Caro Tito, nel bene e nel male, l’Islam (specialmente nella sua componente araba) ha sempre avuto (negli ultimi 13 secoli) un ruolo assai importante nel mondo, soprattutto nel nostro Mediterraneo. Lo sappiamo bene noi appartenenti alle zone costiere del sud Italia, che abbiamo i nostri paesi arroccati e i territori disseminati di torri di avvistamento a testimonianza ancora oggi del sistema difensivo e della paura generata proprio dalle incursioni musulmane provenienti dal mare.
Per capire e memorizzare la presenza degli Arabi in Italia e in particolare in Sicilia, mi sembra utile segnalare la sintesi che ne fa Rosa Maria Delli Quadri (docente di storia del Mediterraneo all’Università di Napoli “L’Orientale”) alle pagine 66-79 dell’autorevole rivista mensile “Storica” nell’edizione italiana del prestigioso “National Geographic” di luglio 2015, fascicolo numero 77 con interessanti illustrazioni ed essenziale cronologia.
“Con l’abbandono della Mecca da parte di Maometto e il suo trasferimento a Medina (Egira) nel settembre 622 d. C., gli Arabi entrarono nella grande storia” così esordisce in modo solenne e perentorio la professoressa Delli Quadri. E continua molto significativamente: “Per quel popolo dalle energie intatte, stanziato nella penisola arabica, l’Islam rappresentò uno stimolo verso l’apertura di nuovi orizzonti e una spinta verso strade mediterranee del tutto impreviste”.
Mi ha assai colpito il riferimento a quelle “energie intatte” capaci di proiettare un piccolo popolo (come mille anni prima fu Roma) verso vasti orizzonti, mentre i popoli man mano conquistati non avevano più quella energia umana, culturale, sociale e storica che li avevano resi grandi nei secoli precedenti.
Mi sembra di intravedere nella nitida espressione “energie intatte” le parole chiave per capire pure gli avvenimenti cui assistiamo oggi quasi come un “replay” epocale.
Da una parte le grandi migrazioni di questo “popolo senza nome” (come ti dicevo nella precedente lettera) e, aggiungerei adesso, “e senza armi” quale è quello dei migranti che, in maggioranza musulmani, provengono soprattutto dall’Africa nera … un popolo che sta piano piano conquistando l’Europa bianca e stanca, pusillanime e senza più fede né slanci vitali, arroccata nella sua fortezza d’egoismi e di atroci divisioni interne. Dall’altra parte adesso c’è in crescita (proprio là dove l’Islam originario ed “energetico” ha costruito vera cultura e dato al mondo un’eredità eterna, al netto delle sue immancabili atrocità imperialiste) l’aggressività dell’Islam più fondamentalista ed oscurantista dell’ISIS che produce distruzioni e morte, imponendo una chiusura sociale e teocratica quando invece il vero Maometto raccomandava pacifica convivenza e utili intrecci economici e culturali come base di benessere di tutti.
Tale metodologia del primo efficace Islam ha fatto scrivere alla professoressa Delli Quadri un importante passo alla pagina 77 del citato articolo su “Storica” (rivista cui collabora abitualmente): “La fine della supremazia degli arabi non coincise affatto con la loro eliminazione sociale, culturale e religiosa, e la storia dell’elemento arabo di Sicilia continuò per tutto il secolo normanno e per quello svevo, fino ai primi decenni del 1200, affermandosi come una componente essenziale, anzi dirigente”. E’ così dimostrato che là dove si costruisce veramente (entrando nell’anima della gente e travasando vera energia vitale, creatrice ed universale) resta poi difficile quasi impossibile distruggere definitivamente una simile eredità.
Rosa Maria Delli Quadri così conclude la sua avvincente “lezione araba”: “L’ultimo atto dell’arabismo di Sicilia si ebbe con il terzo svevo, normanno da parte di madre, il grande Federico II” … il grande Federico “stupor mundi” mi permetto di aggiungere … ma soltanto per meglio intenderci sulla sostanza del messaggio superlativo che la docente de “L’Orientale” di Napoli intende lasciarci dopo una trattazione davvero illuminante quanto appropriata per un’attenta ed utile lettura delle energie in movimento nella storia dei giorni nostri, anche e soprattutto nel contesto euro-mediterraneo e medio-orientale che è ovviamente il medesimo contesto italiano, in particolare siciliano e meridionale.
Pure per tale motivo, mi sento di raccomandare la lettura dell’ottimo articolo della professoressa Delli Quadri a quanti in Italia (e ovviamente in Sicilia, Calabria ed altro Sud) sono e si mostrano attenti alle evoluzioni storiche antiche e attuali, per capire meglio il nostro tempo alla luce dei secoli passati, pure dal momento che la Storia, spesso, ha i suoi cicli vitali ed energetici da non trascurare, assolutamente! Ma, anzi, è necessario trarre la migliore lezione possibile anche per non ripetere errori ed omissioni che potrebbero costarci assai cari. Quando l’Europa e l’Occidente torneranno ad essere energetici propulsori di vera civiltà?… Buon’incontro tra civiltà a tutti! Cordialità,
Domenico Lanciano
(Mare di Vasto, domenica 19 luglio 2015 nel 23° anniversario dell’eccidio di Paolo Borsellino e della sua scorta in Palermo, Via D’Amelio)