Pubblichiamo la lettera aperta inviatoci dal nostro lettore Guerino Nisticò: <<Questi ultimi giorni di lavoro politico, soprattutto nazionale, dedicati alla chiusura della liste calabresi di Camera e Senato di “Rivoluzione Civile” sono stati caratterizzati – dal mio modesto punto di vista – da una gran confusione d’azione e discussione, da strani e forse strategici silenzi politici, da una pessima comunicazione tra le varie componenti ed i territori. Da questi ultimi, erano partite, nelle scorse settimane, delle proposte legittime ed importanti, frutto di assemblee territoriali molto partecipate (comunque consapevoli dei limiti di un sistema elettorale e di una legge lacunosa, che va assolutamente cambiata!) che avevano fondamentalmente l’obiettivo di costruire una vera lista politica di cittadinanza. Una lista caratterizzata regionalmente e con candidature espressioni dei territori e delle tante battaglie locali. E se non sbaglio era proprio questo l’obiettivo originario, condiviso nelle assemblee nazionali di dicembre: creare una seria alternativa elettorale di sinistra, una lista di cittadinanza politica espressione dei territori e dei conflitti sociali in essi in atto.
Si voleva e si doveva, partendo da questa tornata nazionale (e cito qui l’appello in cui ho personalmente creduto), costruire un’alternativa che si fondasse sulle promesse di civiltà contenute nella nostra Carta fondamentale, proprio perchè la Costituzione stabilisce che tutti i cittadini hanno diritto al lavoro e, in quanto lavoratori, a una retribuzione sufficiente ad assicurare un’esistenza libera e dignitosa (base di nuove e lungimiranti politiche economiche e sociali). Un’alternativa che esprimesse una cultura politica nuova, capace di parlare il linguaggio della vita della persone e non quello degli apparati e che includesse nelle discussioni e decisioni pubbliche la cittadinanza attiva. Un’alternativa capace di fare emergere, con l’impegno collettivo, una nuova rappresentanza politica preparata, capace, disinteressata al tornaconto personale e realmente al servizio della comunità. Un’alternativa in grado di produrre antidoti a quel sistema clientelare che ha generato corruzione e inquinamento mafioso e di trasformare lo stato rendendolo trasparente, de-centralizzato ed efficiente. Un’alternativa, quindi, che guardasse a un mondo diverso, in cui si rispettasse l’ambiente, in cui venissero valorizzati i beni comuni, in cui si praticasse l’accoglienza, in cui si assicurasse a tutte e tutti la possibilità di una vita degna di essere vissuta anche se si è vecchi, malati o senza lavoro o se si è arrivati nel nostro paese per viverci e lavorare. Bene, si voleva e si doveva dar vita ad un’iniziativa politica nuova ed intrasigente, lontana dall’idea di raccogliere i cocci di esperienze fallite, dei vecchi ceti politici, delle sigle di partito, della protesta populista. Un’iniziativa importante ed elettoralmente ambiziosa che doveva portare alla costituzione di un polo alternativo agli schieramenti PD-SEL, MONTI-Centro&co., PDL-LEGA, Movimento 5 stelle ecc. Un’iniziativa che voleva e doveva partire dalle centinaia di migliaia di persone che nell’ultimo decennio si erano mobilitate in mille occasioni, dalla pace ai referendum, con l’obiettivo di aggregare movimenti, associazioni, singoli, amministratori di piccole e grandi città, lavoratrici e lavoratori, precari, disoccupati, studenti, insegnanti, intellettuali, pensionati, migranti in un progetto di rinnovamento delle modalità della rappresentanza con una effettiva parità dei sessi.
Logicamente, si trattava di un’operazione complicata ma necessaria e negli ultimi giorni si sono susseguiti numerosi appelli in questo senso, proprio per ricordare le basi su cui si poggiava il progetto. Era il tempo giusto per unire passioni, intelligenze, capacità ed entusiasmo, per costruire una proposta elettorale coerente con quelle prospettive, in cui non ci dovevano essere ospiti e ospitanti, leader e gregari ma un popolo interessato a praticare e promuovere cambiamento.
Bene, ho paura che, proprio rispetto alla composizione delle liste calabresi, sia successo tutto ed il contrario di tutto con una grande delusione ed amarezza per tutti coloro che, me compreso, credevano in un possibile cambiamento di rotta. Eppure, nonostante la ristrettezza dei tempi, si era provato a fare il possibile e l’impossibile. Sono prevalse logiche, dinamiche, metodi – con veti e contro-veti incrociati – che non mi appartengono e che non condivido e che pare stiano portando a liste poco accettate e condivise dal basso, con tanto di strascichi polemici, evitabilissimi, che comporteranno scompensi politico-elettorali. Per non parlare della fretta, forse un errore, di comunicare ai giornali calabresi le liste con nomi e cognomi dei potenziali candidati, senza averne ufficialmente constatato disponibilità soprattutto rispetto a quanto stava accadendo (per quel che mi riguarda è successo proprio questo). IO NON CI STO! Non avevo e non ho ambizioni politico-elettorali. Non era e non è un problema di posizionamento, cosa invece molto dibattuta sicuramente tra partiti e le componenti politiche della lista. Si guardava, innanzitutto, al futuro, pensando alle tante sfide politiche, soprattutto, ed elettorali, anche, che avrebbero interessato la CALABRIA. Sono state tradite proposte complessive con una visione organica delle cose. Detto ciò, da cittadino-elettore penso che questo amaro in bocca mi costringerà a valutare con estrema pazienza e calma cosa fare i prossimi 24 e 25 febbraio. Passo e chiudo. Sempre e comunque contro qualsiasi forma di berlusconismo, montismo, populismo, grillismo, moderatismo contemporaneo neoliberista targato PD-SEL. A salvaguardia dei territori, dell’ambiente, dei beni comuni, dei diritti di tutti e del vero benessere collettivo socio-culturale ed economico. Al lavoro, ai diritti e alla lotta! (Nisticò Guerino)>>