Caro Tito, tra il 1987 e il 1990, grazie al giornalista Vincenzo De Virgilio (di origini vibonesi), allora responsabile per la Calabria dell’Agenzia Giornalistica Italia (AGI) a Catanzaro, ho scritto numerosi articoli per il settimanale “il piccolissimo” (direttori ed animatori lo stesso dr. De Virgilio e il prof. Moisé Asta), edito e diffuso in tutta Italia dall’intraprendente, encomiabile e compianto Rosario Rubbettino (Soveria Mannelli 1941-2000). Tale settimanale con tante pagine (formato quaderno) era spedito gratuitamente a circa diecimila tra enti, associazioni, persone, personaggi e personalità, con notevole gradimento e successo per numerosi anni.
SEMPRE IN DIFESA DELLA CALABRIA
Un giorno, infastidito e amareggiato dalla troppa cronaca nera calabrese presente sui giornali nazionali, ho scritto una nota (pure su “il piccolissimo”) per proporre ad ogni giornalista di concludere il proprio articolo di nera con un aspetto positivo della Calabria … altrimenti i lettori potevano essere portati a considerare la nostra regione come una terra maledetta, piena di criminali e di altri lati negativi. Inoltre, proponevo di compensare tale tendenza a raccontare sempre negativamente (e a volte persino con disprezzo) la Calabria almeno con qualche servizio che ne illustrasse bellezze naturali, cultura, tradizioni e valori più autentici ed antichi. Purtroppo, nulla di tutto ciò. Una denigrazione incontrollata ed aggressiva senza fine!
In altri articoli, esortavo altri giornalisti ed enti pubblici, specialmente calabresi, di evidenziare una “Calabria a colori” per contrastare le troppo frequenti pennellate pesanti e nere che facevano vendere di più i giornali. Personalmente, dall’aprile 1965 (quando sono diventato “corrispondente” da Badolato di vari quotidiani e collaboratore di alcune riviste anche nazionali) mi sono sempre dato da fare per illustrare una Calabria iridata, ricca delle meraviglie naturali ed umane. Se qualcuno, un domani, avrà modo di occuparsi del mio ricco archivio giornalistico, constaterà che almeno il 90% dei miei scritti tendono a raccontare una Calabria positiva e propositiva (quale in effetti è) ricca di potenzialità umane e socio-culturali “ab origine”!
CALABRIA PRIMA ITALIA
In particolare dal 1983 in poi, caro Tito, ho cercato in tutti i modi di diffondere con ogni mezzo il fatto che l’attuale territorio della Calabria (già molti secoli prima di Cristo) si denominava ITALIA e che tale nome si è esteso (piano piano e con merito) fino alla pianura padana e, quindi, per decreto dell’imperatore romano Augusto, dal 42 (a. C.) il nome ITALIA fu esteso per l’intero attuale territorio dalle Alpi alla Sicilia. Cercavo di farlo sapere pure ai nostri emigrati interni ed esteri … di modo che avessero maggiore orgoglio e non si facessero intimidire dalla baldanza (spesso razzista) della gente dei paesi dove lavoravano. Questo del “nome Italia” è ancora adesso (dopo 35 anni) uno dei miei più tenaci e importanti “cavalli di battaglia” …. socio-culturale a livelli nazionali!… Difendendolo spesso da detrattori, negazionisti o da … ”appropriazioni indebite” da parte di pseudo storici di talune regioni del centro Italia (come ti ho già raccontato anni fa)!
E, quando nel 1986, fui incaricato per la seconda volta di prendermi cura della Biblioteca Comunale di Badolato, proposi a quella Amministrazione di editare una rivista (intitolata “Chi resta”) proprio per sostenere, informando, i badolatesi dentro e fuori i confini comunali ad essere orgogliosi delle proprie origini, vincendo la tendenziosa cultura antimeridionale e anticalabrese in particolare. In pratica “Chi resta” deve pensare a chi è andato via, pure per tenerlo legato con orgoglio alle radici. Quella rivista non si fece, però, 8 anni dopo, nell’aprile 1994, a Badolato è nato un trimestrale (denominato “La Radice”), diretto da Vincenzo Squillacioti, che aveva e continua ad avere, più o meno, le medesime motivazioni e finalità.
LA MIA CALABRESITE ACUTA
Dal 1972 mi sono trovato a condividere tale atteggiamento positivo (cioè di evidenziare la migliore Calabria) specialmente con il grande Poeta di Soverato, Vito Maida (1946-2004). Il quale, anche come cantautore del gruppo musicale de “il nuovo Folk dei Figli di Calabria”, difendeva la nostra Calabria dai luoghi comuni e dagli insulti e, assieme ai suoi amici cantautori, portava in giro una specie di “Buona Novella” calabrese. Inoltre, andava fotografando, in giro per la nostra regione, gli aspetti più caratteristici ed esaltanti, in particolare gli eremitaggi che fecero sempre di questa terra un centro mediterraneo ed europeo di elevata spiritualità (come in proporzione è ancora oggi) … tanto da attrarre sulle Serre nel 1090 san Bruno da Colonia il quale vi fondò la famosa Certosa di Santo Stefano e il sacro eremo di Santa Maria del Bosco.
Sono davvero tanti coloro i quali hanno contribuito a farmi venire quella “malattia” o “innamoramento” che definisco “calabresìte acuta” dalla quale ero sicuro di non poter mai più guarire!… Invece, dopo tante sofferenze e amarezze, sono capitolato persino io e adesso mi ritengo pressoché guarito da simile “morbo”.
E’ risaputo: quando si è perdutamente innamorati di una persona o di un luogo (come lo sono stato io per la nostra Calabria) si è ciechi e i ciechi vedono soltanto il meglio del meglio … con gli occhi dell’Amore. Personalmente, ho amato la Calabria tanto tanto tanto (tanto da avere, appunto, una solenne e grave “calabresìte acuta”) e non avrei mai e poi immaginato che questo immenso Amore potesse un giorno finire!
Il giorno della fine è avvenuto, alla vigilia di Natale 2012 a motivo della classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. In pratica la “Calabria negativa” aveva vinto sulla “Calabria meravigliosa” e positiva. La Calabria negativa (che purtroppo c’è e dà dolore) se è riuscita a disamorare uno come me … vuol dire che è proprio assai assai assai negativa. E sarebbe quindi doveroso tenere presente tale aspetto se si vuole intervenire sulla sopravvivenza della migliore Calabria, quella positiva, che è messa a durissima prova … tanto che oggi come oggi vivere in Calabria è quasi quasi faccenda da “eroi” o di complici attivi o passivi.
Per quanto mi riguarda, adesso (guarito dalla “calabresite acuta”) ho quasi del tutto risolto il problema di essere “calabrese” perché ho staccato gran parte della mia emotività sociale (pur subendo alcune piccole ricadute, come questa della presente lettera), mantenendo unicamente gli affetti personali e privati. Purtroppo, persino i più grandi amori possono finire. Ma, ripeto, non l’avrei mai e poi mai immaginato!
Il mio per la Calabria è stato uno degli Amori più enormi e determinanti della mia esistenza. Quando ho amato ero felice, nonostante tante tribolazioni e ingiustizie, fino al giorno in cui si è verificata quella “caduta verticale” (quella rottura) che però non mi ha portato al tradizionale “da tanto amore tanto sdegno”. No! Sono passato dal grande amore all’indifferenza. E se qualche volta tratto di cose calabresi, lo faccio adesso col dovuto distacco emotivo … un distacco prettamente giornalistico, storico, sociologico e antropologico. Ed unicamente per rendere conto socialmente e pubblicamente della mia vita (come è necessario che sia per etica esistenziale, per pura civiltà e a favore delle future incolpevoli generazioni).
Adesso mi godo la serenità e la felicità di un anziano che ha la coscienza tranquilla poiché ha dato davvero tanto, quasi tutto della propria vita anche agli ideali calabresi! Ideali calabresi che devo prima di tutto ai miei stessi familiari. Non certo alla Scuola!… Ideali calabresi che devo essenzialmente a tutti coloro (e sono tantissimi) che si sono prodigati con infinita abnegazione per la Calabria e mi hanno conquistato maggiormente e più convintamente con il loro esempio piuttosto che con le loro pur amabili parole. Si sa … le migliori parole sono i fatti più utili e concreti!
In particolare, ringrazio ancora coloro i quali reputo “Maestri di calabresità” per la purezza e l’autenticità del sentimenti e per avermi insegnato la medesima cosa che John Fitzgerald Kennedy (1917-1963) ha raccomandato agli americani durante il suo discorso di insediamento alla Casa Bianca come 35° Presidente degli Stati Uniti il 20 gennaio 1961: “NON CHIEDETE CHE SOSA IL VOSTRO PAESE PUO’ FARE PER VOI, MA COSA POTETE FARE VOI PER IL VOSTRO PAESE!”.
I MIEI MAESTRI DI CALABRESITA’
Fin dalla mia adolescenza sono sempre andato in cerca di persone le quali, come o più di me, amavano svisceratamente la Calabria, prendendoli come “Maestri di calabresità”. Qualche esempio, giusto per darti un’idea: dal 1962 in poi ho frequentato gli insegnanti badolatesi Antonio Gesualdo, Luisetta Caporale e Vincenzo Squillacioti, i quali ancora si impegnano assai e lottano tenacemente per una Calabria migliore. Nel 1967 ho conosciuto l’editore Giuseppe D’Agostino, il quale a Catanzaro ha fondato e diretto il giornale “Il popolo calabrese” e ha dato alle stampe “Gemme di Giovinezza” (1967) la mia prima raccolta di poesie.
Nel 1968 ho conosciuto il noto giornalista Gianni Pitingolo (direttore del quindicinale “Sentiero Calabro” di Soverato) e lo storico di Isca sullo Jonio, Marziale Mirarchi. Pitingolo, in particolare, è stato uno dei miei più importanti “Maestri di calabresità”. Tra l’altro, mi ha consentito di scrivere per questo suo periodico che si occupava sì di Calabria, ma specialmente del nostro comprensorio Soverato-Serre Joniche. Dopo “Sentiero Calabro” nella stessa Soverato ebbero discreta vita altri periodici, come “Città-Calabria”, “Jonio Star” e “Punto&@Capo” nel contesto di “Radio Soverato” (poi divenuta anche TV) con direttore Antonio Piperata il quale resta uno dei personaggi che più di altri ha fatto conoscere una Calabria degna di attenzione a amore.
Qui, caro Tito, sarebbe troppo lungo elencare tutti questi “Maestri di calabresità”, ma non posso tacere sullo scrittore da “Premio Nobel” Nicola Caporale (Badolato 1906-1994), sul filosofo Salvatore Mongiardo (Sant’Andrea Apostolo dello Jonio 1941, attuale scolarca della Nuova Scuola Pitagorica di Crotone) e sullo storico Giovanni Balletta di Catanzaro (presidente dell’associazione “Calabria Prima Italia” e autore del libro “La Calabria nel suo periodo eccelso” – Rubbettino, 2000). Questi tre insigni studiosi, in particolare, sono diventati Maestri incommensurabili e assai determinanti per la mia formazione umanistica e per la mia visione positiva di una Calabria-Madre e, per i suoi valori, indispensabile addirittura per l’Universo Mondo.
A tale triade vorrei aggiungere il prof. Valentino Ussìa, un nobilissimo personaggio di Guardavalle (CZ) che per me resta uno dei migliori calabresi, tra i più appassionati e veraci che ho avuto la fortuna di conoscere ed apprezzare davvero tantissimo e da quasi 40 anni. Un grande amico e un autentico “Maestro di calabresità” di quelli che commuovono come sa commuovere la Calabria più antica e più ricca di indicibili e salvifici valori! Caro Tito, sono proprio tali anime libere, sagge e profonde che mi mancano nel mio attuale esilio. Enormemente!
Il cantautore Angelo Laganà di Roccella Jonica (amico di lungo corso) ha condiviso con me (fin dal 1999) l’amore per CAPO SUD (CALABRIA), cioè la zona più a sud della penisola italiana e una delle tre punte più a sud dell’Europa continentale … una zona che interessa tutta la nostre regione ma che, più geograficamente, va da Brancaleone a Scilla. Angelo Laganà non soltanto porta la sua musica calabrese in giro per il mondo, ma ha addirittura scritto e porta avanti l’inno della Calabria, quel “Capo Sud” che è il suo motivo conduttore di “calabresità” e di Amore per la nostra Terra. Lo stesso ha fatto uno dei migliori cantautori calabresi, quel Claudio Sambiase di Zagarise (CZ) che, conosciuto nel 1986 a Milano dove vive, ha fatto dei nostri valori fondanti di antichissimo popolo mediterraneo il “manifesto” della sua vita personale e di artista, proprio come l’amico “artistissimo” Otello Profazio, il decano e il più noto dei cantautori innamorati della Calabria.
LE LETTERE A TITO
La mia “calabresìte acuta” mi ha portato, nel corso dei decenni (anche quando non stavo più fisicamente sullo Jonio), a collaborare con numerose testate giornalistiche che riempivo di proposte e di idee per una Calabria certamente migliore. Poi, sei intervenuto tu, caro Tito, con questo sito www.costajonicaweb.it, e, così, dal 04 ottobre 2012 (sono ormai oltre 5 anni di continuità) cerco (scrivendo le “Lettere a Tito” – le “Lettere su Badolato” e, da due puntate, pure le “Lettere per stupire il mondo”) di raccontare il mio grande amore “storico” per il mio paese natìo, per la nostra Terra e per l’intera Umanità.
Come ricorderai, già lo stesso mese di ottobre 2012, abbiamo tentato di aprire la nuova rubrica “Italiani fuori confine” sperando che nostri corregionali e nostri connazionali avessero potuto servirsi di questo spazio per esprimersi nel modo più desiderato e congeniale, ma anche per instaurare un utile dialogo tra chi è rimasto e chi è andato via. Nessun risultato, purtroppo, finora!
Poi, il 28 novembre 2012 avevamo tentato di avviare un’altra rubrica intitolata “Italia positiva e propositiva” (http://www.costajonicaweb.it/italia-positiva-e-propositiva/) però pure questo nostro tentativo non è stato colto da chi utilizza questo sito. Qui di seguito riporto gli scopi di tale nostra iniziativa.
ITALIA POSITIVA E PROPOSITIVA
Così avevamo scritto ben motivati ad attivare tale nuova rubrica: “”CostaJonicaWeb.it, allo scopo di evidenziare ciò che in Italia funziona (spesso con ordinario o speciale impegno e grandi sacrifici), intende aprire una rubrica di segnalazioni e commenti sull’ITALIA POSITIVA E PROPOSITIVA. Perciò, invita tutti i lettori a segnalare, però senza retorica o nazionalismo, ciò che ci fa onore (anche nei confronti degli altri popoli) e ad evidenziare “gli eroi del quotidiano” (cioè coloro che se la sudano più degli altri giorno per giorno e che più degli altri contribuiscono a tenere alta la dignità del nostro Paese)””.
LETTERA SULL’ITALIA POSITIVA
Poi, la scorsa estate 2017, mi è venuto in mente di scriverti una lettera su “L’Italia positiva” per uscire dallo scoramento in cui mi avevano gettato alcuni multimedia che insistevano sul fatto che niente va bene nel nostro Paese. Così, come è mia consuetudine, ho chiesto a Google di sapere se c’erano altre definizioni simili al fine di preparare, documentandomi, un decente scritto.
In verità su Google ho trovato soltanto due risultati. Il primo era un solo riferimento al libro del prof. Diego Balducci “L’ITALIA POSITIVA – 1861/2011, 150° anniversario dell’Unità d’Italia” (pubblicato nel 2010), di cui riporto un sunto dei contenuti (curato da www.ostiatv.it) nelle “Letture parallele”, alla termine di questa lettera.
Il secondo striminzito risultato è costituito dal seguente profilo https://www.facebook.com/ItaliaPositiva/ con queste motivazioni: “”Siamo la comunità di giovani universitari e lavoratori che, confrontandosi, forgeranno l’Italia di domani””. (496 likes). Null’altro su Google per “Italia positiva”. Troppo poco, noh?!…
UN LIBRO SULLA “CALABRIA POSITIVA”
Non riuscivo a credere che alla voce “Italia positiva” non ci fosse altro. Così ho sfogliato ancora altre pagine fino a trovare “Calabria positiva” un libro di Saverio Ciccarelli, edito nel novembre 2010 da Meligrana Giuseppe Editore di Tropea (si può avere come “e-book” a 3,81 dollari e in cartaceo per la modica cifra di appena 11,00 euro, assai poco per una simile preziosa pubblicazione, ricca di tantissime notizie, analisi, riflessioni e indicazioni). Ne ho avuto copia direttamente dall’editore e ho letto le 176 pagine d’un fiato, avidamente. Ma, essendo un testo importante, mi toccherà rileggerlo con più calma e meditazione.
Pensavo di dirti dei contenuti di quest’appassionata Opera, ma poi ho trovato la recensione che ne ha fatto l’amico scrittore e giornalista Franco Vallone su http://www.ilportaledelsud.org/calabria_positiva.htm e adesso preferisco trascriverti quanto ha evidenziato lui che, essendo della zona, ha inquadrato molto bene tale libro. Preferisco, altresì, riportare qui di seguito l’illustrazione di Franco e non nelle “Letture parallele” per una più immediata consapevolezza del lodevole messaggio sociale e civile di Saverio Ciccarelli.
I CONTENUTI DEL LIBRO
Calabria Positiva, un volume per capire la nostra regione
Sono 176 pagine piene piene di una Calabria tutta positiva quelle scritte da Saverio Ciccarelli, avvocato tropeano, tra l’altro socio fondatore dell’Accademia degli Affaticati di Tropea, giornalista e ricercatore attento. Il volume, dal titolo “Calabria Positiva”, edito da Meligrana Giuseppe Editore di Tropea, con la presentazione del giornalista Pantaleone Sergi e una nota critica di Annarita Castellani, è dedicato ai tanti calabresi sparsi per il mondo perché, ovunque si trovino, siano sempre orgogliosi delle loro origini e facciano qualcosa di buono per la nostra terra.
Malgrado questa dedica il libro nelle sue pagine non contiene un briciolo di retorica. E’ un volume interessante e da leggere prima di rispondere alla domanda: Riuscirà la Calabria a vincere le sfide che i processi di modernizzazione e di globalizzazione stanno imponendo a tutte le regioni della Terra? Oppure è destinata a rimanere la stessa regione con tutti i problemi e contraddizioni che la distinguono? Sono 176 pagine che rispondono a questo quesito e raccontano di una regione difficile ma sempre fonte di grandi potenzialità.
Nel raccontare, l’autore si sofferma sulle differenze dei Calabresi di dentro e i calabresi di fuori, cercando sempre e ovunque l’essenza delle cose che compongono la Calabria, un prepotente bisogno di sapere da dove viene questa terra e, prima di tutto, che futuro avrà. Per fare questo Ciccarelli parte da molto lontano, dalla natura, dal fuoco, inteso come calore e terra liquefatta, dall’acqua del mare, dei laghi, dei fiumi e delle fiumare calabresi, traccia la terra con le sue miniere, l’aria della Calabria, poi passa alle bellezze della natura, la flora e la fauna di questa regione del Sud Italia.
Il terzo capitolo del volume è dedicato alla ricchissima storia calabrese, ai tanti ritrovamenti archeologici ed al patrimonio storico con musei di ogni tipo ricchi anche di tante curiosità, seguono le tematiche relative alle minoranze etniche, la religione, la massoneria, la criminalità, i personaggi illustri calabresi, i viaggiatori stranieri, visitatori di ieri e di oggi che sono arrivati da tutto il mondo per conoscere, capire e descrivere agli altri la nostra terra.
La produzione agroalimentare con l’agricoltura occupa il capitolo seguente con tematiche che riguardano i tanti prodotti tipici e il rito della mattanza dei tonni. Nel quinto capitolo Saverio Ciccarelli tratta le imprese con uno sguardo da vero economista con la produzione industriale, quella artigianale, e poi ancora i trasporti in Calabria con gli aeroporti di Lamezia Terme, Reggio Calabria e Crotone, le strade, la fin troppo famosa autostrada A3, le ferrovie e i porti. Il sistema di descrizione e analisi regionale si completa con le banche, il turismo, la sanità, il lavoro, l’emigrazione e l’immigrazione. Nel nono capitolo, infine, viene affrontato il tema del territorio con le varie differenziate aree rurali, quelle metropolitane e le varie eccellenze. Franco Vallone
IL POSITIVO LAVORO DELL’AUTORE CICCARELLI
Senza alcuna ombra di dubbio, l’ottimo e positivo lavoro che ha fatto Saverio Ciccarelli potrebbe costituire la “prima pietra” o una “pietra angolare” di un edificio ancora tutto da costruire con il concorso di tutti i calabresi, siano essi dentro o fuori i nostri confini regionali. Tra tanto altro, a questo libro ne potrebbero seguire altri (pure di vari Autori) per concorrere ad animare un dibattito costruttivo ed efficace.
Anzi, si potrebbero realizzare periodici appuntamenti regionali e locali in Calabria e presso le associazioni di calabresi emigrati nel resto d’Italia e all’Estero. E poi almeno un convegno “internazionale” annuale di più giorni per fare il punto della situazione, del dibattito in atto e delle iniziative auspicabili da concretizzare.
Intanto, questo libro, nelle troppo umili intenzioni dell’Autore, appare come una “Guida di pronto intervento per conoscere meglio la Calabria” … mentre, invece (a mio modesto parere), rappresenta un vero e proprio “manifesto” di rinascita regionale … quasi una “chiamata alle armi” ovvero una chiamata a raccolta di tutti i calabresi almeno per aumentare e diffondere ciò che di più positivo c’è nella nostra Terra.
In particolare, la delicata umiltà dell’Autore si percepisce (anche come “umiltà sociale”) nel seguente concetto, non a caso evidenziato sulla quarta pagina di copertina: “”Ciascuno dovrebbe ricordare che noi oggi siamo un’infinitesima parte della storia di questa regione, siamo in un momento della sua storia, non siamo la sua storia. A volte – insieme a qualche cronista che viene da queste parti – abbiamo la presunzione di credere che siamo noi il tempo e lo spazio, noi il metro per misurare oggi la Calabria, dimenticando che questa è una terra che c’è stata prima di noi, c’è oggi e ci sopravviverà””.
CHI E’ SAVERIO CICCARELLI
Leggiamo sul ripiego della terza pagina di copertina: “” Saverio Ciccarelli è nato a Tropea nel 1962. Laureatosi in Giurisprudenza nel 1987 all’Università “La Sapienza” di Roma, dal 1992 svolge la professione di avvocato; giornalista pubblicista (ex corrispondente dei quotidiani “Oggisud” e “Gazzetta del Sud”), è direttore (nonché fondatore) del mensile “La Piazza”.
Da sempre presente nel mondo del volontariato cittadino, è socio fondatore dell’Accademia degli Affaticati di Tropea; ha pubblicato nel 2006 “Tropea – Storia, arte e gastronomia”; nel 2007 “Scatti a Tropea” (Meligrana); nel 2008 “Tropea – Storia, arte e attualità”.
L’OTTIMISTA CICCARELLI
Sul ripiego della seconda pagina di copertina, tra l’altro, viene evidenziato: “”… Saverio Ciccarelli … da anni studia le evoluzioni della sua terra. L’autore, criticando un certo “giornalismo” ormai sterile e retorico circa il modo di analizzare e porre in essere la Calabria, parte da un dato di fatto: negli ultimi venti anni la Calabria, grazie soprattutto alle politiche europee, ha conosciuto una certa forma di modernizzazione e sviluppo. Da qui l’analisi complessiva di Ciccarelli che fa il punto della situazione circa i miglioramenti fatti e le “novità”, il tutto sempre con un occhio a quello che è stato il passato calabrese.
Ma l’autore va oltre a ciò e, da buon ottimista, anche nei problemi della Calabria cerca e trova le eccellenze e le peculiarità. Il responso del libro sembra essere che la Calabria con gli anni – anche se non si sa quanti ancora – vincerà la sua sfida perché le condizioni ci sono tutte … “”.
LA DEDICA DEL LIBRO
Alla pagina 5 si può leggere la seguente DEDICA: “ Ai tanti calabresi sparsi per il mondo perché ovunque si trovino siano sempre orgogliosi delle loro origini e facciano qualcosa di buono per la nostra terra”.
Essendo pure io esule dalla Calabria (più che sparso per il mondo) ringrazio l’autore Saverio Ciccarelli per la mia parte di dedica. Purtroppo non sono “ottimista” come lui. E gli potrei scrivere non un libro ma mille libri per dimostrargli quanto il mio “pessimismo” sia fondato a tal punto che, adesso, ritengo che non ci sia speranza per la Calabria … come per tante realtà del Sud, come, ad esempio, il Molise dove abito da anni!
CHIARO-SCURI CALABRESI
Caro Tito, a proposito dei calabresi fuori confine regionale, vorrei che si sapesse che sono stati veramente tanti quelli che, avendo fatto fortuna nei Paesi di emigrazione, hanno cercato di essere, appunto, utili alla propria terra di origine aprendo attività o proponendo consistenti investimenti per dare nuove tecnologie e lavoro alla propria gente. Ebbene, conosco da vicino innumerevoli casi di famiglie calabresi tornati dall’estero (persino dall’Australia) ed hanno impiantato delle attività artigianali, commerciali o industriali. Ma, dopo qualche anno, sono rientrati delusi ed amareggiati nei luoghi di emigrazioni per non tornare più.
Ti dico un esempio, in particolare, assai eloquente per descrivere i “chiaro-scuri” della nostra Calabria. Molti anni fa, un laureato, nato in Sud America da genitori calabresi, ha proposto al Presidente e alla Giunta regionale di realizzare nella Piana di Lamezia un’industria di alta tecnologia (frutto di brevetti propri) con uno stabilimento che, all’inizio, avrebbe potuto assumere circa 200 dipendenti. Si prevedevano ampliamenti, poiché i prodotti (realizzati in assoluta esclusiva) potevano essere venduti in tutto il mondo. Risultato?… Tale imprenditore (avvilito ma ancora innamorato della Calabria) adesso ha i suoi stabilimenti in Spagna, in Cile e pensa di localizzarsi pure in altri continenti, tanto i suoi prodotti hanno sempre più successo! E ci sono ancora altri brevetti da concretizzare! Inoltre, è stato chiamato da vari governi come componente di Commissioni superiori statali dei lavori pubblici, delle infrastrutture e nuove tecnologie.
CHIARO-SCURI MERIDIONALI
Come dicevo, abito in Molise in modo continuativo da parecchi anni, cioè dal primo novembre 1988, da quando sono stato costretto ad andare in esilio (dopo e a causa della mia sensazionale iniziativa del “paese in vendita”… ovvero per aver cercato di iniziare a salvare il mio e 12 mila altri paesi europei dalla morte certa per super-spopolamento … come si sta verificando ancora adesso e sempre molto dolorosamente) … quando invece c’erano tutte le condizioni per poter restare e dedicare la mia vita affettiva e professionale per Badolato e la Calabria (così come mi ero preparato meticolosamente con i miei studi universitari).
Pur avendo io ottenuto assai incoraggianti risultati (grazie soprattutto a famiglie estere che meritano pure qui il mio più sperticato ringraziamento), invidiati ed imitati da molte altre realtà, coloro che mi hanno mandato via non hanno fatto male soltanto a me, ma allo stesso antico borgo badolatese e, per via indiretta, ad una sollecita cultura del recupero e della valorizzazione dei borghi storici che, purtroppo, in gran parte versano ancora in una sempre più fatale agonia! Specialmente nel nostro sud Italia. Badolato avrebbe potuto diventare la Capitale, Paradigma e Punto di riferimento per altre migliaia di realtà simili!
E, a proposito del sud Italia, conosco innumerevoli storie di emigrati i quali, tornati al proprio paese hanno cercato di realizzare o proporre vantaggiose situazioni industriali, commerciali e artigianali tali da “rivitalizzare” specialmente i piccoli borghi. Due esempi molisani, per tutti. Un industriale che ha fatto fortuna in nord Italia ha realizzato nel suo paese d’origine e in quelli vicini alcune iniziative produttive promozionali di varia natura (anche nel sociale con grandi meriti etici e solidaristici). Ebbene, si sente “munto” come una mucca da latte (per dirla alla paesana) e, se non completamente pentito, è assai amareggiato e deluso, pur avendo dato tanto lavoro e riqualificato un intero comprensorio!
Altro caso. Alcuni emigrati in Canada (dove sono diventati super-milionari con la fatica di tre generazioni) hanno proposto di ricostruire e rivitalizzare il proprio villaggio di origine (che contava oltre mille abitanti ai primi anni Cinquanta) a loro spese, facendone un attrezzato “paese albergo” principalmente per un loro avvicendamento vacanziero, abbinando l’utile al dilettevole. Cioè, tornando dal Canada, potevano albergare in queste case da loro ricostruite, restaurate ed arredate. Inoltre, avendo questa base logistica erano maggiormente incoraggiate le loro nuove generazioni a conoscere il paese natìo dei loro papà, nonni e bisnonni. Caro Tito, hai immaginato già l’epilogo: le case di questo paese stanno crollando ad una ad una!
IL POSITIVO LAVORO DELL’EDITORE MELIGRANA
Nell’Opera di Saverio Ciccarelli ho intravisto un interessante “tandem” tra Autore ed Editore Giuseppe Meligrana, pure di Tropea (www.meligranaeditore.com – info@meligranaeditore.com – Via della Vittoria 14 – 89861 Tropea VV – tel. 0963.60007 cellulare 338.6157041 e 348.5209685). Visitandone il sito, ho notato che pure, come editore, Meligrana cerca di mostrare la Calabria migliore e più positiva attraverso un ricco catalogo (libri e riviste), suddiviso in numerose collane, e con Autori noti e meno noti come a voler mettere alla ribalta quella “provincia” che fin troppo spesso resta al buio (a volte pure per colpa dell’Enel).
Ho avuto alcune conversazioni telefoniche con Giuseppe Meligrana. Tra tanto altro, abbiamo avuto un utile scambio di vedute su taluni temi a me tanto cari come un’auspicabile Unione degli Autori e degli Editori Calabresi, una Fiera Multimediale e del Libro Calabrese, il potenziamento della Biblioteca Calabrese come “Biblioteca Regionale Centrale” (ecc. ecc.).
In particolare, gli ho proposto di pubblicare (da solo o in associazione ad altri Editori) un libro essenziale per la nostra cultura regionale e nazionale: CALABRIA THE FIRST ITALY (Calabria la prima Italia) di Gertrude Slaughter edito nel 1939 dall’Università del Wisconsin (USA). Pare che finora 4 copie originali (in lingua inglese) ci siano in Italia: due a Roma, una alla Biblioteca delle Provincia di Catanzaro e una alla Biblioteca Calabrese di Soriano (donata qualche anno fa, su mio interessamento, dal prof. Lorenzo Viscido allora docente a New York). La traduzione in italiano e la conseguente pubblicazione mi stanno molto a cuore!
Ringrazio davvero assai Giuseppe Meligrana per essersi immediatamente attivato per conoscere la situazione. Infatti, così mi ha risposto nella mail del 19 dicembre 2017 ore 05,30: “Faremo una valutazione sull’opera. Sulla questione diritti d’autore, risulta che l’autrice: Gertrude Elizabeth Taylor Slaughter, data di nascita 1870 – data di morte: 1963. Quindi in teoria il diritto d’autore termina nel 2033, 70 anni dopo la morte. Si dovrebbero chiedere pertanto i diritti agli eredi”.
LE FATICHE DI SISIFO
Ritengo che Giuseppe Meligrana Editore e Saverio Ciccarelli Autore del libro “Calabria positiva” siano doppiamente meritevoli di averci dato non solamente un testo indispensabile per noi calabresi (tanto che consiglierei di adottarlo almeno nelle scuole di ogni ordine e grado) ma ci hanno dato anche la “speranza” che la Calabria possa intanto diventare una “regione normale” (mentre adesso accumula purtroppo record negativi) e poi (seguendo il “paradigma” dei suoi aspetti “positivi”) possa tornare ad essere “eccelsa” come ci racconta il già citato libro di Giovanni Balletta “La Calabria nel suo periodo eccelso” (2000, Rubbettino).
Ritengo altresì che fare lo scrittore e l’editore in Calabria sia molto più difficile che farlo in altre parti d’Italia. Anzi, caro Tito, concorderai con me sul fatto che spesso non soltanto è difficile ma è quasi impossibile proprio come le inutili “fatiche di Sisifo” (l’eroe mitologico greco che fu condannato dagli dei a portare in eterno una grande pietra in cima ad una montagna da cui sarebbe ricaduta automaticamente).
Per diretta esperienza, in Calabria e nel Sud in generale, si sente proprio come Sisifo chi intende fare qualcosa di buono. Personalmente mi sono sentito così. E pure per tale motivo mi sono disamorato di questa nostra Terra, purtroppo a tarda età (quasi a 63 anni), perdendo la mia esistenza appresso ai “miraggi” calabri (come avevo intuito nel 1965-67 scrivendo proprio di “miraggi” in Gemme di Giovinezza).
CALABRIA SENZA LEADER
Ho scritto più volte che alla Calabria (e ancora più alla stessa Italia) manca un “leader” … un grande aggregatore che, animato da immenso amore per questa Terra, riesca a unire e a valorizzare tutto ciò che di buono (appunto di “positivo”) c’è. Un “Apostolo” insomma o, meglio, un “Cireneo”. Fino a questo momento non si riesce a trovare né l’uno né l’altro che si dedichi (senza troppi interessi personali o di parte) a far emergere ciò che di più esaltante la Calabria possiede.
Ho provato a ragionare, con numerosi miei articoli (pubblicati da varie testate calabresi, specialmente negli ultimi tre decenni), su quali e quanti siano gli elementi che fanno di un popolo una “nazione” con una medesima identità e gli stessi ideali e traguardi. Un territorio c’è, un popolo c’è, le risorse ci sono. Manca un’unica “Capitale” territoriale dove far confluire la sintesi di un chiaro Programma, anzi, di una precisa e grande Missione: rendere la Calabria, appunto, una Nazione con tutte le sue distintive caratteristiche identificative, però dentro una più grande realtà nazionale quale possano essere l’Italia, l’Europa, il Mondo.
IL PENSIERO LEADER POSITIVO
Oltre ad una vera “Capitale” della Calabria, mancano un leader unificante ed una classe dirigente di appoggio che realizzino, appunto, più che un Programma, la grande Missione di dare una Personalità al nostro popolo plurale ma che si riconosce in una stessa Storia e nel medesimo ideale di Civiltà passata, presente e futura!
Il “leader” che manca in Calabria ma anche in Italia può non essere però soltanto una persona o una classe dirigente … bensì un … “pensiero leader” … una motivazione principale che faccia muovere e girare per il verso giusto persone e cose. Magari un intero popolo! L’impressione che ho è che finora il “pensiero leader” consista unicamente nel potere e nel denaro, da raggiungere in dose massicce (fino alla “overdose”) con ogni mezzo, persino “ordinariamente” con la corruzione, la criminalità, convinti che “il fine giustifichi i mezzi”. Potremmo dire che in Calabria come in Italia (ma anche in Europa e nell’attuale globalizzazione) ciò che manca sia proprio un … PENSIERO LEADER POSITIVO. Veramente POSITIVO e AGGREGANTE. Ormai si va a “ruota libera” a depredare il depredabile, con veemenza suicida!
IL PENSIERO LEADER NEGATIVO
Prima della grande recente e completa delusione globale, avevamo fede e fiducia che il “PENSIERO LEADER POSITIVO” fosse quasi monopolio delle Religioni e, per quanto ci riguarda, delle Chiese cristiane e cattolica. Per la politica eravamo alquanto rassegnati a convivere con ogni sorta di persone con il vizietto antico della corruzione (per dirla quasi gentilmente) e persino del troppo malgoverno … finché da un trentennio a questa parte non è intervenuta una nuova classe politica “transgenica” (geneticamente modificata in peggio), la quale dalla partitocrazia con le “mani sporche” in poi è addivenuta addirittura ad una catastrofe (prima che politica, antropologica) da cui temiamo di non rialzarci più. Anzi, temendo sempre più il peggio!
In particolare, il “pensiero leader positivo” della Chiesa Cattolica sembrava essere l’Amore (con tutte le sue sfumature, ma Amore). Invece, adesso (anche grazie ad esperienze dirette ed all’eroico lavoro di giornalisti e scrittori) con la Chiesa Cattolica sono caduti tanti altri miti. Così la fiducia delle persone e dei popoli mi sembra si sia ridotta ai minimi storici verso tutto e tutti. Ormai c’è una vasta “Letteratura del declino” e del “negativo” (documentata e ancora operativa nel suo infinito catalogo) che ci sovrasta tanto ma tanto che la realtà sta superando ogni fantasia!… Riprendersi da tale tremendo “shock” socio-politico-economico e antropologico mi sembra assai difficile, quasi impossibile, poiché la tendenza globale al “pensiero unico” ha ipotecato il futuro di tutta l’Umanità. Forse definitivamente.
ITALIA SENZA LEADER
Caro Tito, ti voglio sottoporre uno dei tantissimi esempi di questa orrenda “Letteratura del declino”. A considerarlo è stato recentissimamente (dopo numerosissimi altri) lo stesso direttore del maggiore quotidiano italiano (il “Correre della Sera” di Milano) Luciano Fontana con il suo libro (freschissimo di stampa) intitolato proprio “Un Paese senza leader” cioè l’Italia. Ne ha più volte parlato lui stesso in parecchie interviste televisive, che ho seguito con attenzione. Ma, poiché ancora non ho avuto modo di leggerlo (è entrato nelle librerie delle città appena 10 giorni fa, il 18 febbraio scorso ed io adesso mi trovo sulle montagne gelide, ghiacciate ed innevate), mi rimetto al testo diffuso dall’Ufficio Stampa della Casa editrice milanese Longanesi. Eccone il breve testo di presentazione.
Un Paese senza leader
Dopo anni di esperienza come editorialista e direttore del quotidiano di via Solferino, Luciano Fontana arriva per la prima volta in libreria con un saggio sulla classe politica italiana e sulla sua inaffidabilità. Partiti che si sgretolano, gruppi politici allo sbando e leader che nel giro di pochi mesi compiono un’inarrestabile ascesa e una rovinosa caduta: queste le pietre angolari del libro “Un paese senza leader”. Nei venticinque anni della Seconda Repubblica, gli italiani hanno vissuto il crollo di tutti i tradizionali fronti politici.
Luciano Fontana coglie le tensioni generate da queste dinamiche e traccia una panoramica dell’attuale politica italiana: dagli errori della sinistra alla scissione del PD, dalla caduta e rinascita di Berlusconi alle nuove spinte del Centrodestra, dai nuovi esponenti del M5S alla svolta nazionalista della Lega Nord, in un’analisi a tutto campo della controversa politica italiana, e con ritratti inediti di personalità che ha conosciuto “da vicino” (da Berlusconi a Renzi, da Salvini a Grillo, da D’Alema a Veltroni e Prodi), Fontana si chiede se sia possibile ricostruire un corpo di rappresentanza all’altezza della situazione. E soprattutto se ci sia oggi un leader che sappia eliminare odi e rivalità per mettersi davvero al servizio del nostro paese.
Si chiede se sia possibile ricostruire un corpo di rappresentanza all’altezza della situazione. E soprattutto se ci sia oggi un leader che sappia eliminare odi e rivalità per mettersi davvero al servizio del nostro paese. Fonte: Ufficio Stampa Longanesi Libri (Andrea Sartor – 10 febbraio 2018). https://www.intrattenimento.eu/news/un-paese-senza-leader-luciano-fontana/
TROPEA CAPITALE DELLA CALABRIA POSITIVA?
Dopo aver cercato di spennellare in “chiaro-scuso” la situazione reale, adesso pensiamo al possibile “futuro positivo” della nostra Calabria … sempre tenendo presente che la Storia da noi procede più lentamente che altrove e i suoi passi possono sembrare persino impercettibili, quasi che resti ferma o che, addirittura, retroceda. Certo è che la nostra è una regione assai difficile anche per noi stessi e spesso proprio a causa nostra. Pure per questo, gran parte di noi è stata costretta ad andare via. Intimamente però siamo arcisicuri che nessun calabrese lascerebbe il proprio paese, nonostante le troppe difficoltà. E’ risaputo (e ci è riconosciuto) che noi calabresi amiamo più degli altri la Terra natìa. E, anche se emigrati, pensiamo sempre di poter tornare definitivamente, quantunque ciò non potrà avvenire mai più. Ma ci sono delle eccellenti eccezioni.
La costruzione di una Calabria più positiva ha necessità di una sede che coordini almeno culturalmente ed organizzativamente questa che non sarebbe affatto ardito definire “rivoluzione antropologica” oltre che “politica-amministrativa”. Ipotizziamo che Tropea possa essere la sede necessaria di riferimento per il resto della nostra regione. Quindi, possiamo dare per scontato che Tropea possa essere o diventare la capitale della “Calabria positiva”?
Trovata la sede è indispensabile trovare l’apostolo o gli apostoli che s’incaricano di portare avanti tale ardito compito, questa “mission impossible”. Potrebbe essere apostolo e leader della “Calabria positiva” (pure perché più cosciente, competente e motivato) proprio l’autore di questo omonimo libro, avvocato Saverio Ciccarelli o qualche altro?
Cosa dovrebbe fare, per prima cosa, una squadra che coadiuvi Ciccarelli?… Provo a proporre. Innanzitutto si tratterebbe di aggregare tutti (o in gran parte) coloro i quali la pensano come Ciccarelli. Ce ne sono tanti, davvero tanti. Ma consideriamo, in media, uno per paese. Dunque, almeno 400 persone. Numero considerevole, anche se, organizzato bene, per un “raduno” di tutti coloro che la pensano “positivo” non basterebbe uno stadio. Tale raduno-costituente sarebbe come una sorta di convocazione degli “Stati Generali” calabresi per avviare tale “rivoluzione positiva”…
TROPEA CITTA’ DEI RADUNI?
E, a proposito di raduni e di sana aggregazione, Tropea potrebbe diventare proprio una “Città dei Raduni” e non soltanto per la Calabria, ma anche a livelli internazionali. Ma cominciamo, a piccoli passi, con noi stessi calabresi. L’anno ha 52 settimane. Un raduno a settimana (escludendo le grandi feste come Natale e Capodanno) fanno ben 50 settimane (o fine-settimana) utili per aggregare varie categorie. Ad esempio, una settimana dopo l’altra, a ciclo continuo, a Tropea (in appositi spazi logistici e ricettivi) potrebbero radunarsi 50 categorie: scrittori, docenti, bibliotecari, guide turistiche, industriali, avvocati, medici, paramedici, commercialisti, magistrati, forze dell’ordine, politici, amministratori, artigiani, commercianti, musicisti, pittori, dialettologi, sportivi, religiosi, autotrasportatori, agenzie di viaggio, sindacati, naviganti e così via.
Chi finanzia tali raduni?… Potrebbe bastare che ognuno paghi per sé?… E’ questa la prima cosa da valutare, assieme alle infrastrutture, all’ospitalità, alle modalità e ai temi dei lavori assembleari su Calabria Positiva oppure su argomenti propri della categoria con uno sguardo alla Calabria positiva. “Tropea Città dei Raduni” potrebbe essere una vera e propria industria, gestita da una Srl o una Spa o una Cooperativa.
Comunque sia, una sede stabile e di riferimento per tutte le categorie regionali (nazionali o internazionali) mi sembra necessaria, per migliorare le stesse categorie, per migliorare la nostra società. Anche se si eccettuano le finalità della Calabria Positiva, il turismo congressuale o aggregativo potrebbe andare avanti da solo ed essere utile e vantaggioso sotto tanti profili, compreso quello economico-sociale.
MOVIMENTO CALABRIA POSITIVA
Passando dalle pur lodevoli enunciazioni e dalle necessarie analisi, è poi necessario andare sul concreto. La prima cosa necessaria, visibile e tangibile da fare potrebbe essere quella di realizzare il “Movimento Calabria Positiva” che (soltanto o per lo più a livello di società civile e produttiva) cominci ad elaborare un PROGETTO fattibile a breve, medio e lungo termine. Lavorandoci su, potrebbe diventare un Movimento che concorra alle prossime elezioni regionali, dal momento che si ha più efficacia se si entra negli ambienti decisionali nel migliore dei modi.
DUE LETTURE PARALLELE
Caro Tito, sarei tentato di dilungarmi su tali argomenti così importanti, ma potrei annoiarti e farti perdere troppo tempo, necessario per ben altri compiti ed impegni. Così, passo immediatamente, alle due LETTURE PARALLELE che dovrebbero aiutare (dall’esterno) a comprendere meglio la preziosità del libro di Saverio Ciccarelli, bene avvallato dal suo editore Giuseppe Meligrana.
1 – ITALIA POSITIVA di Diego Balducci (da www.ostiatv.it 13 dicembre 2000)
PRESENTATO IN MUNICIPIO IL LIBRO DEL PROFESSOR DIEGO BALDUCCI
Roma, 13 dicembre 2010 – Dalle provette della biotecnologia a grandi livelli alle pagine di un libro che parla di economia. Il professor Diego Balducci con “ L’Italia positiva”, in realtà torna ad una vecchia passione che è proprio quella letteraria e, al contempo, pone le basi per una vera e propria iniezione di fiducia con la quale indica alcuni esempi del Bel Paese che funziona, del Bel Paese che, nonostante tutto, va avanti e va avanti bene. Nel presentare Balducci e il volume, il presidente del Municipio XIII, Giacomo Vizzani, ha parlato di “un giovane autore di 85 anni che con il suo testo invita innanzitutto ad interessarsi e ad appassionarsi, senza sosta anche in campi che non sono i nostri usuali. Il professor Balducci – afferma Vizzani – ha suddiviso il suo libro in cinque parti-emblema. La prima, per dirla in termini medici, guarda a 360 gradi alla situazione per formulare una diagnosi sulla situazione italiana. Il secondo è quello che invece individua la cura; il terzo focalizza in 52 casi le aziende italiane, eccellenza del nostro Paese, emerse per le loro capacità individuali, per organizzazione e per lo sviluppo futuro. Il quarto capitolo, mette a punto le strategie,
gli aggiustamenti per far sì che la positività duri nel tempo e infine, l’ultimo capitolo è dedicato alle conclusioni e le considerazioni che devono raggiungere tutti: dagli amministratori ai semplici cittadini. Ad ogni tessera del mosaico che si va a formare per lavorare in sintonia e insieme. Tutto per raggiungere un unico obiettivo comune da tramandare alle generazioni future. E in proposito – ha concluso il presidente Vizzani – intendiamo diffondere questo libro, che non ha casa editrice, negli istituti superiori del nostro territorio. “Ho dedicato la mia vita – ha esordito il professor Balducci – a combattere le malattie da virus; ho coltivato in laboratorio, fin dagli anni ’50, primo in Italia, cogniti po di cellule umane e animali per realizzare prodotti industriali di fascia alta. Ed ecco la mia partecipazione al primo vaccino contro l’influenza, al primo per l’Interferon e al primo contro la poliomielite. Da quando sono in pensione ho dedicato il mio tempo alla scrittura e ad alcune considerazioni fondamentali. Fino a pochi decenni fa eravamo un Paese povero; con il tempo abbiamo fatto progressi e devo dire che il Paese è meglio della politica e la famiglia è ancora una valida istituzione. Ho avuto modo di individuare alcune imprese in positivo che danno lustro al nostro Paese e che non sono certamente le sole. Ecco il significato di questo libro per guardare al futuro e cercare di farsi coraggio in un momento particolarmente significativo per l’Italia”. Nel portare il suo personale saluto, il delegato alla cultura del Municipio XIII, Salvatore Colloca ha voluto ribadire “l’importanza di presentare a livello istituzionale iniziative editoriali come questa che contribuiscono a fare cultura. Per questo motivo – ha affermato Colloca – proseguiremo su questa strada all’insegna della qualità”.
2 – Calabria positiva su Rai Calabria http://www.ilcrotonese.it/calabria-positiva-tg-regionale-inchiesta/
Da lunedì 19 febbraio 2018 sul tg regionale della Rai in onda la Calabria positiva
Da lunedì 19 febbraio parte l’inchiesta della Tgr #CalabriaPositiva. Le telecamere di Rai Tre Calabria andranno alla ricerca di posti affascinanti e sconosciuti, idee nuove, start up, eccellenze tra prodotti e risorse umane, il volto migliore della nostra regione. L’inchiesta verrà trasmessa all’interno di Buongiorno Regione alle ore 7.30 e nel tg delle ore14. Nella prima puntata la giornalista Karel Sarlo ha presentato le idee giovani: quella di Luigi, con il suo prototipo utile per pedalare agevolmente in salita e poi l’alta moda in una pochette. Noele e Maria, una coppia di giovani creativi, hanno realizzato abiti eleganti, con un tessuto che non si stira, da portare in viaggio con il minimo ingombro.
Ci saranno le storie legate ai casi di buona sanità, guarire dal tumore alle corde vocali, nella nostra regione è possibile. E poi c’è il vino calabrese che con i suoi vitigni autoctoni conquista i mercati esteri. È la vecchia Enotria che sperimenta le bollicine tutte calabresi. Vi racconteremo la tecnologia unita all’intraprendenza nella prima App del mondo del trasporto che aiuta gli imprenditori, e non solo, ad abbattere i costi della logistica. E poi ci saranno gli itinerari alla scoperta delle meraviglie della nostra regione, come il tour della Costa Viola con il suo percorso fatto di storia e leggenda.
Nota Bene – Caro Tito, sono certo che l’idea di una tale inchiesta sulla “Calabria Positiva” derivi o sia stata ispirata proprio dall’omonimo libro “Calabria Positiva” di Saverio Ciccarelli. Il buon lavoro paga, prima o poi, almeno in indirette soddisfazioni. Però sono altresì convinto che la Calabria sarebbe veramente “positiva” se l’Autore avesse avuto una soddisfazione più diretta, rispettando il suo faticoso lavoro sociale. Ma per questo tipo di civiltà forse è ancora chiedere troppo, quando invece dovrebbe essere assolutamente “normale” e consequenziale!
IL MIO PESSIMISMO E IL MIO ESILIO … Caro Tito, mi spiace se, con il mio (pur fondato) pessimismo, ho dato l’impressione di disturbare o addirittura negare quella “Calabria Positiva” così bene argomentata dal libro di Saverio Ciccarelli. Per principio esistenziale, al mondo le cose non sono tutte negative o positive. Purtroppo ci sono entrambe e non soltanto il lato positivo, quale desidereremmo con tutto il cuore. Ognuno ha il proprio destino ed io, allo stato dei fatti, mi sono imbattuto maggiormente nella “Calabria negativa” però ho goduto di quella poca “Calabria positiva” che è stata assai importante per me. Ma è stata proprio la Calabria negativa che mi ha mandato in esilio! Ti sembra solo un caso?… E quanti altri hanno subìto quell’esilio chiamata emigrazione forzata (quasi per renderla una situazione normale, da rassegnati)?…
Se mi chiedessi di dare una percentuale, darei un 80% alla Calabria Negativa e un 20% alla Calabria Positiva. Chissà se Saverio Ciccarelli sarebbe d’accordo su tale valutazione. Valutazione che si potrebbe estendere all’intera Italia con una piccola correzione: Italia Negativa 70% e Italia Positiva 30%. Pensa, Tito, se la Calabria e l’Italia fossero almeno al 70% di Positività!… Sarebbe possibile, però ci sono troppi egoismi, prevaricazioni e persino indolenze!
LA CALABRIA A … MACCHIE DI LEOPARDO Il prof. Pasquale Saraceno (1903-1991), economista fondatore e animatore storico della SVIMEZ (associazione per lo Sviluppo del Mezzogiorno) di cui ho seguito alcune “lezioni”, soleva dire che il Sud Italia si presentava “a macchie di leopardo”, relativamente all’industrializzazione e alla conseguente “ricchezza” socio-economica. Peccato che le “macchie” buone (quelle più produttive) erano pochissime e soltanto rappresentative di una situazione che, al contrario, mostrava un Sud sfruttato e spremuto pure dal punto di vista ecologico e della salute, come oggi dimostrano i grandi centri siderurgici come Bagnoli (smantellato) e Taranto (sempre più al centro di polemiche e di attriti).
La Calabria Positiva è un po’ come a microscopiche “macchie di leopardo” … salvo non vedere la Calabria negativa … in gran parte “sommersa” … come l’economica sommersa meridionale che conviene ad uno Stato perennemente anti-meridionale, in particolare anti-Calabria (nonostante qualche lucciola presa per lanterna). Per il momento, la Calabria che ho direttamente conosciuta e sperimentata in decenni di ricerche e di attività sociali sul campo è (come quasi tutto il Meridione italiano) … “irredimibile” proprio come dicevano il grande scrittore Leonardo Sciascia e (in modo differente ma simile) tanti altri Autori per la Sicilia! … Oppure (per essere più gentili) … è soltanto “mal governata”???… A mio parere c’è poca differenza tra antropologia irredimibile e malgoverno. Il risultato è che la Calabria è l’ultima regione d’Europa! Che paradosso! … proprio la Calabria ultima, quando invece ha dato all’Europa e al Mondo la migliore civiltà!…
IL SUICIDIO DEL SUD In ogni caso, caro Tito, sai bene come la penso (basandomi su fatti concreti e dolorosi). Ritengo che, dopo 41 anni dall’averlo scritto (marzo 1977) per la conclusione della mia tesi di laurea, il SUICIDIO DEL SUD è ancora in atto, purtroppo. E’ improbabile, secondo me, che da tale declino (nonostante le cosiddette “eccellenze” … che però dovrebbero essere soltanto “normalità”) la Calabria e l’altro Sud possano uscire indenni. Il Sud è in fase di suicidio ed è, quindi, “irredimibile” principalmente perché c’è un PENSIERO NEGATIVO permanente, assai preponderante e vincente sul PENSIERO POSITIVO ben rappresentato da Saverio Ciccarelli, cui va il mio più grande e convinto apprezzamento ed incoraggiamento. E speriamo bene!
URGE UNA RIVOLUZIONE CULTURALE Personalmente, dalla primavera del 1977 ho sempre pensato che per la Calabria (e per il Sud) ci vorrebbe un’autentica “RIVOLUZIONE CULTURALE” senza la quale è assai difficile far prevalere la Calabria Positiva su quella Negativa (che aumenta sempre più). Però, ripeto, non intravedo né un Apostolo-Leader né una Comunità-Leader che possano portare avanti questo tipo di “RINASCITA” attingendo ai migliori valori della nostra Terra. In tutti questi 40 e passa anni ho cercato (forsennatamente!) un Leader e una Comunità per questa ardua Missione. Una generazione decisiva per una rivoluzione culturale decisiva!
Ed io stesso mi sono impegnato fino allo spasimo, ottenendo però l’esilio. Tanto è che dal primo novembre 1988 ho lasciato la Calabria e, adesso, dal Natale 2012, non ho proprio voglia di tornarci più (anche se bisogna stare sempre sul “mai dire mai”!). E non ci torno, ribadisco, principalmente per non soffrire troppo (ormai sono anziano e potrebbe essermi fatale il troppo dolore). Addirittura ho ridotto al minimo persino i contatti personali. Questo mio atteggiamento non è per disamore, ma (appunto) per non soffrire atrocemente come ho sofferto per quasi una vita. L’indifferenza è, a volte, necessaria per difendersi dal troppo troppo insostenibile dolore. Ritengo, inoltre, che nella mia stessa situazione ci siano milioni di calabresi (dentro e fuori i confini). Ah, Calabria del Dolore!
Potrebbe pensarci Saverio Ciccarelli, motivato come è ad evidenziare coi fatti la Calabria positiva?… Potrebbe essere la stessa città di Tropea? Sarebbe meraviglioso! Con questo augurio chiudo qui il mio omaggio all’impegno e al coraggio dell’ Autore e dell’ Editore dell’ottimo libro che ho appena segnalato a tutti i calabresi (fuori e dentro i confini), specialmente a coloro i quali (amando ancora e sempre la nostra gente-identità e il sublime territorio) lavorano e lottano veramente e con lodevole abnegazione per una Calabria migliore e … POSITIVA. Dedico, perciò e principalmente, alle presenti e future generazioni “positive”!!!
L’O.K. DELL’AUTORE L’avv. Saverio Ciccarelli, autore di “Calabria Positiva” ieri sera (martedì 27 febbraio 2018 alle ore 19,33) mi ha inviato la seguente mail per autorizzarmi alla pubblicazione di quanto ho scritto fin qui a proposito del suo libro utile e bello: “”Ho letto la bozza dell’articolo. Per me va bene. Ti ringrazio per le belle parole e per l’auspicio che possa nascere qualcosa di buono per la nostra terra.””.
RINGRAZIAMENTI Confesso che (più che per vero interesse, ormai quasi del tutto inesistente per la nostra Terra) ho voluto leggere per pura e semplice curiosità la “Calabria Positiva” di Saverio Ciccarelli, autore che non finirò mai di ringraziare per il grande impegno, le ottime intenzioni ed il realismo (infatti, ha anche scritto, seppure brevemente, sulla Calabria negativa), ma soprattutto per l’Amore che ha messo nel pensare e nello scrivere il suo libro. E ringrazio ancora pure l’editore Giuseppe Meligrana, animato da lodevoli sentimenti per una attività socio-culturale difficile ma assai meritevole, specialmente in Calabria dove operano altri editori, altri “eroi del quotidiano” che apprezzo assai assai e ai quali auguro di sopravvivere bene, specialmente psicologicamente, trovando e non perdendo le motivazioni valide a restare il più serenamente possibile.
Sarà pure che (come dice Ciccarelli), essendo io ormai fuori dai confini della Calabria, come ogni emigrante potrei pure nutrire “amore e odio” per la Terra che sono stato costretto a lasciare. Personalmente, ribadisco, non nutro né amore né odio, ma soltanto “indifferenza” (e ancora prima troppo amore e troppo dolore). Indifferenza per una Calabria la quale più che una regione, più di una terra (una volta ritenuta Eden) mi sembra una lunga e grande “trincea” … come stanno diventando sempre più “trincee” e “bunker” le scuole americane per via del tragico uso e diffusione delle armi.
La Calabria mi sembra una trincea non tanto per le micidiali armi che pur ci sono e in abbondanza (con quel che ne consegue) ma per i silenziosi “proiettili quotidiani” che vengono sparati e colpiscono in una quasi invisibile ma terrificante guerra occulta e fratricida (a volte di tutti contro tutti) che però sopporta e tollera una piccola “Calabria Positiva” proprio come alibi e paravento di quella Calabria Negativa da “suicidio”. Come uscirne?… “Con Amore, davvero grande, da parte di tutti” … sarebbe la risposta più ovvia, appropriata e dovuta. Ma, questa, potrebbe sembrare una risposta velleitaria, oltremodo ingenua e troppo idealista. La realtà che abbiamo davanti ammette poche speranze, al solo pensarlo. Sogno però e bramo di cuore che i fatti mi smentiscano una volta per tutte!
SALUTISSIMI
Caro Tito, spero di averti consentito di farti un’idea su una maggiore e migliore “Calabria positiva”. Tu ne sei un esempio vivente, poiché non solo coltivi da stakanovista questo tuo prezioso sito web (www.costajonicaweb.it) ma anche la tua associazione “MaryWebEventy” e la tua molteplice attività di artista che produce, ad esempio, il film che stai girando attualmente (intitolato “Malaspina”) proprio per cercare di evidenziare (nero su bianco, anche se a colori) l’estremo bisogno di quella “Calabria positiva” cui tendere in modo salvifico. Che Iddio lo voglia!
Intanto, grazie per la tua sempre gentile disponibilità ad accogliere queste “Lettere” dal mio esilio. Salutissimi e (spero) alla prossima 211.
Domenico Lanciano Azzurro Infinito, mercoledì 28 febbraio 2018 ore 18,01