Dalla pergamena dell’8 marzo 2022 ad un vero e proprio “Monumento alle Calabrotte” passando per Nuto Revelli, Lou Palanca, il magazine 7 del Corriere della Sera, il libro di Piero Dadone ed altri eventi in preparazione, tra cui quello del Comune di Cortale (CZ).

Lo scorso 8 marzo, in occasione della “Festa delle Donne” le associazioni culturali “Università delle Generazioni” e “Amici della Calabria” hanno assegnato simbolicamente a tutte le Calabrotte delle Langhe il “Gran Premio delle Generazioni” e un affettuoso attestato di Riconoscenza e di Gratitudine per quanto significato per questo territorio piemontese, per essersi fatte onore e per aver reso onore alla Calabria, loro regione di origine. Adesso, tale pergamena fa bella mostra di sé accanto al gonfalone nella Sala consiliare del Comune di Rocca Cigliè (foto) come valore per tutte le Calabrotte delle Langhe. In precedenza, le stesse due associazioni avevano proposto la realizzazione di un vero e proprio monumento alle Calabrotte con una “Lettera aperta a tutti i sindaci delle Langhe” per siglare un’epoca ed un’epopea sociale.

Alle Calabrotte si è interessato pure il Corriere della Sera che ne ha fatto un bel servizio per il suo magazine settimanale “Sette” pubblicato venerdì 18 marzo scorso a firma della giornalista Giusi Fasano, riscuotendo grande successo. Mentre corre voce che in Calabria, il Comune di Cortale (in provincia di Catanzaro) intenda dedicare uno o più eventi, dal momento che da questo paese sono andate via parecchie donne sposate a giovanotti delle Langhe agli inizi degli anni sessanta, come ha ben documentato il giornalista Piero Dadone per il quotidiano “La Stampa” con l’intera pagina 71 del 09 dicembre 2011. Lo stesso Dadone sta per pubblicare un libro dedicato alle Calabrotte, evidenziando particolari inediti e situazioni sconosciute ai più.

S’infoltisce, quindi, la “letteratura sulle Calabrotte” che già avevano avuto l’attenzione anche sociologica sia dello scrittore cuneese Nuto Revelli, specialmente con il libro “L’anello forte” (Einaudi 1985) sia del collettivo Lou Palanca con la narrazione di “Ti ho visto che ridevi” (Rubbettino 2015) presentato ad Alba nella giornata delle donne del 2016 da Carlin Petrini, fondatore e presidente di “Slow Food” il quale ha dichiarato, come pure nella presentazione del libro, che le Calabrotte hanno salvato le Langhe.

<< Motivo in più per attendersi un vero e proprio “monumento” da parte di tutti i Comuni di questo territorio! >> sostiene Domenico Lanciano, giornalista calabrese, promotore di eventi ed iniziative a favore di queste “spose del Sud” le quali (comunemente dette “Calarotte”) hanno vivificato demograficamente, socialmente ed economicamente numerosi aree, pure in deficit procreativo, del centro-nord Italia, come ampiamente descritto, lo scorso mese di gennaio, anche dalla mini-serie televisiva di Rai Uno “La Sposa”.

Mentre Lamberto Colla, direttore del quotidiano web << www.gazzettadellemilia.it >> di Parma sostiene che tutte queste donne del Sud sposando i giovanotti del nord hanno contribuito, con l’amore e la forte dedizione etica, ad unire maggiormente l’Italia, contribuendo così alla ricostruzione postbellica. Adesso si aspetta l’interesse storico-sociologico dell’Università della Calabria e di quella di Cuneo-Torino; mentre probabilmente il giornalista Livio Oggero si dedicherà a intervistare i figli e i nipoti delle Calabrotte.

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