E’ di qualche giono fa la notizia che personale dell’unità di Polizia Giudiziaria della Sottosezione Polizia Stradale di Lamezia Terme, unitamente a personale della Squadra di Polizia Giudiziaria del Compartimento Polstrada Calabria, ha sorpreso, in flagranza di reato, due soggetti, C.D. di origini milanesi e B.D. lametino, che per superare gli esami di teoria a quiz utili per il rilascio della patente di guida, si erano attrezzati di tutto punto, nascondendo sotto gli indumenti un’apparecchiatura elettronica con ricetrasmittente.
In particolare, il giovane milanese, già arrestato dalla Polizia Stradale di Torino per reati analoghi nel 2012, si spostava a richiesta degli interessati, nelle varie Motorizzazioni Civili italiane e con l’utilizzo di sofisticate apparecchiature elettroniche faceva superare brillantemente ai candidati richiedenti, spesso persone deboli prive di istruzione scolastica, l’esame di teoria a quiz per il conseguimento della patente di guida.
Il candidato B.D. era Stato equipaggiato di apparati ricetrasmittenti muniti di un minuscolo microfono, nascosti sotto gli abiti e fissati sull’addome da una fascia elastica sanitaria, mentre il truffatore professionista, C.D., si posizionava all’esterno dell’aula, in auto o addirittura nei locali della motorizzazione, munito di un’altra apparecchiatura ricetrasmittente. Il candidato davanti al monitor doveva solo leggere a bassa voce i diversi quiz a risposta multipla che gli venivano proposti, mentre il complice dall’esterno dell’aula posizionato a breve distanza, comunicava la risposta esatta al candidato tramite invio di impulsi convenzionali a vibrazione trasmessi con la propria ricetrasmittente; (una vibrazione per la risposta vera due vibrazioni per quella falsa).
Terminato l’esame il B. D. che caso strano aveva risposto correttamente a tutti i quaranta quesiti, usciva dai locali della Motorizzazione e dopo alcuni minuti si avvicinava ad un giovane al quale faceva visionare il modello sul quale era riportato l’esito dell’esame, avuta certezza che lo stesso fosse il suo complice, venivano immediatamente bloccati e sottoposti a perquisizione.
L’atto permetteva di rinvenire addosso delle due persone l’apparecchiatura elettronica utilizzata per la comunicazione dei quesiti e le radio ricetrasmittenti utili per la segnalazione delle risposte, materiale opportunamente sottoposto a sequestro penale.