Caro Tito, da quanto (sentendomi di andare in “esilio”) il primo novembre 1988 ho lasciato definitivamente Badolato (pur tornandoci sempre più raramente soltanto per motivi familiari ed affettivi) per cercare di sistemarmi (a quasi 39 anni) ad Agnone del Molise (città di mia moglie) … ho più volte pensato e anche tentato di scrivere la storia di “Badolato paese in vendita” … una vicenda che, come già sai, ha avuto un qualche utile significato sociale, sia nazionale che estero, e che era mio dovere “testimoniare” a beneficio specialmente delle nuove generazioni che non l’avevano vissuta né personalmente né tramite il racconto dei tanti mass-media (specialmente negli anni “clou” 1986-88, al culmine delle cronache). Pensa, Tito, ho vissuto (specie più recentemente) il paradosso che …. mentre insistevo nel sollecitare Gerardo Mannello e Daniela Trapasso a scrivere le rispettive testimonianze della loro più diretta esperienza nella vicenda internazionale di “Badolato paese solidale” (1997-2002) … io me ne stavo inattivo e non riuscivo a mettere penna su carta per “Badolato paese in vendita”!…
Ci provo adesso. Adesso che, per molteplici motivi, “Badolato” ha finito per essere (fino a qualche mese fa) soltanto una “password” di uno dei miei tre computer (ufficio, casa, portatile). Forse è davvero strano e troppo doloroso a dirsi e a constatare che, a volte, è necessario scrivere di determinati avvenimenti quando le pur fortissime motivazioni, gli elevati slanci, i più sinceri aneliti, le più nobili passioni, le più seducenti suggestioni, le più belle emozioni e tanti altri eccelsi sentimenti abbiano ceduto il passo alla miserevole “distanza” emotiva e al più razionale “equilibrio” verso gli altri e verso sé stessi, lasciando passare il giusto tempo per la decantazione naturale del proprio e dell’altrui vissuto. Proprio come si fa per il vino, che ha bisogno del suo tempo per maturare e distillarsi.
Così, adesso, mi sento e sono pronto a dare almeno un “rendiconto orientativo” su un evento sociale che costituisce ancora un punto di riferimento e di confronto con una situazione assai diffusa in Italia e all’estero quale è quella dello spopolamento dei paesi e la conseguente desertificazione dei borghi e delle campagne, di cui Badolato è risultato (già nel 1986-88) uno dei primi e più eclatanti prototipi storici nel 20° secolo. Infatti, anche attualmente, quasi ogni giorno le cronache riportano appelli o tentativi più o meno concreti per “salvare” dal disfacimento edilizio e socio-culturale interi borghi oppure residenze di pregio o semplici capolavori d’arte, ma anche ambienti naturalistici e antropologici minacciati dal più sfrenato profitto.
Avrei voluto scrivere e pubblicare un vero e proprio libro ben documentato su “Badolato paese in vendita in Calabria”. Ma le vicende sociali ed esistenziali non me lo hanno permesso prima e non me lo permettono ancora adesso per come sarebbe il mio progetto editoriale di puntuale e completo resoconto umano e storico. Cosicché, per il momento (e ciò può valere pure a futura memoria), mi devo limitare a scrivere soltanto “appunti” orientativi su tale storia. Non quindi la “testimonianza” (la più completa possibile) che avrei voluto dare ma unicamente un breve racconto come quelli che la mia generazione era solita ascoltare dai nostri anziani al focolare di casa o del vicinato. Nel maledetto caso non riuscissi a scrivere e concludere esaurientemente nemmeno tale vicenda con questi “Appunti” … spero comunque che la mia ricca documentazione cartacea, fono-video e fotografica (che, facendo parte della mia “eredità sociale”, lascio alle Istituzioni) … possa riuscire utile a chi, in futuro, vorrà ricostruire i fatti corredandoli di testi e immagini che altri non sarebbero in grado di fornire. Intanto, bisogna dare riconoscenza e lode al periodico badolatese “La Radice” che è spesso intervenuto sulla vicenda con pregevoli e preziose pagine di memoria. In particolare nel 1996 (a dieci anni dall’inizio ufficiale degli avvenimenti), “La Radice” ha pubblicato un interessante resoconto 14 pagine (cm 17 x 24,5) intitolato “Badolato: parole e silenzi, fatti e non fatti”.
Comunque, anche se non riuscissi a completare nemmeno questo mio racconto, restano tanti altri scritti a dimostrare storicamente l’accaduto. Infatti (oltre a riviste, a quotidiani, a servizi radio-tv e internet italiani ed esteri) numerose sono le tesi di laurea sul biennio 1986-88 e dintorni (spero soltanto che non vadano perse nel martirio continuo della Biblioteca Comunale di Badolato cui gli autori hanno dato copia). E non sono pochi coloro che ne hanno scritto nei loro articoli e nei loro libri, pure ad altissimo livello, come ad esempio il professore Vito Teti (nativo di San Nicola da Crissa, nel vibonese, e docente all’Università della Calabria), la scrittrice Francesca Viscone (semi-badolatese di Filadelfia di Calabria) o il giornalista Pino Nano della Rai – Radiotelevisione italiana di Cosenza, che fu il primo a parlarne per i telegiornali nazionali e regionali nel novembre 1986 ad un mese dalla clamorosa notizia pubblicata alla pagina 22 (Interno – Attualità) di martedì 7 ottobre 1986 dal quotidiano romano “Il Tempo” (anno 43 n. 272, articolo che riporto nell’allegata immagine assieme ad altre importanti evidenze giornalistiche di Svizzera, primavera 1987, e di Germania, gennaio 1988).
Tuttavia, insistendo soltanto sul racconto, sulle testimonianze e sulla documentazione, sembrerebbe fine a sé stessa la vicenda di “Badolato paese in vendita in Calabria” non conoscendo il suo prima e il suo dopo. Invece, tale mia iniziativa dovrebbe essere vista anche e soprattutto nel contesto del mio grande amore per Badolato e, ovviamente, tramite questo mio paese natìo, nel contesto del mio grande amore per l’Umanità. Infatti, la vicenda di “Badolato paese in vendita” è principalmente frutto del mio grande amore per il paese cui sono stato assegnato per nascita, per il paese dei miei Avi, degli Amici e di tutto il Popolo della mia prima appartenenza e identità sociale.
Perciò, caro Tito, permettimi che io ti dica delle situazioni precedenti che, insieme, mi hanno portato ad esprimere un’idea promozionale la quale è posta al centro della mia esistenza (36-38 anni) come nell’umano e universale sentire dantesco … “Nel mezzo del cammin di nostra vita” (Inferno, canto primo, primo verso). Tale idea promozionale spinge e dà ancora valore a quasi tutte le mie iniziative poste in essere sempre da questo grande amore verso il territorio e il popolo della mia prima esistenza, principalmente verso il popolo più semplice, indifeso e martirizzato, nel contesto del “Suicidio del Sud” argomentato nel 1977 nella mia tesi di laurea proprio su Badolato.
Quindi, se sei d’accordo, comincerei col dirti come è nato e come poi è finito questo grande amore verso il mio paese, scrivendoti lettere che possono essere “parallele” a quelle consuete “Lettere a Tito” oggi giunte (con la presente) alla numero 150. Può essere una raccolta a parte che potrà cominciare così: “Lettere su Badolato n. 1 – Premesse” e via enumerando ed argomentando. Magari queste lettere potrebbero appartenere ad una “rubrica” a sé stante nel tuo sito www.costajonicaweb.it che diventa sempre più prezioso, pure come memoria storica e sociale.
Spero che queste “lettere parallele” siano gradite a te e a chi è più interessato o curioso di sapere. Preciso che queste lettere restano, comunque e pur sempre, semplici ed orientativi “Appunti” per un auspicabile lavoro più esteso, più ricco di particolari, di documentazioni e di immagini quali esistono ma che, al momento, non posso utilizzare per varie difficoltà logistiche ed esistenziali (e questa triste situazione la dice ancora fin troppo lunga sullo stato delle persone e delle istituzioni che ho dovuto subìre finora). Grazie, dunque, per la benevolenza con cui vorrai accogliere questi miei “Appunti” … questi pro-memoria di uno dei più grandi amori della mia vita, quale è stato, nonostante tutto, Badolato come simbolo di tutti i paesi del mondo. Infatti, ho già evidenziato più volte che “Amare il proprio paese è un pretesto per amare tutto il mondo!”. Coloro che leggeranno le prossime “Lettere su Badolato” si accorgeranno tra le righe che, amando Badolato, ho amato altrettanto profondamente pure il loro paese. In fondo in fondo, la vita è tutta questione d’amore … d’amore che c’è o che manca. Ed ho imparato, col tempo, che la vita è anche questione di grandi amori ma anche di grandi …“paradossi”. Così per Badolato, mio paese natìo!
Grazie e arrivederci alle … “Lettere su Badolato n. 1 – Le premesse”. Cordialità,
Domenico Lanciano
(Agnone del Molise, giovedì 19 novembre 2015 ore 06,11)