Se non è proprio un “giallo” stà sicuramente in quella twilight tra il poliziesco e l’horror ! …quando la Rai, nel lontano 1966 trasmise “Belfagor…il fantasma del Louvre” (tratto dall’omonimo romanzo di Arthur Bernedè) la paura entrò prepotentemente in milioni di case portando in ognuna di esse oscurità ed inquietudini….proprio come avviene ai giorni nostri quando và in onda il thriller dal titolo “paga l’Imu, la Tari, la Tasi, la Iuc e… taci !”. Ebbene dopo quasi 50 anni la storia si ripete in quasi tutti i paesi della fascia jonica reggina e non solo. Anche qui tutto ruota intorno alla figura del fantasma, unica differenza con Belfagor è che qui ha i connotati e le sembianze umane ben note a tutti i cittadini di buona volontà che ogni 16 giugno e 16 dicembre si recano presso gli uffici postali per depositare i pochi risparmi accumulati in un anno di duro lavoro e frutto di tanti sacrifici… tutto per far fronte al salasso fiscale imposto dall’Amministrazione sempre ligia ad applicare al massimo le aliquote ogni qual volta si presentino le occasioni. Il contribuente, ignaro di ciò che lo attende dopo aver lautamente foraggiato le casse comunali, si aspetta di ritorno (come minimo) un livello quantomeno medio dei servizi e qui, come diceva qualcuno, “casca l’asino”, infatti i servizi quasi dappertutto lasciano molto a desiderare e da qualche parte sono del tutto insufficienti a garantire il “decoro minimo di vita” dei cittadini; di conseguenza gli amministratori si trasformano in fantasmi pronti a colpire (come Belfagor) ed a mietere le proprie vittime sfuggendo subito dopo nei meandri del Museo (casa Comunale).
In tutti questi anni chiunque abbia abitato nel “palazzo dei bottoni” ha sventolato a più non posso la bandiera “del bene comune” e lo ha fatto in campagna elettorale e nei primi giorni di amministrazione… subito dopo amnesia totale ! eppure è risaputo, il “bene comune” è l’insieme delle condizioni di vita di una società che favoriscono nel loro insieme il benessere e l’elevazione sociale di tutti i cittadini. Sono tutte quelle condizioni che alimentano la crescita, il progresso culturale, spirituale, morale ed economico di tutti senza esclusione alcuna. Il suo conseguimento è caratterizzato dall’impegno sinergico delle forze in campo, amministratori e cittadini; infatti, se una delle due componenti viene meno (da qui il parallelismo con il termine “fantasma”) il risultato finale è catastrofico. Restringendo il campo in senso topografico del termine, a Bovalino dispiace dirlo, i Belfagor sono tanti…forse i più ! ed elencare qui tutte le croniche carenze (tra l’altro ormai note) sarebbe come sparare sulla croce rossa e rischierebbero di urtare la suscettibilità di alcuni ma non è possibile tralasciare e non segnalare per l’ennesima volta le continue ed inascoltate lamentele (costate in questi giorni di festa anche diverse centinaia di euro !) di numerosi cittadini che fanno la coda dai gommisti per riparare le gomme “materialmente esplose” dopo la collisione con i tanti crateri a cielo aperto disseminati sull’asfalto. Nel commercio è d’uso dire “il cliente ha sempre ragione”, ebbene è il caso di mutuare questa frase anche nel campo amministrativo e dire “il cittadino che paga le tasse ha sempre ragione” e quindi è d’obbligo, quasi imperativo porre rimedio alle storture esistenti e provvedere con immediatezza a coprire le voragini segnalate. Belfagor in questo caso si deve materializzare ed assumere le responsabilità che il ruolo impone a salvaguardia non solo dei cittadini ma della credibilità di una istituzione che ultimamente ha lasciato sul campo quasi una intera squadra.