Si è conclusa a Lamezia Terme, con la visita guidata al Centro cottura dell’ospedale “Giovanni Paolo II”, la seconda edizione del corso sulla Ristorazione ospedaliera, promossa dall’Unità operativa di Formazione e Qualità, diretta dalla dott.ssa Clementina Fittante, con la presenza della Direzione medica del Presidio ospedaliero lemtino e il Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione dell’Asp, diretto dalla dott.ssa Marina La Rocca.
Un corso particolarmente importante, in quanto così come previsto dalle Linee di indirizzo nazionale per la ristorazione ospedaliera e assistenziale, una corretta alimentazione costituisce uno straordinario fattore di salute, per questo la nutrizione va inserita a pieno titolo nei percorsi di diagnosi e cura, mentre una non corretta gestione del degente dal punto di vista nutrizionale può determinare complicanze e costituire, quindi, una “malattia nella malattia”. L’aspetto nutrizionale è parte di una visione strategica più ampia del percorso di salute all’interno di un’attività assistenziale e clinica di qualità. La ristorazione in ospedale e nelle strutture assistenziali deve divenire un momento di educazione alimentare e di vera e propria cura.
Lo stato nutrizionale contribuisce alla qualità della vita di ogni persona e l’alimentazione può costituire fattore di rischio per numerose patologie. Alla luce della notevole incidenza e prevalenza delle patologie cronico-degenerative, per le quali l’alimentazione rappresenta un fattore determinante, l’Organizzazione mondiale della Sanità e l’Unione Europea hanno sinergicamente pianificato una politica internazionale finalizzata all’adozione, da parte della popolazione, di abitudini di vita salutari. Rientrano tra le principali iniziative: accordi, interventi mirati a gruppi di popolazione ad alto rischio, promozione di attività di comunicazione, nonché l’adattamento dei sistemi sanitari per garantire cure efficaci e continuità assistenziale. Il Consiglio d’Europa ha recentemente ribadito che la ristorazione ospedaliera è parte integrante della terapia clinica e che il ricorso al cibo rappresenta il primo e più economico strumento per il trattamento della malnutrizione.
La malnutrizione, problema misconosciuto e/o sottovalutato, spesso presente già all’inizio del ricovero, aumenta durante la degenza, particolarmente negli anziani e nei lungodegenti, e comporta elevati costi, sia diretti (correlati alla patologia), sia indiretti (in termini socio-psicologici, aumentata vulnerabilità alla malattia, ricoveri ripetuti).
Per fronteggiare queste problematiche, il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, oggi Ministero della Salute, ha emanato, per l’anno 2009, una Direttiva generale, per l’azione amministrativa e la gestione concernente il Progetto finalizzato al miglioramento della qualità nutrizionale e della sicurezza alimentare nei soggetti ospedalizzati anziani e/o degenti delle strutture riabilitative.
La attuale situazione italiana vede una disomogeneità particolarmente marcata tra le Regioni e, spesso, nell’ambito della stessa Regione, tra le diverse strutture. Tale disomogeneità non si manifesta soltanto a livello di qualità nutrizionale, ma anche nell’approccio alle varie problematiche quali ad esempio modalità di distribuzione del pasto, livello di conoscenza degli operatori, figure professionali impiegate, diversa consapevolezza del ruolo dell’alimentazione nella promozione della salute, mentre la Nutrizione deve essere inserita a pieno titolo nei percorsi di diagnosi e cura. Le Linee di indirizzo nazionale per la ristorazione ospedaliera ed assistenziale riconoscono quali elementi portanti la centralità del paziente ospedalizzato e il rispetto delle sue esigenze nutrizionali specifiche.