Caro Tito, come è sufficientemente noto, il Calendario che usiamo attualmente risale al 24 febbraio 1582, giorno in cui Papa Gregorio XIII (cioè Ugo Boncompagni 1502 – 1585) lo promulgò con la bolla “Inter gravissimas”, ma ufficialmente è entrato in vigore dopo quasi 10 mesi, il 15 ottobre 1582. Fino a quel momento, nel mondo occidentale veniva usato il cosiddetto “Calendario giuliano” dal nome di Giulio Cesare (Roma 100 – 44 a.C.) il quale lo adottò nell’anno 46 avanti Cristo sui calcoli astronomici del ciclo solare commissionati a Sosigene d’Alessandria. Ma, a distanza di 16 secoli era necessario riformarlo a causa di alcune inesattezze.
Gregorio XIII riconobbe nella stessa Bolla l’astronomo calabrese di Cirò, Luigi Lilio (o Giglio), come “inventore” del nuovo calendario detto poi “gregoriano” dal nome di tale Papa che lo aveva commissionato ad un’apposita Commissione, proprio per correggere gli sfasamenti accumulati dal calendario giuliano.
Chi volesse approfondire tale argomento può effettuare ricerche veloci ed orientative su “google.it” oppure consultare la corposa bibliografia storico-scientifica in cartaceo presso le biblioteche più fornite a riguardo. Inoltre a Cirò (KR) è possibile visitare (dal lunedì al sabato ore 08,30 – 13,00) il “Museo del Calendario” intitolato al suo inventore cirotano Luigi Lilio (per accertarsi della sua apertura conviene prima telefonare e prenotare all’URP comunale 0962-32023 fax 0962-32948 dopo aver consultato il sito web http://museodiciro.altervista.org).
Nel 2012 la Regione Calabria ha istituito la “Giornata del Calendario in memoria di Luigi Lilio” (fissandola per il 21 marzo di ogni anno), mentre l’Amministrazione comunale di Cirò, nella persona del sindaco Mario Caruso, sta cercando di avviare le procedure formali per la candidatura a Patrimonio dell’Umanità UNESCO (da parte dello Stato italiano) della Riforma del Calendario Gregoriano di Luigi Lilio (come ha riferito il sito http://wesud.it il 07 marzo 2017 alle ore 19,12).
Sulla medesima lunghezza d’onda è il filosofo Salvatore Mongiardo, Scolarca della Nuova Scuola Pitagorica di Crotone, del quale, qui di sèguito, trascrivo un attinente recente “Appello”.
Inserimento del Calendario Gregoriano
nel Patrimonio Culturale Immateriale UNESCO
compendiumnovae-rationis-restituendi-kalendarium Questa mia breve nota è per rafforzare la proposta di amici ed autorità di Cirò (in provincia di Crotone) di chiedere all’UNESCO (l’Agenzia dell’ONU per la Cultura, con sede centrale in Parigi) di dichiarare l’attuale Calendario Gregoriano (valido ormai in tutto il mondo) “Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità”.
In effetti, a me sembra che a quasi tutti sia sfuggita l’importanza di un calendario valido per tutta l’umanità, una conquista che è durata millenni e che è stata portata a termine da calabresi. E’ fuor di dubbio che i due fratelli Lilio, Luigi (1510 – 1574) e Antonio erano calabresi di Cirò, così come era calabrese di Guardavalle (CZ) il Cardinale Guglielmo Sirleto (1514 – Roma 1585), Bibliotecario di Santa Romana Chiesa e vescovo di Squillace il quale fu il regista della riforma decretata nel 1582 da Papa Gregorio XIII Boncompagni. Inoltre, membro, e per un periodo presidente, della commissione per la riforma del calendario fu il cardinale Vincenzo Lauro (1523 – Roma 1592), calabrese di Tropea. Quattro calabresi su quattro non può essere una coincidenza!
Questo mio suggerimento non mira a una patetica rivendicazione di glorie passate, ma punta a riscoprire il più ricco giacimento al mondo di energie etiche e mentali che, come dico spesso, si trova… in Calabria.
E’ un tema che avevo affrontato nel mio libro “Cristo ritorna da Crotone” (Gangemi editore – Roma 2013), al capitolo 12, “Il tempo giusto”. Questa mia visione del calendario s’inserisce perfettamente col lavoro che stiamo portando avanti come Nuova Scuola Pitagorica di riscoperta e proposta della cultura italico-pitagorica come via per uscire dal marasma generale.
Non sono uno specialista di questa materia, ma comunque nessuno finora, che io sappia, ha chiarito come mai in Calabria ci fosse questa conoscenza culminata nella riforma del Papa nel 1582. Perciò azzardo l’ipotesi che da noi c’erano conoscenze astronomiche che potrebbero risalire addirittura alla Scuola Pitagorica: difatti sappiamo che Platone (Atene 428 – 347 a.C.) comprò per la folle cifra di ottanta mine i libri di Filolao, il matematico e astronomo di Crotone (470 – Tebe 390 a.C.).
Sappiamo, inoltre, che Cassiodoro (Squillace 485 – 580) intratteneva rapporti con Dionigi il Piccolo (morto a Roma il 526), il monaco che datò la nascita di Cristo. Sappiamo anche che il monaco calabrese Barlaam di Seminara (1290 – Avignone 1348), Vescovo di Gerace e maestro di greco di Francesco Petrarca (1304 – 1374) e Giovanni Boccaccio (1313 – 1375), scrisse un’opera, che, piena di calcoli matematici e astronomici, fu molto apprezzata da Keplero (Germania 1571 – 1639).
Forse questa mia è solo una pista, che però mi sembra pregna di grande cultura che meriterebbe di essere conosciuta e che comunque arricchirebbe questa nostra proposta.
In conclusione, gli sforzi dell’attuale Nuova Scuola Pitagorica di Crotone per proporre un modello etico universale al mondo, si appoggiano a una conquista storica già universalmente accettata, ma poco nota, “il tempo giusto” della riforma del calendario. Inoltre, è da ricordare che nei calcoli precisissimi che si usano per la navigazione dei satelliti, il termine usato dagli scienziati per indicare l’anno terrestre è Lilian Year, l’anno di Lilio! Come dire che la Calabria ha dato al mondo “il tempo giusto”!
Caro Tito, trattando del “tempo giusto” e del Calendario Gregoriano (quello ormai divenuto sempre più “Calendario Globale” di riferimento per tutti proprio con la progressiva globalizzazione planetaria, anche se alcuni popoli mantengono il proprio nella vita interna dei loro Stati) mi sembra conseguente cogliere l’occasione per augurare a te e a tutti i nostri lettori un OTTIMO ANNO 2018.
In particolare, il principale augurio per l’entrante 2018 è che tutti gli Stati (in modo prioritario quelli più industriali, consumistici e progrediti) giungano a prendere severissime ed urgenti misure contro il disastroso “cambiamento climatico” che rischia veramente di fare ammalare il nostro pianeta molto gravemente e addirittura fino ad un punto di non ritorno.
Tra i molteplici problemi seri ed allarmanti della nostra Terra, questo del cambiamento climatico (di cui vediamo quasi quotidianamente le tremende conseguenze pure da noi, in Italia) è diventato il più pressante e non più rinviabile. Abbiamo un pianeta soltanto e non ci possiamo assolutamente permettere di comprometterne la vita, se non altro perché sarebbe come compromettere la nostra stessa vita, umana e totale. Un vero e proprio suicidio globale! Che l’imminente anno 2018 sia decisivo pure per questo drammatico aspetto ambientale e vitale!
Sempre con tanta cordialità e stima!
Domenico Lanciano Azzurro Infinito, mercoledì 27 dicembre 2017 ore 12,00
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