Caro Tito, recentemente l’ing. Felice Vinci (autore del fortunato volume “Omèro nel Baltico” già tradotto in numerose lingue) mi ha inviato in dono una copia del libro “Calabria guerriera e ribelle” curato da Giampiero Mele ed edito in Roma nel giugno 2014 da Aracne srl (info@aracneeditrice.it tel. 06-93781065) la stessa che sta cercando di realizzare l’edizione italiana dell’interessante studio di Gertrude Slaughter (Madison USA 1939) di “Calabria the first Italy” (Calabria la prima Italia). Sulla copertina di Mele è evidenziata a tutta pagina una ideale e fiera raffigurazione del re goto Alarico (270-410, quello sepolto nel fiume Busento nei pressi di Cosenza) dipinta nel 1635 circa su tela da Jusepe Leonardo (pittore spagnolo 1601-1656), quadro visibile al Museo del Prado in Madrid (Spagna).
CALABRIA GUERRIERA E RIBELLE
Leggiamo insieme quanto c’è scritto sulla quarta pagina di copertina: “” Un luogo comune vuole che in Calabria la Storia sia sempre di passaggio. L’idea della (presente) antologia storica è nata per smentire questo luogo comune. Annibale e Spartaco erano andati in Calabria non di passaggio ma per reclutare ribelli e organizzarsi. Giulia la figlia di Augusto, che può essere considerata la Lady Diana di 2.000 anni fa, fu confinata a Reggio Calabria e là morì a causa dell’Imperatore Tiberio suo ex-marito. Felice Vinci, ribelle alle tesi ortodosse, ci fa conoscere suo nonno, calabrese, che dovette andarsene a causa del terremoto, mentre il brano seguente ci fa incontrare Alarico il Re-Guerriero che saccheggiò Roma dopo 800 anni. Con Gioacchino da Fiore incontreremo un Monaco pensatore, profeta e ribelle e perciò condannato dal Concilio del 1215. Parleremo inoltre di Dan Brown, il Priorato di Sion, Re Gioacchino Murat, Mussolini ed infine il campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia (Cosenza), dove nessun prigioniero morì di morte violenta. In Calabria la Storia non era di passaggio. “”
Tale libro (ripubblicato con “Intermedia edizioni” di Orvieto, città umbra in provincia di Terni) ha ricevuto lettere di encomio da parecchie Autorità, Istituzioni e personaggi, in particolare dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dalla regina del Belgio Paola Ruffo di Calabria ed è risultato vincitore di tre premi letterari.
GIAMPIERO MELE, curatore del libro
Sempre sulla quarta pagina di copertina, leggiamo: “”Giampiero Mele (Roma, 1958) si laurea in Scienze
Politiche presso la “Sapienza” Università di Roma nel 1983. Consegue un Master in “Mass communication” presso la University of Southern California a Los Angeles. Inizia nel 1985 a lavorare nella ICET, azienda di telecomunicazioni fondata dal padre, il Cavaliere del Lavoro Ing. Gabriele Mele, dove ricoprirà dal 1992 la carica di Amministratore Delegato. Pubblica i libri “Trastevere addio” e “Fili d’ambra. Il Rinascimento del Baltico”. Nel 2003 fonda l’Associazione Italia-Lettonia” di cui è Presidente.
Recentemente ha pubblicato con “www.intermediaedizioni.it” il libro “I Frusoni a Roma – Un popolo da conoscere” che presenterà prossimamente (mercoledì 17 ottobre 2018) direttamente a Leeuwarden, capitale della Frisia, in Olanda. Infatti, originali della Frisia, i cosiddetti “Frusoni” sono stati protagonisti in vari episodi della storia dell’Impero Romano prima, poi dei Papi e, quindi, del Risorgimento e dell’Unità italiana. Pure per questo – come attesta l’Autore in copertina – è un popolo che dovremmo conoscere.
UNA DICHIARAZIONE DELL’AUTORE
Giampiero Mele, che è un grande manager industriale di successo, ha rilasciato la seguente dichiarazione, dopo una delle tantissime presentazioni della sua importante opera antologica e storico-letteraria “Calabria guerriera e ribelle”: ““Dopo la presentazioni in giro per tutto il mondo era giusto che attraverso il libro portassimo la Calabria in primo piano. È un peccato che non si riescano a rendere tutte le potenzialità della Calabria, che non arrivi al resto del mondo la bellezza selvaggia di questa meravigliosa regione. Durante le varie presentazioni a Toronto, Ottawa, New York e altre città estere, insieme ai collaboratori che mi hanno supportato nella stesura del libro, ci siamo resi conto che la gente è molto interessata, ma che a oggi conosce poco della nostra terra. Ciò riguarda anche i nostri emigrati, che magari conoscono esclusivamente i luoghi dove sono nati. Con questo volume vogliamo tentare di riportare la Calabria nell’élite del turismo mondiale. […] Spero che dopo ben 36 anni sia arrivato il momento per la Calabria di rientrare nella guida rossa del Touring club Italiano. Un buon biglietto da visita per chi vorrà visitare questa terra””.
COMPOSIZIONE DEL LIBRO
La pubblicazione a stampa si svolge in 144 pagine, formato cm 14×21. Alla pagina 5 troviamo una foto intensa e romantica dei genitori di Giampiero, cui dedica questa pubblicazione: “Ai miei genitori, fieri ed onesti calabresi”. Seguono l’Indice e la Prefazione del curatore il quale firma pure altri contributi: “Annibale e Spartaco in Calabria” (pagina 11), “Giulia Maggiore figlia di Augusto (17), “Alarico” (35), “Era il 1936…” (121), “I calabresi protagonisti nella storia” (137), “Gli autorI” (141).
L’ing. Felice Vinci (Roma 1946) firma “Tra Scilla e Cariddi: un terremoto, un mito, una storia” (pag. 21); il docente universitario Gianfranco Confessore “La Calabria e le Crociate” (51); Gioacchino da Fiore “Confessio fidei” (41); Oreste Parise “Re Marcone e la Repubblica calabrese” (55); Tommaso Campanella “La Città del Sole” (65); Alexandre Dumas “Pizzo” (81); Norman Douglas “Riposo a Castrovillari” (107); Relazione dei comandanti alleato CCAO “Il campo di internamento a Ferramonti di Tarsia” (127).
NEL CONTESTO DELLA CALABRIA POSITIVA
Caro Tito, tale libro “Calabria guerriera e ribelle” può essere inserito a pieno titolo e molto meritoriamente nel contesto di tante altre pubblicazioni a stampa che cercano di documentare convincentemente una Calabria “positiva” tentando di “riscattare” la nostra regione dagli attuali luoghi comuni, da millenarie ed offensive denigrazioni e da inveterati ed immeritati pregiudizi storici, sociali e persino antropologici che la dipingono e narrano assai negativamente ed ingiustamente.
Pure io e te stiamo cercando di contribuire a questo filone socio-culturale di “ribellione” all’ingratitudine umana e storica che si scarica da sempre e ingiustamente sul popolo calabrese, presentando Autori, Editori, Enti ed Associazioni che si stanno spendendo assai lodevolmente per recuperare ed evidenziare il ricco e brillante patrimonio storico che la Calabria (almeno da 4 mila anni) sta riversando sull’intera Umanità. In particolare stiamo cercando di evidenziare l’ingente lavoro che sta facendo da decenni e decenni il filosofo di Soverato, Salvatore Mongiardo (fondatore e scolarca della Nuova Scuola Pitagorica di Crotone), il quale insiste nel dire che in Calabria esiste un così immenso giacimento culturale da poter riscrivere la Storia e rilanciare il ruolo universale che ha avuto nei millenni il popolo calabrese.
AUTORI – EDITORI – ASSOCIAZIONI
Finora nelle “Lettere a Tito” abbiamo trattato di Autori anche esteri come Gerhard Rohlfs, Gertrude Slaughter, Armin Wolf, e calabresi come Salvatore Mongiardo (appunto), Giovanni Balletta, Saverio Ciccarelli, Angelo Laganà, Nicolina Carnuccio, Salvatore Regio, Francesco Tassone, Enrico Armogida, felice Campora e così via. Ma abbiamo raccontato pure la passione musicale calabrese di eccellenti cantautori come Angelo Laganà di Roccella Jonica, Claudio Sambiase di Zagarise, Andrea Naimo di Badolato, il gruppo folk “I figli di Calabria”, ecc.
Finora abbiamo presentato il difficile lavoro di Editori calabresi come Franco Arcidiaco (“Città del Sole” – Reggio C.), Giuseppe Meligrana (Tropea VV) ed altri, compreso Rubbettino che è cresciuto tantissimo in questi ultimi decenni svolgendo un ruolo strategico ed essenziale per la Calabria in Italia e all’estero. Ma anche di editori web, radio-televisivi e di altra comunicazione sociale. Finora abbiamo evidenziato il titanico impegno di Associazioni come “La Radice” di Badolato, l’Istituto per la Biblioteca Calabrese di Soriano, l’Associazione Operatori Turistici “Riviera e Borghi degli Angeli” di Badolato, ecc. Finora abbiamo collaborato con siti internet che mostrano di avere lo stesso prezioso intento (come www.soveratoweb.com, www.ilcirotano.it, e così via).
E’ SOLTANTO UN PICCOLO ESEMPIO
Questo di Giampiero Mele, caro Tito, è soltanto un piccolo esempio di come e quanto potrebbe fare un’apposita associazione tra Autori ed Editori calabresi, da me sempre invocata ormai da parecchi decenni. Intanto è importante eleggere un luogo-Capitale di tutti gli sforzi che il Volontariato culturale, artistico e di altra varia natura, poiché senza un punto di riferimento fisico e di coordinamento è difficile operare. Più volte ho esortato la Regione Calabria a rappresentare e favorire questa esigenza che esce da tutti i pori di calabresi dentro e fuori i confini. Importante è pure coinvolgere attivamente i calabresi della diaspora, specialmente quelli più motivati a contribuire ad una Calabria effettivamente più attiva, migliore e, quel che più conta, inserita il più possibile nei vasti circuiti culturali e turistici nazionali ed esteri.
FARE RETE
Oggi è in uso il termine “fare rete”. Ebbene, chi si può fare garante di una simile rete internazionale dei calabresi volenterosi di aiutare la Calabria ad emergere e significare?… La Regione Calabria, un grande sponsor economico-commerciale o chi altri?… E la “capitale” logistica quale potrebbe essere situata: nel Palazzo regionale degli Itali di Catanzaro – Germaneto (detta anche “Casa dei Calabresi), nel Palazzo della Cultura di Soriano Calabro che ospita la Biblioteca Calabrese (che io considero la vera “Biblioteca Regionale Centrale” della Calabria) o in altro luogo e struttura, come ad esempio Tropea (come ho auspicato recensendo il libro “Calabria positiva” di Saverio Ciccarelli)?…
L’APOSTOLO
Caro Tito, è risaputo, dalle nostre parti (dove le istituzioni pubbliche purtroppo languono o sono inerti, specialmente per la cultura e per altri settori equivalenti) ci vuole un vero e proprio “apostolo” (che ci creda, dedicandovi l’intera esistenza) o meglio un “cireneo” (che si sobbarchi la croce ed abbia voglia di portarla fino in fondo) perché si realizzi qualcosa di buono e di significativo. Sono tanti gli esempi, ma uno su tutti è quello del preside Nicola Provenzano che dal niente ha costruito la Biblioteca Calabrese e tutto ciò che c’è attorno, oggi portati avanti da un gruppo impegnato di persone veramente brave. Chi potrà mai essere l’apostolo o il “leader” che associ e coordini i calabresi o gli amanti esterni della Calabria che intendano investire un po’ di sé stessi per valorizzare al massimo possibile l’immenso patrimonio territoriale e storico-culturale (accumulatosi in oltre 4000 anni di vita sociale assai significativa e lungimirante?…
SALUTISSIMI
Caro Tito, lancio così il mio ennesimo “interrogativo sociale” per una Calabria migliore e adeguata ai tempi. Come sempre ti ringrazio e ti saluto, aspettando di inviarti la nuova Lettera n. 224. Con un bacione per il piccolo-grande Leonardo (misura del nostro presente e del nostro futuro), ti abbraccio. Alla prossima!
Domenico Lanciano Azzurro Infinito, domenica 30 settembre 2018 ore 18,29 (le foto sono state prese dal web)