Caro Tito, sono stato assai lieto quando stamani il dottore Guerino Nisticò mi ha comunicato, per telefono, che il borgo di Badolato sta diventando un luogo (“location” si direbbe) per matrimoni anche di coppie provenienti dall’estero, persino dalla Svezia. E alcune di queste coppie, incantate dalle amenità del nostro territorio jonico, hanno poi acquistato casa nel medesimo borgo antico.
Non ti nascondo che l’idea di celebrare matrimoni in “location di archeologia e di d’arte” è stato un mio antico sogno fin dal 1979 quando proponevo a parecchie Sovrintendenze e al medesimo Ministero dei Beni Culturali di permettere la celebrazione di matrimoni nel contesto delle aree archeologiche o monumentali più significative ed evocative. E a tale scopo ho sollecitato nei primi anni ottanta pure la presidenza dell’Archeoclub d’Italia, in Roma, in particolare il segretario generale dott. Francesco Berni.
1 – NEL 1979 DESIDERAVO SPOSARMI AL TEMPIO DELLA CONCORDIA DI AGRIGENTO
D’altra parte io stesso avevo scelto di realizzare il rito religioso del mio matrimonio dentro al magnifico tempio greco della Concordia di Agrigento (430 a.C.) o in uno dei antichi templi di Paestum, ottenendo da quelle Autorità un netto e categorico rifiuto. Lo Stato italiano era in forte ritardo rispetto al Concilio Ecumenico Vaticano II che dal 1966 permetteva la celebrazione della santa Messa anche fuori delle chiese consacrate purché queste fossero celebrate in luoghi decorosi, specialmente se significativi.
Tanto è che il francescano Padre Nicola Criniti (nativo del vicino paese di Santa Caterina dello Jonio) ha celebrato su mio invito una santa Messa nell’amenissimo Parco della Villa del barone Paparo il 21 settembre 1971 a Badolato Marina. E già la mia band “Gli Euro Universal” nel luglio 1968 aveva suonato la “Messa Beat” (con chitarre elettriche e batteria) dentro la nostra chiesa parrocchiale, ripetuta poi in luoghi sacri di Assisi e Roma il 5 e 6 ottobre dello stesso anno.
2 – BADOLATO BORGO DELLE SERENATE
Il dottore Guerino Nisticò è uno dei più attivi esponenti della giovane generazione AOPT che si adoperano per far risplendere anche turisticamente i borghi e la riviera degli angeli e, naturalmente, soprattutto, in prima persona, il borgo antico badolatese dove sempre più spesso accompagna visitatori e turisti provenienti da ogni parte del mondo. Egli è uno di quei pochi giovani con cui ho un privilegiato canale di comunicazione a favore del nostro territorio. E lo ringrazio pure qui.
A lui, stamani, ho ribadito l’importanza di far dichiarare e far diventare veramente con i fatti “BADOLATO BORGO DELLE SERENATE” e di iniziare le procedure affinché LE SERENATE (di tutto il mondo, non soltanto badolatesi) sia riconosciute PATRIMONIO DELL’UMANITA’ dall’UNESCO.
Si sa che in ogni parte del mondo il canto e la musica sono i mezzi con cui si esprimono tutti i sentimenti, in particolare quelli d’amore. Quindi, Badolato borgo potrebbe diventare, piano piano nel tempo, la location privilegiata e principale delle SERENATE calabresi, italiane e di tutti i popoli del mondo con tutto ciò che ne consegue (cioè, un Centro studi delle serenate nel mondo ed un Archivio video-sonoro delle loro più caratteristiche espressioni). Si potrebbe realizzare anche così il sogno che il giornalista Pino Nano ha espresso nel novembre 1986 per una “Badolato Spoleto del mare” (un Festival di tutti i Mondi, possibili ed immaginabili, nel nome delle Serenate).
Badolato, è risaputo, fino agli anni 1960-70 (praticamente prima che l’esodo emigratorio indebolisse il paese) era tutto un canto di serenate individuali e collettive, specialmente durante la prima notte di nozze degli sposi. Infatti, Guerino mi ha detto che i matrimoni esteri (celebrati da qualche tempo a questa parte al borgo) prevedono proprio le serenate e tutto ciò che di più tradizionale il borgo possa riservare (pranzo nel katoio con gastronomia locale, accompagnamento canoro degli sposi con corteo verso la casa della prima notte, ecc.). Una tradizione che fa impazzire di gioia e di significato queste coppie estere.
Voglio qui significarti che non dovrebbe essere eccessivamente difficile per le SERENATE ottenere il riconoscimento UNESCO di patrimonio immateriale dell’Umanità, dal momento che altri suggestivi tipi di musica (come il Fado portoghese nel 2011, il “Reggae” giamaicano nel 2018, ecc.) hanno già ottenuto tale dichiarazione e riconoscimento mondiale ufficiale. D’altra parte, la tradizione badolatese delle serenate è soltanto la punta di diamante di migliaia di altre espressioni similari che, appunto, Badolato si propone di rappresentare anche con un annuale Festival delle Serenate, così come sta facendo da molti anni. Ma tale Festival dovrebbe essere il più intercontinentale possibile. E le istituzioni della Calabria, dell’Italia e dell’Europa dovrebbero puntare molto su tale manifestazione che abbraccia tutto il mondo.
Ma anche qui in Molise, mia residenza d’esilio, i festival delle serenate sono assai diffusi e di grande successo, come in tante regioni italiane. Badolato borgo intende lavorare pure per le serenate italiane ed estere affinché si ottenga tutti insieme il riconoscimento dell’UNESCO.-
3 – LA PIETRA E LA FONTANA DELL’INNAMORATO
Caro Tito, come ti ho precedentemente detto (negli articoli da te pubblicati il 09 settembre 2019 (https://www.costajonicaweb.it/universita-delle-generazioni-e-lantica-pietra-dellinnamorato-la-maggiore-curiosita-di-badolato/) ed il 16 settembre 2019 (https://www.costajonicaweb.it/badolato-cz-proposto-il-calabria-love-festival-al-borgo-e-alla-pietra-dellinnamorato/) esiste in Badolato borgo antico, nel rione Jusuterra, la ruga delle Margherite con la cosiddetta “pietra dell’innamorato” su cui intere generazioni di giovani maschi innamorati cantavano nel corteggiare la propria bella.
Poi, si sa, ogni paese, specie nel nostro Sud, le fontane e le fontii erano il luogo privilegiato per i giovinotti di adocchiare a fini amorosi le giovinette che non avevano altra occasione (a parte le messa domenicale e le processioni religiose o le fiere) per scambiare sguardi o parole d’amore.
Quindi anche la fontana della ruga delle Margherite alla Jusuterra viene ora raccontata appunto come la fontana degli innamorati da Guerino Nisticò o da altri accompagnatori turistici al borgo di Badolato.
Il “Calabria love festival” proposto qualche giorno fa potrebbe essere un sistema regionale di manifestazioni dedicate proprio all’Amore che è il sentimento più bello del mondo. E incentivare questo sentimento, oggi come oggi, significherebbe inneggiare alla pace e al benessere individuale e collettivo, contrastando così ogni genere di violenza … dal femminicidio alle guerre dove muoiono prevalentemente giovani e vittime civili, ricordando che le ingenti risorse economiche ed umane destinate agli eserciti potrebbero essere utilizzate per migliorare le condizioni generali dell’Umanità, in particolate la salute con la lotta contro le malattie più mortali, finanziando le ricerche biomediche.
Pure per questo le SERENATE e l’auspicabile CALABRIA, MOLISE, PUGLIA, CAMPANIA, EMILIA-ROMAGNA, LIGURIA … ITALIA, EUROPA, AMERICA, ASIA, AUSTRALIA, AFRICA … LOVE FESTIVAL possono e devono essere sostenuti pure allo scopo di far diminuire le violenze di ogni genere e di genere.
4 – COMITATO PER LE SERENATE PATROMONIO IMMATERIALE UNESCO
Caro Tito, spero veramente che si realizzi presto un Comitato (possibilmente interregionale italiano, europeo, intercontinentale, globale) affinché si possa ottenere la dichiarazione ufficiale dell’UNESCO che riconosca come PATRIMONIO IMMATERIALE DELL’UMANITA’ LE SERENATE come massima espressione dei buoni sentimenti e dell’amore coniugale e intergenerazionale, il solo che può garantire la vita, futuro e il benessere alla nostra Umanità e al nostro Pianeta.
•Da badolatese, ovviamente, gradirei che tale Comitato abbia sede a Badolato, ma, a parte il mio sano campanilismo, ovunque sia la sede, è importante ed essenziale che tutti possiamo essere uniti ed efficaci nel raggiungere tale traguardo che sarà altamente educativo per le presenti e le future generazioni in ogni parte del mondo dove la pratica delle “Serenate” fa sognare e portare a compimento i buoni sentimenti, principalmente quello dell’amore nuziale e coniugale, matrimoniale e generazionale.
5 – BADOLATO TUTTO L’ANNO
Ormai, caro Tito, sono diversi decenni che parlo e scrivo sulla necessità di far diventare operativo ed attivo il borgo del mio paese natìo con il progetto BADOLATO TUTTO L’ANNO … avvero per tutte le 52 settimane di cui è composto l’anno con i suoi 365 giorni.
L’ho ribadito pure nella recente lettera n. 240 che hai pubblicato giovedì 28 marzo 2019 alle ore 09,30 ( https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-240-il-fai-fondo-ambiente-italiano-e-badolato-1987-2019/). Ognuna delle 52 settimane di cui si compone l’anno può essere utilizzata per una diversa iniziativa che valorizzi le principali peculiarità culturali e produttive del nostro territorio. Ecco, la settimana delle serenate potrebbe svolgersi in un periodo estivo di grande affollamento anche turistico, ma anche sotto Natale che, volendo, a Badolato potrebbe durare addirittura un intero mese, dal 7 dicembre al 6 gennaio.
6 – IL NATALE LUNGO UN MESE OVVERO LA BADOLATO DEI BAMBINI
Caro Tito, questo appena letto potrebbe essere lo slogan migliore (secondo me) per caratterizzare il mese di dicembre e i primi sei giorni di gennaio. Ma potrebbe essere denominato pure BADOLATO SESAMO E COUS-COUS FEST. Ne ho parlato stamani con lo stesso Guerino Nisticò. Il sesamo, in particolare, da noi, in Calabria, dà maggiormente il senso del Natale.
E il cous-cous potrebbe essere il pasto povero per attendere il periodo natalizio che, da noi in occidente, rappresenta la festività dell’eccesso alimentare e consumistico. Inoltre il “cous-cous” (come dimostrano tutte le sagre e manifestazioni dedicate a questo cibo mediterraneo) è un elemento di fratellanza tra diversi popoli prevalentemente frugali. Quindi, il cous-cous prima di Natale potrebbe essere un invito alla frugalità, all’unione tra i popoli, al risparmio energetico e al buon uso delle risorse del nostro pianeta.
A me piace assai mangiare il cous-cous. E mia moglie prepara ottime e varie pietanze. Come dimostrano i miei reportage da “zia Sicilia” ormai sono alcuni anni che non manchiamo all’appuntamento del “Cous Cous Fest” di San Vito Lo Capo (Trapani), dove per una settimana l’atmosfera mediterranea si autocelebra attorno a questo cibo semplice, frugale ma anche attorno ai valori umani e sociali che questo simbolo rappresenta. Infatti, proprio fra poche ore partiamo per la Sicilia, in compagnia di altri amici.
Riguardo il SESAMO, fino agli anni settanta-ottanta era assai frequente trovare le famiglie contadine badolatesi riservare una parte dei loro terreni alla coltivazione della pianta del sesamo non a fini commerciali ma unicamente per poter comporre il dolce natalizio del “cunfettu” cioè un torroncino (in genere cm. 12 x 2 x 2) fatto essenzialmente di sesamo, noci e mandorle (tutto preventivamente tostato), buccia di arancia o mandarino amalgamati con miele o vino cotto. Una delizia, davvero, di cui noi bambini andavamo ghiotti.
E, poiché io stesso ne andavo ghiottissimo, aiutavo i miei genitori a prendermi cura della piantagione familiare annuale. E poiché il torroncino del sesamo ricorda il Natale, propongo di realizzare a Badolato borgo una sagra proprio riservata ai bambini, pure dal momento che le manifestazioni in atto hanno un destinatario indifferenziato, ma comunque preferibilmente adulto. Una festa questa del “Sesamo e Cous-cous Unicef Fest” tutta dedicata ai bambini che vi partecipano ma anche a quelli che hanno bisogno di essere aiutati tramite l’UNICEF (agenzia delle Nazioni Unite per l’infanzia del mondo) che potrebbe patrocinare l’evento.
Il sesamo (giurgiulena, nel nostro dialetto) era sicuramente una pianta che ci proveniva dall’Oriente come pure la tradizione del cous-cous che, almeno in Badolato (e sicuramente in altre parti della Calabria e della Sicilia) era frequente mangiare nelle famiglie fino agli anni sessanta, prima del consumismo più tipicamente occidentale. Quindi, abbinare una sagra del sesamo e del cous-cous mi sembra utile non soltanto all’immagine di Badolato e della Calabria, ma anche all’amicizia tra i popoli pure nel nome dei bambini ovvero delle nuove e future generazioni su cui si fonda, in pratica, la vita.
Una simile manifestazione (che potrebbe durare da un giorno prima dell’Immacolata, una festa assai sentita a Badolato, fino all’Epifania) potrebbe essere l’occasione di parlare di alimentazione per l’infanzia e, più in generale, di sana alimentazione per tutti. Quindi pediatri, dietisti e quanto altro utile alla crescita dei bambini potrebbero essere al centro della sagra lunga un mese, durante cui esporre tutti i dolci tipici della tradizione del Natale. Si potrebbe persino coniare uno slogan efficace BADOLATO IL NATALE LUNGO UN MESE (cioè dal 7 dicembre al 6 gennaio).
E, poiché, un mese è un mese fatto almeno di 30 giorni, si potrebbero dedicare una o più giornate ad argomenti che interessano figli e genitori e a tutte le problematiche dell’infanzia. Oppure si potrebbero avere, di anno in anno, settimane tematiche del seguente tipo, ad esempio. La prima settimana (dal 7 al 13 dicembre) potrebbe essere dedicata ai presepi artistici (magari pure in forma di competizione con i premi da assegnare ai presepi più belli) e quindi ad una mostra-mercato (una specie di San Gregorio Armeno calabrese).
La seconda settimana (dal 14 al 20 dicembre) potrebbe essere dedicato ai dolci natalizi e, specialmente, al dolce preferito da tutti, in particolare dall’infanzia, vale a dire la NUTELLA chiedendo alla Ferrero SpA un’adeguata sponsorizzazione. In tale settimana, potrebbero esserci incontri con tutti coloro che si occupano dell’infanzia a vario titolo (pediatra, dietisti, giornalisti, scrittori, stilisti, costruttori di giocattoli ecc.). La terza settimana (dal 21 al 27 dicembre) potrebbe essere dedicata ai doni di Babbo Natale e della Befana. Pure in tali giornate potrebbero realizzarsi incontri con studiosi, artigiani ed industriali di prodotti e servizi per l’infanzia. Ma queste dal 21 al 27 dicembre possono essere giornate dedicate, più intimamente e religiosamente, ai canti natalizi e, in particolare, alle SERENATE A GESU’ BAMBINO.
Infatti, la quarta settimana (dal 28 dicembre al 3 gennaio) potrebbe essere dedicata ai Canti di Natale e a tutte le altre tradizioni e curiosità natalizie, con alcuni “Babbo Natale” presenti a Piazza Castello per distribuire regalini e dolcetti ai bambini. In particolare, tra Natale e Capodanno potrebbe avere luogo una mostra mercato dell’Editoria per l’Infanzia (libri di favole, libri più pedagogici, video-fiabe, telefonini, programmi TV e quanto altro l’industria del settore riserva ai bambini). Pure qui potrebbero esserci incontri e dibattiti su come migliorare l’educazione dei bambini in tempi in cui i mezzi di comunicazione di massa possono riservare parecchie insidie. Qualche giornata potrebbe essere riservata al cinema per l’infanzia e sull’infanzia con interventi di registi, autori, giornalisti, ecc.
Caro Tito, ricordi i racconti e le favole de “Le Mille ed una notte”? E, in particolare, la fiaba di “Alì Babà e i 40 ladroni”?…. Ebbene, qui c’è la celebre frase “Apriti, sesamo!” … Quindi, nella “Festa del Sesamo” ci vanno bene anche le fiabe per bambini! Il “sesamo” così si abbina ottimamente sia ai dolci (e al pane) a base di semi di sesamo e sia alla letteratura per bambini.
Gli ultimi tre giorni dovrebbero essere riservati alle conclusioni, tenute dai bambini e dai loro genitori, nonni, educatori, parenti, ecc. sia sulla manifestazione del NATALE LUNGO UN MESE e sia sui desideri di miglioramento e le esigenze delle famiglie. Ovviamente, questo mese potrebbe essere il “contenitore” di tantissime altre cose. L’importante, come sempre è iniziare. Poi, andando vedendo. Ricordando che Giffoni Valle Piana è un paese di 12 mila abitanti dell’entroterra della provincia di Salerno e, benché isolato tra le montagne, è riuscito a diventare il più importante festival cinematografico per bambini e ragazzi al mondo. E adesso è alle soglie del 50° anno di attività continuativa. Volere é potere!
7 – SALUTISSIMI
Caro Tito, che dirti?… Noi vorremmo il meglio del meglio per i nostri rispettivi paesi natii. Purtroppo non sempre è possibile realizzare desideri, programmi e proposte (anche se fattibili con poco sforzo). Il nostro compito di “intellettuali” (che abbiamo anche esperienza di parecchi impegni profusi in campo sociale) è sempre quello di fornire prospettive e lungimiranze, sebbene con eccesso di ottimismo. Meglio essere utopici che inattivi. Ed è più probabile che qualcosa nasca dall’Utopia piuttosto che dall’Apatia.
Con l’appuntamento alla “Lettera n. 261” ti ringrazio e ti saluto. Sempre molto cordialmente e con riconoscenza.
Domenico Lanciano (www.costajonicaweb.it) Azzurro Infinito, mercoledì 18 settembre 2019 ore 23,54 (Le foto sono state prese dal web)