Caro Tito, sai bene che, quando è con la A maiuscola, l’Amicizia diventa davvero fraterna. E viene considerata persino “sacra”. Così era prassi comune anche in Calabria (almeno fino a pochi decenni fa), ma tuttavia lo è ancora adesso, sebbene in modo assai ridotto. La Storia dell’Umanità è punteggiata da tanti modelli di Amicizia nobile e longeva, in ogni tempo e sotto ogni cielo. Di taluni di questi esempi si è impadronita la Letteratura di ogni Paese, rendendo addirittura “epico” tale sentimento. E, per esperienza, sappiamo che non potremmo immaginare una vita senza amici. Ed è, quindi, proprio vero il proverbio secondo cui “Chi trova un vero amico trova un tesoro!”.
GRANDE AMICO DI ENZO ERMOCIDA
Adesso, dopo averti detto della “perfetta amicizia di Enzo Ermocida” (con la lettera n. 205 del 19 gennaio 2018) non posso fare a meno di evidenziarti un altro perfetto amico, la cui vita è sempre stata un inno all’Amicizia: l’ottimo calabrese Alberto De Maio il quale, nato a Roggiano Gravina (Cosenza) il 15 giugno 1937, ci ha lasciati (in modo improvviso e prematuro) qualche settimana fa, il 16 gennaio di questo anno 2018 a Roma … proprio tre giorni dopo aver tenuto in chiesa un appassionato e commovente discorso commemorativo in onore del comune e compianto amico Enzo Ermocida cui era stato legato da fraterna amicizia fin dal 1970 ovvero da ben 47 anni!… Una coincidenza che potrebbe avere addirittura un significato soprannaturale. Una coincidenza che ci ha, ancora di più, commossi e straniti davvero tutti.
Ed è stato proprio il badolatese Enzo Ermocida a presentarmi, molti anni fa a Roma, Alberto De Maio. Ed immediatamente ho percepito il carisma di una personalità davvero signorile, nobile, diretta e traboccante di cordialità e di grandi valori il cui magnetismo elevava l’animo di tutti coloro che gli stavano attorno. E ti assicuro, caro Tito, che finora ho incontrato pochissime persone così cariche di vita, di voglia di fare il bene della propria gente e dell’intero mondo e così tanto proiettate verso il futuro come Alberto. Un’autentica anima eletta!… Un calabrese verace, fino al midollo!
Purtroppo non ho avuto modo di poterlo frequentare come avrei voluto (data la caratura di tale personalità davvero eccellente), però Enzo me ne parlava spesso e a Lui parlava di me. Comunque, quelle poche volte che le nostre giornate romane coincidevano, è stato davvero gradevole ed entusiasmante starGli vicino!
LA NORMALE DI PISA
Non ho detto a caso che Alberto De Maio fosse una “personalità eccellente”. Infatti, a parte il suo ottimo carattere e i suoi grandi valori di riferimento, Egli a 20 anni è stato ammesso alla Scuola Normale Superiore di Pisa, università eccellente per intelligenze e talenti eccellenti, tra le migliori istituzioni socio-culturali in Europa. Tutti coloro che l’hanno frequentata dal 1813, in maggioranza, sono poi divenuti persone molto importanti nella vita pubblica, produttiva, culturale e istituzionale. Vera classe dirigente!
Ad esempio, tre di loro hanno pure vinto un Premio Nobel (Giosuè Carducci, Enrico Fermi, Carlo Rubbia), mentre due sono diventati Presidenti della Repubblica (Giovanni Gronchi e Carlo Azeglio Ciampi) e qualcuno (come Giuliano Amato) pure Presidente del Consiglio e pluriministro, mentre tanti altri sono diventati ministri, sottosegretari o persone apicali in tutti i settori istituzionali pubblici o manageriali privati.
Più che una vera e propria “università” la Normale di Pisa sembra essere un “club” per pochi eletti (anzi meritevoli), pure dal momento che è necessario affrontare un rigido concorso per la privilegiata ammissione. E bisogna avere, intanto, molto coraggio ad avvicinarsi a tale “mito” voluto da Napoleone Bonaparte, con decreto del 18 ottobre 1810, come succursale dell’Ecole Normale Superieure de Paris.
L’INCONTRO CON TIZIANO TERZANI
Per fare parte della Scuola Normale Superiore di Pisa era ed è ancora necessario essere dotati di una marcia in più, nonché avere una notevole autostima e sicurezza socio-culturale per il solo fatto di pensare di poter affrontare con successo i rigidi esami di ammissione a tale Università. Ed è stato proprio in un evento simile che il nostro Alberto De Maio si è incontrato con Tiziano Terzani, un altro giovane che ambìva far parte di tale “aristocrazia” intellettuale italiana e di una classe dirigente che avrebbe dovuto poi rafforzare e consolidare la ricostruzione di quell’Italia postbellica ridotta in macerie fisiche e spirituali. Una classe dirigente che si è rivelata veramente assai determinante (più nel bene che nel male, a mio modesto parere, specialmente rispetto ad oggi)!
Alberto e Tiziano, dunque, s’incontrarono per la prima volta nell’attesa di affrontare il concorso, nel settembre 1957 e tra i due nacque immediatamente una grande simpatia e poi una fraterna amicizia destinata a durare, molto forte, tutta la vita. Alberto De Maio (1937-2018) per giungere a Pisa ha dovuto fare un disagiato e interminabile viaggio (come chilometri, come tempi di percorrenza e con i pessimi mezzi di allora) dalla Calabria (Roggiano Gravina – Pisa oggi km 832, ma all’epoca oltre 900 km), mentre Tiziano Terzani (1938-2004) proveniva dalla vicina Firenze (69 km soltanto).
UN LIBRO COME INNO ALL’AMICIZIA
A questa grande amicizia Alberto De Maio ha dedicato il libro autobiografico “Il mio fratellone Tiziano Terzani” edito nel novembre 2011 da TEA – Tascabili degli Editori Associati SpA (www.tealibri.it – Via Gherardini 10 – 20145 Milano tel. 02-34597625 fax 02-34597204). Le 224 pagine contengono: la premessa di Angela Terzani Staube, 8 foto d’epoca fuori testo e il lungo racconto di Alberto effettuato come intervista rilasciata al noto giornalista lucano Dino Satriano (1940-2013) pure questi ex studente della stessa Scuola Normale di Pisa in contemporanea con Terzani e De Maio.
L’AMICIZIA FRATERNA
Caro Tito, il nostro corregionale Alberto De Maio non a caso ha inserito il termine “fratellone” nel titolo del suo omaggio di affetto e di memoria a Tiziano Terzani. Infatti, quando c’è una grande amicizia con una persona, abbiamo la naturale tendenza a considerare tale amico come un “fratello”… sicuramente per dire che almeno intercorre una sacralità di affetti e di condivisione di vita tali che la parola “Amicizia” (per quanto scritta con la A maiuscola) sembra non rendere abbastanza l’idea di un così importante rapporto.
TERZANI E SATRIANO
Due curiosità riguardo i due grandi giornalisti e scrittori Terzani e Satriano, dei quali (prima di adesso) non sapevo dell’amicizia con De Maio. Però, nonostante ignorassi tali antichi e forti rapporti amicali, la vita mi ha portato (forse perché conoscevo già De Maio?) ad avvicinarmi prima a Satriano e poi a Terzani.
DINO SATRIANO. Nel 2002, come già sai, ho ideato, proposto e poi realizzato nei giorni 30 e 31 agosto 2003 (con il contributo del Comune di Lanciano, in Abruzzo) il primo raduno di coloro che hanno cognome Lanciano proprio nella città di Lanciano. Dopo il successo di tale manifestazione, ho cercato di proporre altre “Feste del cognome”. Così, nel 2005 ho telefonato a Dino Satriano (di cui avevo appena letto il bel libro fresco di stampa “L’italiano e la finlandese”) proprio per proporgli di realizzare la “Festa del cognome Satriano” magari proprio nella nostra Satriano di Calabria oppure a Satriano di Lucania (Potenza) o anche ad Ascoli Satriano (in provincia di Foggia). Mi ha risposto che gli sarebbe piaciuto ma che, purtroppo, non aveva proprio tempo da dedicare a questa idea per quanto bella, interessante e … curiosa! Infatti, era davvero sempre assai occupato nella scrittura e nei frequentissimi viaggi. Mi ha ringraziato, comunque, per aver pensato a lui.
TIZIANO TERZANI (www.tizianoterzani.com). Sapevo il suo essere grande scrittore, giornalista plurilingue e viaggiatore (specialmente dei più profondi ed esaltanti itinerari interiori). Sapevo del suo impegno sociale, specialmente contro la violenza e le guerre. Sapevo della sua esperienza del vivere e del morire di cancro. Da “Eterno Alunno” mi sono immediatamente considerato anche e soprattutto suo umilissimo allievo nella e per la vastità degli orizzonti umani, sociali ed universali. Un’eredità indicibile!
SIGNORI D’ALTRI TEMPI
Ora capisco meglio l’amicizia devota con Alberto De Maio! Entrambi erano “Signori d’altri tempi” con l’etica della vita e della professione (intesa anche come dovere e missione intergenerazionale). Pure Dino Satriano è considerato “Signore e Maestro d’altri tempi” come ha titolato la sua collega giornalista Rossella Montemurro nel commemorarlo su www.ilmiotg.it il 25 agosto 2013, giorno dei suoi funerali. Strano destino per questi tre amici morti anzitempo: Tiziano ad appena 66 anni (2004), Dino a 73 (2013) e Alberto a 80 (2018). Un toscano, un lucano, un calabrese. La medesima devota amicizia, come si conviene a persone, personaggi e personalità davvero d’altri tempi, quando, appunto, l’Amicizia era valore sacro!
UN ACCENNO SUL LIBRO
Caro Tito, poiché vorrei che tu scoprissi il sommo piacere di leggere tutto d’un fiato questo libro (così tanto meraviglioso e imperdibile), non ti rivelo i suoi interessantissimi contenuti, così come a volte si sceglie di non anticipare la visione di un grande e memorabile film. Ti trascrivo (e soltanto in parte, per aumentare la tua curiosità) ciò che viene evidenziato sulle 4 pagine di copertina.
Così sulla prima pagina, sotto il titolo: “Gli ideali, le scoperte, le passioni di Terzani negli anni della Scuola Normale di Pisa, raccontati dal suo amico più caro”. E nella quarta pagina: “Gli anni di Tiziano Terzani alla Scuola Normale di Pisa nel ricordo di Alberto De Maio, l’amico che gli fu più vicino. Una testimonianza preziosissima e del tutto inedita”. La medesima pagina contiene alcune frasi simbolo dello stesso De Maio.
“Tiziano è stato per me un “fratellone” non soltanto in senso affettuoso, ma anche perché era grande e grosso, mentre io sono piccolo, “formato mignon” come dicevano i miei compagni del Medico-Giuridico. Infatti, quando mi vide la prima volta, esclamò: “E tu chi sei uno gnomo?”. Cominciò con questa battuta una bellissima storia che m’è venuta voglia di raccontare, mezzo secolo dopo, perché non vada persa, parlando e ricordando assieme a Dino Satriano, anch’egli allievo del collegio normalista negli anni universitari miei e di Tiziano e poi suo collega giornalista”.
Verso la fine del volume, ci sono 19 lettere inviate da varie città estere da Tiziano ed Angela Terzani ad Alberto De Maio e poi la trascrizione di un’interessante intervista fatta nel marzo 1996 nella sede Piaggio di New Delhi (India) da Terzani a Giovanni Alberto Agnelli (detto Giovannino 1964-1997 sfortunato erede Fiat, figlio di Umberto Agnelli). Adesso però è opportuno sintetizzare il “chi sono” queste tre persone, molto amiche tra di loro, tracciandone un “flash” biografico.
ALBERTO DE MAIO
Calabrese di Roggiano Gravina, ameno borgo della provincia di Cosenza, ha svolto attività manageriali, principalmente in àmbito pubblico. Tra il 1963 ed il 1990 ha lavorato al Formez (centro di alta formazione e sviluppo del Mezzogiorno) di cui è stato pure direttore generale. Poi è stato consulente in progetti di ricerca, finanziamento e innovazione per diverse regioni del centro-sud Italia, per consorzi universitari ed il ministero delle attività produttive. Successivamente ha guidato la Eidon e l’Anteo (società di sostegno alle piccole e medie imprese). Quindi ha collaborato con la società Eurofin Consulting specializzata in finanza agevolata. E’ stato pure Commissario delle Aziende Sanitarie Locali di Cosenza e di Paola. Il 31 gennaio 1982 ha sposato Vanna, mettendo casa a Roma e generando due figlie (una divenuta suor Angiola ed Emma medico immunologo).
TIZIANO TERZANI
Nato a Firenze, figlio di un meccanico d’auto e di una casalinga ex cappellaia, dopo il Diploma Liceale ha rifiutato un posto sicuro nella Banca Toscana per il desiderio irrefrenabile di voler scoprire il mondo. Il metodo migliore era prepararsi molto bene (in Italia e all’estero, in particolare negli USA), imparare numerose lingue (persino il cinese) e viaggiare senza risparmiarsi. Durante il periodo universitario a Pisa, ha conosciuto Angela Straude (figlia poliglotta di una coppia di artisti tedeschi). Dopo la laurea, ha effettuato una meravigliosa esperienza alla Olivetti di Ivrea che gli ha permesso di conoscere numerosi Paesi europei, africani e asiatici. Quindi l’attività giornalistica come “freelance” e come collaboratore di prestigiosi giornali e riviste d’ogni parte del mondo. Oltre agli articoli e alle inchieste, che gli sono valsi parecchi riconoscimenti e premi, Terzani ha scritto tanti libri che lo hanno consacrato come autore di grande spessore umano e sociale. Attivo pacifista e profondo umanista lascia un’eredità etica, intellettuale e filosofica davvero enorme. A lui continuano ad essere dedicati istituti ed edifici e intitolate piazze, vie, parchi e tanto altro.
DINO SATRIANO
Lucano di Baragiano (in provincia di Potenza), dopo la laurea in giurisprudenza alla Normale di Pisa e il corso di perfezionamento in giornalismo all’Università di Urbino, ha iniziato la carriera nella carta stampata nella redazione di Napoli de “Il Tempo” di Roma. Collaboratore dal Sud per il diffusissimo settimanale illustrato “Gente” (Rusconi Editore), è poi passato alla sede centrale di Milano, dove ha lavorato pure per la Rizzoli Periodici e per l’Editoriale Periodici del Corriere della Sera. E’ quindi, diventato caporedattore e poi vicedirettore di “Oggi” un altro settimanale di larga diffusione nazionale, fino al pensionamento anticipato del 1998. Ha sposato Ursula Saarikoski, finlandese che gli ha dato due figli. Ha pubblicato cinque libri: “Tervetuloa a Baragiano” (1992, con prefazione di Gaetano Afeltra, tradotto pure in finlandese), “La guerra di Ninno” (2000), “Eras avioliitto” (Un certo matrimonio, pubblicato in Finlandia e diffuso nel 2005 in Italia come “L’italiano e la finlandese”), “Ma prima venne il ‘58” (2006) e infine, “Dove crescono i talenti – Viaggio nella Scuola Normale Superiore di Pisa” (2010, prefazione di Giuliano Amato).
COME I RAGAZZI DI VIA PANISPERNA
Caro Tito, ho letto, davvero tutto d’un fiato e con tanto interesse, il libro scritto da Alberto De Maio con la collaborazione di Dino Satriano. L’amicizia di entrambi con Tiziano Terzani (e altri colleghi universitari) mi ha fatto venire in mente (nelle ovvie proporzioni) i cosiddetti “Ragazzi di Via Panisperna” (1926-1938) … cioè il sodalizio amicale e scientifico instauratosi, proprio in Via Panisperna (nel Regio istituto di fisica dell’Università di Roma), tra un gruppo di giovani scienziati italiani (Enrico Fermi, Edoardo Arnaldi, Franco Rasetti, Emilio Segré, Bruno Pontecorvo, Oscar D’Agostino, Ettore Majorana) che tanto avrebbero significato per la nostra attuale società globale ed anche per quella futura.
L’affiatamento tra Terzani, De Maio, Satriano ed altri è un’ulteriore dimostrazione di come possano essere durature e fruttuose le amicizie intessute tra i banchi di scuola e specialmente all’università, luoghi dove si costruisce maggiormente, giorno dopo giorno, il futuro non soltanto di ognuno di noi ma anche, per esteso, della nostra società e nel nostro territorio di riferimento. Le cosiddette “affinità elettive” poi giocano un ruolo determinante nel realizzare l’intreccio di intelletti, di vocazioni e spesso di esistenze.
UN FILM SUI “BIMBACCI” DI PISA
Tra loro, tutti questi amici universitari alla Normale di Pisa tra il 1957 e il 1961 si chiamavano “bimbacci”. Una cinquantina di “bimbacci” che poi “sarebbero stati famosi” (docenti universitari, clinici, avvocati, ricercatori chiamati a dirigere istituti stranieri, uomini politici e di governo, ambasciatori a capo di organismi internazionali, alti magistrati, manager pubblici e privati, ecc.). Ognuno di questi “bimbacci” aveva un nomignolo di riconoscimento: “Aspromonte” era Alberto De Maio, “Tizzy” Tiziano Terzani … Mickey Mouse (Topolino) ovviamente … Giuliano Amato (poi presidente del Consiglio del Consiglio nel 1992-93 e 2000-2001) e via elencando.
“I ragazzi di Via Panisperna” è questo il titolo che ha dato al suo film (uscito nelle sale il 3 febbraio 1988) il bravo e noto regista calabrese Gianni Amelio, nato nel 1945 a San Pietro di Magisano (CZ), per raccontare gli stessi entusiasmi, le paure, le gioie, le amarezze del noto gruppo di giovani scienziati (fisici e matematici) che sono passati alla Storia così come (sempre in proporzione) alcuni dei “bimbacci” della Normale di Pisa (1957-1961), narrati dal libro di Alberto De Maio, da quello di Dino Satriano “Ma prima venne il ’58 – Quegli allegri casini al Medico-Giuridico di Pisa” (edizioni ETS – 2006) e da altri memoriali attinenti.
Sarebbe assai utile che qualche altro regista (se non lo stesso Amelio) realizzasse un film su questi “bimbacci” di Pisa. Raccontando tali giovani “pre-sessantottini” (come afferma il titolo del libro), si può evidenziare la “scuola di talenti e di eccellenze” quale è proprio la Normale. Proverò ad inviare la proposta a “Rai Fiction”, a “Rai Cinema”, a “Mediaset Fiction” e a qualche altro produttore cinematografico. Non si sa mai che qualcuno ne sia veramente interessato. Sarebbe una bella pagina di storia su un bel gruppo di giovani, poi divenuti importanti per la vita sociale e produttiva non soltanto italiana. Tutti questi giovani si preparavano in vista di un impegno per … un mondo migliore … che è stato proprio lo slogan principale delle contestazioni internazionali del 1968 … infatti … “Ma prima venne il ‘58” !!!…
QUELLI PER … UN MONDO MIGLIORE
Come già accennato, il libro di Alberto De Maio racconta gli anni universitari vissuti a Pisa dal 1957 al 1961 assieme a tanti colleghi (principalmente con Tiziano Terzani) che poi hanno contribuito a costituire la nuova classe dirigente italiana, in pratica e orientativamente dagli anni sessanta fino ai giorni nostri. Ricorre tra le pagine l’espressione “eravamo quelli che ci preparavamo per un mondo migliore” (frase coniugata e declinata pure in modi diversi, ma sempre con la dizione “un mondo migliore”).
“Appartenevo a una generazione di idealisti e di puri” scrive De Maio alla pagina 144. Sì, negli anni Cinquanta e Sessanta c’era in gran parte del popolo italiano una grande spinta ideale per migliorare l’Italia e il Mondo. Vedevo ciò anche nei miei fratelli e nelle mie sorelle, a scuola e in parrocchia … ma anche ovunque mi recassi sia in Italia che all’estero. Se c’è stato un “1968” (ovvero i grandi movimenti di massa in buona parte del mondo per i diritti civili, per lo svecchiamento culturale, contro i pregiudizi di classe, sociali e politici, ecc.) è pure merito di questa generazione di Alberto De Maio e di Tiziano Terzani la quale ha sognato quella “utopia” di un “mondo migliore” che, a distanza di decenni, regge ancora e potrebbe riservare altre interessanti ed utili sorprese, nonostante oggi come oggi vi siano (un po’ dappertutto) assai preoccupanti rigurgiti neo-autoritari e razzisti nel contesto di nuove situazioni socio-economiche di tipo addirittura ottocentesche! Un motivo in più per impegnarsi e lottare per … un mondo migliore!…
IL MERIDIONALISMO DI ALBERTO DE MAIO
La vocazione o l’ambizione del nostro Alberto De Maio è stata quella che, più o meno, abbiano tutti noi del sud Italia … cercare di contribuire ad essere utili al nostro territorio per strapparlo all’arretratezza secolare cui l’hanno costretto i vari eserciti “occupanti” (dagli antichi Romani in poi fino ai Savoia, nonostante la sedicente “unità d’Italia”). Potremmo dire che tutte queste occupazioni estere “ci hanno costretti ad essere arretrati e ignoranti per millenni” … quasi per parafrasare il bel libro del calabrese adesso cittadino francese Giuseppe Mungo (Squillace 1947) … “Hanno fatto di noi dei migranti” (Parigi 2009).
De Maio, dopo la laurea, avrebbe potuto benissimo seguire Terzani alla Olivetti del grande ed illuminato industriale Adriano Olivetti (1901-1960), che andava in cerca con il lumicino di brillanti intelligenze e sicuri talenti non soltanto per la sua azienda di macchine da scrivere e di calcolatori elettronici (che, se non ostacolata, avrebbe potuto essere il più vero colosso mondiale dell’attuale globalizzazione) ma anche per il “Movimento Comunità” di lungimirante attualità socio-politica ed economica. Sarebbe diventato sicuramente un grande manager a livelli internazionali!
Ha scritto a pagina 143: “ … ero dirigente del Formez, il Centro pubblico di formazione e di studi al servizio delle politiche di sviluppo del Mezzogiorno, una collocazione ideale per me: infatti, in piena coerenza con i discorsi e i progetti collegiali, lavoravo al Sud per il progresso del Sud”.
ALBERTO DE MAIO UOMO D’AMORE
Alberto De Maio, quindi, sentiva profondo ed irrinunciabile il dovere morale di impegnare tutta la sua esistenza alla nobile causa di rinascita della propria Terra. Indubbiamente, con la sua vita personale e professionale, ha dato tanto di sé non soltanto al Meridione, sentito come missione, ma anche al resto del mondo … “per un mondo migliore” come, appunto, spesso ripeteva. So per certo che avrebbe voluto fare molto di più, ma purtroppo non ha potuto (ci sono sempre forti e insuperabili “resistenze” interne ed esterne che rallentano o addirittura bloccano persone e progetti di grande ed illuminato progresso)!
Alberto De Maio era un vero “uomo d’Amore” ed avrebbe voluto riversare tutto questo slancio amoroso in modo totale per far rifulgere il nostro Sud e specialmente la nostra Calabria come ai tempi della Magna Grecia, ma è stato ostacolato come, purtroppo, vengono sempre ostacolati tutti coloro che sono ripieni unicamente di vero, elevato e travolgente Amore umano e sociale e non pensano minimamente ad altro (come, ad esempio, intrigare politicamente ed economicamente per maggiore potere o addirittura ad arricchirsi a spese dello Stato … moda abberrante che ormai sembra la regola e non più l’eccezione).
LA COMMEMORAZIONE DI ENZO ERMOCIDA
Come ho accennato all’inizio di questa mia lettera, Alberto De Maio ha dedicato al compianto Enzo Ermocida un suo “inno all’Amicizia” durante la messa di suffragio del trentesimo giorno dalla scomparsa (avvenuta l’11 dicembre 2017) di questo nostro comune e fraterno amico. Il suo accorato ricordo di Enzo ha avuto luogo nel tardo pomeriggio di sabato 13 gennaio 2018 in una chiesa di Roma, gremita da familiari, parenti ed amici. E’ stata così appassionata e devota tale sua commemorazione che ha fatto commuovere fino alle lacrime tutti i presenti. E’ stata una testimonianza davvero unica di una lunghissima e sincera amicizia tra due anime nobili.
AMICI PER SEMPRE
Il destino ha poi voluto che Alberto De Maio raggiungesse Enzo in Cielo martedì 16 gennaio, appena tre giorni dopo quell’omaggio così toccante e memorabile. E’ stato spontaneo per tutti commentare che, probabilmente, Enzo se l’era chiamato a sé, dopo tutta quella meravigliosa Amicizia quasi cinquantennale.
Non è la prima volta che vedo morire una persona, subito dopo la scomparsa dell’amico più caro o tra i più cari. Così come a volte taluni coniugi muoiono il medesimo giorno o a distanza di pochi giorni. Non sappiamo ancora quale mistero (probabilmente soprannaturale) regga tali fenomeni di simbiosi. Non sappiamo se, come e quanto il dolore per la scomparsa di Enzo e poi lo struggente discorso in chiesa abbiano influito sul decesso di Alberto. Fatto sta che tale evento ci ha impressionato davvero tutti tutti.
PERCHE’ LA MEMORIA NON VADA PERSA
Caro Tito, come Alberto De Maio non ha voluto che andassero perse la memoria ed il significato della sua grande e lunga Amicizia con Tiziano Terzani che ha raccontata e celebrata nel suo libro … così vorrei proprio tanto che non vada persa la memoria di questa altrettanto grande e duratura Amicizia tra Alberto ed Enzo … una stupenda eredità morale, umana e sociale che spero possa valere a tutti noi come magnifico esempio e riferimento. La memoria (devota e dovuta pure come dovere e riconoscenza ad entrambi) è il principale motivo di questa mia breve, umilissima e certo inadeguata lettera che comunque segnalo molto amorevolmente alle presenti e alle future generazioni, specialmente della nostra Calabria, e ovviamente affido assai affettuosamente alla moglie e ai figli di Enzo … alla moglie e alle figlie di Alberto!!!…
Caro Tito, adesso passo alle consuete “Letture parallele” per aggiungere altre emozioni e dare maggiore significato sociale ed affettivo ad Alberto De Maio e al suo “fratellone” Tiziano Terzani.
LETTURE PARALLELE
UN PAPA’ COSI’ SPECIALE
Ricordare un papà così speciale, unico, è insieme molto facile e molto difficile. Facile perché è luminosa e davvero viva la sua presenza accanto a me, trasfigurata dal suo essere entrato nell’eternità, nella beatitudine di Dio. Difficile perché è impossibile sintetizzare in poche righe una personalità alta e insieme umile come la sua. Un uomo profondamente integro, giusto, retto. Un papà affettuoso, sempre pronto ad incoraggiare, che ti faceva vedere il positivo di ogni cosa e di ogni persona, che ti faceva appassionare alla vita. Un uomo di profonda fede, cresciuta negli ultimi anni grazie ad un cammino fatto anche di prove. Una fede schietta, genuina, una fiducia di bambino che si affida totalmente alle braccia amorose del Padre e della Madre, amatissima, la Madonna. Il nostro ricordo di lui è vivo, perché viva è la certezza che lui ora ci è più vicino di prima. E mentre assaporiamo con amarezza il dolore della sua assenza fisica, gustiamo già la dolcezza della sua intercessione, certi che dal Cielo, come diceva il santo di cui era tanto devoto, padre Pio, farà ancora più “chiasso” che in vita, ottenendo abbondanza di grazie a noi, suoi familiari, e alle tantissime persone a cui ha voluto bene.
Sor. Angiola, con Emma e Vanna
ISTITUZIONALIZZARE I CLUB DEGLI EX-ALLIEVI
Caro Tito, da parecchi anni a questa parte, sto scrivendo articoli ed inviando “appelli” alle istituzioni (specialmente scolastiche) affinché vengano, appunto, istituzionalizzati i club e le associazioni degli Ex-Allievi di tutte indistintamente le Scuole, dalle Elementari alle Università, ai Corsi di perfezionamento, eccetera. E’ assai importante (e lo dimostrano in particolare anche questo libro di Alberto De Maio e i libri di Dino Satriano) che gli alunni, gli studenti, gli allievi, gli universitari, i perfezionandi restino legati ed in contatto con le scuole dove hanno formato la loro istruzione e preparazione non soltanto tecnica ma anche umana e sociale.
Ovviamente, non è qui la sede per dilungarmi su tale argomento, lo si può benissimo intuire nei suoi vantaggi, anche per il miglioramento degli istituti scolastici cui ex-allievi divenuti importanti potrebbero dare una mano per significare ancora di più, anche come dialogo tra le generazioni passate e presenti. Insomma un sistema di solidarietà che aiuti tutti ad essere migliori … per “un mondo migliore”!
Basta dire che accade sovente che, magari dopo tanti anni, ci viene voglia di incontrare quel tal compagno di banco o quell’amico perso di vista. Allora, spesso, si attivano i canali inter-amicali o telematici di internet (come Facebook) per rintracciare amicizie di cui si ha grande nostalgia e che, probabilmente, rientrano nel rammarico di non averle saputo o potuto coltivare, a motivo della vita movimentata che abbiamo fatto. Così (specialmente quando si è andati in pensione) cerchiamo affetti che risultano essere ancora importanti per la nostra vita. Cerchiamo persino insegnanti prima magari detestati e poi amati e rimpianti per gli insegnamenti risultati utili nel corso delle difficoltà della vita …
La Scuola è come la Famiglia, così come la Parrocchia o altro Centro pedagogico che ci ha formati e voluti bene. Infatti, a volte si sente l’esigenza di rintracciare quel tal cugino o cugina con cui si è trascorsa buona parte della nostra infanzia. E ci accorgiamo, improvvisamente, che ci siamo persi per strada quegli affetti che sono sempre importanti per vivere nel migliore dei modi. Così ci rammarichiamo che avremmo potuto benissimo fare a meno di tante cose inutili o superflue per dedicare tempo ed energie a coltivare affetti oltre che denaro o ambizioni.
Beati coloro che, come Alberto De Maio, hanno coltivato antiche amicizie facendole durare a lungo come è necessario che siano duraturi quei sentimenti che non sono soltanto l’esaltazione della nostra umanità ma, è bene gridarlo, ci rendono a dimensioni superiori … siano essere divine o appartenenti al “sublime”!!!
L’INGENTE OPERA DI TIZIANO TERZANI
Caro Tito, la produzione di Tiziano Terzani (giornalista e scrittore) è sterminata, così come gli scritti sulla sua attività internazionale e sulla sua Opera. Sarebbe troppo lungo elencare tutto qui. Perciò, per avere almeno un’idea dell’importanza e dell’utilità di così immensa personalità, ti suggerirei di aprire le pagine di … https://it.wikipedia.org/Tiziano_Terzani o del sito internet www.tizianiterzani.com a lui dedicato dalla sua famiglia.
Grazie e alla mia prossima narrazione! Ciao,
Domenico Lanciano (Azzurro Infinito, martedì 06 febbraio 2018 ore 09,06). Foto in parte prese dal web, in parte fornite dalla famiglia De Maio, che ringrazio per la gentile collaborazione.