Badolato (Cz) – L’Assessore regionale alla cultura Caligiuri aiuterà istituzionalmente la realizzazione di una Università Dialettale a Badolato Borgo. Disponibile pure il sindaco Nicola Parretta per il progetto di “Badolato borgo universitario”. Il progetto “Badolato borgo universitario” del giornalista Domenico Lanciano (autore di “Badolato paese in vendita”) risale a dodici anni fa, nel dicembre 2000, quando già si stava esaurendo pure la spinta provocata dalla benemerita accoglienza ai profughi curdi della nave Ararat. Infatti, dal 1986 al 1999 due erano state le vicende che avevano contribuito a mettere sotto i riflettori anche internazionali il bellissimo borgo, ormai semi-spopolato e bisognoso di rivitalizzazione: Badolato paese in vendita (1986-88) e Badolato paese solidale (1997-2000). Ci voleva un’altra idea per salvare definitivamente uno dei paesi d’arte più belli e caratteristici di tutto il Mediterraneo, simbolo di tutti i piccoli paesi italiani ed europei a rischio estinzione: trasformare Badolato in borgo universitario.
Così l’indomito Lanciano prepara proposte su proposte per fare diventare il proprio amatissimo paese, già definito “la Spoleto del mare”, in una piccola Camerino o in una accattivante Urbino o in una effervescente Cassino, tutti borghi con una sede universitaria capace di attrarre docenti e studenti da ogni parte d’Italia e persino dall’estero. L’economia che ne è derivata ha trasformato in meglio quei territori periferici e montani. Oggi sono realtà invidiabili.
L’ultima proposta, quella di una Università Dialettale, ha trovato giorni fa la positiva considerazione del prof. Mario Caligiuri, assessore alla cultura della Regione Calabria, il quale vuole saperne di più ed ha chiesto un progetto più completo e dettagliato a Domenico Lanciano. Disponibile si è detto pure il sindaco Nicola Parretta, se il cosiddetto “borgo universitario” servirà a rilanciare culturalmente, socialmente ed economicamente questo famoso ma povero paese d’arte.
Ma in cosa consiste questa “Università dialettale”? Lo chiediamo allo stesso Domenico Lanciano.
In Italia (e penso nel mondo) non esiste ancora una vera e propria “Università dialettale”. Esistono dipartimenti di linguistica o glottologia all’interno delle facoltà umanistiche, ma non c’è un centro che sintetizzi questa importante disciplina che interessa tutti i popoli del mondo. Infatti, secondo un’analisi effettuata dall’ONU (organizzazione delle nazioni unite) i dialetti sul nostro pianeta sono decine di migliaia. C’è bisogno, quindi, di un polo dialettale che coordini queste risorse che contribuiscono in modo insostituibile all’identità di una comunità, specie dentro la globalizzazione.
Come potrebbe realizzarsi concretamente in Badolato?
Badolato borgo, si sa, è purtroppo un paese ancora semi-spopolato, nonostante gli effetti mediatici del “paese in vendita” e del “paese solidale” abbiano contribuito in questi ultimi 25 anni ad arginare il fenomeno autodistruttivo. Quindi, ci sono tantissime abitazioni vuote che potrebbero accogliere docenti e studenti in modo residenziale. Ci sono pure palazzi di proprietà comunale dove sarebbe possibile collocare la sede universitaria vera e propria (si pensi all’edificio scolastico nuovo, al palazzo del barone Gallelli al Mancuso, al palazzo del barone Paparo e al palazzo Menniti sul corso). Nel caso servissero ci sono pure alcune proprietà ecclesiastiche adesso quasi del tutto inutilizzate.
E con quali soldi si realizzerebbe tutto ciò?
L’ONU e, in particolare, l’UNESCO (agenzia dell’ONU per la cultura) e la stessa Comunità Europea sono assai sensibili alla salvezza e allo studio dei dialetti, perciò non mancherà il loro appoggio concreto, sia economico che tecnico-organizativo. L’assessore Caligiuri ha recentemente dichiarato “Esprimo il mio massimo apprezzamento e confermo la mia piena disponibilità per realizzare il progetto” e, quindi, avrà tempo e modo per cercare finanziamenti sia a livello regionale che nazionale. L’importante, secondo me, è partire con una piccola prima sede, dal momento che in Calabria e in Italia sono tantissimi i cultori del proprio dialetto. La capacità di Badolato dovrà essere quella di mettere insieme bene tutti questi interessi culturali, facilmente trasformabili in economia e progresso pure per l’intera zona. Perciò si potrebbe realizzare una vera e propria società di gestione ad azionariato diffuso (una specie di “public company” all’americana) per sostenere il progetto che avrà immancabilmente utili ricadute su tutti nel breve, medio e lungo termine, come dimostrano tutte le città universitarie esistenti in Italia e nel mondo.
Cosa ne pensano, appunto, i cultori dei dialetti?
Cito soltanto la recentissima dichiarazione di uno di loro, per dare la consistenza del fenomeno. Afferma il prof. Enrico Armogida (il quale qualche anno fa ha pubblicato un voluminoso Vocabolario dialettale su Sant’Andrea Apostolo dello Jonio in provincia di Catanzaro): “Per l’istituzione di una Università dialettale, più che di una opportunità, si tratta di parlare di una necessità storica, poiché sappiamo tutti come l’imposizione di una lingua nazionale a fini burocratici-amministrativi ha fagocitato l’identità e la storia soprattutto delle tante comunità vissute ai margini e in subordine nella dualistica ripartizione città-paese, quasi incarnazione dei binomi buono-cattivo, lavoro-disoccupazione, cultura-ignoranza, benessere-miseria … purtroppo visione enfatizzata spesso pure dai mass-media, specialmente dalla televisione”.
Quando si parte?
Spero presto! Le cose non nascono quasi mai grandi e perfette. Quindi, adesso l’importante è organizzarsi e partire prima possibile anche se nel nostro piccolo, magari cominciando a studiare e ad organizzare le parlate di Badolato e dintorni oppure ad analizzare i numerosissimi volumi che il grande glottologo tedesco Gerhard Rohlfs (1892-1986) ha dedicato ai dialetti calabresi. L’Università Dialettale, più in generale, crescerà piano piano e darà sicuramente grandi soddisfazioni a Badolato e a tutta la Calabria. Sarà sicuramente, in prospettiva, uno dei tanti orgogli italiani nel mondo. Ma è necessario non tergiversare, è urgente istituirla e partire subito, anche in sordina ma partire. L’Università Dialettale diventerà grande “viaggiando” e “dialettando”!
Leggi o scarica la nota del Prof. MArio Caligiuri, Assessore alla Cultura
della Regione CAlabria. Università Dialettale Disponibilità Caligiuri