Caro Tito, vedendo il tuo spot del Festival “Voci del Mediterraneo” mi hai fatto venire in mente una vicenda musicale, nata sulle rive dello Jonio, a Badolato Marina, nel 1967 e proseguita fino al 1973 per concludersi (proprio in modo “mediterraneo”) alla RCA di Roma (che era allora la più prestigiosa casa discografica italiana). Una vicenda che ritengo abbia valore e significato raccontarti.
Nella primavera 1967 proposi a quattro miei amici (che, quasi tutti coetanei e studenti tra i 15 e i 17 anni, frequentavo e tenevo cari fin d’infanzia anche perché appartenenti al medesimo rione Maiolina di Badolato Marina) di fondare un complessino musicale, emulando in modo molto semplice, per puro divertimento, le più famose “band” italiane ed estere. Tre chitarre elettriche ed una batteria ed ecco nati “Gli Euro 4”. Pur non avendo alcuna pretesa nel nostro piccolo, già dal nome però si può capire che i nostri ideali erano rivolti all’unità tra gli stati europei e a tutti gli altri ideali comuni ai giovani di allora (pace nel mondo, amicizia, amore, fratellanza, universalità, ecc.).
Ma dove trovare un luogo per riunirci e fare le prove?… Ed ecco che il parroco Padre Silvano Lanaro (di origine trentine, nella chiesa dei Santissimi Angeli Custodi dal 1956 al 1982) ci mise a disposizione una cameretta con entrata indipendente, dietro la sacrestia. Così, io (“manager” e presentatore), Giuseppe Naimo (chitarra solista e cantante), Vincenzo Spasari (chitarra basso e cantante), Francesco Serrao (batteria) e il fratello Vincenzo (chitarra accompagnamento e coro) iniziammo un’avventura musicale che, con il passare degli anni, ci portò ad avere parecchie soddisfazioni, pure per le innovazioni apportate… anche se avremmo potuto ottenere molto di più!
Ingenui e spensierati, allora cattolici ferventi, volevamo mettere a disposizione il nostro apostolato musicale e ricreativo al servizio di tutti, specialmente dei bambini e dei giovani. Il primo spettacolo fu, infatti, dedicato nel giugno 1967 agli scolari del villaggio montano di Elce della Vecchia, una frazione del comune di Guardavalle, a quota 1100 metri circa. Subito dopo, la prima “trasferta” a Sant’Andrea Apostolo dello Ionio Superiore, nel teatrino della locale Azione Cattolica. Quindi, sempre in ambito parrocchiale, una esibizione pubblica, avendo in prima fila l’arcivescovo Armando Fares ed altri sacerdoti. Il nostro complessino dimostrava di saperci fare, intrattenendo con simpatia ed entusiasmo, ma anche con canzoni di particolare impegno civile e sociale. E, per autofinanziarci, non disdegnavamo di rallegrare pure matrimoni, ricevimenti ed altre feste. Le richieste cominciavano ad andare al di là delle capacità del piccolo gruppo, così nella primavera del 1968 decidemmo di inserire altri due componenti badolatesi, il poderoso cantante Nazzareno Audino e il tastierista-cantante Pasquale Andreacchio pure loro studenti. Proposi di aggiungere al nome Euro (che poteva indicare soltanto l’Europa) il termine “Universal” (che dava una maggiore e migliore apertura almeno simbolica) più attinente ai valori giovanili ma anche a quelli spirituali del Concilio Ecumenico Vaticano II che provvedevo ad evidenziare nelle mie presentazioni delle singole canzoni. Ci denominammo, quindi, definitivamente e per sempre “Gli Euro Universal”.
Divenuti 7 è stato facile ed immediato evidenziare che eravamo 7 come le note musicali, come i colori dell’arcobaleno, come i giorni della settimana, come i sette saggi, ecc. ecc. – Quindi, realizzammo una divisa (che prima non avevamo) composta da pantaloni del medesimo colore viola-scuro e da sette camicie ognuna di diverso colore per formare insieme sul palco un arcobaleno. Ciascuno di noi prese il nome di un’area linguistica vasta per rappresentare tutti i popoli del mondo, facendolo iniziare per una nota musicale. Io, Domenico, mi chiamavo DOmingo (assumendo la prima nota del pentagramma, rappresentando i popoli di lingua ispanica, camicia rossa), Vincenzo Serrao diventò REynold (lingua inglese, seconda nota e camicia arancione), Vincenzo Spasari fu MIchel (lingua francese, terza nota e camicia gialla), Giuseppe Naimo, che ancora adesso somiglia assai ad un arabo e il cui cognome è effettivamente di origini arabe, si chiamò FA Nejm (lingua araba, quarta nota e camicia verde, colore tipico del mondo islamico), Nazzareno Audino assunse il nome di SOLonowsky (lingua slava, quinta nota e camicia azzurra), Francesco Serrao prese il nome di LAnfranz (lingua tedesca, sesta nota e camicia blu) e, infine, per Pasquale Andreacchio, che un po’ somigliava davvero ad un cinesino, fu più facile aderire al personaggio SI Kiang (lingua cinese, settima nota e camicia ìndaco). Ed ognuno salutava il pubblico, ad inizio e fine spettacolo, proprio nella propria lingua di riferimento.
Tutti i sette componenti Gli Euro Universal fummo autori di almeno una canzone, anche se il più prolifico e il più bravo fu senza dubbio Pasquale Andreacchio che era il nostro “Lucio Battisti”. I pezzi composti furono tali e tanti che sentimmo la necessità di depositarli alla SIAE (società italiana autori ed editori). Il gruppo cresceva quotidianamente in arte e ispirazione. Ma dobbiamo la prima vera svolta al sacerdote francescano Padre Nicola Criniti il quale, originario di Santa Caterina dello Jonio (comune confinante al nostro) e assegnato per qualche tempo alla nostra parrocchia di Badolato Marina, ci portò una novità strabiliante per quei tempi … ci ha fatto conoscere la prima “Messa dei giovani” comunemente conosciuta come “Messa beat” … quella che, composta in modo rivoluzionario per quei tempi post-conciliari dal maestro Marcello Giombini di Roma, fu eseguita per la prima volta all’Oratorio San Filippo Neri della Capitale il 27 aprile 1966.In questa formazione cominciammo a fare concerti in giro per la provincia di Catanzaro, a volte da soli per tutta la serata, a volte come spalla a complessi o cantanti di importanza nazionale. Ad esempio, nell’agosto 1968 a Centrache, vicino Chiaravalle Centrale, un po’ sopra Soverato, preparammo l’entrata in scena di uno scatenato gruppo rock tutto femminile che ha incendiato specialmente la piazza dei maschietti, pure per un abbigliamento succinto ed atteggiamenti estremamente sexy. Mentre nel luglio 1971 a San Sostene Mare abbiamo intrattenuto una grande folla prima dell’arrivo di Mino Reitano. Il nostro repertorio era quello consueto di ogni dignitoso complesso musicale in voga in quegli anni. Però, volevamo esprimere qualcosa di più e di più personale. Così cominciammo a comporre da noi stessi canzoni, privilegiando testi di particolare impegno musicale e contenutistico. E devo dire che le nostre composizioni piacevano ed eravamo sempre circondati da parecchi giovani. Furono numerosi i nostri fans che ci seguivano persino durante le prove. Una dozzina di essi, continuando i nostri indirizzi musicali, raggiunsero livelli davvero notevoli e assai significativi anche nel cantautorato, dentro altri gruppi o da solisti. Eravamo diventati polo di sana aggregazione sociale e culturale, specialmente giovanile. E questo ci rendeva assai felici e ci faceva sentire utili.
Nel giugno 1968 andai a trovare il maestro Giombini nella sua bella casa romana per conoscerlo personalmente, per avere gli spartiti e le migliori istruzioni utili a eseguire le diverse composizioni che sostituivano la pur magnifica e tradizionale “messa cantata” di stile gregoriano. Noi Euro Universal abbiamo motivo di ritenere che siamo stati tra i primi in Italia ad eseguire la “Messa beat” dopo i gruppi storici che, legati direttamente al maestro Giombini, l’hanno lanciata a livelli nazionali (i Barrittas, i Bumpers, gli Angel and the Brains e gli Alleluia). In seguito, negli anni 1971-72 del mio iniziale periodo universitario ho frequentato ogni domenica mattina in Roma la chiesa di Viale 25 Aprile dove si celebrava la “Messa beat” con la band degli Alleluia, incontrando spesso pure il maestro Giombini tanto da diventare amici. Infatti, nell’aprile 1971 mi venne a trovare a Badolato Marina assieme a Bruno Rakauer, uno dei componenti gli Alleluia, e il 4-6 ottobre 1985 mi ha onorato facendo il relatore al convegno internazionale “Amore e Religione” che avevo organizzato in Agnone del Molise. Giombini, infatti, oltre che pioniere e migliore compositore della nuova musica religiosa (ispirata al Concilio Vaticano II del 1962-1965) tanto amata dalle nuove generazioni, era famoso pure per le numerose colonne sonore di films di successo e, in particolare, per le tecniche musicali sperimentali realizzate con i primi computers.
Caro Tito, della “Messa beat” e di altri belli ed importanti traguardi degli Euro Universal ti racconterò nelle prossime lettere.
Cordialità, Domenico Lanciano