Caro Tito, adesso mi sembra giusto ed utile ricordare qui uno dei personaggi più significativi che ha avuto la nostra Calabria nel 20° secolo. E’ la compianta scrittrice Anna Mongiardo, nata in Sant’Andrea Apostolo dello Jonio, provincia di Catanzaro, il 6 maggio 1939 (all’anagrafe Maria Annina). La sua esistenza si è compiuta nel grembo della sua terra familiare quasi tre mesi fa, il 22 novembre 2014. Questa che evidenzio è una foto che la ritrae nel 1969, quando aveva 30 anni ed era una delle regine dei salotti letterari romani. E con tali frequentazioni ha avuto la possibilità di conoscere tantissimi scrittori ed artisti (esordienti o di grande successo), comunque il meglio della letteratura e dell’arte italiana ed anche internazionale del Novecento. Giornalista e critica letteraria (ci lascia, tra tanto altro, innumerevoli terze pagine pubblicate da “Il Messaggero” il più diffuso quotidiano romano), narratrice e poetessa, Anna Mongiardo rappresenta uno degli emblemi più nitidi ed esuberanti dell’emancipazione delle donne non solo calabresi nella seconda metà del 20° secolo.
Per tantissime persone, ma specialmente per noi ragazzi (nati nel dopoguerra tra il 1945 e il 1955), la Mongiardo costituiva negli anni 60-70-80 un autentico “mito” soprattutto perché era un simbolo legato alla “trasgressione”. Infatti, dai primi anni 60 agli inizi degli anni 80 “emancipazione” non poteva che essere sinonimo di “trasgressione” … non soltanto per le ragazze ma pure per noi maschietti (anche se ovviamente per le donne, in particolare quelle meridionali, ci voleva davvero un notevole maggior coraggio), pure perché si passava dal matriarcato al femminismo, dal patriarcato alla forte riconsiderazione della famiglia. Si trattava di uscire anche da alcuni tabù (prima di tutto quello sessuale, essenzialmente come scoperta del corpo interagente) e di impostare la propria vita verso un mondo che si apriva e diventava piano piano globale, soprattutto nel desiderio di libertà…. Allora era necessario “essere in rivolta” e anticonformisti, anticonvenzionali e fortemente critici per cercare le verità che ci erano state nascoste o negate dai sistemi sociali incrostati di autoritarismi e da miopìe molteplici e segreganti. Bisognava liberare il mondo!
Infatti, dal mondo chiuso (ancora in gran parte medievale soprattutto nei nostri paesini) all’universo infinito … era questa la nostra dimensione (specialmente dopo i primi voli spaziali e l’utilizzo sempre più ampio dei grandi mezzi di comunicazione sociale come la stampa, la telefonia, la televisione, la scuola, le autostrade, ecc.). “Liberare l’amore” – “Liberare il pensiero” – “Liberare il lavoro” – “Liberare le schiavitù” palesi e nascoste – “Liberare la donna”… in estrema sintesi “esistere, lavorare e lottare per un mondo migliore” … erano questi gli slogan e i traguardi di quelle nostre generazioni che, nel dopoguerra (gustando il sempre più lungo periodo di pace e un po’ di benessere economico), avevano bisogno di aprirsi al mondo e, soprattutto, ad ogni genere di conoscenza, anche e specialmente verso quella che presentava nuovi orizzonti, a costo di sembrare trasgressivi e, quindi, a costo di essere malvisti, puniti o addirittura rischiando di fare “scandalo”!… Ma si sa, spesso se non si è audaci, se non si rischia e non si fa “scandalo” non si fa vera cultura (quella che smuove le acque degli stagni e delle paludi)… la Storia è ricolma di personaggi temerari che, soltanto osando, hanno potuto e saputo cambiare concretamente le cose nel bene e, purtroppo, anche nel male.
Personalmente, sono sicuro che Anna Mongiardo (donna sensibilissima ed intellettuale onesta, vigorosa e rigorosa) abbia contribuito notevolmente a squarciare i veli dell’ipocrisia, sotto ogni loro aspetto, profilo e natura, per aprire le menti all’autenticità umana e sociale. Anna ha fatto nel suo maggiore impegno (cioè l’essere e il ritenersi “la scrittrice del corpo” per la riscoperta e la valorizzazione della psiche del corpo umano ovvero tutto un “universo-mondo” sull’intelligenza del corpo e sulla conseguente dignità della donna) ciò che, in altri termini, sta facendo da decenni il fratello Salvatore (di cui ci stiamo occupando di frequente) … cioè, entrambi stanno contribuendo a chiarire parecchi modi di stare al mondo e di conoscere il mondo, specialmente sulla più vera natura umana, sociale e religiosa.
“Anna – sintetizza il fratello Salvatore – era in rivolta totale contro la pazzia che domina il mondo”… che è poi la medesima cosa che stiamo cercando di fare un po’ tutti noi (come individui e/o come generazioni) e che sta facendo Salvatore stesso, il quale cerca di contrastare a modo suo, con i suoi preziosi studi storico-filosofici e religiosi-sociologici, le sottili ideologie che schiavizzano l’umanità, specialmente attraverso la violenza programmata e generalizzata per reprimere o distruggere le persone e i popoli. Pure per questa loro valenza, ho voluto riportare Anna e Salvatore nel libro de “I miei Vip” (uno dei sette volumi del “Libro-Monumento per i miei Genitori” editi nel 2007) inserendoli, appunto, nel processo di efficace “genitorialità sociale”… cioè di coloro che hanno dato e continuano a dare idee creative e procreative, tali che possano moltiplicare la civiltà del pensiero e dei comportamenti più utili e soprattutto … “salvifici”.
Nel caso di Anna Mongiardo, i comportamenti personali e sociali più ancora dei suoi libri hanno inciso profondamente nel cuore e nella mente di chi ne ha seguìto le vicende, a volte particolarmente eclatanti, più spesso arditi ma proprio per questo ancora più utili al progresso culturale ed ambientale. Però, pur avendo furoreggiato nel mondo letterario romano e pur avendo avuto editori d’avanguardia in quegli anni assai effervescenti per la cultura anche italiana, Anna non ha avuto la possibilità di affermarsi, di sfondare, nonostante ne avesse avuto tantissimo talento ed occasioni per manifestarlo in modi assai più ampi. In tale esito penso che per lei sia avvenuto come per la maggior parte di noi calabresi cui manca l’ultimo ardire, quello totale … forse perché manteniamo un pudore ancestrale ed una misura dell’anima oltre la quale non riusciamo ad inoltrarci, pure perché il costo è solitamente superiore al senso di dignità che ci è stato inculcato fin dall’infanzia e, nonostante il talento, amiamo mantenerci sobri ed equilibrati, rinunciando così al successo a qualsiasi costo… anche quando siamo trasgressivi o addirittura precursori, a volte ribelli, sempre e comunque stracolmi di valori universali …. spesso assai scomodi!
Ma, a mio modesto parere, Anna Mongiardo non ha avuto il pieno successo letterario proprio perché era “troppo” donna, troppo trasgressiva, troppo precorritrice e lungimirante, in definitiva troppo “ribelle” … una ribelle che non era contro il Sistema ma se ne considerava fuori, essendo e considerandosi anarchica di costumi e convinzioni (pure perché contro il profitto e, quindi, contro il tipo di lavoro che lo genera). E il “Sistema” non tollera chi è “troppo” … può persino tollerare chi gli è contro (il Sistema ha bisogno spesso di uno o più nemici) ma non tollera certamente chi, snobbandolo e non riconoscendolo, si dichiara fuori dal Sistema… “diverso”! Il Sistema solitamente valorizza e utilizza (sempre a proprio vantaggio) chi, anche in modo trasgressivo, gli si rivolta contro ma … in maniera tale da trarre profitto persino di tale rivolta. Insomma, il Sistema (che è prevalentemente mercantile, plutocratico e cleptomane non certo valoriale) può vincere anche quando perde, perché sa “vendere” persino la propria vergogna e le proprie sconfitte. Ma Anna Mongiardo, così come tanti altri grandi calabresi, era e si sentiva diversa, opposta, alternativa e troppo oltre questa legge del Sistema e con troppe verità che il Sistema non riesce ad ammettere e non può tollerare.
La Storia della Calabria ne è perenne conferma fin dai tempi più antichi. Specialmente le Terre Joniche (Terre di verità assolute) appartengono ad un’altra civiltà che i popoli di altre Terre hanno sempre cercato di annientare senza riuscirci, poiché la verità e la memoria possono essere oppresse però mai annientate, così come la forza bruta (ideologica, economica e delle armi) può schiavizzare però mai eliminare i grandi valori come quelli custoditi dalla Calabria e da tutti gli altri “ombelichi del mondo”. Non è quindi un caso che l’Anna ribelle sia poi tornata al proprio paese natìo stanca delle tante battaglie (forse apparentemente sconfitta) ma consapevole e convinta di aver condotto una testimonianza di grandi valori salvifici. Così l’ho percepita nell’unico ma lungo dialogo avuto con lei, ormai senza più risorse ma fiera di aver lottato (ancora epica come la sua vita e sempre mitica e ancestrale, lungimirante ed eterna). Anna Mongiardo rappresenta la Calabria oppressa ma alternativa al mondo che vende ed impone le sue ipocrisie … rappresenta la Calabria che preferisce restare emarginata pur di non farsi contaminare dai Poteri e dai Sistemi che si sono susseguiti nel corso dei secoli, invadendola ma mai dominandola veramente! La Calabria perennemente ribelle, la Calabria ricca di autarchiche verità esistenziali ed universali.
Coscienti di questa Calabria Universale e di un Mondo da redimere, Anna Mongiardo (ieri) e il fratello Salvatore (oggi) hanno dato, continuano a dare (specialmente attraverso la sofferta testimonianza della propria vita e con i valori dei loro libri) un grande contributo a quella “rivoluzione culturale” che nella seconda metà del 20° secolo ha tentato di cambiare la società ingiusta … scalfendo pure i padroni del mondo e quella loro classe dirigente, quelle caste che, poi tuttavia, hanno finito per rischiavizzare quello stesso mondo forse perché stava davvero troppo cambiando a loro danno. Ma quando ci sono le vere rivoluzioni culturali epocali (come quella della contestazione operaia e studentesca, intellettuale e religiosa degli anni post-bellici, in particolare quella tra il 1960-80) il mondo non può essere più lo stesso, nonostante qualsiasi “riflusso” o regressione socio-economica-politica (come purtroppo sta avvenendo dagli anni 90 fino ad oggi).
Alcuni dei libri di Anna Mongiardo sono stati dei veri e propri “casi letterari” come il romanzo “Nudo e crudo” (Bompiani, Milano 1981), che ha vinto il Premio Internazionale Bordighera, o come i racconti di “Capelvenere” (Trevi, Roma 1974). Ma assai sensazionali sono state anche le narrazioni di “Scrittura mia” (Il formichiere, Milano 1977) – “Il cavallo dipinto” (Edizioni Nazionali, Roma 1965, romanzo ambientato a Cirò Marina e dintorni crotonesi) e la silloge poetica “La donna cammello” (Trevi, Roma 1968). La sua morte ha lasciato due importanti inediti “I racconti della bambina cattiva” e la raccolta di poesie “Il Poemastro dell’Eros”… entrambi destinati a fare ancora più scalpore. In un’intervista del 1980 rilasciata al quotidiano “Lotta continua” (che qui unisco per meglio capire la personalità della nostra scrittrice) la Mongiardo parla dell’esistenza di un altro romanzo “Il Gabbio” di cui non si sa altro (forse rimasto inedito o addirittura distrutto dall’Autrice). Infine, figura come “consulente critico” nella monografia “Poeti italiani per la pace” edita in Catania da Tifeo nel 1987.
Quando, dieci anni fa, sono andato a conoscerla nella sua casa di Sant’Andrea dello Jonio Marina (dove si era ritirata dopo le grandi battaglie culturali dell’assai fruttuosa esperienza romana), mi ha mostrato ed illustrato questi suoi due dattiloscritti, che adesso speriamo vengano dati alle stampe e adeguatamente diffusi dalla sua famiglia. Purtroppo ho conosciuto troppo tardi Anna Mongiardo … uno degli immortali “miti” della mia giovinezza … troppo tardi per poterle essere utile nella pubblicazione dei suoi pregevoli inediti. Infatti avevo cessato da poco l’essere editore di opere altrui per meglio potermi concentrare sulle mie.
Mi auguro, caro Tito, che la sua famiglia (principalmente il fratello Salvatore), il suo Comune di nascita, la stessa Regione Calabria possano insieme organizzare, prima possibile, un qualche convegno sulla personalità e sulle opere di Anna Mongiardo, coinvolgendo pure le università, le scuole, i circoli letterari ed associativi, dal momento che questa nostra calabrese verace non soltanto è una importante scrittrice ma è uno di quei personaggi da studiare maggiormente per la grande valenza sociale e culturale, specialmente riguardo la condizione e l’emancipazione femminile regionale e nazionale. Mi auguro, altresì, che venga data alle stampe la sua “Opera omnia” (compresi i più significativi articoli giornalistici) poiché se ne sente tanto la necessità, essendo anche i suoi libri ormai praticamente introvabili (ho notato che in internet è in vendita qualche copia già usata).
Comunque sia, sono tante in Italia le Biblioteche pubbliche che hanno i libri della nostra Autrice. Si può accedere da qualsiasi Biblioteca abilitata al prestito interbibliotecario nazionale o alla fornitura di fotocopie. Esorto i nostri gentili lettori ad avvicinarsi a questa grande donna e grande scrittrice, leggendone le Opere e approfondendo le valenze personali e sociali del suo messaggio esistenziale. Vorrei spronare a ciò tutte le donne e in particolare quelle calabresi alle quali lo scrittore Giovanni Balletta di Catanzaro, confidando il loro per la rinascita del nostro popolo, aveva dedicato il libro “La Calabria nel suo periodo eccelso” (Calabria Letteraria Editrice – Rubbettino – Soveria Mannelli 2000).
Anna Mongiardo andrebbe studiata profondamente e per questo vorrei sollecitare le associazioni dei ginecologi, quelle degli andrologi, dei psicoterapeuti, dei sessuologi e delle stesse donne a trattare i piccoli e grandi tempi psico-sessuali che la scrittrice pone e che, se non risolti, condizionano le singole persone ma anche la società e l’intera visione della vita. La Biblioteca delle Donne di Soverato (la cui sede è nei locali del Palazzo di Città) potrebbe dedicare alla Mongiardo una speciale sezione e una serie di seminari sulla sua Opera, sulla sua personalità, sui tempi da lei vissuti e sul ruolo che hanno avuto le donne ribelli meridionali nel processo di emancipazione non soltanto femminile ma di tutta la società italiana ed estera. Sono certo che la nostra Anna Mongiardo tanto ribelle quanto preziosa ha un posto sempre vivo, vibrante ed efficace nell’Olimpo calabrese ed universale, specialmente nel Paradiso di tutte le donne ribelli!
Caro Tito, ieri 6 febbraio è stata considerata, come ogni anno, giornata mondiale contro le mutilazioni genitali femminili (come l’infibulazione) praticate ancora a milioni di bambine con esiti disastrosi psico-fisici. Anna Mongiardo che ha sempre lottato per le donne e per la migliore valorizzazione del loro corpo “intelligente” lotterebbe ancora non soltanto contro tali crimini ma contro ogni cosa che offende e danneggia tutti gli esseri umani, in particolare le donne. Cordiali saluti, Domenico Lanciano (sabato 7 febbraio 2015)
LOTTA-CONTINUA – Roma 13-14 aprile 1980 pagina 15 intervista Anna Mongiardo