan e Janie ma anche all’effervescente clima di fratellanza che la gioventù di quegli anni viveva davvero con intenso significato e grande esaltazione… “per un mondo migliore”!

Hassisi_1986 Religioni per la paceo sempre cercato di fare tutto molto seriamente e, nel novembre-dicembre 1972 (quando già sapevamo di dover affrontare il secondo provino, quello decisivo, alla RCA di lì a poco, nel gennaio 1973), mi sono rivolto alla dottoressa Ivalda Lodi (originaria di Terracina ma abitante in Roma, Via dei Volsci 15) una cara amica specializzata in sondaggi, per aiutarmi a redigere un questionario da somministrare a quanta più gente possibile riguardo il nuovo genere musicale “pop-islam”. In giro per il centro di Roma, in particolare dentro la Città Universitaria (oggi La Sapienza) mensa compresa, oppure nel treno natalizio per la Calabria (aiutato pure da mia cugina Caterina Piperissa) ho fatto rispondere per iscritto a numerose domande sull’idea e sui valori del “pop-islam”. Condanza_del_ventre_tunisiaservo ancora centinaia e centinaia di questi fogli compilati, i cui risultati erano un incoraggiamento alla realizzazione di questo nuovo genere musicale. C’era tanta fame di novità!

Nella ricerca di situazioni pubbliche che avessero potuto accogliere il “pop-islam” come ideali e valori oltre che come musica, mi sono rivolto (come ti ho già descritto) a innumerevoli enti e organizzazioni, purtroppo finora senza alcun esito. Tutti i “NO” ricevuti in quaranta e più anni di proposte e riproposte del “pop-islam” risultano, alla fine, pure come dati sociologici indicativi di una persistente concezione culturale e sociale. Non ho mai avuto paura dei “NO” anche perché questi sono pur sempre un “risultato” significativo, a differenza della “indifferenza” che è peggiore degli stessi “NO”. In verità, ho trovato pure molta indifferenza ed anche questo è un dato sociologico importante. Per darti una qualche idea, ti racconto alcuni altri “NO” tra i più rilevanti.

UmmKulthum1Sai bene che a San Vito Lo Capo, in provincia di Trapani, esiste annualmente il “Cous Cous Fest” cioè il festival internazionale euro-mediterraneo dell’integrazione culturale. Quale migliore sede, quindi, per presentare il “pop-islam”?… E, in effetti, anni fa, dopo aver inviato il mio progetto-proposta a quel Comune siciliano, sono riuscito a parlare al telefono con l’Assessore che in quel periodo organizzava tale manifestazione, ormai famosa anche oltre l’area Euro-Med per cui è destinata. Non c’è stato modo di avere ascolto adeguato ed operativo. Adesso, tale Festival è giunto alla sua 16ma edizione dal 24 al 29 settembre 2013 con un “preview” dal 21 al 23 giugno.

logo-1Maggio-2013 concertoneNon ho tralasciato nemmeno di rivolgermi all’Organizzazione (facente capo alla triade sindacale nazionale CGIL-CISL-UIL) che realizza il cosiddetto “Concertone” di ogni Primo Maggio a Piazza San Giovanni a Roma. Anche qui nulla di fatto. E pensare che le tre maggiori sigle sindacali italiane sembravano assai sensibili ai grandi temi interculturali, pure dal momento che sono ormai milioni e milioni i lavoratori di cultura e di fede islamica presenti in Italia. Quale migliore prima “mano tesa” verso di loro se non attraverso una “musica” più amica e congeniale?…

ammazzateci tutti 2Ricorderai sicuramente che, dopo il delitto di Francesco Fortugno (avvenuto in Locri il 16 ottobre 2005), i giovani della Locride ebbero un lodevolissimo moto di ribellione, specialmente sotto l’efficace slogan “Ammazzateci tutti”. Dal 17 ottobre 2005, subito dopo quell’orrendo crimine, fino al maggio 2006, ho prodotto tutta una serie di iniziative di solidarietà con quei giovani, tenendomi in contatto telefonico con alcuni di loro e, in particolare, con Martina Raschillà che era loro portavoce. Una delle mie più importanti iniziative di sostegno fu quella di portare la loro protesta al Festival della canzone italiana di Sanremo (Imperia) che si svolgeva dal 28 febbraio al 04 marzo 2006, cioè quattro mesi e mezzo dopo il clamoroso fatto di sangue che ha impressionato l’opinione pubblica non soltanto italiana. Tramite la redazione Rai del Festival e lo speciale ufficio del Comune di Sanremo, ero riuscito a far invitare sul palco del Teatro Ariston, sede televisiva del Festival, una rappresentanza dei Ragazzi di Locri che avrebbero dovuto cantare, in diretta Eurovisione, assieme ai Ragazzi di Scampìa di Napoli nell’ultima e più seguita serata del Festival. Purtroppo, i Ragazzi di Locri non vollero o non poterono partecipare ad un così importante evento mediatico-culturale che avrebbe moltiplicato la visibilità della loro legittima protesta che era stata interpretata persino come un tentativo di rinascita della Calabria. Riuscii, però, a far cantare nei palchi esterni all’Ariston due cantautori calabresi, il già a te noto Claudio Sambiase (milanese di Zagarise CZ) e Gerri Gallucci (di Girifalco CZ) i quali avevano composto canzoni di sostegno ai Ragazzi di Locri. E’ stato meglio di niente, ma la Calabria dei giovani ha mancato un utilissimo appuntamento. Davvero storico!

My beautiful pictureE uso questo episodio dei Ragazzi di Locri che avrebbero potuto essere al festival più famoso d’Italia per dirti del tentativo che ho fatto poi di proporre il “pop-islam” al 60° Festival di Sanremo del 2010, sempre incentrato come segno di amicizia e di considerazione socio-culturale per gli islamici presenti in Italia e in Europa. Per chiedere l’inserimento del “pop-islam” degli Euro Universal o di artisti dell’area Euro-Med in un Festival che significativamente compiva ben 60 anni, ho addirittura fatto pubblicare persino una lettera aperta al sindaco della “città dei fiori” Maurizio Zoccarato (da poco eletto con una lista di centro-destra), evidenziata nell’intera pagina 29 del quotidiano “Nuovo Oggi Molise” di giovedì 10 settembre 2009 e da altri network (cartacei, radio-tv e internet) come “Il Sannio quotidiano” di domenica 13 settembre 2009 alla pagina 21. Ovviamente, la proposta era stata inviata non soltanto al sindaco e ai vertici della Rai-Radiotelevisione italiana ma anche ai responsabili di tutte le istituzioni nazionali, regionali e locali della Liguria. Il festival di Sanremo è aperto da tempo remoto alla canzone napoletana, ma non riesce ancora a dare un solo piccolo segno di attenzione alla musica euro-med, nemmeno in qualità di ospite. Anzi, proponevo al sindaco di Sanremo di fare della sua città la capitale musicale Euro-Med. Ancora invano!… E’ solo mancanza di lungimiranza?…

E senza risposta ed esiti hanno avuto i miei ripetuti appelli e le mie argomentate proposte “pop-islam” alla trasmissione settimanale di Rai Tre “Mediterraneo” che, confezionata dalla Redazione TGR testata giornalistica regionale di Palermo, si occupa proprio di temi Euro-Med con prevalente presenza islamica. L’ultima è stata inoltrata da me poche settimane fa, per una trasmissione monografica sulle tendenze “pop-islam” e “islam-pop” della musica delle varie anime mediterranee.

Come puoi constatare non potrò mai rassegnarmi al silenzio quando interi popoli migranti chiedono ascolto e accoglienza, scambi culturali e dialogo, mentre l’Italia e l’Europa restano piuttosto ferme (e a volte ostili) sui diritti delle nuove generazioni interculturali. Tra questi diritti ci sono quelli di avere adeguate sedi di aggregazione e di preghiera, come ho evidenziato già negli anni 1992-93 dalle colonne del settimanale “Corriere del Molise” quando ho asserito che il campanile ed il minareto possono non soltanto coesistere ma anche collaborare e persino unirsi per la pace nel mondo e nel proprio territorio (e come ho rilanciato sulla stampa nazionale nel dicembre 2011). La musica “pop-islam” è proprio sinonimo di “pace nel mondo” e di incessante lavoro “per un mondo migliore”. Con tali intenti, il 24 gennaio 2002 ho partecipato, come giornalista accreditato, ad Assisi al secondo incontro delle religioni per la pace (cioè il Papa Giovanni Paolo II e i capi delle fedi più diffuse nel mondo, Islam compreso) proprio per contribuire a diffondere questi valori e sensibilizzare quanta più gente possibile alla necepalazzo dell'ONU con bandieressità di un’unione globale che non è utopia ma urgente necessità, senza la quale lasciamo il posto non soltanto alla tragedia delle armi (come ancora oggi l’esperienza in atto di micidiali guerre di tutti i tipi grava specialmente sui popoli e sulle nuove generazioni) ma anche al deterioramento della qualità di vita nel nostro pianeta in grande pericolo.

Nel mio piccolo ho fatto e continuerò a fare la mia parte, anche attraverso il “pop-islam” che – ricordo – non è soltanto musica ma è tutto ciò che contribuisce ad avvicinare in pace i popoli, specialmente quelli dell’area Euro-Med, che è il nostro condominio geografico, culturale e storico. Così, parecchi anni fa ho pubblicato “Il villaggio senza nome” la prima raccolta di poesie di Ysmen Pireci. Ho conosciuto tale intellettuale, proveniente dal Kossovo islamico, nel 1994 qui in Alto Molise dove abito e dove egli, esule politico contro la prepotenza serba, faceva il pastore di pecore per poter campare se stesso e la famiglia (moglie e tre figli). Trasferitosi dopo qualche anno in Lombardia ha fondato e diretto una rivista culturale per i suoi concittadini kossovari residenti dentro e fuori i confini ed ha persino vinto un concorso nazionale di poesia in lingua italiana. Quasi certamente è questa la strada da seguire per l’amicizia e l’integrazione socio-culturale ed economica per chi, specialmente perseguitato nella propria terra di origine, cerca rifugio nella libera e democratica Europa. Ed ognuno dovrebbe fare la propria parte, anche piccolissima, proprio come premessa di pace sociale ed universale. Non a caso, nel 1968, come Euro Universal abbiamo realizzato delle mostre davanti alla chiesa di Badolato Marina esponendo i pannelli che ero andato a prendere a Roma presso l’Ufficio dell’Organizzazione delle Nazioni Unite di Piazza San Marco 50. Erano i pannelli inerenti la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, approvata dall’Assemblea dell’ONU il 10 dicembre 1948. E proprio il 10 dicembre 1983 ho riproposto solennemente in Agnone del Molise tutte queste tematiche applicate alle nuove generazioni, in particolare ai neo-maggiorenni (cioè a coloro che, compiendo i 18 anni, entrano nella maggiore età). E, ovviamente, non ho mancato di effettuare manifestazioni pubbliche pure per sensibilizzare all’Unità Europea.

Altro episodio di “pop-islam” culturale è stata la presentazione al Caffè Letterario di Agnone, sabato 10 febbraio 2007, del libro di Nurya (nome d’arte di Flavia De Marco, moglie di Claudio Sambiase) “Danza del ventre: la più antica delle danze e il suo potere curativo” provvedendo a diffonderne la notizia su parecchi quotidiani molisani, calabresi e internet anche nazionali. Le note musicali, infatti, sono sempre cariche di idee e non esprimono soltanto arte ed emozioni.

Dunque, caro Tito, se conclusioni (provvisorie) possiamo trarre da queste 9 puntate sugli Euro Universal e sul “pop-islam” … dobbiamo attenerci a leggi ed iniziative che lavorino e favoriscano un mondo migliore e il più possibile in Armonia. E’ un lavoro lungo e duro, ma altrettanto necessario ed indispensabile, senza il quale guerre e distruzioni, piccole e grandi, potrebbero compromettere l’esistenza stessa del genere umano, visto e considerato pure che nel mondo c’è tanto di quel tritolo e tante di quelle armi nucleari e di distruzione di massa che potrebbero fare saltare in aria l’intero nostro sistema solare e non soltanto la Terra che abitiamo adesso con un esile filo di speranza, con troppa preoccupazione, quasi con il fiato sospeso. Un filo di speranza che va rafforzato da ognuno di noi, perché ognuno di noi è quello stesso filo di speranza. Tutto ciò ti dico e ti racconto, ovviamente e doverosamente, anche a futura memoria! Cordialità, Domenico Lanciano

 

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *