Caro Tito, oggi ho ricevuto con grande gioia la lettera prot. 677 del 29 marzo 2022 da parte del per. ind. Luigi Ferrua, primo cittadino del Comune di Rocca Cigliè (CN), il quale mostra di apprezzare molto la proposta di realizzare un monumento alle Calabrotte, avanzata il 29 gennaio scorso a tutti i Sindaci delle Langhe dalle associazioni culturali Università delle Generazioni e degli Amici della Calabria.  Come ricorderai, con << https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-385-la-grande-storia-damore-di-maria-cefalisposa-del-sud-da-cortale-di-calabria-alle-langhe-piemontesi-per-diventare-calabrotta/ >> ti ho raccontato le storia di quattro ragazze di Cortale, un glorioso paese al centro dell’Istmo tra il golfo di Squillace e il golfo di Lamezia, nella nostra provincia di Catanzaro.

Tali ragazze tra il 1964 e il 1966 hanno sposato giovanotti di Rocca Cigliè, piccolo borgo delle Langhe. In particolare, mi sono soffermato a dirti della bellissima storia d’amore di Maria Cafalì con il marito Giovanni Baricalla. La signora Maria è una delle quattro cortalesi emigrate in quella lussureggiante ma lontana parte del Piemonte, oggi divenuta un marchio internazionale del migliore “Made in Itay”  grazie soprattutto a migliaia di “Spose del Sud” specialmente calabresi lì indicate come “Calabrotte”.

Infatti, Carlo Petrini (fondatore e presidente di “Slow Food” e importante valorizzatore territoriale) ha più volte dichiarato che le “Calabrotte” hanno salvato le Langhe. Lo ha scritto, nero su bianco, pure nella Prefazione al libro “Ti ho visto che ridevi” del collettivo Lou Palanca (edito da Rubbettino nel 2015) dove si racconta l’emigrazione dalla Calabria di Dora, simbolo di tutte le “Calabrotte”.

In occasione dello scorso 8 marzo, giornata internazionale delle donne, l’Università delle Generazione e gli Amici della Calabria, hanno realizzato un simbolico “Primo Calabrotte Day” assegnando una pergamena di Riconoscenza e di Gratitudine a tutte le Calabrotte delle Langhe e una, in particolare, come espressione di tutte, alla signora Maria Cefalì, lì emigrata nell’agosto 1966. La pergamena destinata a tutte le Calabrotte è stata affidata al Sindaco Luigi Ferrua di Rocca Cigliè, il quale l’ha esposta nella Sala del Consiglio Comunale, accanto al Gonfalone, proprio per significare un posto di assoluto onore. Tale bel gesto onora pure la Calabria tutta e anche per questo ringraziamo, tanto e di vero cuore, l’intera Amministrazione Comunale a nome di tutti i Calabresi. In tal senso ho appena inviato una Lettera di apprezzamento al Sindaco Ferrua.

 

Caro Tito, spero tanto che si realizzi il Monumento alle Calabrotte in terra di Langhe e che le Istituzioni calabresi ne siano protagoniste della contribuzione e nell’inaugurazione … con l’augurio di un “gemellaggio” che sia di impegno per valorizzare, anche con la collaborazione delle Università, la storia ed il significato del lavoro e della presenza di queste donne che, come afferma il giornalista e scrittore Pietro Dadone, “hanno contribuito a fare l’Italia”. L’ottimo Dadone, che è stato pure consigliere regionale del Piemonte e scrive sul  quotidiano “La Stampa” di Torino, è in procinto di pubblicare un libro proprio sulle Calabrotte. Libro che l’Amministrazione Comunale di Cortale pare che intenda presentare nel modo più adeguato possibile.

Ti terrò aggiornato sulle iniziative di valorizzazione delle Calabrotte. Intanto, ti saluto, sempre con tanta cordialità, stima e riconoscenza per il prezioso spazio che mi concedi. Alla prossima “Lettera n. 397”.

Domenico Lanciano (www.costajonicaweb.it)

ITER-City, giovedì 31 marzo 2022 ore 21.12 – Dal settembre 1967 il mio motto di Wita è “Fecondare in questo infinito il metro del mio deserto”. Le foto sono state prese dal web.

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