GuardavalleWeb riceve e pubblica – 20.01.2010 – Sette belle favole di Bernardina Agresta. Le favole, ed è un fatto decisamente positivo, stanno ritornando, a quanto sembra, nel circuito della letteratura per i più giovani, per quanti amano e vorrebbero che la fantasia sia un utile contrasto ad una quotidianità dalle sfumature sempre più, purtroppo, ancorate alla violenza, all’egoismo, alla sopraffazione, alla mancanza inconcepibile del dialogo con gli altri, con chi è, per un motivo o per l’altro, diverso da noi… In tale contesto si inserisce il volume “Un anno fuori dal tempo” di Bernardina Agresta, pubblicato nei giorni scorsi dalle Edizioni Ursini di Catanzaro; un piccolo e singolare compendio di verità, di riflessioni a viso aperto, di accelerazioni emotive, di inviti a guardare oltre, di attese che possono, volendo, diventare realtà. “Sono sette favole (I bambini, Cane Tobia, Giacomino e il flauto azzurro, Cinque pulci e un gatto, La bella mimosa, La villa nel parco, e Un anno fuori dal tempo) dal sapore antico e di grande attualità – scrive Fulvio Castellani – per il fatto che in ognuna ritroviamo un po’ quei sogni e quelle pagine di vita che ci avevano coinvolto allorquando stavamo, magari titubanti, muovendo i nostri primi e successivi passi in direzione del dopo”. Si tratta di brevi narrazioni, dalla scrittura semplice e dai toni pacati, dialoganti; narrazioni che si vestono progressivamente a festa grazie alla presenza di numerose illustrazioni votate a loro volta alla semplicità, al piacere evidente di interpretare questo o quel soggetto, argomento, gioco di luce o di nascoste penombre. Ecco, così, che escono alla ribalta il cane Tobia che trova la felicità, il flauto azzurro che naviga in un contesto di situazioni più o meno aeree, la presenza di cinque pulci (dispettose e fedeli ad un tempo) e di un simpatico gatto, la mimosa che rifiorisce e prima di morire si rinnova con un germoglio, il mistero che avvolge la villa di un parco e la splendida favola che ha per protagonista “un anno fuori dal tempo”; il tutto preceduto da una serie di pensieri legati ai bambini e che compongono, in un certo qual modo, una singolare poesia-verità perché “sono loro la sorgente che sgorga / dalle viscere di una sola madre / creata da Dio”. “Possiamo ben dire, a questo punto, – aggiunge Castellani – che Bernardina Agresta ha colpito veramente nel segno, ossia che ha saputo coniugare gioie e amarezze miscelando, con alcune fantasie e realtà, poesia delle piccole cose e poesia del vivere con lo sguardo non necessariamente rivolto a sé stessi. Chiudendo il libro, non si potrà, quindi, dire altro, così com’è stato scritto nell’ultima favola, che “il mondo non era mai stato così bello, così gioioso, così ricco di armonia e di bene, d’ogni bene”. Un invito, questo, a leggersi dentro e a meditare. Brava l’autrice, ma bravo anche l’editore per aver saputo scegliere e proporre ai tanti lettori del nostro tempo un testo di facile presa e di indubbio valore letterario, che lascia molto spazio all’immaginazione perché attinge con grande arguzia dalla scuola quotidiana della vita ”.