Caro Tito, dopo averti descritto, brevemente e storicamente, il naufragio del tanto desiderato Consorzio “Riviera degli Angeli” (sofferto ad appena un anno di distanza dalla mia proposta-progetto) è doveroso dirti perché avevo deciso di denominare così il tratto di costa tra Copanello e Punta Stilo (con il suo stupendo entroterra di colline, montagne e lago). Nel 1971 scelsi tale denominazione, avendo, ovviamente da tempo, constatato che alcune chiese delle nuove “marine” (sorte negli anni cinquanta, dopo le disastrose alluvioni del 1951-53) erano state dedicate agli Angeli dall’allora vescovo di Squillace e arcivescovo di Catanzaro, Armando Fares.
Infatti, la chiesa di Sant’Andrea Apostolo dello Ionio Marina (la più a nord e più vicina a Soverato) fu consacrata a San Raffaele Arcangelo, quella di Isca sullo Ionio Marina a San Michele Arcangelo, quella della mia Badolato Marina ai Santi Angeli Custodi, quella di Santa Caterina dello Ionio Marina a San Gabriele Arcangelo e quella di Guardavalle Marina alla Madonna degli Angeli. Inoltre, a Badolato Superiore, esistevano già dai primi anni del 1600 la chiesa ed il convento francescano di “Santa Maria degli Angeli” con una imponente statua della Madonna contornata beatamente e gioiosamente da tanti angioletti cantori e suonatori. La statua è stata scolpita su legno da Fra’ Diego da Careri (paese in provincia di Reggio Calabria) qualche anno dopo l’edificazione del maestoso convento. Fu, perciò, spontaneo indicare come “Riviera degli Angeli” una zona geograficamente e socialmente omogenea. Anche perché fare riferimento agli Angeli era come dire che tale zona è un Paradiso sotto tutti gli aspetti e, quindi, invitante soprattutto turisticamente.
Ma, evidentemente, in questa nostra parte del Sud Italia non eravamo e, purtroppo, non siamo ancora sensibili e pronti (alla prova dei fatti pure attuali) per realizzare concretamente iniziative ed eventi che altrove hanno una tradizione lunga, consolidata e particolarmente efficace e redditizia sotto tanti profili socio-economici, specialmente nel settore turistico. Comunque, nonostante ciò mi fosse chiarissimo fin dall’inizio (pure sotto l’aspetto storico-sociologico) e nonostante il naufragio del Consorzio, negli anni seguenti ho cercato, nel mio piccolo, di evidenziare ripetutamente (alle Istituzioni e agli imprenditori locali) la necessità di realizzare un tale Consorzio e di dare al resto della Calabria e d’Italia e all’estero un’unica attraente immagine della nostra costa omogenea.
In particolare, nel 1982 ho realizzato per il Comune e per la Pro Loco di Badolato due distinti depliant turistici (entrambi intitolati “Badolato 4 dimensioni: mare, collina, montagna e lago”), dove ho evidenziato la cartina del Golfo di Squillace con la denominazione della “Riviera degli Angeli”. Inoltre, donando questi due depliant, sono tornato non soltanto a fare il giro dei sindaci dei comuni interessati all’ipotesi di Consorzio, ma ho cercato di sensibilizzare alla “Riviera degli Angeli” anche gli imprenditori più in vista, come il prof. Giovanni Nisticò (proprietario e direttore dell’Hotel San Domenico di Soverato). Questi, però, mi informò che stava già lavorando ad una associazione simile denominata “Riviera di Nausicaa” estesa a tutto il Golfo di Squillace. Ne fui lieto ed avrei voluto collaborare molto attivamente se vicende di un cieco ostracismo e di un esilio imposto non mi avessero poi costretto a trovare una dignitosa sistemazione in Agnone del Molise, paese di mia moglie, dove ho continuato ad esercitare, sempre ed unicamente a mie spese, la passione di promozione socio-turistico-culturale con lusinghieri risultati, pur non dimenticando Badolato, la “Riviera degli Angeli” e l’intera Calabria (come testimonia il già narrato “Progetto Capo Sud”).
Infine, non posso terminare le tre puntate sulla “Riviera degli Angeli” senza aver ringraziato anche da qui la dirigente scolastica dr.ssa Giuseppina De Vito di Gasperina (adesso in pensione) la quale ha voluto illustrare lungamente la “Riviera degli Angeli” nel contesto del progetto “Scuola-Territorio” prima (anni 1994-1999) agli alunni dell’Istituto comprensivo di Badolato e di Isca, e poi a quelli di Satriano (anni 2000-2008). E voglio ringraziare pure il gruppo di imprenditori badolatesi (fecenti capo al commercialista Francesco Mannello e al dr. Domenico Leuzzi) che hanno voluto denominare la loro piccola ma rampante azienda turistico-immobiliare (avente pure lo scopo di contribuire alla salvezza storico-architettonica di Badolato borgo) proprio “Costa degli Angeli” preferendo il termine “costa” a “riviera” perché, a ben considerare, suona meglio ed è più breve. E mi tocca ringraziare il prof. Vincenzo Squillacioti (insegnante e animatore culturale, fondatore e direttore de “La Radice”) per aver voluto confermare la mia paternità sull’idea-proposta della “Riviera degli Angeli” forse inconsapevolmente insidiata dall’articolo di Vincenzo Messineo, pubblicato nel fascicolo del 31 dicembre 2006 del glorioso periodico badolatese.