Caro Tito, forse non tutte le nuove generazioni di Badolato (Catanzaro) sanno che a sèguito della disastrosa alluvione dell’ottobre 1951 parecchi bambini sono stati ospitati da vari comuni della Calabria e di altre regioni per superare con meno disagi possibili tale delicato periodo, pure per continuare a frequentare la scuola e non perdere l’anno scolastico. Immagino che la medesima ospitalità abbiano avuto i bambini dei tanti altri paesi dell’entroterra jonico che avevano subìto ingenti danni per quella calamità che ha contribuito a cambiare i connotati territoriali ed antropologici delle nostre zone. Io avevo appena un anno e abitavo già in Marina dove la mia casa non aveva avuto danni (ma alcuni terreni di famiglia furono dimezzati o resi inutilizzati). Ho saputo in seguito da quei bambini ospitati altrove quali e quante sofferenze hanno dovuto comunque patire, pur godendo di buona ospitalità, considerazione ed affetto. Le calamità naturali e sociali restano pur sempre un trauma!
Si spiega anche con tale utile precedente (e non soltanto perché siamo un popolo di emigranti) l’ottima accoglienza riservata in Badolato a parecchie centinaia di profughi sbarcati dalla nave Ararat quel 26 dicembre 1997 tanto da destare ammirazione in tutto il mondo per questo “paese solidale”. Probabilmente, l’Amministrazione comunale di allora e tutto il popolo badolatese avranno tenuto presente pure il proverbio che per immedesimarsi in chi è in difficoltà bisogna mettersi nei suoi panni. Fatto sta che a quel tempo si parlò addirittura di “modello Badolato” per il tipo di originale e bella accoglienza e il sindaco Gerardo Mannello (che, ripeto, spero possa mettere nero su bianco in un apposito libro la sua importante testimonianza su quell’epopea solidale) fu chiamato dalle istituzioni europee per riferire su quell’esperienza corale (istituzioni e cittadini), oltre che da altri enti e da giornali e Tv di tutto il mondo. Un ruolo assai lodevole ha avuto a quel tempo anche il CIR – Consiglio Italiano Rifugiati che proprio a Badolato mise il centro regionale diretto per parecchi anni dall’ottima Daniela Trapasso (che ho sentito proprio qualche giorno fa e mi ha promesso di riprendere a scrivere il suo libro-testimonianza). Tra tanto altro, la fama di “Badolato paese solidale” (dopo la vicenda di “Badolato paese in vendita”) incentivò l’arrivo di italiani e “stranieri” i quali, acquistando casa, vi si sono stabiliti rivitalizzando ancora di più il borgo semi-spopolato, quasi morente. Quindi, la solidarietà ripaga anche in termini socio-economici oltre che etici, morali e civili.
Sicuramente in sèguito l’Unione Europea avrà tenuto conto di quel particolare ed originale tipo di accoglienza badolatese, oltre che dell’esperienza sostenuta poi da Lampedusa e dagli altri centri di accoglienza euro-mediterranei (come il borgo reggino di Riace dell’accorato Domenico Lucano o quello cosentino di Aquaformosa del magnifico Giovanni Manoccio). Peccato però che non abbia dato buona prova nelle emergenze successive quando il Sahara prima e il Mediterraneo dopo hanno causato centinaia di migliaia di morti per assenteismi e irresponsabilità internazionali (in particolare dell’Unione Europea), per indolenza o per mancata valutazione delle forti pulsioni migratorie da parte di altri organismi globali. Gli storici forse ci diranno in un futuro prossimo o remoto i retroscena di questi “popoli in fuga” e, in particolare, se e quanto e come tali esodi siano “pilotati” ad uso e consumo di alcune potenze.
La Storia ci ha disincantati e ci ha dimostrato ampiamente che cinismi ed opportunismi pianificati a tavolino in modo scientifico e spietato da taluni Stati (o gruppi di Stati) sono superiori ad ogni più azzardata immaginazione. Pure in questi casi la realtà supera la fantasia … tanto è che i popoli della terra sono in “balìa” di pochi potenti o prepotenti. Siamo tutti “baliàti” cioè “in balia” di questi padroni del mondo, i quali riescono a sfruttare a loro favore persino i nostri slanci solidali. Come quasi tutti coloro che al mondo seguono gli eventi, anche io a riguardo ho delle idee, delle supposizioni e dei sospetti, ma, ovviamente, non è questa la sede per riferirli. Qui, basta dire che non è tutto oro e generosità ciò che taluni multimedia ci vogliono far credere. I morti, specialmente quando sono troppi, smentiscono sempre i buonisti e gli uffici propaganda, persuasione ed assuefazione dei governi. Come contrastare ciò, come uscirne?… Mi sembra una delle sfide più titaniche che i popoli devono affrontare per non essere massacrati e dispersi. Ma chi è disposto a guidare bene un simile necessario contrasto?… Restano muti tali immani interrogativi!?
Comunque sia, anche alla luce di ciò che sta avvenendo lungo la rotta balcanica fino in Germania e in altri fronti non soltanto mediterranei, dobbiamo augurarci che la comunità internazionale (specialmente quella benestante) non ripeta gli errori e gli orrori verso i migranti di questi ultimi decenni. Perseverando in un atteggiamento tale da generare ancora vittime, l’ONU tiepido, l’Unione Europea contraddittoria e gli altri Stati coinvolti (anche extra-europei) saranno condannati dalla Storia come autori di gravi crimini umanitari, nonostante tardive aperture solidaristiche. Già pesano su di loro gravissimi sospetti. Ma anche noi, individualmente, potremmo avere una nostra amara responsabilità. Dobbiamo, quindi, riflettere bene su noi stessi, come persone e come comunità!
Dobbiamo augurarci, comunque, che tutto questo ingente movimento migratorio possa significare una svolta decisiva nel riequilibrio tra i popoli in ogni parte del mondo. Il riequilibrio tra i popoli potrebbe essere un nobilissimo ideale, un ottimo motivo di impegno di esistenza e di vita per tutti, specialmente per le nuove generazioni dell’Occidente. Intanto, diamo “il benvenuto!” in Europa a questi migranti così come nel 1997 abbiamo dato il benvenuto a Badolato a quei profughi curdi della nave Aratat chiamandoli “Fratelli del mare”! … Così come in precedenza avevamo dato “il benvenuto!” ai profughi della guerra nella ex Jugoslavia dei primi anni novanta (ma quella esperienza ha dimostrato quanto sia difficile la vera accoglienza come già per l’esodo albanese).
Caro Tito, pur rischiando di andare “contro-corrente” (specialmente in questi giorni di ondate emozionali spontanee e pilotate) la mia coscienza mi impone di non dimenticare coloro che, in Italia e altrove nel cosiddetto ricco Occidente), non godono di diritti costituzionali, sociali, economici e sanitari degni della cittadinanza “ordinaria” e “normale”. Ieri, ad esempio, ho avuto in mano il documento di un Distretto Sanitario di Base intitolato “Sportello per richiedenti asilo politico – Door to asylum seekers” … un documento non riservato ma diffuso pure dalla stampa e, quindi, di dominio pubblico. Trascrivo l’elenco delle “Principali attività” (evidenziate nell’originale anche in lingua inglese): Lo Sportello per immigrati con regolare permesso di soggiorno del Distretto Sanitario di Base svolge in particolare le seguenti attività: orientamento e informazione, informazione sui diritti; orientamento e accompagnamento dei cittadini stranieri immigrati e loro nuclei nell’accesso alla rete dei servizi sociali, sanitari, di consulenza tecnica specialistica per supportare i servizi nella gestione dei progetti personalizzati di intervento; interventi socio-sanitari di prevenzione e di tutela specialmente a favore di donne in stato di gravidanza; accoglienza e protezione assistenziale e sanitaria mirate a fronteggiare le emergenze; rilascio e rinnovo tessere sanitarie; esenzioni ticket; richiesta ausili.
Mi chiedo se hanno i medesimi diritti i tantissimi cittadini “invisibili” italiani, cioè gli “inoccupati” (coloro i quali, non hanno mai avuto un lavoro riconosciuto INPS e devono essere distinti dai “disoccupati” ovvero coloro che, pur avendo avuto un lavoro riconosciuto INPS, al momento non lavorano ufficialmente). Gli inoccupati – ribadisco – sono i nostri concittadini “invisibili” (come altre categorie “criptate”). Forse no, non hanno i medesimi diritti degli immigrati. Infatti so di inoccupati che hanno dovuto pagare il “ticket” per medicine e visite specialistiche pur non avendo alcun reddito. Mi scuso se sbaglio, ma ho motivo di credere che nella nostra “civilissima” Italia ci siano persone trattate peggio degli immigrati. Non voglio assolutamente fare del “populismo” o altro genere di “climatologia sociale e politica” né tanto meno rischiare “razzismi”… però a riguardo ho qualche prova e molte sensazioni (le quali andrebbero smentite, chiarite o soddisfatte) per avanzare tali dubbi. Comunque, tale è la percezione del fenomeno. I troppo deboli cittadini italiani sono o possono almeno essere paradossalmente equiparabili a immigrati (rifugiati o profughi)?… E dopo il “diritto d’asilo” chissà se l’Europa riuscirà a riconoscere un vero “diritto di cittadinanza” per tutti indistintamente!… Un diritto di cittadinanza che sia base per l’emancipazione dei più deboli. Se un individuo è sempre anemico difficilmente potrà mai crescere e svilupparsi!
Il riequilibrio da me sempre invocato dovrebbe valere per tutte indistintamente le persone. Ed ho l’impressione che in Italia bisogna lavorare ancora davvero tanto, a livello culturale e istituzionale, per “non lasciare indietro” nessuno (come è uso dire in questi anni). Ma ho la netta sensazione che di persone che sono lasciate indietro, ai margini e come “ultimi” è piena la nostra nazione (qualche milione secondo lo stesso ISTAT – Istituto di Statistica). A livello culturale ho sempre lavorato e lavoro perché si attui nel migliore modo la nostra Costituzione, a livello istituzionale ci sono coloro che a ciò sono deputati e delegati (in modo elettivo o concorsuale) e molto ben pagati per risolvere questi problemi di base. Mi ritengo un uomo di “cultura” (in senso lato) e non un politico. Perciò, da uomo di cultura avanzo interrogativi, segnalo problematiche e ipotizzo (a mio modo di coscienza e conoscenza) indirizzi risolutivi. Insomma voglio fare la mia parte (adeguata o inadeguata che sia), cercando di contribuire al bene comune. Adsum (io sono presente) come dicevano gli antichi latini!
Buona cittadinanza a tutti! Cordialità, Domenico Lanciano
Agnone del Molise, martedì 08 settembre 2015 ore 17,28